Beppe Grillo è razzista?

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L’ambigua doppia morale che separa l’ambientalismo dai diritti umani
di Giovanni Giovannetti

Rosanna Trespidi del settimanale “Il Lunedì” ha raccolto per il suo giornale alcuni pareri sull’indecente proposta dell’assessore provinciale di Pavia Angelo Ciocca (Lega Nord) di «mettere un limite al numero di residenze di immigrati per ogni comune», e si presume che per limite l’assessore al lavoro intendesse almeno quello della manodopera necessaria in loco. Ovviamente contrari molti degli intervistati, contraria la “grillina” cinquestelle Jolanda Nanni che, singolarmente, si è anche detta «favorevole ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale e internazionale» a misura di «esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti». In sintesi: Ciocca propone «un limite al numero di residenze di immigrati per ogni comune»; Nanni vuole ingressi a misura di «esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti». Dove sta la differenza? «Comunità ospitanti»? Per l’uno e per l’altra gli immigrati non sono persone ma braccia: una speculare visione oggettivamente razzista che ignora la “globalizzazione degli uomini” e il «divario sempre più crescente tra Paesi ricchi e Paesi poveri», quello che «spinge milioni di persone verso l’ignoto pur di uscire da una condizione di miseria», divario sottolineato, fra tutti gli intervistati, dalla sola Vanna Jahier.
Il leghista Ciocca e la grilla Nanni unti nella lotta? Ho provato a chiedere ai cinquestelle chi o cosa li rendeva tanto economicisti e filoleghisiti quanto culturalmente lontani dall’antirazzismo, tanto da far prevalere le ragioni del mercato sul rispetto della persona e del lavoratore (entro quella prassi che alimenta lo sfruttamento e la negazione dell’umano, come ha scritto Stefano Rodotà). Hanno risposto che non di economicismo si trattava ma di «pragmatismo», giacché «è una utopia pensare che gli italiani e gli altri Paesi del primo mondo siano tanto accoglienti da ridurre tutti il proprio tenore di vita per accogliere i poveri di altri Paesi». Quasi un plagio del prosaico verbo legaiolo dello stesso Ciocca, quando (alla peggio stupidità non c’è mai fine) intrepidamente denuncia l’assalto dei manovali e dei muratori stranieri al benessere degli italiani in «cantieri in cui costituiscono la percentuale più elevata rispetto ai lavoratori italiani» e altre simili amenità. A fronte di un tale drammatico «pericolo», secondo loro andrebbe sollecitato il «pragmatismo» delle «comunità ospitanti» subordinando gli ingressi alle «esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili» (grilli), per non correre il rischio di trovarci un giorno con «più Tariq e Mohamed e meno Carlo e Roberta» (Ciocca). Come si noterà, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia, e i conti tornano.
Torna anche il clamoroso ribaltamento della realtà. Inutile enumerare manovali, muratori, badanti, mungitori e tanti altri lavoratori stranieri (ovvero il 9 per cento del Pil e 3,7 miliardi di euro in tasse; mestieri che non trovano italiani disponibili) per i quali lo Stato spende circa 1 miliardo, incamerando un saldo positivo di 2,7 miliardi di euro.
Inutile segnalare 4 milioni e mezzo di «poveri» immigrati che in Italia, producono ricchezza per 96 miliardi (nero escluso).
Inutile persino ricordare che sulle spalle di questi uomini e donne grava in parte la salute un tempo malferma dell’Inps (è anche merito loro se i conti della previdenza sono tornati in attivo, ben oltre la media europea) che senza gli immigrati non saprebbe come pagare la pensione ai nostri anziani, peraltro affidati a oltre 1 milione e 500mila badanti (quasi il doppio dei dipendenti del sistema sanitario nazionale) delle quali l’80 per cento lavora in nero.
Inutile nominare 150-170 immigrati che in Italia ogni anno muoiono sul lavoro, immigrati che sono il 6,7 per cento della popolazione, quando la percentuale dei “loro” morti o sul lavoro o andando al lavoro sale al 14,5 per cento: più del doppio! Tutto questo è inutile, perché, secondo i grulli del Grillo l’accoglienza sinonimo di meticciato e di società multietnica «è una utopia» nonostante siano gli immigrati a garantire a noi un più elevato tenore di vita!
