Avanti populo

by
Silvio Berlusconi, Beppe Grillo e l'imbonimento del papa Giovanni
di Giovanni Giovannetti

Il 24 marzo scorso a Pavia in piazza della Vittoria Beppe Grillo ha arringato i presenti ad «alzare il culo dalla televisione e…» …sputare lacrime e sangue sui marciapiedi e nel sociale? No: ad accomodarsi «davanti a un computer». Berlusconi e Grillo: due miliardari che guardano populisticamente a opposti spazi sociali mutuando le stesse strategie di marketing, quelle che invitano a rimanere domestici nonché passivi consumatori solitari di pubblicità (quella televisiva per Berlusconi; la rete per Grillo) limitando così i rapporti sociali al proprio ghetto.
La tecnica di imbonimento riprende il “treppo” (la stessa delle televendite) tecnica che a Pavia ha avuto precursori illustri in personaggi come Adriano Callegari e Antonio Cavallini, cantastorie di strada che vivevano gabbando contadini e benpensanti sulle aie delle cascine e nelle piazze (il loro “imbonimento di papa Giovanni” – un must del mondo popolare padano – lo studiano nelle università e nei corsi di comunicazione aziendale). Funziona così: l'imbonitore parla parla parla (parole a volte urlate, oppure suadenti e plausibili quanto prive di senso) e progressivamente sposta l'attenzione sul prodotto da piazzare, scegliendo il momento migliore per la “rottura”, ovvero la vendita: della catenina di papa Giovanni «fosforescente e luminoso in sette colori» per Callegari e Cavallini; dell'e-commerce panacea dei mali del mondo per Grillo. Illuminante più della sua catenina, tempo fa Adriano Callegari ironizzava che «Il primo dono di natura di un contastorie è essere convinto di quello che dice. Per fare credere alla gente che queste cose sono vere bisogna che prima ne sia convinto io».
Subito dopo le elezioni, tra i nemici del (suo) popolo, il genovese ha ascritto nientemeno che Luigi De Magistris, eletto al Parlamento europeo come indipendente nelle liste di Italia dei Valori «con il voto dei grillini» (eccapirai), mentre ora l'ex magistrato prova a ritagliarsi uno spazio politico autonomo, al di fuori della gabbietta entro cui il partito della Casaleggio (la società che gestisce Grillo e il blog di Antonio Di Pietro) lo vorrebbe recluso: guai a proporre un nuovo soggetto democratico che spazi tra Vendola e il “popolo viola”; guai a immaginare un flessibile referente nazionale per le sempre più numerose liste civiche “vincenti” ambientaliste e antirazziste: subito arriva la scomunica irritata di un burattino genovese manovrato da lobby che hanno investito nell'e-commerce; subito dai blog scodinzolanti come quello del pavese Mo Vi Mento si cancellano le tracce della passata empatia con De Magistris: proprio come nei fotomontaggi di propaganda politica nella Unione Sovietica staliniana, quando l'eliminazione fisica o politica dei filotrotzkisti immancabilmente provocava ripercussioni sull'album di famiglia bolscevico: le vecchie fotografie venivano faticosamente sottoposte a drastici tagli e ritocchi, per eliminare persino l'impronta ottica dei vari Bucharin, Radek o Zinov'ev. Cancellare l'icona di De Magistris ha richiesto meno fatica: è bastato un Mo VI Mento di mouse, selezionare, poi premere “canc”.
A proposito di democrazia: nei giorni scorsi ho letto d'un fiato il Grillopensiero esposto nel suo recente libro A riveder le stelle. Come seppellire i partiti e tirar fuori l'Italia dal pantano (Rizzoli), un agile volumetto i cui contenuti sono certamente da condividere: Grillo insiste su società multietnica e diritti umani, ma a partire da pag. 191: un vero peccato per un libro di 190 pagine… 

13 Risposte to “Avanti populo”

  1. utente anonimo Says:

    Neanche uno degli articoli di o su de magistris è stato tolto dal nostro blog.è stato tolto solo e unicamente il link al blog di de magistris, dopo che lui ha preso la tessera IDV: il nostro blog non è una piattaforma pubblicitaria per IDV. de magistris è un politico che praticamente tutti gli attivisti del movimento di pavia stimano e apprezzano, checchè ne dica questo blog, e lo stimiamo e sosteniamo nelle sue iniziative come europarlamentare nonostante lui abbia scelta la strada del partito.l'eccomerce di per sé non ci interessa più che tanto, il nostro programma favorisce invece la decrescita felice, la filiera corta e la produzione locale, che non sono proprio la stessa cosa dell'ecommerce.cesare

  2. GGiovannetti Says:

    Se un giorno cesare delprete della setta grulli saprà esprimere una opinione sua, tanto così distante da quella di un genovese miliardario, ebbene quel giorno pioverà rosso, e oggi c'è il sole.

  3. utente anonimo Says:

    Se ho capito bene Cesare è un grillino doc, uno disponibile a replicare su argomenti secondari (come lo smarcamento di De Magistris) e un po' meno loquace su altri temi, come i rapporti tra Grillo e questa Casaleggio, questione che Cesare aggira e mi domando com'è. Perché Cesare interviene volentieri su De Magistris mentre tace su Casaleggio? Quali sono i rapporti tra Grillo e questa società? Che ruolo svolge? In quali settori opera? Sarebbe interessante che qualcuno tra loro ne parlasse, fugando dubbi, confutando punto per punto le notizie che, al riguardo, ogni tanto leggo su questo e su altri blog.

  4. utente anonimo Says:

    http://www.listacivica5stellepavia.it/?p=1700

  5. utente anonimo Says:

    Premetto che non rispetto tutte quelle persone in buona fede che stimano e magari lavorano nei movimenti a 5 stelle. Ci terrei a far notare chi sta alle spalle di Grillo, la famosa Casaleggio Associati (la stessa società che organizza le attività dell'Italia dei Valori). Io sinceramente, se fossi un grillino, comincerei a farmi delle domande su di loro e sulla "coerenza" del giullare genovese. Guardate il sito di questa società, osservate i loro video, guardate i simboli massonici che compaiono e ascoltate quali sono i loro progetti, poi se volete ne possiamo parlare, ma prima per favore informiamoci… Senza offesa, neh?!?

  6. utente anonimo Says:

    scusate… erroe di scrittura… intendevo dire che "rispetto tutte quelle persone che…"

  7. utente anonimo Says:

    Ti do un idea. Visto che non hai nulla da fare, mostra delle prove evidenti incofutabili. Altrimenti sei tu come Berlusconi che parla raccontando frottole. I legami tra Casaleggio Associati e la massoneria sono semplicemente nella tua testa e di qlc stranito che ha riempito di video la Rete. 

    Trova delle prove vere e non stupidaggini o sillogismi fantascientifici.Perchè ad una roba del tipo "il tizio è amico di quello che lavora con lo zio che ha un amico nella società…" puoi credere solo tu. 

  8. utente anonimo Says:

    Non fare l'arrabbiato. Io sto solo cercando di capire cosa succede, perché dopo le prime notizie sull'entrata in politica di grillo, sono arrivate solamente notizie contro di lui, e sinceramente mi hanno incuriosito.Sulla questione della massoneria ti consiglierei di guardare i video della casaleggio, fatti da loro e pubblicati sul loro sito (in cui tra l'altro citano il movimento a 5 stelle) http://www.casaleggio.it/ . Se non li sai riconoscere prova a informarti in qualunque libro sulla massoneria e, magicamente, ne vedrai a iosa.Sulla questione della collaborazione tra grillo e la casaleggio non è vero che sono leggende, ma entrambi hanno confermato più volte la cosa.Per quanto riguarda queste fantomatiche "falsità" su grillo io ho letto la sua pagina su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Grillo . Se le cose dette li sopra sono delle puerili falsità allora consiglierei a grillo di denunciarli, oppure in caso contrario a te e agli altri suoi sostenitori di pensarci un attimo su. Sempre in amicizia.

