I Mille

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No al Centro commerciale di Borgarello, sì allo sviluppo sostenibile
In un week-end raccolte a Pavia mille firme!

Un successo davvero senza precedenti: oltre mille firme raccolte in soli due pomeriggi in piazza, più del doppio di quanto si poteva ipotizzare. Sono persone dall'orientamento politico anche opposto: il presidente di Medusa film Carlo Rossella e l'ex sindaco di Pavia Elio Veltri; l'assessore comunale al Commercio Sandro Bruni (centrodestra) e il segretario cittadino del Partito democratico Antonio Ricci; l'assessore al Bilancio Marco Galandra (centrodestra) e il senatore Daniele Bosone (centrosinistra)… Tra i firmatari si incontrano numerosi studiosi e docenti universitari: Giuseppe Bogliani, Antonio Majocchi, Elisa Signori, Franco Osculati e Paolo Ferloni. Fra gli altri anche i sindacalisti Antonio Floriano (Cisl) e il segretario Edili della Camera del Lavoro di Milano, il pavese Franco De Alessandri. Numerosi tra i firmatari i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione: da Fausto Bazzani (Lega Nord) a Davide Ottini (Pd); da Pietro Ferretti (Pdl) a Francesco Brendolise (Pd); inoltre Guido Giuliani, Fabio Castagna, Luigi Boffini, Maria Raffaella Rognoni, nonché una moltitudine di semplici cittadini.
Sabato e domenica prossimi si andrà in replica, con due banchetti tenuti contemporaneamente in Piazza Vittoria e lungo l'allea di viale Matteotti, disposti da un composito fronte di comitati e associazioni: Legambiente, Pavia Monumentale, Italia Nostra, MeetUp Amici di Beppe Grillo, l'associazione Parco Visconteo di Certosa e il Comitato Città e Legalità di Pavia. A seguire il testo proposto per la sottoscrizione.

«Siamo contrari all'edificazione di un nuovo Centro commerciale a Borgarello. La provincia di Pavia ne è ormai satura e già si contano 21 Grandi strutture di vendita, che corrispondono a 14,6 metri quadrati ogni cento abitanti – il doppio della media nazionale (6,9 metri quadrati) e più della media lombarda (12,5) – destinati, con l'apertura di Borgarello, a toccare quota 17,7. Oltretutto la zona dove dovrebbe sorgere il progetto è in piena area agricola nei pressi del Parco Visconteo e lungo un simbolo della nostra provincia, il Naviglio. Fra l'altro, l'insediamento del Centro commerciale soffocherebbe ogni possibilità di sviluppo legato alla promozione turistica e culturale intorno al monumento della Certosa.
Ma in gioco c'è di più: da una parte l'ipoteca dello sviluppo insostenibile (basato su logistiche, autostrade, centri commerciali, che non rispondono alle esigenze dei cittadini ma solo alla speculazione finanziaria e fondiaria, quando non anche al riciclaggio di denaro), quello che consuma territorio e offre poco lavoro (un posto dequalificato nella grande distribuzione ne costa da 3 a 6 nei negozi di vicinato destinati a chiudere) e che ci vede solo come consumatori e non come cittadini; dall'altra chi vuole uno sviluppo sostenibile che mantenga la vocazione del territorio provinciale – da valorizzare – fatta di agricoltura insieme ad altre “eccellenze”, come i beni architettonici, storici e paesistico-ambientali, da promuovere: i saperi, l’innovazione, la cultura, cioè una società ed un’economia a misura d’uomo.
La battaglia contro il Centro commerciale di Borgarello e contro ogni nuova grande struttura commerciale è quindi anche culturale, perché contrappone differenti modelli di sviluppo.
In questo nostro fronte comune trovano posto coloro che vorrebbero tramandare alle future generazioni un mondo migliore dell'attuale e con le stesse opportunità.»

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