Sprofondo nord 14

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The answer, my friend, is blowin’ in the wind (Bob Dylan)

Tra le molte domande rivolte alla Procura pavese rimane senza una risposta quella sull’iperspeculazione Carrefour lungo la Vigentina. È una storia nata male e finita peggio. Nata male perché il terreno agricolo limitrofo all’area Fiat sul quale ora sorge il Carrefour venne acquistato nel dicembre 2001 da Pietro Guagnini – già membro della commissione edile – dal commercialista ed ex assessore della Giunta leghista di Jannaccone Pazzi Augusto Pagani e da Arturo Marazza (soci nella Vernavola Srl) per 120 milioni di lire e rivenduto subito dopo alla società Gs per 830 milioni: una speculazione.
Finita peggio perché il 10 gennaio 2008 Carrefour ha venduto i negozi della galleria a un Fondo tedesco. Due settimane prima dell’inaugurazione e a lavori quasi ultimati, il 19 novembre 2007 la Giunta fa propria una richiesta di Carrefour per l’ampliamento del parcheggio e dell’area commerciale (portata a oltre 15.000 mq calpestabili) e approva una variante – l’ennesima – al Piano di lottizzazione (delibera n. 254). Subito dopo il gruppo Carrefour vende la “galleria” al Fondo Unilmmo di Union Investment per 74 milioni di euro.[101]
Il parcheggio di 14.950 mq sul tetto dell’iper è sceso a terra quel 19 novembre: il 18 luglio 2007 il Comune ha autorizzato l’aumento della «superficie di incremento delle aree per attrezzature di interesse comune e parcheggi» da 43.400 a 60.500 mq (45.076 dei quali destinati al parcheggio), ad uso pubblico, in comodato per 90 anni alle società Demeter e Ssc, entrambe del Gruppo Carrefour.
Uno che se ne intende, un addetto ai lavori, ammette che nemmeno ai tempi di Tangentopoli si erano viste porcherie così sfacciate: e racconta storie di insospettabili untori, di personaggi corrotti, di fatture taroccate e di società lussemburghesi costituite ad hoc per movimentare il denaro delle tangenti. Il “nero” sarebbe passato anche dai subappalti gonfiati.
Il business sembra che funzionasse così: alcune ditte compiacenti emettevano fatture apportando un cospicuo sovrapprezzo, il 20 per cento del quale andava ad arricchire il tesoretto a disposizione di un insospettabile intermediario, un uomo cerniera con vistose entrature nella Massoneria locale. “Golaprofonda” riferisce di un noto esponente “progressista” che avrebbe ricevuto 200.000 euro dall’«intermediario» per la pratica Carrefour e per la riapertura di un altro supermercato in via Torretta.
A cento passi dal Carrefour troviamo la valle della Vernavola. «Un affare da 100 milioni». Il “padre” del Piano regolatore generale Lorenzo Rampa commenta così la delibera che, il 29 novembre 2004, aveva illecitamente esteso la perequazione[102] al Parco della Vernavola: «Le modifiche introdotte dalla Giunta e dal Consiglio non sono quelle chieste dalla Regione […]. Qui è stata applicata la perequazione ovunque, mentre noi applicammo il vincolo secco su quelle aree già sottoposte a vincoli preordinati. […] Inutile perequare se il fine è quello di evitare l’edificabilità»,[103] così come sarebbe stato inutile per il Comune acquisire aree già sottoposte a vincolo (vincoli che oltretutto non costano nulla alla collettività), in cambio dei diritti edificatori.
Interesse pubblico? No, grazie! Secondo Rampa, avrebbe vinto il gruppo di pressione dei palazzinari, e lo documenta: «Con la modifica delle Norme tecniche di attuazione ci sono circa 965.000 metri quadrati in più di superficie territoriale perequata. Ossia terreni su cui viene applicato un indice edificatorio dello 0,1. E sono i terreni del Parco della Vernavola che, come ho detto, potevano non essere compresi dalla perequazione perché già protetti da altri vincoli ambientali e paesistici». E invece lo hanno fatto: un business immenso, un regalo per gli speculatori, pari a 17.500 metri quadrati di superficie lorda di pavimento, equivalente a circa 150 appartamenti, «il 30 per cento in più della capacità edificativa del Piano regolatore approvato dalla Regione», riferisce Rampa.
