Avete notato? CP, PP, WB, GZ, ER, ICfasclub, sigle e merdenere varie – e cioè l'anonimo cameratesco e grullesco squadrismo della rete che per qualche settimana ha imperversato su “Direfarebaciare” – sono improvvisamente e simultaneamente scomparsi. Il caso vuole che le incursioni coordinate dei teppistelli neri o a pois fossero cominciate dopo la pubblicazione di un articolo di Sergio Baratto (sconfinamenti, 03 marzo 2009), Il grillo ragliante, che riprendeva un tristemente noto intervento anti-Rom di Beppe Grillo. Dal suo blog il comico genovese aveva blablanato di «sacri confini della Patria che la politica ha sconsacrato», di «immigrazioni selvagge» paragonate a un «vulcano, una bomba a tempo che va disinnescata», di «un Paese che scarica sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di Rom della Romania che arrivano in Italia…», intervento mai ritirato né rettificato. «Decine di migliaia di Rom»? Al di là del contenuto irresponsabilmente razzistoide delle sue esternazioni e del peso che a volte hanno le parole, specie quando è un comunicatore a usarle, domandiamo: il capo genovese dei “setta nani” sapeva di cosa stava parlando quando ha dato i numeri? Evidentemente no: i Rom immigrati in Italia dalla Romania sono circa 30mila, bambini inclusi! Gli adulti rumeni di etnia Rom attualmente tra noi sono circa 15mila. Tutti delinquenti? A sentire i grulli parrebbe di sì.
Lo abbiamo detto e ripetuto: l’antirazzismo è la discriminante del nostro tempo, quella che separa il bene dal male. Il razzismo, con la sua ossessiva ricerca del capro espiatorio etnico, si fa sempre più incombente. Si imopone un argine: o si sta di qua o di là, senza se e senza ma. Sia pure tardivamente, Beppe Grillo dovrebbe chiedere scusa ai Rom e agli antirazzisti, e mandare questo segnale almeno a quelli che vivono con disagio la vicinanza alle sue liste, messi in difficoltà dal suo tracimante e immotivato populismo e qualunquismo anti-Rom, uguale a quello della Lega e di Forza Nuova. Non è mai troppo tardi. Si ravveda e la chiudiamo.
Il nostro blog è nuovamente “zona derattizzata”. Ci scusiamo con i lettori più deboli di stomaco, e soprattutto ci scusiamo con Pina Grassi, moglie di Libero, che ha visto il suo racconto lordato da questi infami.
Tag: Beppe Grillo
22 marzo 2009 alle 12:26 |
La “Provincia Pavese di oggi”, 22 marzo pubblica un dettagliato rendiconto di Maria Grazia Piccaluga sui recenti atti vandalici e razzisti che hanno preso di mira alcuni esercizi commerciali gestiti da stranieri, la sede dei Comunisti italiani e lapidi e monumenti simbolo dell’antifascismo e della Resistenza. Piccaluga ha raccolto il parere del Prefetto di Pavia Ferdinando Buffoni, lo stesso benemerito che aveva ospitato per mesi una famiglia Rom nella foresteria della Prefettura. L’impressione è che Buffoni voglia tuttavia sottovalutare il fenomeno attuale. Leggete:
«“Sono soltanto dei fessacchiotti” Il prefetto esclude la pericolosità del gruppo filo-nazista. “Li definirei un gruppo di fessacchiotti”. Il prefetto, Ferdinando Buffoni, calma gli animi e invita a ridimensionare il fenomeno degli atti vandalici registrati in questi giorni in varie zone della città, ai danni di cittadini stranieri. “Sembrano piuttosto episodi ascrivibili a frange chiaramente al di fuori di ogni regola” spiega. “È una situazione circoscritta che non può far pensare a un pericolo che possa allargarsi – dice il prefetto –. Non ravviserei l’esistenza di un gruppo pericoloso”».
Come è evidente, ai nazisti di Forza Nuova non interessa provocare una reazione, semmai a rendere evidente l’esatto contrario, e cioè l’assenza di una reazione da parte della “gente”. Il pericolo non sta in quattro pirla esecutori materiali, ma nella narcotizzazione della coscienza civile di fronte al razzismo. Consiglierei al nostro Prefetto e al Questore una riflessione più articolata del fenomeno. Se poi, come sembra, loro conoscono gli esecutori materiali – “quattro fessacchiotti” – allora cosa aspettano a intervenire?
Ps. Ho inoltrato questo mio commento al blog del Circolo Pasolini in moderazione (post “Gli infelici razzisti”). Non è stato pubblicato. Irene Campari – che si candiderà a sindaco nella lista di Beppe Grillo – e il postfascista Giuseppe Zepelloni lo hanno giudicato «insultante, dileggiante, provocaporio», e volto a delegittimare il loro impegno: impegno a censurare.
22 marzo 2009 alle 12:47 |
Dimenticavo l’articolo di Maria Grazia…
Negozi stranieri, un’altra notte di razzismo. Svastiche sulle saracinesche e pietre contro i locali gestiti da cinesi e turchi.