Ambigue smagliature dovute all’eccesso di trasversalità oppure consapevole ipocrisia populista, innervata dal fondamentalismo? Grullini razzisti camuffati? Non tutti i grilli sono grulli e razzisti (ad esempio il vogherese Francesco Rubiconto, ma sui pavesi la mano sul fuoco non la metterei…), ma il caudillo genovese è notoriamente uno specialista nel separare diritti umani e ambientalismo, e lo si è visto quando il 6 ottobre 2007 dal suo blog  ha arringato i fedeli a credere obbedire e combattere i Rom, scrivendo di «sacri confini della Patria che la politica ha sconsacrato», di «immigrazioni selvagge» paragonate a un «vulcano, una bomba a tempo che va disinnescata», di «un Paese che scarica sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di Rom della Romania che arrivano in Italia». Quali «problemi»? Le tanto reclamizzate violenze e stupri attribuite ad una etnia colpevole in quanto tale? Nel 20,2 per cento dei casi di violenza denunciati (ovvero il 43 per cento dei casi segnalati) lo stupratore è l’italianissimo marito della vittima; nel 23,8 per cento il colpevole è un amico; nel 17,4 per cento è il fidanzato; nel 12,3 per cento è un conoscente. Soltanto nel 3,5 per cento dei casi il colpevole è un estraneo. Insomma, come ha rilevato il Procuratore di Verona Guido Papalia, «Oramai uccide più la famiglia che la mafia». «Decine di migliaia di Rom»? I Rom immigrati in Italia dalla Romania sono circa 30mila, bambini inclusi (e buona parte degli altri zingari sono italiani da oltre 7 secoli). Come dire che gli adulti rumeni di etnia Rom attualmente tra noi sono circa 15mila. Tutti delinquenti? Parrebbe di sì, a sentir loro.
Il 12 aprile 2007, di nuovo dal suo blog, il Grillo ragliante ha spostato la mira sui cinesi immigrati, invitandoli a «imparare la nostra lingua, sventolare la nostra bandiera. O andarsene». Posizione ribadita più e più volte. Ad esempio, su Webbe Grillo leggiamo che a Cagliari, in assemblea con i meetup sardi, il genovese ha sostenuto «a gran voce che l’immigrazione era un pericolo fuori controllo» e che bisognava «chiudere del tutto i rubinetti, trincerare i confini. Una buona parte della platea gli dava ragione [e] solo una dei presenti ebbe il coraggio di contraddire la dilagante esplosione di razzismo» (dal resoconto di Gaetano Luca Filice, accessibile in rete).
Un altro segnale lo si è avuto il 26 maggio 2009 al comizio pavese del comico genovese, quando Irene Campari, la «sua» candidata sindaco, dal palco provò a rivendicare il ‘proprio’ antirazzismo e il ‘proprio’ antifascismo, presto tacitata dal dispensatore genovese di ‘bollini blu’ ai pavesi, che si affrettò a sottrarle microfono e scena.
Che dire poi del silenzio di Grillo sugli articoli di legge razzisti e incostituzionali contenuti nel “pacchetto sicurezza” di Maroni (luglio 2009); che dire del ‘processo’ per antirazzism
o a Campari da parte di alcuni suoi fedelissimi, come lei stessa ha raccontato sul suo blog («“Perché sei stata dalla parte dei Rom?”, con la chiosa finale dopo il mio intervento: “È stata convincente?”»
Ancora a Pavia, nella primavera 2007, poco prima di un suo spettacolo, in diversi avevano sollecitato Grillo a segnalare la civile risposta umanitaria all’emergenza Rom alla ex Snia (oltre 200 persone abbandonate dalle istituzioni tra topi e tossine; e più di 50 bambini che si erano visti negare l’iscrizione alla scuola dell’obbligo). Un sostegno mai ottenuto. Motivo: il suo pubblico «avrebbe potuto anche non gradire». E si capisce: non sono i grillini che sono razzisti, sono loro che sono zingari.
Certo, il tema dell’immigrazione può risultare impopolare. Infatti chi ha mai visto uno solo tra i grulli locali scendere in piazza se non a chiacchiere in difesa dei diritti dei migranti, alla Snia o alla Grandina di Pieve Porto Morone, a Opera o a Fossarmato? Mai incontrati, nemmeno quando i diritti fondamentali erano negati a dei minori (scuola, salute, affetti). Grullini insensibili? No, la loro sensibilità si rivela quando è in gioco la stirpe italica, eccoli allora ritrovarsi solidali: giorni fa li abbiamo visti compartecipi (per qualche minuto) alla protesta dei lavoratori della cooperativa sociale ‘Unione per il lavoro’ a rischio di licenziamento. Gli ex operai Ne.Ca e Necchi non sono migranti negri negroidi o zingari; come ha scritto l’inossidabile Nanni, sono «cittadini pavesi».