I terreni del Parco li hanno «compresi», sì, ma illegalmente. Nelle tavole 6.1 e 4.1 del Piano regolatore generale il Parco è segnato da differenti confini: nella prima (Patrimonio storico e ambientale) il tratteggio corre lungo la sua periferia, segnata a verde; nella seconda (Azzonamento delle aree normative), lo stesso confine vira a stringere sul corso d’acqua, escludendo così proprio le aree su cui i parenti di Alberto Pio Artuso (all’epoca presidente della Commissione comunale territorio della Giunta centrosinistra di Albergati) progettano l’edificazione di 20 villette e palazzine.
Un partito bipartisan cementato nell’affare. Sì, affare: avuti i permessi la “proprietà” avrebbe infine rivenduto a terzi il progetto e l’area rivalutata, progetto a firma di Roberto Alessio, già dirigente comunale all’Urbanistica negli anni del suo tormentato iter. Una bella trama degna di qualche indagine, che vedrebbe l’Immobiliare Raced di Francesco Rampazi nella parte dell’utilizzatore finale. È la stessa immobiliare che di recente ha acquistato la vecchia sede Asm a Pavia per 5 milioni e 375mila euro, trattativa condotta con Artuso, componente del Cda Asm, in quota Pd.
È lo stesso Artuso a cui nella primavera 2010 si era rivolto per una «consulenza» l’incarcerato per mafia Carlo Antonio Chiriaco. Quale consulenza? Una Chiesa evangelica rivelatasi abusiva – l’ultimo dei 1.269 e più abusi edilizi che si registrano in città – e Artuso è notoriamente un “esperto” nel suggerire il rispetto apparente delle norme.
Emerge un ulteriore collegamento con l’inchiesta “Infinito”: Pasquale Barranca detto “Lino”, fratello di Cosimo, il capo della Locale di Milano, è ministro di culto della Chiesa evangelica milanese. Insieme al fratello, Lino è altresì in affari con Chiriaco: infatti, «tra i vari interessi che il sodalizio ha in cantiere vi è la realizzazione di un complesso residenziale nella zona di Brescia».[104] Dopo un nuovo incontro con Pasquale Barranca il 7 febbraio 2009, Chiriaco ne parla con la commercialista Quadrelli, con Morabito e, ovviamente, con il fido Alfredo Introini. Quasi certamente ne parla con un tale “Angelo”, «che a Brescia aveva qualcuno…».[105]
Cambiata l’amministrazione, nel 2009 cambiano i referenti politici per mafiosi e faccendieri, ma non i metodi. A parti invertite, nuova maggioranza e nuova opposizione sono ancora cementate nel difendere ad oltranza un articolato “accordo” bipartisan tra “galantuomini” che – dicono voci fondate – «non è stato facile concludere»; “accordo” (“stipulato” tra il 1999 e il 2003, tra l’adozione
e l’approvazione del Prg) che si allargherebbe ben oltre i confini del Parco.
Faccendieri rapaci orientano scelte, negoziano l’acquisizione di aree, opzionano proprietà terriere, accelerano o ritardano pratiche. 59mila mq del Parco (e molti altri terreni limitrofi) sono proprietà dell’ospedale San Matteo, dati in gestione alla Pirelli Real Estate di Tronchetti Provera. Come annota Filiberto Mayda, «dando valore alle aree» si consente agli attuali proprietari «di arricchirsi (lecitamente) cedendo i terreni a speculatori privati. I quali acquisiranno i diritti edificatori».[106] Un film andato in replica molte volte a Pavia.

(14 – continua)
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NOTE

[101] Al solito, la scoperta è di Irene Campari.
[102] L’acquisizione di aree strategiche in cambio del diritto ad edificarne il 10 per cento o di autorizzare altrove le stesse volumetrie.
[103] “la Provincia Pavese”, 18 gennaio 2005
[104] 28 gennaio 2009, Richiesta, p. 1733. L’affare nel bresciano si rivelerà legato ai rapporti tra Pasquale Barranca e le pecorelle della comunità Evangelica milanese. In particolare, i rapporti con il pastore Boerer Faccio Roselen, ministro del culto della congregazione evangelica “Ministero Sabaoth”.
[105] Chiriaco: «uhm… molto grosso… io mi ricordo che a Brescia Angelo aveva qualcuno…».
[106] “la Provincia Pavese”, 18 gennaio 2005

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