L’acqua nelle orecchie

by
da Pavia, Antonietta Bottini

La gestione dell’acqua in provincia di Pavia procede solo dietro la spinta di sentenze della Corte costituzionale. Certo che i nostri amministratori sono duri di comprendonio. Dunque riassumiamo a beneficio dei sigg. Sindaci che hanno più volte votato le delibere proposte all’Assemblea Ato Ambito territoriale ottimale del ciclo idrico integrato) e avvallate dalla normativa regionale modello Formigoni:
– è incostituzionale (oltre che antieconomico e artificioso) l’obbligo di separare il servizio di gestione da quello di erogazione; Putroppo i nostri “eletti” si erano talmente affezionati al “modello” che l’hanno ri-votato anche quando hanno scoperto che non era un obbligo (e solo per un pelo l’abbiamo scampata dalla gara d’appalto indetta nel settembre 2009);
– la Consulta ha ribadito (forte e chiaro) che la patrimoniale NON può essere una Società; edddaaai, quante volte l’abbiamo cantata e suonata che una Società (una Srl o una Spa) non è un soggetto di diritto pubblico anche quando le quote o le azioni sono interamente pubbliche!
– la patrimoniale può fare solo la patrimoniale e NON può fare il gestore. Tòh, e adesso che succede in provincia di Pavia? Ci ritroveremo mica un “Pavia acque 1” e un “Pavia acque 2” vero? Eppure…
Dunque chiediamoci: perché mai noi in provincia di Pavia dobbiamo avere per forza una “patrimoniale” a cui moltissimi (ma non si sa quanti) comuni hanno conferito i propri beni? (errare è umano, ma perseverare…)
Sento già nelle orecchie il fischio della risposta. Perché i comuni (alcuni, forse pochi) hanno “rifilato” alla patrimoniale i debiti relativi a mutui contratti in precedenza.
Calma, calma. Questa l’ho sentita spesso durante la nostra campagna referendaria. Ma la mia obiezione resta sempre quella: dato che gli interessi dei mutui li paghiamo sempre noi con le nostre bollette, dove sta il problema?
Come come ?… Non sento bene … che dite? “Patto di stabilità”? Ma quel vincolo riguarda i comuni sopra i 5 mila abitanti vero? E quanti sono in provincia di Pavia, dove i comuni sono ben 190? Dunque, ragioniamo pacatamente: la patrimoniale non serve a nulla.
È invece necessario trovare la forma migliore per gestire i servizio idrico, nel rispetto della legge (regionale, nazionale, europea, va bene lo sappiamo). Nel rispetto delle norme, è possibile affidare direttamente (senza gara, senza privati) la gestione del servizio ad una Azienda Speciale. [L'”Azienda pubblica” NON “Società pubblica”, che è cosa ben diversa!]. Questa è la soluzione che rispetta la volontà della maggioranza degli elettori che anche in provincia di Pavia hanno votato Si ai Referendum.
Cosa impedisce alla Giunta e al Consiglio provinciale, nonché alle Giunte e ai consigli comunali, di procedere in questa direzione? I passi falsi, fatti rifatti e ripetuti nel recente passato nell’Assemblea Ato, potrebbero ben sollecitare un cambio di rotta! Oppure i nostri amministratori locali vogliono perseverare nel seguire le indicazioni dei soliti giocatori delle tre carte?

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