PAVIA. La vetrina di Istanbul Kebab, in piazzetta Guidi, è stata sfondata sabato notte da un cubo di porfido. Come quella del ristorante cinese Hong Fu di via Santa Maria alle Pertiche venerdì mattina, sulla porta d’ingresso, ha trovato anche un’enorme svastica tracciata con lo spray nero. Proseguono i raid razzisti contro gli esercizi commerciali in città gestiti da stranieri. Una vergogna denunciata ieri in piazza Vittoria, affollata per lo struscio del sabato pomeriggio, con la distribuzione di volantini contro il razzismo. Turgut Kilic, 51 anni, da 25 vive a Pavia. Ha sposato un’italiana e gestisce il take away di kebab accanto alla stazione. «E’ la seconda volta che mi sfasciano la vetrina. Domenica mattina ho trovato questo sasso sul pavimento» dice scartando un cubo di porfido che conserva nel retro del negozio di piazzetta Guidi. L’arma usata dai vandali. «Facciamo tanti sacrifici – dice -. Non andiamo certo a rubare, lavoriamo come tutti. E paghiamo le tasse, la luce, il gas, facciamo la spesa nei negozi vicini. Quel poco che guadagnamo qui dentro, dopo aver pagato tutte le spese, lo rispendiamo sul territorio. Che senso ha danneggiarci in questo modo?». Dalle 10 a mezzanotte Kilic prepara kebab nel suo negozio. «Ho una famiglia da mantenere. E ne ha una anche la mia commessa – dice -. Chiudere è davvero un attimo. E poi? Ne risentiranno anche quelli da cui compriamo la carne, le verdure, l’Asm a cui paghiamo il gas. Con l’aria di crisi che tira questi gesti non aiutano». Era accaduto anche lo scorso anno. E in quel periodo er andata in frantumi anche la vetrina della macelleria islamica sotto la galleria Manzoni. La notte prima che venisse preso di mira Istanbul Kebeb qualcuno è passato anche da Santa Maria alle Pertiche. E con un punteruolo o un oggetto pesante ha cercato di sfondare la vetrina del ristorante Hong Fu. «Il vetro per fortuna ha retto – dice Chen, che gestisce il locale vicino al Castello Visconteo insieme a tutta la sua famiglia – ma adesso lo dovremo sostituire. E costa alcune centinaia di euro». La notte seguente i vandali sono tornati. E hanno danneggiato la porta d’ingresso. Prima di andarsene hanno lasciato la firma: una grande e inquietante svastica, disegnata con lo spray nero.
La lista si allunga. Dopo le scritte ingiuriose sull’auto di un vietnamita, che gestisce una pizzeria in viale Campari e le scritte naziste che hanno imbrattato cartelli stradali e segnaletica lungo la Bereguardina, altri due negozi gestitit da stranieri sono stati presi di mira. «E purtroppo c’è anche chi non denuncia per paura» dicono i volontari dell’Osservatorio Antifascista pavese che ieri hanno volantinato in piazza.
Una settimana di raid PAVIA. Gomme bucate e scritte naziste contro il pizzaiolo di origine vietnamita che lavora in viale Campari. Danni al negozio di un barbiere tunisino in via Riviera.
E poi una sequenza impressionante di svastiche e scritte inneggianti a Hitler e al nazismo lungo tutta la via Bereguardina, da Pavia a Torre d’Isola. Tanto da rendere illeggibili i cartelli stradali. Divelta persino una piccola croce in ricordo di una vittima della strada. I raid notturni non si sono fermati. Qualcuno ha sfondato la vetrina del Partito dei Comunisti italiani in via Ferrini. Poi ha imbrattato la lapide di via Fasola che ricorda due partigiani morti e il monumento al martire antifascista Ferruccio Ghinaglia nel piazzale omonimo. I ragazzi del centro sociale Barattolo stanno organizzando una missione per ripulire la città dalle scritte razziste. Per il 25 aprile sta invece pensando a una biciclettata per raggiungere i luoghi che hanno subìto vandalismi anche al di fuori dal centro storico.
Buffoni: «Sono soltanto dei fessacchiotti» Il prefetto esclude la pericolosità del gruppo filo-nazista. «Li definirei un gruppo di fessacchiotti». Il prefetto, Ferdinando Buffoni, calma gli animi e invita a ridimensionare il fenomeno degli atti vandalici registrati in questi giorni in varie zone della città, ai danni di cittadini stranieri. «Sembrano piuttosto episodi ascrivibili a frange chiaramente al di fuori di ogni regola» spiega. «E’ una situazione circoscritta che non può far pensare a un pericolo che possa allargarsi – dice il prefetto -. Non ravviserei l’esistenza di un gruppo pericoloso».
Maria Grazia Piccaluga, “La Provincia Pavese”, 22 marzo 2009
23 marzo 2009 alle 00:07 |
gg, “Non è mai troppo tardi. Si ravveda e la chiudiamo.” quindi chiarisca: (…)
WB