Questi Sinti noi li interniamo

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«Le priorità di Pavia sono altre, non il nuovo campo dei Sinti al Vallone». Così Davide Ottini (consigliere comunale del Partito democratico) ieri ha commentato l'intenzione della pubblica amministrazione di sottolineare come prioritario lo spostamento dei due campi “nomadi” di piazzale Europa (insieme – supponiamo – a quello di via Bramante) in un'area «oltre la tangenziale». La Giunta comunale annuncia una spesa di 500mila euro, soldi che, osserva Ottini, in tempi grami sarebbe meglio destinare alla sicurezza delle periferie, al miglioramento del trasporto pubblico o per contenere gli effetti della crisi su quelle famiglie che oggi devono misurarsi con la perdita dei posti di lavoro, «in vista di un anno particolarmente difficile, in cui bisognerà raschiare il fondo del barile».
La discussione si sposta su Facebook. Interviene Niccolò Fraschini (Futuro e Libertà): «Ammettilo Ottini, anche a voi non è che faccia proprio piacere averli alle porte di casa! ;)». Con me, a Fraschini replica Jolanda Nanni del Movimento 5 stelle. Ripropongo i nostri interventi; un tema meritevole di approfondimento.
(G.G.)

Giovanni Giovannetti  E allora il prode Fraschini cosa propone? Al solito quando si tratta di zingari, a Pavia la soluzione sembra arrivare da un bel campo cintato in cui rinchiuderli tutti e quattro-cinquecento, un campo con le torrette, possibilmente con il filo spinato e le guardie armate, possibilmente oltre la tangenziale, possibilmente in luoghi ancora più ameni e lontani degli attuali. Posto che oggi le priorità potrebbero anche essere altre (alcune le ha elencate Ottini), che ne è del progetto delle microaree, dell'autoedificazione e di tutte quelle soluzioni abitative civili, alternative al campo-ghetto e marginalizzante, con tutti dentro? Dove avete nascosto i progetti, quelle proposte peraltro pagate con il pubblico denaro, ovvero le soluzioni alternative su cui si è a lungo dibattuto? E poi: la priorità va data allo spostamento dei Sinti da piazzale Europa o vengono prima le famiglie confinate in via Bramante, il vero ghetto, con un cesso male in arnese per oltre cento persone? Forza Fraschini, dicci qualcosa di destra…

Iolanda Nanni Ma se invece di preoccuparci dello sfollamento degli zingari ci preoccupassimo di AVVIARE STA BENEDETTA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA A PAVIA? Se mettessimo a posto questa città: i trasporti che mancano, le strade dissestate, le scuole che cadono a pezzi, l'assenza totale di una politica di sviluppo sostenibile!!! Sono allarmata davvero per quanto l'amministrazione locale sia ferma ad un immobilismo totale che porterà la nostra città ad una paralisi totale!

Niccolò Fraschini  Noto una punta di vaga ironia da parte di Giovannetti! ;) Beh, va fatta la premessa che la mia era palesemente una battuta, anche se è sempre vero il proverbio 'Alecchin scherzando diceva sempre la verità'. Penso che, a causa di certi comportamenti tenuti da alcuni rom, sia giustificato che a molti pavesi possa non piacere troppo l'idea di avere un campo nomadi vicino a casa. Detto questo, penso che in effetti le priorità siano altre (Iolanda ne ha indicate alcune che condivido) e che comunque questo problema potrebbe essere affrontato in modo umano. I progetti elencati dallo stesso Giovannetti andrebbero approfonditi. Concordo poi al 100% sul fatto che la priorità sia intervenire su Viale Bramante. A mio avviso quell'area andrebbe restituita alla funzione per cui era stata pensata: un posteggio di interscambio, utile affinchè coloro che vengono dall'Oltrepò lascino lì la macchina e possano poi venire in centro coi mezzi pubblici. Al di là della voluta provocazione riguardo i campi con torrette e filo spinato, penso invece che ragionare su microaree poste all'esterno della tangenziale non sarebbe una scelta da scartare a prescindere. Certamente da liberale penso che tutte le questioni complesse possano essere risolte con 2 armi che alla sinistra extraparlamentare a volte sono mancate: il buon senso e un dialogo in buona fede, tentando (tutti noi!) di mettere da parte per un momento le conseguenze elettorali delle nostre scelte amministrative.