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9 Risposte to “Beppe Grillo è razzista?”

  1. GGiovannetti Says:

    Per semplificare la vita al lettore, “posto” in forma di commento la seconda parte dell’articolo della Trespidi e alcuni passaggi dello scambio tra me e i grillini

    Dall’articolo di Rossana Trespidi (Il Lunedì 18 gennaio 2010)
    […] “Pensare di fare a meno degli immigrati da un punto di vista economico è quantomeno insensato e mi stupisce che proprio questo tipo di proposta giunga dall’assessore alle attività produttive della provincia” conclude. Idea bollata come improponibile e irrealizzabile anche da Vanna Jahier della cooperativa Progetto Con-tatto che si occupa di aiutare e sostenere gli immigrati che arrivano a Pavia. “E’ come fissare un tetto per i macellai o per qualsiasi altra categoria” dice “Dobbiamo realizzare un pass per chi è residente e chi no? Assurdo”. Il problema è fuor di dubbio sentito perchè, da una parte, assistiamo al crescere dell’insofferenza della popolazione italiana, dall’altra all’aumento della presenza straniera nel nostro paese. Sta nella logica della globalizzazione e del divario sempre più crescente tra paesi ricchi e poveri che spinge milioni di persone verso l’ignoto pur di uscire da una condizione di miseria ed inciviltà. I recenti fatti di Rosarno hanno portato drammaticamente alla ribalta una letenza di potenziale conflittualità, inevitabile se la politica non dà risposte e se le organizzazioni malavitose gestiscono lo sfruttamento e il traffico degli stranieri. 800 immigrati stipati in baracche di cartone che vivono in condizioni disumane non passano facilmente inosservati. Sicuramente l’amministrazione comunale della cittadina calabra ne era a conoscenza, sicuramente qualche imprenditore locale ha sfruttato la loro manodopera per la raccolta delle arance e i lavori nei campi. La guerriglia urbana di Rosarno dimostra solo, secondo la Jahier, “lo sfruttamento cui gli stranieri sono sottoposti e l’incapacità della politica di dare delle risposte”.
    Sulla stessa linea Iolanda Nanni del Movimento 5 Stelle di Pavia: “La proposta dell’Assessore Cioccia ci sembra di assoluto nonsenso. Ancora una volta la Lega dimostra di voler cercare soluzioni semplicistiche con metodi rozzi e superficiali su un tema, quello dell’immigrazione, che richiede sensibilità, profonda conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Non è con una decisione logistica che si può arginare il largo fenomeno della xenofobia e, di contro, delle pessime condizioni di vita che spesso vengono subite da migliaia di immigrati”.
    “Noi siamo favorevoli ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale ed internazionale, che tenga conto delle reali esigenze ed opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti” dice la Nanni che aggiunge: “suggerisco all’Assessore Ciocca di approfondire meglio i motivi profondi che hanno scatenato i fatti di Rosarno. L’unica responsabile dei fatti accaduti è la criminalità organizzata – la ndrangheta, nella fattispecie – che, attraverso un capillare controllo del territorio e la manipolazione culturale degli abitanti, ha attuato con i propri metodi criminosi, l’oppressione degli strati sociali più poveri e la riduzione in schiavitù della manodopera extracomunitaria. La “manovra di evacuazione” avrebbe risolto il problema in un solo caso: se gli evacuati fossero stati gli ndranghetisti e non gli africani“:

    Giovanni Giovannetti gennaio 18th, 2010
    L’assessore sciocco e razzista Ciocca propone di “mettere un limite al numero di residenze di immigrati per ogni comune”, e si presume che per limite intenda quello della manodopera necessaria in loco; Iolanda Nanni si dice “favorevole ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale e internazionale” a misura di “esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti”. Mi spiegate dove sta la differenza? Esseri umani o cose? Entrambi sembrano guardare all’imigrazione dal punto di vista delle braccia e non delle persone, alla faccia della “logica della globalizzazione” di cui riferisce, in solitudine, Vanna Jahier sotolineando il “divario sempre più crescente tra paesi ricchi e paesi poveri che spinge milioni di persone verso l’ignoto pur di uscire da una condizione di miseria”, ovvero la globalizzazione degli uomini e non (non solo) della forza lavoro, quella che spinge i più poveri e disperati ad abandonare i paesi d’origine per cercare qualcosa altrove.

    Luis gennaio 18th, 2010
    La frase:”Siamo favorevoli ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale e internazionale, che tenga conto delle reali esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti” credo vada intesa come accettazione della politica delle quote di ingresso che già sono in atto a livello nazionale. E’ economicista come approccio ? Non credo. Mi sembra pragmatismo.
    Importante invece che sia a livello nazionale o sovranazionale e non locale come indicato da Ciocca.
    Mi sembra corretto che si abbia diritto a entrare in Italia per turismo, per studio, per ricongiungimento familiare, in quanto profugo, etc.
    Inoltre in Italia esistono lavori disponibili che, seppur correttamente remunerati, resterebbero non occupati da nessuno. Stranieri benvenuti.
    Dato poi che le persone però non sono oggetti, una volta che una persona vive e lavora in Italia per un certo tempo (quanto, è difficile stabilirlo) non mi sembra umanamente accettabile che, a causa di un licenziamento senza colpa, questa persona e magari la sua famiglia sia costretta a lasciare l’Italia per tornare al paese di origine. E’ disumano e crea drammi.
    Secondo me è questa una delle sfide da gestire in questa fase di crisi. La Lega e PDL non mi sembrano capaci di dare una risposta efficace a questa sfida.
    Infine, Giovannetti, disponibili sempre al dialogo ma senza che qualcuno pontifichi. Grazie.

    Giovanni Giovannetti gennaio 18th, 2010
    Caro luis, quella frase credo che non vada intesa così ma cosà, la qual cosa rende chi l’ha scritta più vicino alla Lega e a Ciocca che a te. Quasi tutti i cosiddetti immigrati entrano in Italia col visto turistico passando legalmente la frontiera, e “clandestini” lo diventano solo dopo. Sono persone in fuga da povertà, catastrofi e conflitti, e i leghisti razzisti vorrebbero contenerli a misura di “esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti”. A volte le parole contano.
    cesare gennaio 18th, 2010
    i termini contano… se li si sa usare. Per le situazioni che citi c’è l’istituto dell’asilo politico, che poi tale istituto debba essere rivisto (oggi è troppo restrittivo), è un’altra storia. Storia che comunque non c’entra con quella di chi immigra per lavorare, non spinto da catastrofi o persecuzioni nel proprio paese. Ah, sti benedetti termini, a saperli usare!
    Giovanni Giovannetti gennaio 18th, 2010
    L’istituto dell’asilo politico per chi è in fuga da povertà o catastrofi? Hai bevuto?

