Il progetto del mega-centro commerciale “Factoria” di Borgarello reca la firma dell'ingegner Beppe Masia, un consulente del Comune. Lo stesso ingegnere era tra i componenti la commissione che, il 16 gennaio 2010, ha assegnato alla Pfp di Chiriaco l'appalto per l'edificazione dell'area Peep di Borgarello, che ha portato in carcere il sindaco Giovanni Valdes, il Salvatore Paolillo prestanome di Chiriaco e il suo finanziatore Alfredo Introini.
A Giovanni Valdes, il ciellino sodale di Abelli e Formigoni, i nostri articoli non hanno portato bene: rileggiamo l'ultimo, uscito su questo blog una settimana fa: «…Borgarello, comune di 2.600 abitanti tra Pavia e la Certosa che vede il sindaco Giovanni Valdes (Pdl) indagato dall'antimafia: avrebbe truccato un'asta per favorire la Pfp, società immobiliare della costellazione Chiriaco, l'ex direttore sanitario dell'Asl pavese ora in carcere. I due si conoscono da tempo. E infatti l'ex vice presidente locale della Compagnia delle Opere Giovanni Valdes siede anche nel Cda dell'Ospedale pavese Mondino». Tutto vero, fatto salvo un dettaglio: l'indagato non è più indagato. Da giovedì 21 ottobre Valdes è forzato ospite delle patrie galere, ammanettato su richiesta dei magistrati antimafia Boccassini, Storari e Dolci «in relazione ad un concorso in turbativa d'asta per l'assegnazione in diritto di superficie di un lotto del Piano di zona per l'edilizia economica e popolare del comune di Borgarello, con l'aggravante, per il sindaco, di aver commesso il fatto nella sua veste di preposto alla gara stessa». Tutto questo in concorso con Carlo Chiriaco (incarcerato il 13 luglio scorso), con l'amministratore della Pfp Salvatore Paolillo (che in realtà sarebbe un prestanome di Chiriaco) e di Alfredo Introini, l'ex vicedirettore del Credito cooperativo di Binasco dispensatore di fondi per Chiriaco.
Introini figura come legale rappresentante della Argenta Sas, proprietaria di alcuni immobili a Pavia in via Mirabello 91 e 93. Il 5 febbraio 2010 il Comune di Pavia ha approvato l'ampliamento dell'«edificio residenziale in via Mirabello n 91». Secondo gli investigatori, una parte di questa operazione immobiliare «è da ricondurre a Chiriaco».anche se sarebbe stata «portata avanti da Introini e Rodolfo Morabito [il costruttore di Borgarello cugino di Chiriaco, attualmente indagato] per mezzo dellla Argenta Sas».
Valdes, Introini e Paolillo sono ora in carcere a Monza, a Voghera e a Milano Opera. Secondo gli inquirenti, «in concorso tra loro, mediante accordi fraudolenti, consistiti nel presentare in comune due offerte – una sola delle quali destinata ad essere usata a seconda di quanti e quali partecipanti avessero concorso all'appalto – pre-assegnavano alla Pfp srl (società con sede in Novi Ligure, in via Cavallotti 118) la gara per l'affidamento in diritto di superficie di area in zona Peep nel comune di Borgarello in Borgarello il 19 gennaio 2010».
Subito dopo la prima ondata di arresti (quella del 13 luglio 2010), Valdes aveva annunciato le sue dimissioni, salvo poi ripensarci, inducendo il Gip Andrea Ghinetti a metterlo ai ferri, per evitare il pericolo della reiterazione del reato.
Uomo avvisato mezzo salvato? Come il Gesù, Valdes avrebbe potuto passare là dove l'acqua era bassa, camminandoci sopra. Tornando in carica si è invece ritrovato a fare i conti con l'onda anomala (da ben altri conti era affascinato), quella che lo ha sospinto oltre le sbarre.