Giovanni Giovannetti  Ma la responsabilità non è individuale? (art. 27 della Costituzione). Allora il “liberale” Fraschini faccia nomi, citi fatti, e soprattutto si documenti: esca dai luoghi comuni quali zingaro uguale ladro, impari la differenza che passa tra un Sinti (italiano) e un Rom (rumeno o slavo, per dire), colga la differenza tra i semplificatori processi di emarginazione (forieri di delinquenza) e quelli più faticosi dell'inclusione: casa, scuola, salute, lavoro…, gli unici a garantire davvero la sicurezza tanto blablanata dai banani di destra. Gli stessi che, girato l'angolo, ritrovi culo e camicia con i Neri e i Chiriaco, due criminali (loro sì); gli stessi che muovono l'indignazione parolaia dei Fraschini quando, nei fatti, il giovane finiano rimane lì in Consiglio comunale a reggere il codone biforcuto degli amici degli amici.
Al dunque, caro Fraschini, ghettizzare il mondo Sinti in un unico campo periferico (o immaginando le micro aree solo al di là della tangenziale) per dirla con Villaggio è una cagata pazzesca, nel solco della migliore tradizione xenofoba e razzista, che ha fatto degli zingari italiani e degli immigrati in generale una rendita elettorale per la politica accattona, quella che per decenni non ha risolto il problema (o non ha voluto risolvere il problema: no problem no party), favorendo la marginalizzazione su basi etniche: secondo loro, il nostro problema sono gli zingari e non i mafiosi, e non una cifra esentasse pari al 40 per cento del Pil in economia criminale e illtegale, e non i politici ladri e corrotti, e non i mariti e i padri violenti (gli unici reati in crescita esponenziale sono quelli tra le mura domestiche), e non i faccendieri che hanno assoldato la malapolitica e insieme lucrano sul consumo del territorio (e sulle rendite finanziarie e parassitarie), e non chi favorisce la variazione di destinazione d'uso dei suoli (ovvero il business dell'urbanistica “creativa” che moltiplica il valore fondiario) e l'interesse particolare. No, il problema sono gli zingari e i poveri e gli stranieri su cui irresponsabilmente spostano l'attenzione e le paure delle persone, mentre lorsignori sono intenti agli affari. Gli zingari disturbano (invece degli speculatori e della criminalità sommersa); allora interniamoli in luoghi ameni e “controllabili”, il più lontano possibile dagli occhi e dunque dal cuore. Interniamo prima quelli accampati in via Bramante, non tanto perché quel campo offende la dignità umana, ma in quanto, per dirla con Fraschini, «l'area andrebbe restituita alla funzione per cui era stata pensata: un posteggio di interscambio».
A sentir loro, anche quello dei Sinti di piazzale Europa non sembra un problema da risolvere con dignità e di per sé, ma come subordinata degli appetiti immobiliari in emersione su questa o quell'area (ne recano testimonianza anche le intercettazioni della Dda che hanno condotto in carcere l'uomo delle cosche Carlo Antonio Chiriaco, l'amico degli amici di Fraschini).
Detto questo (e al di là di ogni legittima ironia) Fraschini fa bene a sottolineare la corresponsabilità della pseudosinistra nei processi di emarginazione. Non fu Capitelli a favorire nel 2007 l'affermarsi di una “zona franca” Rom oltre i cancelli della Snia? E sapete perché? Serviva a legittimare l'illegale abbattimento della storica fabbrica (Capitelli e l'assessore Brendolise: «volete che i rom se ne vadano? Allora bisogna abbattere la Snia») nell'interesse del costruttore Zunino, che in luogo dell'antica fabbrica aveva disegnato un bel centro commerciale (ahiloro incompatibile con quelle volumetrie) e disdegnato i vincoli del Prg (e ora della Soprintendenza). Del resto, di torrette, di filo spinato e di guardie carcerarie a buttare un occhio ne aveva già parlato un tale Beltramelli, consigliere comunale Margherita ai tempi di Albergati, il quale aveva propsosto l'edificazione di un bel lager sotto le mura del carcere a San Gallo, con ingressi separati per Rom e Sinti. E qualcuno, invece di proporne l'internamento, lo aveva pure preso sul serio.