  9. GGiovannetti Says:

    Caro sette, te la do io un'idea. Confuta con parole tue le informazioni esatte e le analisi corrette che ospito su questo blog oppure, già che sembri affaccendato, se preferisci querelaci o facci querelare. Non limitarti ai soliti peti, vai oltre, la cacca falla tutta. Ma attento a non sporcare fuori dal vasino che poi ti tocca pulire…

  10. utente anonimo Says:

    Giovanni Giovannetti, con la pacatezza che lo contraddistingue, sulla Provincia Pavese di sabato accusa il MoVimento 5 Stelle di perseguire una politica autoritaria, e si spinge fino a paragonare Grillo a Berlusconi. Gli siamo di questo grati, perché ci offre la possibilità di chiarire il modus operandi del movimento. Il termine movimento non è utilizzato a caso, sta a significare una differenza radicale rispetto ai partiti: i partiti sono associazioni chiuse senza democrazia interna, la linea è dettata da segretari, presidenti, organi direttivi. L'assenza di democrazia interna, e il conseguente autoritarismo clientelare, sono all¹origine di fenomeni degenerativi quali la formazione di una casta e la spartizionepartitocratica delle risorse pubbliche. Noi non abbiamo nulla di tutto ciò, non abbiamo capi, nemmeno Grillo il quale conta uno esattamente come me o qualsiasi altro attivista. Grillo è stato la miccia che ha fatto esplodere questa esperienza di attivismo civico, e ci aiuta a guadagnare una visibilità che altrimenti, nell'attuale sistema dei media, non avremmo. Non siamo un partito piramidale, ma una rete orizzontale di cittadini il cui slogan è «ognuno conta uno»: ogni scelta è presa tramite discussione ed eventualmente voto fra tutti gli attivisti, ciascuno è chiamato a esprimersi e partecipare, come facilmente si evince dai nostri forum online. I punti essenziali del nostro programma  sono stati discussi on line per mesi da più di 400.000 cittadini. Il punto più importante è che non abbiamo bisogno dei partiti, i cittadini possono governarsi benissimo da soli. Da qui le incomprensioni di Giovannetti che, rimasto alle logiche di Lotta Continua, non può accettare che dei cittadini facciano politica senza ideologie ma con idee: il suo è un vecchio modo di intendere la politica in modo fondamentalista, cioè contrapponendo un manipolo di puri a tutto il resto del corrotto mondo. A proposito di programma, veniamo accusati di voler piazzare il prodotto «e-commerce», manipolati dall'oscura (perché non esiste) lobby dell'e-commerce stesso. Sorvolando sull'errore logico di considerare l'e-commerce un prodotto, il nostro programma dice tutt¹altro. Le transazioni on-line sono parte del futuro, ma rappresentano un futuro sbagliato se rimaniamo ancorati a una visione ottocentesca del mercato come mobilitazione delle merci su scala intercontinentale, con annesse e connesse delocalizzazioni e cementificazione del territorio. Ecco perché nel programma ci soffermiamo a lungo sull¹importanza della filiera corta, che riduce l'inquinamento, abbatte i prezzi abbattendo i costi di intermediazione (che spesso sfiorano l'80% del prezzo finale), e ridà fiato ai produttori locali, soprattutto agli agricoltori, altrimenti strangolati dalla grande distribuzione. Siamo inoltre favorevoli alla decrescita felice, il modello economico che privilegia la produzione locale e la sostenibilità ambientale. Ci impegniamo, infine, nelle pratiche di «impatto  zero» (sull'ambiente), che devono essere attuate in tutto il ciclo, dalla produzione alla distribuzione fino al riciclaggio.Cesare Del Frate portavoce del MoVimento 5 Stelle, Pavia

