di Antonio Moresco
Caro Roberto,
ho letto che desideri andartene dall’Italia e mi hanno colpito le parole sincere, giuste e belle con cui lo dici. Tu hai vissuto, negli anni della giovinezza, un’esperienza difficile e straordinaria. Stai pagando un prezzo altissimo per il tuo gesto ma hai potuto vedere nello stesso tempo qualcosa che a pochi altri – uomini e scrittori – è stato dato di vedere. Hai scatenato un’ostilità senza pari ma anche entusiasmo e affetto senza pari. Un semplice ragazzo nato in un paese del nostro sud oppresso da un dominio che è parte di una macchina di ben più vaste dimensioni e portata, sconosciuto fino al giorno prima, armato solo del suo coraggio e della forza della nuda parola, ha saputo mettere in moto un terremoto nella nostra coscienza nazionale e accendere una concreta speranza di riscatto.
Molti, uomini e donne, ragazzi e ragazze, ti sostengono sinceramente e appassionatamente, ma ci sono anche quelli che nascondono dietro di te – il meraviglioso ragazzo che ha osato sfidare il drago – la loro sudditanza alle stesse logiche nei campi altrettanto nevralgici della politica, dell’economia, della cultura e dei media, tanto non costa niente e per di più ci si sente giusti e buoni. Come se il mondo che tu hai portato alla luce fosse una piaga che si ferma alle porte della Campania, qualcosa di residuale e di esterno rispetto alla quale è facile sentirsi superiori.
Giornali e televisioni ti hanno dato un grande sostegno e una grande visibilità, indispensabili nel momento che stai vivendo, e così uomini politici e istituzioni. Molti si sono riempiti la bocca di parole di lode per la tua battaglia. Ma ti hanno anche schiacciato – come uomo e come scrittore – su quest’unico target e su quest’unico ruolo.
Vattene, Roberto! Stiamo vivendo in un paese e in anni intossicati e plumbei e un eroe può sempre fare comodo a molti. Se tu te ne vai, il tuo non è un gesto di diserzione ma di vicinanza a te stesso e alla tua umana bellezza. La nostra vita, personale e di specie, è dentro qualcosa di infinitamente più grande. Non c’è solo questo piccolo, orribile cerchio. Quanto hai fatto finora e tutto quello che il tuo libro ha mosso continua a mettere radici e a fruttificare. Salvati dai nemici, ma salvati anche dagli amici e da tutto il resto. Più sarai lontano e più ti sentiremo vicino. Porterai con te tutta la tenerezza, l’amore e l’orgoglio delle persone che ti hanno visto nascere e che si aspettano da te una vita ancora lunga, libera e ricca.
Ti abbraccio forte, Antonio.
ilprimoamore.com
18 ottobre 2008 alle 18:24 |
@ sono d’accordo . Roberto Saviano deve cercare di salvare la pelle . vivere la sua vita. ha fatto moltissimo per la sua terra e per noi. adesso tocca a noi tirare su la schiena e raccogliere il suo testimone . ragazzo vivi . questo paese ha già avuto troppi eroi morti. buona serata :))