    Luis gennaio 19th, 2010
    Giovanni, gradiremmo che il turpiloquio e l’insulto restassero fuori dai commenti del blog. Fosse solo per rispetto dell’argomento trattato e che evidentemente ci trova in disaccordo ovvero la immigrazione clandestina e non qui in Italia. Confrontiamoci sull’argomento e lasciamo stare Irene e Beppe Grillo.
    Non siamo ingenui e sappiamo bene che tutti gli Stati del mondo regolano la immigrazione con vari metodi (la lotteria della green card negli USA è un esempio, le quote per nazionalità e previa verifica delle proprie capacità e attitudini da parte dell’Australia è un altro esempio).
    L’Italia ha, come tanti i paesi, adottato il sistema delle quote e purtroppo anche la legge Bossi-Fini che punisce la immigrazione clandestina con il rimpatrio coatto e ostacola di fatto l’assegnazione dei permessi di soggiorno. Più grave ancora sono i respingimenti in acque internazionali delle barche che, seppur gestite da organizzazioni malavitose, sono cariche di persone che potrebbero aver diritto allo status di profugo e non posso fisicamente fare tale richiesta all’Italia o meglio all’Europa.
    In nessuno Stato al mondo invece si è mai considerato lo status di profugo economico. Un povero si ritiene che è meglio che resti povero nel proprio paese. Non vogliamo importare povertà, insomma. Noi italiani come tutti.
    E’ una utopia pensare che gli italiani e gli altri paesi del primo mondo siano tanti accoglienti da ridurre tutti il proprio tenore di vita per accogliere i poveri di altri paesi.
    Preoccupiamoci invece pragmaticamente dell’integrazione o almeno della condivisione dei principi di convivenza civile su cui si basa l’Italia, fra tutti i cittadini stranieri che vivono ora nel nostro paese.

  2. utente anonimo Says:

    Per Sua opportuna conoscenza, trascrivo in questo commento la mia nota sull’immigrazione (già pubblicata in versione integrale la settimana scorsa su fb). Non tutti evidentememente abbiamo la possibilità – a differenza Sua, Giovanni Giovannetti – di vederci pubblicare integralmente i nostri interventi. Nel mio caso, l’intervento è stato tagliato proprio nella parte esplicativa del nostro programma sulle proposte concrete per l’immigrazione. Tuttavia, essendo una persona in buona fede, immagino che ciò sia avvenuto per ragioni del tutto editoriali. Pertanto, sperando di essere qui maggiormente esaustiva, la ringrazio per il Suo commento che mi dà modo e occasione per riproporre a beneficio di tutti la versione integrale della nota, invitando contestualmente le persone come Lei, pronte a sollevare il dito e a formulare il proprio j’accuse, a ricredersi prontamente. Un caro saluto. Iolanda Nanni
    VERSIONE INTEGRALE – La proposta dell’Assessore Ciocca ci sembra di assoluto nonsenso. Ancora una volta la Lega dimostra di voler cercare soluzioni semplicistiche con metodi rozzi e superficiali su un tema, quello dell’immigrazione, che richiede sensibilità, delicatezza, profonda conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Non è con una decisione logistica (spostare il problema altrove limitando il numero di residenze agli immigrati) che si può arginare il largo fenomeno della xenofobia e, di contro, delle pessime condizioni di vita che spesso vengono subite da migliaia di immigrati.
    Noi del Movimento 5 Stelle riteniamo che l’integrazione sociale possa avvenire solo attraverso una serie di proposte più analitiche. Siamo favorevoli ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale e internazionale, che tenga conto delle reali esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti, e che recepisca l’articolo 1 della “Dichiarazione universale dei diritti umani”: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” Proponiamo forme di cooperazione internazionale per garantire un’economia più equa e solidale tra le Nazioni. Proponiamo finanziamenti per il superamento delle difficoltà, dovute alle barriere economiche e culturali, da parte delle persone provenienti da situazioni di vita disagiate: povertà, emarginazione sociale, status di rifugiati o di immigrati, con particolare attenzione ai soggetti più deboli. Proponiamo quindi che una quota parte dell’addizionale regionale IRPEF sia destinata al finanziamento di strutture di accoglienza pubbliche o di associazioni ONLUS, e per favorire l’assunzione, da parte delle strutture comunali, di operatori sociali che operino nelle scuole pubbliche. Poichè l’addizionale IRPEF è un tributo che la Regione chiede a tutti i propri cittadini, in base al reddito, riteniamo che sia giusto impiegarne una parte per contribuire a realizzare un futuro meno problematico, con minori disagi e tensioni sociali.
    I consiglieri eletti dal MoVimento 5 Stelle Lombardia, si faranno promotori di un progetto di integrazione sociale e solidale, con particolare riferimento alle questioni di genere e alle situazioni di maggiore svantaggio personale, per garantire a tutti pari opportunità di espressione, nei vari contesti sociali ove si svolge la personalità, anche con appositi fondi e attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni non profit esperte sul tema. In particolare la Regione promuoverà:
    – corsi di lingua italiana, educazione civica e organizzazione territoriale dei servizi;
    – attività per contrastare situazioni di isolamento territoriale e/o sociale;
    – attività di mediazione culturale e diffusione delle regole civiche, per migliorare le relazioni tra le persone e le condizioni di vita nei vari contesti sociali: abitativi, familiari, scolastici e lavorativi.
    – progetti di educazione interculturale con laboratori, anche nelle scuole, per favorire la conoscenza e la consapevolezza del pluralismo culturale;
    – progetti di comunicazione interculturale con campagne per sensibilizzare in modo significativo l’opinione pubblica sulle differenti culture che compongono la comunità;
    – connessione strutturale tra i soggetti che operano nel campo dell’integrazione, con adozione del modello interculturale di rete;
    – agevolare le organizzazioni non profit anche nella partecipazione diretta ai bandi di finanziamento, compresi quelli europei;
    – eventi pubblici volti a favorire la conoscenza, la socializzazione e la coesione sociale.
    Concludo, infine, suggerendo all’assessore Ciocca ad approfondire meglio i motivi profondi che hanno scatenato i fatti di Rosarno. L’unica responsabile dei fatti accaduti è la criminalità organizzata – la ndragheta, nella fattispecie, che attraverso un capillare controllo del territorio e la manipolazione culturale degli abitanti ha attuato con i propri metodi criminosi e costrittivi, nel corso degli anni, l’oppressione degli strati sociali più poveri e la riduzione in schiavitù della manodopera extracomunitaria, generando omertà e falsa solidarietà (dettata solo da schemi di protezione personale e del proprio nucleo familiare) e, di contro, la disperata ed esasperata “ribellione” degli immigrati, cioè di coloro che ormai non hanno più nulla da perdere. Vedasi la “ribellione” degli africani ai casalesi sulla domiziana e prepariamoci al peggio. La “manovra di evacuazione” avrebbe risolto il problema in un solo caso: se gli evacuati fossero stati gli ndranghetisti e non gli africani.