  11. GGiovannetti Says:

    Al solito, se al Delfrate scuoti il Grullo lui s'incazza e, inforcato il pennello, la dipinge come non è. No, argomenta scodinzolante il religioso, i grulli non sono «un partito piramidale», non hanno gerarchie interne e Beppe conta uno come un Cesare qualsiasi.I grulli sono cittadini informati (dalla Rete) su quanto a loro accade intorno. Cittadini e Rete, ovvero democrazia dal basso, «esperienza di» elettro-domestico nonché «orizzontale attivismo civico»: attivismo «orizzontale» in seno al gruppo; politica dal basso (profilo) all'esterno. Ne derivano le “battaglie” (a Pavia solo online) e lo schieramento a falange in difesa del capo, ovvero la punta avanzata del gruppo che, proprio come in massoneria, «viene prima di ogni altra cosa»: sono le sante parole del Parroco di Trivolzio, sinergie tra confratelli, entro linee orizzontalmente sgembe che si esprimono in blog democraticamente in moderazione.La lobby dell'e-commerce? Per chi è abituato a credere e obbedire, la lobby non esiste, parola di uno che non vede, non sente ma parla: nessuna Casaleggio, nessun Enrico Sassoon, nessuna cordata finanziaria muove intorno al Grullo comunicatore. Niente di niente. Se poi Grillo, una volta folgorato sulla via di Casaleggio ha pressoché triplicato le sue entrate (passando in un amen da poco meno di 2 milioni a molto più di 5 annuali in euro di reddito imponibile) è solo grazie alla farina del giullare e non allo zolfo di Mangiafuoco.Evviva dunque le “battaglie” sull'acqua pubblica, sulla filiera corta, sulle delocalizzazioni, sulla cementificazione del territorio, sulla sostenibilità ambientale e “impatto zero”: e chi non le condivide. La differenza è tra la cupola di inscimmiati che le “combatte” solo in Rete e gli altri anche per strada (per l'acqua pubblica Insieme per Pavia ha raccolto più di 1500 firme; i tecnologici grillini pavesi solo 300, “battuti” anche dall'ortolano sotto casa mia che, in solitudine, ha toccato quota 350). Allora provo a ripeterlo: ne passa tra chi si agita online (anche i nazi di Forza Nuova sostengono l'acqua come bene comune, senza se e senza ma) e chi, sul campo, a stretto contatto con la merda, coniugando ambientalismo e diritti umani.Se tutto questo ha quale retrogusto storico il socialismo libertario e fricchettone conosciuto in Lotta Continua, allora ce ne faremo una ragione, in ragione delle stupidate di Delfrate, l'untorello che, impugnato il suo pennello, ora colora i peti di chi vuole ritracciare i «sacri confini della patria che la politica ha sconsacrato», fortificandoli con slogan quali «cinesi raus»: come ha fatto Grillo, come vuole Forza Nuova.

  12. utente anonimo Says:

    se ne scosiglia la lettura al commentatore n. 10 (delfrate) e a tutti i grillini che vedono asini volareL'e-commerce non è solo una scommessaIl fatturato stimato per l'e-commerce nel 2009 in Europa è pari a 307 miliardi di euro, nello stesso periodo in Italia sono stati fatturati 10 miliardi di euro pari al 3,2% del mercato europeo. I settori principali sono il tempo libero (principalmente giochi d'azzardo) che rappresenta quasi metà del mercato (42,2%), il turismo (35%) e l'elettronica di consumo (8,7%). Questi sono alcuni dei risultati che sono stati presentati da Casaleggio Associati nel Rapporto "E-commerce in Italia 2010: il commercio elettronico non è solo una scommessa". <http://www.casaleggio.it/pubblicazioni/focus/ecommerce/ecommerce-in-italia-2010.php&gt; La crisi non sembra toccare l'e-commerce che anzi ha accelerato la sua crescita ad un tasso del 58% rispetto alla crescita del 30,7% dello scorso anno. Secondo gli esercenti i clienti acquistano on line per avere un servizio superiore. Come la comodità dell'acquisto da casa (31%), l'ampiezza di gamma (21%) e l'esclusività dell'offerta (9%). Circa un quarto (24%) individua invece il motivo nella questione del prezzo. L'e-commerce è comunque frenato nella sua crescita da una legislazione italiana non adeguata e in alcuni casi punitiva, dalla ancora scarsa diffusione della banda larga la cui valenza strategica per lo sviluppo del Paese è sottovalutata e dai costi dei servizi spesso superiori alla media europea. Un fenomeno interessante è l'aumento dell'offerta dei servizi in white label: gli esercenti e-commerce che hanno acquisito esperienza negli ultimi anni hanno iniziato ad offrire il servizio di vendita a società operanti nel mondo fisico che non hanno ancora un sistema di vendita on line. di Davide Casaleggio Magazine digitale quindicinale giovedi 22 aprile 2010 Volume 7, numero 125 <http://www.casaleggio.it&gt;

