In alto i calici

by
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Nel maggio 2009 l’inconsapevole futuro sindaco pavese Alessandro Cattaneo detto Pupo era stato gradito ospite del capo della ‘Ndrangheta lombarda Pino Neri per un sobrio aperitivo elettorale. All’incontro con gli amici degli amici lui ci andò accompagnato da un comune conoscente, quel Francesco Rocco Del Prete indicato dagli inquirenti quale persona «nella piena disponibilità di Pino Neri» nonché uno tra i più solerti fiancheggiatori del giovane sindaco “antimafia”. Se ben ricordiamo, in quella tornata elettorale Cattaneo ebbe il sostegno di figure altisonanti come l’onorevole Giancarlo Abelli (non indagato), Carlo Chiriaco (poi a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa) e dello stesso Neri, l’avvocato tributarista pavese che, insieme ai fratelli Mandalari di Bollate e a Cosimo Barranca di Segrate, sedeva ai vertici della “Lombardia”, il supergruppo criminale ‘ndranghetista “commissariato” nel 2007 dai mammasantissima calabresi, per consegnarlo alla reggenza dell’avvocato di Pavia.
Cinque mesi dopo aver brindato insieme a Pupo – eletto a sua insaputa con i voti della mafia – il 31 ottobre 2009 Pino Neri innalzerà di nuovo alto il suo calice al Circolo “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano, per festeggiare la ritrovata concordia tra le “Locali” padane e la terra madre, e l’altrettanto a lui gradita elezione di Pasquale Zappia a capo lombardo della ‘Ndrangheta dopo che, il 14 luglio 2007, al bar “Reduci e combattenti” di San Vittore Olona, Michael Panajia e Antonino Belnome avevano ammazzato a revolverate Carmelo Novella, l’allora capo dei capi, che mirava all’autonomia dalla Calabria. E di nuovo non siete su “Scherzi a parte”.

Una Risposta to “In alto i calici”

  1. utente anonimo Says:

    ha ragione l'ex vice sindaco, caro giovannetti: lei è un forcaiolo giustizialista ed è anche una sorta di vetero comunista. E' facile parlare sulla pelle degli altri! ma avrei voluto vedere lei, se per caso fosse stato invitato a cena in una casa di san martino e alla fine l'avessero congedato con una bella forma di formaggio calabro!! Vorrebbe farmi credere per caso che non avrebbe accettato? Suvvia, proprio lei che sarebbe capace di vendersi, come ha detto l'innominato, per qualche euro e una mostra fotografica!
    Il fatto, caro Giovannetti, che a Pavia non vota solo la 'ndrangheta, eppure lei non fa presa sull'elettorato.
    E poi, qualcosa di vero in quel che si è detto c'è. A Pavia non vota solo la 'ndrangheta. Votano anche quelli che vanno a trovare i mafiosi nel loro studio insieme a qualche conosciuto commercialista e portano  quintalale di babà ed ettolitri di spumante.

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