Davide Ottini Vorrei spiegarti, caro Niccolò, che la comunità sinta di Pavia nulla ha a che vedere con la popolazione Rom, cono due cose ben diverse. I Sinti sono cittadini pavesi avviati da tempo verso un obiettivo, quello dell'integrazione completa che si realizza (a parer mio) non certo con un campo posizionato all'estrema periferia nord est della città, bensì in altro modo.
Il mio post voleva solo richiamare l'attenzione sul fatto che, visto il 2011 di vacche magrissime che ci si prospetta, possiamo ritenere prioritario l'intervento sui Sinti di Piazzale Europa? Poiché sono a rischio, per il prossimo anno, questioni cruciali come il trasporto pubblico locale, la sicurezza, i fondi per aiutare tutte quelle famiglie che a causa della crisi verseranno in cattive condizioni economiche ecc. ecc. lo spostamento dei Sinti da Piazzale Europa è una priorità oppure no? Oppure questi 500 mila euro decidiamo di spenderli per altre iniziative? Io penso che oggi non sia una priorità lo spostamento dei Sinti.
Dopodiché se invece la tua Giunta deciderà altrimenti allora ragioneremo su quale sarà la soluzione più confacente alle esigenze dei Sinti ed alle esigenze dei cittadini: da questo punto di vista se si vorrà fare davvero un passo avanti sulla strada dell'integrazione totale di queste persone allora il campo-ghetto al di là della tangenziale non è certo una risposta intelligente. Per due motivi: primo perché in tutto il resto del mondo si abbandona la politica dei campi a favore di quella di micro-insediamenti associati a politiche tese ad aiutare i Sinti ad autofinanziare la costruzione dei loro villaggi. Eppoi perché tra tutti i luoghi di Pavia collocare la comunità sinta a Pavia Nord Est (ovvero un quartiere che presenta già numerose criticità di natura sociale e numerose carenze sul fronte dei servizi pubblici) è la cosa peggiore che si potrebbe fare.