Diciamolo: col senno di poi, Valdes avrebbe potuto meditare più attentamente le esternazioni dei magistrati antimafia che, già nell'estate scorsa, la raccontavano così: «Pfp srl vede come socio unico Eva Chiriaco, figlia dell’indagato e come amministratore Salvatore Paolillo. Peraltro Paolillo riveste una carica meramente formale, come attestato da Chiriaco in data 16 aprile 2010 (“avevo bisogno di una testa di legno e lui si era dichiarato disponibile”) e 10 aprile 2010 (“l’abbiamo pagato 3.500 euro in nero per fare l’amministratore e non fa un cazzo”). La Pfp è risultata aggiudicataria di un’area di terreno nel comune di Borgarello a seguito di gara pubblica. Dalle conversazioni telefoniche emergono situazioni connotate da scarsa chiarezza nei rapporti tra Chiriaco e il sindaco di Borgarello, Giovanni Valdes. Nell’operazione sarebbe coinvolta anche la Convertedil scrl [società cooperativa, in liquidazione dal marzo 2006] che vede come commissario liquidatore l’avvocato Santo Sciarrone».
Dopo aver rese note alcune intercettazioni (Valdes: «È un po' sporca ma la facciamo»), i tre magistrati antimafia così concludono: «Ovviamente il procedimento amministrativo inerente la gara di appalto indetta dal Comune di Borgarello andrà opportunamente approfondito quando la presente indagine potrà essere disvelata». Un messaggio tanto chiaro quanto inascoltato sia da Valdes che dai suoi pessimi consiglieri.
E chissà quali altri messaggi contiene la bottiglia lasciata dai magistrati alle porte di Pavia, proprio nelle campagne sopra cui si prevede l'apertura del cantiere per il discusso Centro commerciale “Factoria” di Borgarello (un enorme supermercato e un albergo alto 14 piani nelle vicinanze della Certosa di Pavia, il monumento più celebre della Lombardia), il cui piano di lottizzazione curiosamente viene adottato dal Consiglio comunale il 12 luglio 2010 (8 voti favorevoli, 1 contrario, 2 astenuti), solo poche ore prima della retata antindrangheta.
Inutile sottolineare l'impegno del Valdes nel promuoverne l'adozione, nonostante la scarsa trasparenza sulle fonti di finanziamento. Come ammette lui stesso, certe porcherie «le sto facendo per tutti» (intercettazione del 20 gennaio 2010).
Reiterazione del reato anche per il Centro commerciale? Sono cose già sentite: le ricordiamo a Pavia, nel 2007, dalle parti dell'iperspeculazione Carrefour lungo la Vigentina, in pieno parco Visconteo, a cento passi da Borgarello. Vediamola.
Una storia nata male e finita peggio. Nata male perché il terreno agricolo limitrofo all’area Fiat sul quale ora sorge il Carrefour venne acquistato nel dicembre 2001 da Pietro Guagnini – già membro della commissione edile – dal commercialista Augusto Pagani e da Arturo Marazza (soci nella “Vernavola Srl”) per pochi milioni di lire e rivenduto subito dopo alla società GS per 830 milioni, sempre in lire: una speculazione.
Finita peggio perché il 10 gennaio 2008 (poche settimane dopo l'inaugurazione) Carrefour ha venduto i negozi della galleria alla tedesca Union Investment per 74 milioni (questa volta in euro!), soldi solo passati per Pavia: una iperspeculazione, benedetta da politici, amministratori e faccendieri, che vede le merci sugli scaffali trasformarsi nel sottoprodotto del business vero: quello della variazione di destinazione d'uso dei suoli, della compravendita il cui costo lievita a ogni passaggio di mano, e muove denaro di non sempre limpida provenienza.
Ma facciamo un salto indietro di qualche anno, per raccontare un’altra storia: una storia di insospettabili untori, di “politici” corrotti, di dirigenti a libro paga, di fatture taroccate, di conti lussemburghesi e di società costituite ad hoc per movimentare il “nero” delle tangenti, quello proveniente dalle sovra-fatturazione da parte di aziende d'area. Insomma, un nostro “Golaprofonda” – uno che se ne intende – ammette che nemmeno ai tempi di Tangentopoli si erano viste porcherie così sfacciate. Tuttavia a beneficiarne non sono i partiti, ma singole persone molto addentro alle trame cittadine.
Il business funzionava così: alcune ditte compiacenti emettevano fatture apportando un cospicuo sovrapprezzo, il 20 per cento del quale andava ad arricchire il tesoretto a disposizione di… di un insospettabile intermediario il cui potere di corruzione è impressionante, un uomo cerniera con vistose entrature nella massoneria locale.
