Contro la mafia, forma o sostanza?

by
da Pavia, Irene Campari

Dopo il 13 luglio alcuni partiti, formazioni e associazioni della sinistra e della società pavese hanno chiesto al Prefetto di valutare il Commissariamento del Comune di Pavia dopo le evidenze del 13 luglio; altre (Pd) hanno chiesto ripetutamente (che non vuol dire efficacemente) al Sindaco di azzerare tutti gli incarichi negli enti e le deleghe in Giunta; nel frattempo un gruppo di pressione inquietante si è formato nella maggioranza consiliare chiedendo posti e l'assessorato lasciato libero da Pietro Trivi, ex assessore al commercio e indagato. Ora cosa fa quella stessa sinistra istituzionale pavese dopo aver assistito ad un corposo ciclo di conferenze antimafia? Ribadisce? Mostra i muscoli dei principi e della consapevolezza? No. Chiede con forza al Sindaco di riassegnare al più presto le deleghe al commercio poichè non si sa quando la vicenda di Pietro Trivi si potrà concludere e perchè la città si sta riempiendo di franchising … e concludono: «Non le sarà difficile trovare qualcuno…» Forse ho capito male io, e lo spero. Altrimenti mi dovrei interrogare sul masochismo coerentissimo della sinistra. Ma fosse solo masochismo, se la vedrebbero con se stessi, qui però corre anche del sadismo nei confronti della città. Ci sono tra i firmatari formazioni che hanno rappresentanti in Consiglio comunale. Sul gioco e le slot non hanno alcuna battaglia da combattere dentro e fuori il Mezzabarba? a proposito di commercio.
Questa è la lettera inviata al quotidiano locale e pubblicata oggi:

Il sindaco deve nominare un nuovo assessore  A maggio il ministro allo sviluppo economico si è dimesso in seguito alla nota vicenda dell’appartamento vista Colosseo. L’interim del dicastero è passato al premier, che ha promesso di risolverlo «in tempi brevi». Siamo ad ottobre e dopo 153 giorni è arrivato il nuovo ministro.  Diversamente si è espresso il nostro sindaco quando, lo scorso luglio ha ripreso le deleghe al Commercio del dimissionario assessore Trivi impegnandosi a mantenerle «per tutto il tempo necessario, certamente non breve, affinché si chiariscano i fatti». Superato lo choc dovuto all’uragano abbattutosi il 13 luglio sulla nostra città riteniamo che oggi, non essendo prevedibile una rapida conclusione della vicenda giudiziaria di Pietro Trivi, sia tempo per il sindaco di un ripensamento.  Chiediamo al sindaco di individuare al più presto una persona capace e lontana da ogni ombra di sospetto di mafia cui affidare le deleghe in questione, Cattaneo potrebbe dare finalmente quella prova concreta di autonomia, serenità ed assoluta trasparenza cui, a parole, sembra tenere parecchio.  Per quanto riguarda le deleghe al commercio, ci pare non sia partito col piede giusto un Sindaco che mostra indifferenza rispetto alla distruzione del Kursaal, alla sistematica scomparsa delle botteghe regolarmente sostituite da negozi in franchising, che associa kebabbari e call center a problemi di sicurezza nonché all’«allontanamento della città dalla propria storia». Riassegni le deleghe, signor Sindaco; non le sarà difficile individuare qualcuno che sappia trovare una maniera costruttiva di coniugare l’amore per la Pavia tradizionale con la modernità.
Ass. Radicali Pavia; Sinistra Ecologia e Libertà Italia dei Valori; Partito Socialista; Lista Civica Insieme per Pavia; MoVimento 5 stelle Pavia; Federazione della Sinistra Pavese; Democrazia e Solidarietà; Partito Democratico ("La provincia pavese", 8 ottobre 2010)

Ho la sgradevole impressione che in questi giorni si stia cercando (con grandi sforzi e sostegni politici importanti) di far passar il concetto che la lotta alla mafia da parte della società civile sia sintetizzabile nell'organizzare conferenze e convegni, quando invece questo è solo una delle tappe. E non possono non saperlo. Potrebbe far comodo a molti (anche a quelli che si dice di voler combattere) se si affermasse quell'interpretazione. Sicuramente protrebbe far comodo non tanto ai giovani quanto agli anziani della politica e della società civile locale che verrebbero rassicurati nelle loro modalità consuete di affrontare il fenomeno mafioso (prossime al nulla) dal supportare organizzazione di eventi senza che a questi segua la pratica. E', infatti, profondamente sbagliato, profondamente pericoloso e in ultima istanza dimostra anche come seguire e partecipare a conferenze antimafia non voglia dire aver compreso e accettato quanto conti l'umiltà in quella battaglia, l'onestà intellettuale e il prevalere del principio di realtà piuttosto che quello del piacere (in senso freudiano). Si sta confondendo la mappa con il territorio, le rappresentazioni e gli allestimenti con la realtà, con persone in carne ed ossa, con contesti inquietanti e realissimi, anonimato e generalizzazioni con nomi e cognomi. Mi vengono i brividi a leggere alcune dichiarazioni che corrono copiose sulla stampa di questi giorni; sembra infatti una posizione del tutto accettata e funzionale a chi ha taciuto sulla realtà locale fino a tre mesi fa e continuerà così a farlo, legittimata da quell'interpretazione. Mi asterrò quindi da qualsiasi polemica che non sia su questioni di principio com'è quella di sottolineare con tenacia la differenza tra sostanza e forma nella lotta alla mafia, affinché un giorno non si potrà dire che a Pavia nessuno avesse capito. Starò quindi ben ferma qui, senza chiedere nulla a nessuno (né sedi, né finanziamenti, né supporto, né visibilità) essendo i miei nemici i mafiosi, mafiosetti e trafficanti di ogni specie, per combattere i quali occorre mantenere saldi i nervi e non disperdere energie in querelle marginali. E per combattere quelle categorie – per niente anonime – sono disposta a continuare ad ingoiare merda. In piedi però.
 
circolopasolini.splinder.com

Una Risposta to “Contro la mafia, forma o sostanza?”

  1. utente anonimo Says:

    Vedo solo ora questo post.
    La mattina stessa della pubblicazione di questo ORRIDO comunicato, ho scritto una lettera chiedendo chiarimenti ai dirigenti locale della Federazione della Sinistra (Rifondazione + Comunisti Italiani). Molti altri compagni hanno fatto la stessa cosa, equalmente scandalizzati.
    Dopo alcune ore di perplessità, è emerso che in buona sostanza nessuno era d'accordo con questa demenziale lettera. Ferloni ha poi mandato una smentita.
    Conclusione: LA SINISTRA PAVESE NON È D'ACCORDO CON QUESTA CAZZATA. Che si sia sconfessata questa idiozia è positivo, ma certo è un incidente molto spiacevole.
    Forse converrebbe evitare di fare cose insieme al PD se non si sta bene attenti a quello che si firma.

    Mauro Vanetti
    Rifondazione Comunista

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