Sindaco Cattaneo, vergognati

by
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (Pdl) ha allontanato “al buio” 17 Rom rumeni dall’area Necchi. “Al buio” significa senza prevedere alcuna sistemazione d’emergenza per la notte: 11 adulti e 6 bambini hanno così dovuto bivaccare sotto un ponte. Motivo: «s’impone il ripristino della legalità». Nello stesso giorno, lo stesso sindaco è accorso scodinzolante ad applaudire le lacrime dell’assessore provinciale Rosanna Gariboldi, moglie del suo referente politico on. Giancarlo Abelli detto “il faraone” e titolare di un conto cifrato presso una esclusiva banca nel paradiso fiscale di Montecarlo. Per sua stessa ammissione, come minimo l’assessora si è macchiata di evasione fiscale. Ma dice che sono faccende private, così come il bonifico di 500mila euro estero su estero a uno degli uomini più ricchi del Paese, il re delle bonifiche Giuseppe Grossi, il chiacchierato imprenditore diventato proprietario a Casei Gerola dell’area ex zuccherificio, un «caro amico» di Abelli e consorte, un  amico indagato dalla Guardia di Finanza per un ‘nero’ di 22 milioni in euro manovrati in Svizzera dall’avvocato di Chiasso Fabrizio Pessina. Dal Grossi – o meglio, dal Pessina – la signora si è vista restituire 632mila euro, soldi sui quali sta ora indagando la magistratura milanese, che la sospetta del riciclaggio di denaro sporco. Sindaco, s’imporrebbe «il ripristino della legalità» e una maggiore prudenza nel sostenere o addirittura applaudire pubblici amministratori che esportano capitali.
Pattume e rumeni, scarti urbani e scarti umani. Nella Città dei Saperi nonché capitale del gioco d’azzardo, degli sportelli bancari e delle mafie sommerse l’altra notte le istituzioni hanno lasciato che 6 bambini dormissero all’aperto in riva al Ticino. Quattro di loro sono i figli di Narcisa e Tanase, che fino a ieri ogni mattina andavano a scuola – banchi che forse domani rimarranno vuoti. Sindaco, s’imporrebbe «il ripristino della legalità»
Tanase poteva esibire un regolare contratto di lavoro, al quale ora vuole rinunciare per stare vicino alla sua famiglia in mezzo a una strada. Tanase – che pure sarebbe stato in grado di pagare un affitto – dai locatori pavesi si era sentito rispondere «Albanesi e marocchini sì, rumeni no»: somiglia tanto a quel sinistro «vietato l’ingresso ai cani e agli italiani» o all’analogo «non si affitta ai meridionali» di cui si parla nei libri di storia, quando i rumeni eravamo noi.
Che miope politichetta accattona e ipocrita si cela dietro a tutto questo? Mi torna alla mente l’emergenza umanitaria dei Rom alla Snia, due anni fa: la chiesa era lì a due passi, e il parroco ha negato loro l’acqua; chiedevano un tetto, e nessuno che abbia concesso una vecchia canonica disabitata, nonostante l’appello del Vescovo, né altri un qualche rudere dismesso. Come a Gesù, duemila anni prima: «avevo sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete dato ospitalità» (Matteo, 25).
Certi “politici” cattolici della domenica sono proprio fortunati, compresi quelli saliti sul Carroccio, perbenista leghista e forcaiolo, che a Pavia vorrebbe riportare il crocifisso in Consiglio comunale ma non la parola dei Vangeli. Sono fortunati, perché Dio non esiste. Se Dio esistesse li avrebbe già fulminati, inceneriti, schiacciati, squartati, trapassati con spade di fuoco. Se Dio esistesse li avrebbe aspettati alle porte dell’aldilà per rispedirli a pedate nell’aldiquà a patire le pene patite da un mendicante o da un immigrato, a sopportare l’umiliazione di un Rom o di un rifugiato, per la vita eterna.
Purtroppo per loro è esistito Gesù: «Allora quelli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato, straniero o nudo, malato o in prigione, e non ti abbiamo aiutato?” Ed egli risponderà: “Tutto quello che non avete fatto per aiutare anche l’ultimo di questi miei fratelli, non l’avete fatto neanche per me!”».  Sindaco e Giunta, pretoriani della vita e della famiglia, nonché ultimi santi inquisitori degli “ultimi”, vergognatevi.

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