Facciamo un secondo passo indietro. Dopo una articolata denuncia di Vittorio Pozzi e Franco Maurici (marzo 2004, Giunta Albergati), la Guardia di Finanza ha consegnato al sostituto procuratore Luisa Rossi una meticolosa indagine sull’affaire Carrefour: movimenti in denaro da un conto lussemburghese alle tasche “giuste”, passando per società di consulenza e intermediari per l'appunto “insospettabili”.
Insomma, la più grande speculazione immobiliare mai vista a Pavia (forse qualcosa di più) maldestramente aggiustata con alcune varianti di Giunta in corso d’opera.
Subito dopo l’esposto in Procura di Maurici e Pozzi la Regione Lombardia aveva congelato il suo benestare. Ma denuncia e dossier della Guardia di Finanza finiscono presto ‘insabbiati’ dentro qualche cassetto polveroso, e la macchina, nuovamente ben oliata, ritorna a pieni giri.
Nell’agosto 2006 Giampaolo Calvi è nominato progettista nonché direttore dei lavori (640mila euro di onorario, oltre a 100mila euro per i collaudi). Soprattutto riprendono i lavori, i depistaggi e le ‘bolle di sapone’, come i 100 nuovi posti di lavoro annunciati dall’assessore all’urbanistica Franco Sacchi: non si avrà poi nessun nuovo assunto, se non per i quindici giorni delle festività di fine anno. Il 19 novembre 2007 la Giunta approva la seconda variante alla lottizzazione e aumenta il parcheggio a terra; il 25 novembre si rilasciano i permessi a costruire; il 5 dicembre il centro commerciale viene inaugurato; il 10 gennaio 2008 la Union Investment comunica l’acquisto dei negozi della galleria. Una velocità mai vista. Ne sanno qualcosa i cittadini che vogliono apportare piccole modifiche alle loro abitazioni: tempi lunghissimi e multe salatissime a chi vìola le norme edilizie.
Quanto a Borgarello, sfogliando rapidamente la convenzione tra il Comune e la “Progetto commerciale srl”, leggiamo di «parcheggi pubblici – a spese del lottizzante – per complessivi mq. 53.700 da approntarsi in massima parte all'interno ed entro la sagoma del complesso», ovvero funzionali all'ipermercato; di un'area verde di rispetto (obbligatoria) qui chiamata parco pubblico tematico “del Navigliaccio” (32.700 mq), parco da realizzare «integralmente a propria cura e spese e successivamente da cedere a titolo gratuito» al Comune, salvo poi stornare questi costi dagli oneri di urbanizzazione secondaria («Atteso, peraltro, che il valore complessivo dell'opera di urbanizzazione secondaria dedotta a scomputo – pari ad euro 865.933,02 – è inferiore agli oneri di urbanizzazione secondaria dovuti – pari ad euro 1.164.600 – la lottizzante si impegna a corrispondere al Comune la relativa differenza»). Ma la chicca è l'impegno «a mettere a disposizione dell'Ente il complessivo importo di euro 8.945.000», 6.500.000 dei quali destinati all'«approntamento di nuovo tratto di strada» a sostanziale uso e consumo dell'iper e – come sembra – senza alcun collegamento con la tangenziale pavese. Se malauguratamente la lottizzazione andasse a buon (buon?) fine, chi dovrà infine provvedere a completare l'”opera”? A quali costi? Costi a carico dei privati lottizzanti o della pubblica amministrazione?
Interesse pubblico? No, grazie. E si bara anche sul possibile riverbero occupazionale. La Convenzione evidenzia «l'impegno della lottizzante ad assumere (ovvero a far assumere) il 30 per cento degli addetti del nuovo centro commerciale in progetto con contratti di lavoro a tempo indeterminato full time/part time, riservando il 50 per cento di dette assunzioni a soggetti residenti nel Comune di Borgarello, ed il restante 50 per cento a soggetti residenti nei Comuni ad esso contermini, precisandosi che la suddetta quota di assunzioni è da intendersi riferita per almeno il 50 per cento a personale femminile», ecc. Tutto molto cheap, se non fosse che un solo posto di lavoro all'iper ne costerà 3 o 4 nei negozi di vicinato destinati a chiudere i battenti entro un raggio di 10 chilometri! (In Provincia di Pavia 8 comuni ne sono ormai privi, e in altri 32 sono in via di estinzione).
