Marionette rossonere, praticamente romaniste

by
di Nicola*

 

Proprio un bel quadretto familiare quello che si sta disegnando in questi giorni nel nostro bel Paese. Ancora una volta troviamo i partiti a fare la parte dei genitori ottusi e il movimento studentesco nei panni dell’adolescente ribelle. Già, peccato però che questa volta l’adolescente è più intelligente dell’uomo maturo e sta dimostrando di sapere quello che fa. Quello che invece mi preoccupa, è che ancora una volta mi sembra proprio che la politica "matura", quella dei conflitti d’interesse, delle intercettazioni telefoniche, del "una poltrona a me e un’appaltino da qualche milione di euro a te", stia cercando di insinuarsi nel movimento come un serpente si infila in un buco del prato quando si sente in pericolo. Ma in pericolo di che? Di non essere in grado di fare la sinistra? Di non essere in grado di tener testa allo psiconano? Di non essere in grado di ascoltare la piazza? No, il pericolo vero è dato dalla paura di non poter rispettare le proprie priorità, non la ricerca di idee per delle politiche sociali degne di esser chiamate tali, ma il mantenimento dell’ordine dei culi nelle poltrone dei palazzi. Le stesse identiche priorità che stanno portando l’Italia sull’orlo di una crisi… che magari fosse di nervi. A quella ci pensa già la marionetta nera tutta impettita quando proclama "ordine e disciplina" dalla distanza di sicurezza del tubo catodico, al fianco della italian version di Mrs. Palin. Beh, qualcuno effettivamente ha seguito i consigli. Non le forze dell’ordine, che sembrano essere rimaste l’unica istituzione coi piedi per terra (anche perché non potendosi permettere nemmeno nuove gazzelle… di mezzi aerei neanche a parlarne) ma i nuovi squadristi. Quelli che cercano di provocare a suon di manganellate. E la cosa triste non è il diciottenne invasato che si copre la faccia e mena le mani, ma la forte speranza che tutti a palazzo nutrono di una risposta violenta alla provocazione. Si, perché me li vedo proprio bene tutti i Veltrusconi davanti allo schermo con le dita incrociate come ai rigori della nazionale di calcio… che quando c’è di mezzo la nazione siamo tutti "bravi ragazzi". D’altronde lo erano anche quelli di Al Pacino. Che vada a gridarlo in mezzo al movimento l’ordine e il manganello. Ma non lo fa, perché ha paura. Si, perché fino a quando continuano a farsi tanti bei discorsetti che, rimbalzando da una parete all’altra in stile arcanoid creano autoreferenzialità, sono tutti "bravi politici" (o bravi guagliuni… che tanto il significato pratico non cambia), ma se disgraziatamente si trovano spalle al muro a dover parlare con persone normali potrebbe anche diventare un bel problema. Mettiamoci un po’ nei loro panni: non è mica facile offrire la merce quando qualcuno non compra. Hanno tutti paura perché non possono offrire niente a chi non vuole essere comprato, a chi nella democrazia ancora ci crede veramente. Sono contento, contento di vedere che per la prima volta tutti stanno dimostrando che non si tratta di politica, ma di buon senso, non di rossi e neri, ma di diritti sociali fondamentali per il mantenimento dell’indipendenza della ragione e, di conseguenza, dello stato democratico. Eh già, in fondo non è facile fare il mafioso con chi mafioso non lo è.

*  Laureando in scienza della comunicazione

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