  3. utente anonimo Says:

    macchisenefrega dei tui amici rom!

    pensiamo agli italiani che muoiono di fame o restano senza lavoro piuttosto!

  4. GGiovannetti Says:

    Chi ritiene che «tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, dotati di ragione e di coscienza» tali da portarli ad «agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» non può dirsi anche favorevole «ad una programmazione degli ingressi, a livello nazionale e internazionale» a misura di «esigenze e opportunità occupazionali presenti e possibili nelle comunità ospitanti», ovvero all’esatto contrario della libertà che, per dirla con Adam Smith, è in primo luogo libertà di recarsi dove si ritiene di poter vivere meglio.
    Quanto al resto, adorati grullini adulanti nonché razzisti e petulanti (come il paradigmatico n.3) niente da dire?

    Besos

  5. utente anonimo Says:

    Mi chiamo Valentina e sono stata per 3 anni alunna della professoressa Campari, forse lei non si ricorda che alla Snia a portare latte e vestiti ai bimbi appena nati c’erano 3 ragazze, ancora lei forse non ricorda che queste 3 ragazze erano sul palco e sedute accanto a queste persone durante la serata organizzata per loro al teatro Fraschini, bene una di queste ero io, una grillina!
    Probabilmente lei penserà che una sola non fa la differenza ma se si fosse preso la briga di indagare più a fondo saprebbe che molte di quelle cose sono state donate dai grillini.
    Inoltre terrei a precisare che abbiamo condiviso le battaglie della prof Campari e l’abbiamo sostenuta per tutta la durata della campagna elettorale in quanto non era nei nostri interessi affondare la sua immagine.
    Per finire vorrei chiarire che il nostro gruppo non è un gregge di pecore, ognuno ha le proprie opinioni e non sempre sono condivise da tutti, la pregherei quindi di porre fine ai suoi sproloqui contro di noi, generalizzando su tutto e su tutti anche su persone che lei non conosce e delle quali non sa nulla.
    distinti saluti Valentina

