di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente oggi finalmente in libreria. Pubblichiamo qui l’introduzione alla nuova edizione edita da Effigie.
![]() |
Nel 1972 arriva in libreria Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente di Giorgio Steimetz, una quasi biografia – non autorizzata – del presidente di Eni e Montedison, pubblicata dall’Agenzia Milano Informazioni di Corrado Ragozzino, di cui Steimetz è forse l’alter ego.[1] L’agenzia è finanziata da Graziano Verzotto, democristiano della corrente dorotea di Mariano Rumor, uomo di Enrico Mattei ed ex presidente dell ’Ente minerario siciliano. Fu anche l’informatore di Mauro De Mauro, il giornalista de “l’Ora ” di Palermo rapito e ucciso dalla mafia nel 1970. Così come era accaduto a Mattei sette anni prima. Così come accadrà a Pier Paolo Pasolini cinque anni dopo. Questo è Cefis vive solo pochi mesi, poi scompare. Dalle due sedi della Biblioteca Nazionale Centrale spariscono anche le copie d’obbligo; se ne trova ancora traccia nel registro di quella fiorentina, ma il volume non c ’è: «a ridosso della pubblicazione, gli uomini della Montedison si mossero efficacemente per toglierne dal mercato il maggior numero di copie possibile e scongiurare al Presidente l’eventualità di un ’inchiesta giudiziaria ».[2] Il libro, probabilmente pubblicato con l ’intento di avvertimento o di minaccia nei confronti di Eugenio Cefis, racconta la spregiudicata avventura di uno dei timonieri del pubblico-privato, la mescolanza di poteri tra Stato e le mafie sommerse economico-finanziarie.
Pier Paolo Pasolini sta lavorando in quegli anni sugli stessi temi e, forse, sta utilizzando le stesse fonti. Proprio nel 1972 comincia a scrivere Petrolio, il grande romanzo incompiuto, che sarebbe stato pubblicato postumo solo nel 1992, diciassette anni dopo la sua morte. Un romanzo del quale la critica ha spesso enfatizzato l’aspetto erotico – la doppia vita di un ingegnere petrolchimico – mentre il suo vero tema è il Potere. È un romanzo che cerca di rendere visibile il Potere in tutte le sue forme, attraverso “Visioni ”. [3] Vi si parla del Nuovo Potere che agisce sugli individui in forme capillari, attraverso imposizione di modelli, e che raggiunge anche i loro corpi. Vi si parla della banalità del Potere, quella che agisce attraverso la «col-lusione » innocente (dove “innocente ” sta per “nascosto alla coscienza”) degli individui, degli intellettuali, persino dei letterati, nel loro desiderio di carriera. Vi si parla anche del potere delle trame, quelle destinate a restare segrete. E anche di quello delle stragi. Si parla persino di una bomba fatta scoppiare alla stazione di Bologna [4] – quasi una profezia di quella che davvero sarebbe scoppiata il 2 agosto 1980.
Si parla anche dell’Eni, che Pasolini non considera solo un’azienda ma «un topos del potere ». E ovviamente della morte di Mattei.
Non potevano del resto mancare questi ingredienti in un libro intitolato Petrolio, l’odierno Vello d’Oro, per il quale si fanno guerre e viaggi in Oriente, come li fece Mattei, come un tempo li fece Giasone con gli Argonauti (altro tema del libro). Vi si trova quindi – come scrive Gianni D’Elia – anche il «rapporto terribile tra economia e politica, le bombe fasciste e di Stato, la struttura segreta delle società “brulicanti ”, come i loro nomi, in beffardi acronimi ».[5]
Le fonti di Petrolio
L’introvabile libro di Steimetz, che qui ripubblichiamo, è stato una delle fonti di Petrolio, da cui Pasolini riprende dati e notizie relative all ’Eni e a Cefis, e a volte anche intere frasi. Ma ad accorgersene non è stato un filologo bensì un magistrato, il sostituto Procuratore pavese Vincenzo Calia, mentre stava svolgendo una nuova inchiesta sull ’omicidio di Mattei. L ’aereo del presidente dell’Eni, in volo tra Catania e Milano, precipitò infatti la sera del 27 ottobre 1962, nella campagna di Bascapè, presso Pavia. La procura di Pavia aveva già svolto anni prima un ’inchiesta su quella morte, che però si era conclusa con una sentenza di «non luogo a procedere, perché i fatti non sussistono», avendo attribuito la caduta dell ’aereo a un incidente, dovuto all’errore del pilota Irnerio Bertuzzi.[6]
Calia riapre l ’inchiesta il 20 settembre 1994, sulla base di nuovi fatti, e la conclude il 20 febbraio 2003 con una Richiesta di archiviazione .
Calia legge Petrolio, titolo irresistibile per un magistrato immerso nell’indagine sulla morte del presidente dell’Eni e vi trova una sorprendente coincidenza. Venticinque anni prima di lui, Pasolini era giunto alla stessa ipotesi a cui lo stava ora portando la sua lunga indagine: Mattei fu eliminato da un ’oscura regia politico-istituzionale interna all ’Italia, di cui Cefis teneva le fila.
[1] Secondo Riccardo Antoniani, «Il libro fu scritto in realtà da Luigi Castoldi, un ex partigiano della Formazione Di Dio operativa nella Val d’Ossola di cui fu comandante Cefis» (Contro tutto questo, in corso di pubblicazione in Francia).
[2] Antoniani, Contro tutto questo
[3] Si veda, di Carla Benedetti, Quattro porte su Petrolio, in Autori vari, Progetto Petrolio, Cronopio 2003. Come si legge in Petrolio «Il potere è sempre, come si dice in Italia, machiavellico cioè realistico. Esso esclude dalla sua prassi tutto ciò che può venir ‘conosciuto’ attraverso Visioni» (p. 461).
[4] «La bomba è fatta scoppiare un centinaio di persone muoiono, i loro cadaveri restano sparsi e ammucchiati in un mare di sangue che inonda, tra brandelli di carne, banchine e binari. […] La bomba viene messa alla stazione di Bologna. La strage viene descritta come una “Visione”» (pp. 542 e 546).
[5] Gianni D’Elia, Il Petrolio delle stragi, Effigie 2006, p. 22
[6] La prima inchiesta, condotta dal pm pavese Edgardo Santachiara, si era conclusa il 31 marzo 1966.
(1 – continua)
11 ottobre 2010 alle 21:20 |
Un sincero e sentito grazie a te ed a chi ha collaborato a realizzare un progetto di informazione "di massa" così importante.Nel Paese in cui uno dei più grandi scandali della "repubblica italiana", ovvero quell'Italia al freddo e senza petrolio del 73-74, è stato completamente rimosso nelle generazioni a venire.Saluti anticollaborazionisti, con rinnovata stima,Mattia