Cala l’occupazione e aumentano i disagi, soprattutto per le persone anziane. Un comitato d’affari ramificato sta rovinando il nostro territorio (un bene non riproducibile) peggiorando radicalmente il tessuto socioeconomico di Pavia, cambiando la nostra vita, con l’inutile costruzione di ipermercati e quartieri dormitorio, con lo scempio delle continue varianti al Piano regolatore, che hanno trasformato in suolo edificabile centinaia di migliaia di metriquadri di terreno agricolo: «Per il boom edilizio non posso che essere felice», dichiarò infelicemente nel giugno 2007 l’ex sindaco di Pavia Piera Capitelli.
A Borgarello il vecchio Pgt prevedeva la parallela costruzione di un albergo e di alcuni mini alloggi dentro al parco Visconteo. Ora i proprietari dell'area hanno chiesto la trasformazione da ricettivo-turistico a residenziale. Reiterazione del reato anche per la lottizzazione dentro il parco Visconteo?
Centro commerciale “Factoria” e Carrefour pavese: troppe simmetrie. Caso vuole che il progetto del mega-centro commerciale di Borgarello rechi la firma dell'ingegner Beppe Masia, un consulente del Comune: Controllore o controllato? Lo stesso ingegnere era tra i componenti la commissione che il 16 gennaio 2010 ha assegnato alla Pfp di Chiriaco l'appalto per l'edificazione dell'area Peep di Borgarello in via Di Vittorio, quello che ha portato in carcere il sindaco Valdes, il Salvatore Paolillo prestanome di Chiriaco e il suo goffo finanziatore Alfredo Introini.
23 ottobre 2010 alle 17:43 |
Mettessero dentro anche qualcuno dei soggetti a rischio (per la comunità) che gironzolano per il comune di pavia, sicuramente avrebbero fine le porcherie che da anni centrodestra e centrosinistra (affettuosamente insieme) stanno combinando nella nostra città. Un po' d'aria pulita ci farebbe bene!
24 ottobre 2010 alle 18:46 |
La Platì del Nord cresciuta sulla strada della Certosa di Marco Alfieri
Borgarello, un’oasi di pace vicino a Pavia, è stata presa d’assalto da costruttori vicini alle cosche
«Benvenuti a ’ndranghetello», ironizza un blog di cittadini impegnati.
Sapendo che c’è poco da ridere lungo l’alzaia placida del Naviglio, nel tratto stretto che corre da Pavia alla Certosa: Borgarello è ormai la capitale silenziosa della mafia in Lombardia. È, più ancora di Buccinasco, la Platì del Nord.
Nel 1991 era la mini Versailles di Diego Dalla Palma, il visagista delle dive. Il Re del mascara viveva a villa Mezzabarba, tutto intorno campagna e pioppeti. Pochissime case, nemmeno mille abitanti. E’ nell’ultimo decennio che la popolazione esplode a 2.700 anime. Nel mezzo un boom edilizio spettacolare, case su case, cemento & betoniere. Villette a schiera in mattoncini rossi e nuovi quartieri che sfungano per milanesi che scappano dalla metropoli, come il Santa Teresa vicino a via Berlinguer. Adesso la giunta «Rialzati Borgarello», eletta nel giugno 2009 e appoggiata da Pdl e Lega, vorrebbe replicare a Porto d’agosto, lungo la statale. Se non verrà sciolta prima, però, come un comunello infiltrato della Locride.
L’ultima retata è scattata giovedì. In manette finiscono il sindaco Giovanni Valdes, Alfredo Introini, ex vice direttore della Bcc di Binasco, e l’imprenditore Salvatore Paolillo. Gli arresti sono la coda della maxi retata di luglio, filone Carlo Chiriaco, l’ormai ex potentissimo direttore dell’Asl di Pavia, accusato di essere il referente locale delle ‘ndrine calabresi. Secondo i Pm il sindaco avrebbe truccato l’asta di un lotto edilizio per favorire la Pfp, una società immobiliare della costellazione Chiriaco, per gli inquirenti già collettore di voti per il «Faraone» Giancarlo Abelli, da anni uno dei ras della sanità lombarda e padrino politico dell’attuale sindaco di Pavia.
Un ritratto d’insieme che si ritrova a Borgarello, dove il ciellino Valdes in campagna elettorale può vantare come madrina di eccezione proprio la signora Abelli, Rosanna Gariboldi, finita in carcere per riciclaggio e poi uscita dietro patteggiamento per la vicenda delle bonifiche di Santa Giulia. Il link con Chiriaco è quello sanitario. Il sindaco-costruttore siede anche nel cda dell’Ospedale pavese Mondino.