  13. GGiovannetti Says:

    "Siamo i paladini dell'antipolinica". Ma i grillini litigano per soldi e poltrone. In Emilia il Movimento a 5 stelle è già alla resa dei conti  di Roberto GrimaldiModena, 30 aprile 2010. Duri e puri nei loro comizi di piazza, sempre pronti a schierarsi contro i partiti definiti ingessati, vecchi e polverosi. Ma è bastata una poltrona contesa in consiglio regionale per rompere l’incantesimo e seminare il subbuglio tra i grillini del Movimento 5 Stelle, che adesso litigano tra loro e minacciano di spiaccicarsi a vicenda contro il muro. E’ accaduto tra Bologna e Modena, con l’intervento risolutore del leader carismatico Beppe Grillo. Uno dei due litiganti è stato messo fuori gioco dal leader genovese, ma il veleno scorre ancora a fiumi.Tutto comincia dopo le elezioni regionali: il leader Giovanni Favia si presenta come capolista a Modena e Bologna. Viene eletto, ma deve decidere in quale città. I secondi arrivati, la modenese Sandra Poppi e il bolognese Andrea De Franceschi attendono un suo cenno e sperano. Favia fa decidere ai 40 delegati provinciali, che indicano De Franceschi. Fuori la Poppi. Apriti cielo. Il consigliere comunale modenese Vittorio Ballestrazzi grida all’ingiustiza sottolineando che la Poppi aveva raccolto più preferenze. Volano altre accuse nei confronti di Favia, Ballestrazzi ricorda le vicende della sua candidatura imposta a mezzo blog da Grillo. «Dov’è la democrazia?», chiede. Alla prima riunione regionale Ballestrazzi viene invitato ad andarsene. Poi è lo stesso Grillo a scomunicarlo ufficialmente, diffidandolo a parlare in nome e per conto del Movimento 5 Stelle. Favia rincara la dose: «Tutti da Modena mi sconsigliavano di dare credito a Ballestrazzi, che continua a mentire. Per questo è già partita un’azione legale contro di lui, visto, che mi accusa anche di voto di scambio».Ma non è finita. L’ultima accusa nei confronti di Favia è pubblicata sul blog del consigliere modenese: «Risulterebbe (il condizionale è d’obbligo) che lo stipendio dei consiglieri regionali del movimento 5 stelle dell’Emilia-Romagna sia di 2.500 euro netti al mese più le spese — sostiene Ballestrazzi — Un bel salto di stipendio da chi non più tardi di due anni fa guadagnava 4.000 euro lordi all’anno (vedere dichiarazione dei redditi pubblicata sul sito del Comune di Bologna). Avevo letto che il candidato presidente Favia riteneva giusto uno stipendio di 1.300 euro netti al mese. Forse non aveva niente a che fare con il consigliere regionale Favia. Solo un caso di omonimia». In altre parole, dati alla mano, Ballestrazzi accusa Favia di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, cioè di guadagnare circa il doppio di quanto annunciato, «più le spese — dice — Quali spese? Lo impareremo». Insomma, la guerra non è affatto finita e contribuisce a dare un’immagine molto diversa da quella che gli attivisti del Movimento 5 Stelle avevano sempre propagandato. Litigi che sanno di vecchia politica. Anche se loro non vogliono sentirselo dire."Il Giorno", 30 aprile 2010

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