Niccolò Fraschini  Davide e Giovannetti, badate bene che io non ho detto che tutti i nomadi sono dei delinquenti, ma che alcuni di essi (molto probabilmente si tratta di una netta minoranza) hanno tenuto dei comportamenti che molti cittadini non hanno apprezzato. E sono il primo a dire che la responsabilità è personale, tuttavia ci sono stati episodi in cui la comunità ha coperto chi ha sbagliato. Detto questo, detesto le generalizzazioni dunque possiamo cambiare argomento. Come ho detto ad Ottini nel precedente post, anche io penso che quei soldi potrebbero essere spesi meglio per altre priorità della città e che se proprio fossero da spendere per i cosiddetti 'nomadi', meglio sarebbe spenderli per risolvere il problema di via Bramante. Quel posteggio deve tornare al più presto nella disponibilità della cittadinanza.
Sulla questione 'amici degli amici' avrei parecchio da dire ma via FB la cosa diventa lunga e quasi noiosa. In sintesi, ho già fatto un gesto molto rischioso dal punto di vista personale, lasciando un partito in cui era facile essere eletto (viste le percentuali che prende) per aderire per meri motivi ideali a un partito piccolo e di cui nessuno può sapere esattamente quanto prenderà anche in termini di seggi. Parlando proprio in termini spicci, venire rieletto in Fli sarà quasi impossibile alla mia età, visto che io non ho i bacini di voti dei miei colleghi di partito Adenti e Losurdo. Di fatto, ho lasciato il certo per l'incerto, e questo anche perché ero rimasto allibito di essere l'unico che aveva contestato con indignazione la vicenda Chiriaco, che invece il Pdl aveva fatto passare sotto silenzio.
Però un conto è cambiare partito in nome della rivoluzione liberale mancata e dalla Legalità violentata, un conto è sfiduciare un sindaco che mi sono impegnato a sostenere di fronte agli elettori. E poi, sinceramente, se anche un giorno dovessi sfiduciare la giunta e questo fosse determinante per mandarla a casa, tornerebbe al potere la 'pseudosinistra' citata da Giovannetti, che ha realizzato 14 anni di autentico malgoverno (e lo sapete tutti e due), dando concessioni edilizie a cani e porci e trasformando la città in un terreno fertilissimo per le cosche calabresi, che come ben sapete hanno i loro interessi nell'edilizia. Dove si può costruire a mani basse, questi schifosi arrivano come le api sul miele. Beh questo miele non l'abbiamo messo noi ma chi ci ha preceduto. Per cui se devo scegliere tra la lealtà al mandato elettorale (visto che questo mi consente di fare entro gennaio nuove proposte sul fronte della trasparenza amministrativa, e qui vedremo chi è con la Legalità e chi chiacchiera) e far andare su di nuovo chi ha mal governato, scelgo la lealtà. Questo si, un valore di destra liberale.

Giovanni Giovannetti  Caro Fraschini, tutto ciò è molto encomiabile. Peccato che intorno al sindaco, a cui fai la ruota del pavone o quella di scorta, ancora oggi alberghino i Greco e i Labate, i componenti del clan dei calabresi amici degli amici. Peccato che intorno a “Pupo” gravitassero gli interessi particolari di molti, compresi tale Neri e tale Chiriaco. Peccato davvero.
Quanto alla pseudosinistra, intendiamoci, non si intende tutto il centrosinistra, tanto meno la sinistra (come ben sottolinei, le generalizzazioni sarebbero da detestare) bensì alcune sue componenti affaristiche ben radicate oggi a destra (e non sembri accorgertene) così come ieri a pseudosinistra, gente che pianta le tende là dove li porta il soldo.

Niccolò Fraschini  Sorvolando sul concetto di 'ruota di scorta', almeno su quest'ultima analisi siamo d'accordo. Gli affaristi, di destra o di sinistra, sanno fare ottimi affari tra di loro e un'intesa opaca la trovano sempre. Ci vuole qualcuno sia in maggioranza che in opposizione a tenere alta la guardia. Beh, diamoci da fare.

Circolo Zaninello  La posizione della maggioranza dei consiglieri e della Giunta di Pavia sui Sinti è evidente al di fuori da quello che Fraschini – che gia' su altre cose aveva sostenuto tesi irripetibili – dice in blog o messaggi privati. La dott.ssa Carena – servizi sociali – ha chiesto formalmente al governo di Pavia di provvedere a «installare un distributore con 8-10 rubinetti a pulsante» e soprattutto «a porre in sicurezza tutti gli allacciamenti elettrici e la rete idrica esistente» nel campo di via Bramante. La risposta della giunta è stata, in accordo a quanto suggerito dal dirigente LL.PP. che «trattandosi di interventi di modesta entità se ne valuterà la possibilità di esecuzione in corso d'anno (2011). Insomma, la sicurezza, in un campo abitato da Sinti sfigati, anche se costa poco garantirla, anche se è un intervento di modesta entità, può essere rimandata a data da destinarsi. Meglio. Si può rimandare ad una data qualsiasi del 2011, la valutazione della possibilità di metterla in sicurezza. La salute di un Sinti, di un Rom, o di chiunque possa essere usato come allarme sociale per raccogliere voti, è un aspetto secondario.

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