In realtà Valdes è indagato da luglio. A Borgarello doveva arrivare il commissario ma poi il sindaco ci ripensa e ritira le dimissioni. In paese si dice perché ricattato da qualche pesce grande. Non a caso la prima cosa che fa è riprendere in mano l’iter del futuro centro commerciale «Factoria», con tanto di mega albergo da 43 piani(!): un piano di lottizzazione dietro cui si agitano fantasmi malavitosi.
Insomma che succede nel Pavese? Blogger e attivisti come Giovanni Giovannetti e Irene Campari si sgolano da anni, denunciano infiltrazioni (dai Barbaro ai Mazzaferro). Ma le istituzioni fanno pigramente spallucce. Dietro ogni arresto non si vuol vedere il mosaico criminale. A Borgarello la sequenza è impressionante. Villettopoli che nascono all’improvviso; l’arresto di un assessore comunale (Luigi Perotta) accusato di riciclaggio; la Dia che mette agli arresti una intera famiglia (i crotonesi Vittimberga), nientemeno che armieri della ‘ndrangheta, a cui Valdes fa costruire la prima opera pubblica del suo mandato; lo scandalo Chiriaco e l’arresto di un costruttore locale (Francesco Bertucca), papà dell’assessore comunale Antonio. Fino all’iscrizione nel registro degli indagati del cugino di Chiriaco, il costruttore residente Morabito, e l’altro giorno la vicenda del sindaco.
Tutto in pochi mesi vissuti pericolosamente. Filo conduttore: l’edilizia in un paesino alle porte di Pavia. Ovvio che la gente sia incredula. Qui tutti conoscono tutti. «Il sindaco legge in chiesa», mette la mano sul fuoco il prete del paese, don Zambuto. «Certo gli ha rifatto l’oratorio», maligna l’opposizione. La stessa Lega è in difficoltà dopo l’affaire Ciocca, il consigliere regionale fotografato con boss di ’ndrangheta durante la campagna elettorale. La segreteria provinciale ha subito sospeso i tre esponenti locali, troppo morbidi con un sindaco già indagato.
Si scappa da Milano e dallo smog, si compra la villetta nel verde e poi si scopre che quelle case le hanno costruite imprese colluse coi calabresi. Paradossale. O forse no, allargando lo sguardo su una provincia tagliata da Po e Ticino che al ponte della Becca si abbracciano. Sospesa tra il porto di Genova e l’aeroporto di Malpensa. Vicina a Milano ma lontana abbastanza per dare nell’occhio. Un provincia discreta un po’ dormitorio (30 mila pavesi lavorano sotto il Duomo) e un po’ impiego pubblico al polo sanitario dove spadroneggiava Chiriaco.
Ma soprattutto una provincia senza più industrie (Necchi, Snia, Neca, Marelli sono aree dismesse che fanno gola alla speculazione), immersa in una bolla immobiliare ben oltre la domanda di residenza e di terziario dove domina la rendita fondiaria (la borghesia locale ha sempre case da affittare agli universitari) e la densità bancaria (61 sportelli in città) è sproporzionata al tasso d’impresa.
Il Bengodi per chi vuol fare affari sporchi e riciclare, in mezzo ad una società impreparata a combattere il rumore di carnefici invisibili.
"La Stampa", 24 ottobre 2010
25 ottobre 2010 alle 12:56 |
perchè si censurano i commenti che non piacciono, togliendoli dal blog?
27 ottobre 2010 alle 14:48 |
alcuni commenti sono stati cancellati poiché assolutamente non pertinenti, e potrebbe essere confutabile
ma soprattutto poiché linkano a siti commerciali di cui non ci interessa farci veicolo promozionale
la redazione
28 ottobre 2010 alle 10:54 |
c'è quindi che decide se un commento va pubblicato o no. E' la funzione della censura che viene ,quindi, confermata. Quanto ai link con siti commerciali ,mi pare una grossa sciocchezza perchè quelli cancellati non " linkano" da nessuna parte"
29 ottobre 2010 alle 06:57 |
La censura, caro pirla, la faccio ora. Per resistere alla tentazione di mandare affanculo un anonimo coglione che millanta censure per la cancellazione di un link commerciale o presunto tale "che non linka da nessuna parte".
Ciao Deficiente con la i di idiota