  6. GGiovannetti Says:

    Sì ricordo perfettamente le giovani allieve di Irene Campari venute nel 2007 a portare latte e abiti ai Rom della Snia. Azione benemerita e di alto valore simbolico, perché a farsene carico era la classe di un istituto scolastico; ma sarebbe stata di scarso o nullo contenuto politico se – come ora viene scritto – la si riducesse o la si ridipingesse come una iniziativa partita dal meet up pavese (e non è vero). Come Campari insegna, all’epoca il problema – politico – non era tanto la solidarietà in forma di latte coperte e cibo, ma il mancato rispetto dei diritti: scuola, salute lavoro… Temi su cui alcune ragazze benemerite e all’epoca niente affatto grilline ben poco avrebbero potuto fare o dire. Sul fatto che lei, Valentina, a differenza di altri, abbia sostenuto Irene Campari non corre alcun dubbio. Ma ho letto sul blog di Irene che a quanto sembra non tutti hanno remato nella stessa direzione. Direi che più di me diventa eloquente la testinonianza diretta della stessa Campari, alla quale la invito a chiedere illuminazioni. Quanto "al gregge di pecore", come ho scritto "non tutti i grilli sono grulli" e , mi creda, so ancora distinguere tra un’anima bella e chi ha più di una faccia, e sceglie quale mettere secondo convenienza.
    Detto questo, su Grillo e comprimari, la invito a verificare (in rete o altrove) quanto ho scritto. Non ho dubbi che lo farà.

    Un saluto.

  7. utente anonimo Says:

    grazie per la sua risposta,vorrei fare soltanto due ultime precisazioni; io faccio parte del meet up più o meno da quando è nato quindi all’epoca ero  già grillina ed avevo sottoposto la questione in molte riunioni del gruppo trovando in alcuni interesse e voglia di fare,  inoltre i sospetti della prof. Campari su una ipotetica cupola che cercava di ostacolarla con ogni mezzo li trovo del tutto infondati perchè a differenza della prof. io ho pertecipato ad ogni riunione pre-elezione e le posso garantire che il sostegno nei suoi confronti era pieno e incondizionato e che se errori ci sono stati sono da imputare  ad entrambe le parti e non ad una sola.
    E comunque mi sembra che rivangare fatti che riguardano  il passato sia del tutto inutile, ciò che è stato è stato, meglio guardare al futuro che non mi sembra poi così tanto roseo.
    Valentina

  8. GGiovannetti Says:

    Allora diciamo che l’ "interesse e la voglia di fare" di alcuni grillini, tra il 2007 e il 2009 non ha incontrato nemmeno uno dei momenti in cui avrebbe potuto tornare utile, anche recentemente (lo sgombero di Fossarmato è del novembre 2009), e dio solo sa quanto ce ne sarebbe stato bisogno. Cara Valentina, la dicotomia razzismo/antirazzismo non è un gioco di parole, ma la discriminante del nostro tempo, un tema dirimente. Non nego di aver manifestato un certo interesse, qualche anno fa, per la dimensione meetup, interesse venuto meno con la mancata presa di distanze dei vari Parroco locali dopo le dichiarazioni razziste di Grillo sui Rom (che anzi lo hanno difeso), dichiarazioni mai smentite, semmai confermate dal tentativo di tacitare l’antifascismo e dall’antirazzismo di Irene Campari e da molti altri segnali di cui la stessa Campari, fra gli altri,  è stata una locale testimone interna. Il razzismo non mi pare un tema del passato, semmai lo è del presente, e gli untori sono proprio i populisti alla Grillo quando ne legittimano il travaso nel senso comune invece di avversarlo, possibilmente non solo a parole. E poco importa se sono argomenti impopolari, argomenti che il pubblico di un comico genovese "potrebbe anche non gradire". L’ambientalismo prezzolato da qualche multinazionale greeneconomy, l’ambientalismo che discrimina i più deboli a me non interessa. E a te?

  9. SaR Says:

    Sono stato amico e compagno di IVAN, ed eravamo insieme anche nell’ARCI – Corvetto! Un saluto.

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