Le mie prigioni

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dal carcere di Turi, Giovanni Giovannetti

Facebook ha dato la notizia del mio arresto. Subito in città si è sparsa la voce, e due o tre (mila) volpi equamente argentate a centrodestra e centrosinistra l’hanno ritenuta veritiera, dandosi di zampa nel divulgarla (in carcere mi hanno telefonato molti amici e persino un paio di giornalisti, per verificare…). Di seguito riprendo alcuni tra gli interventi su Facebook, nel gruppo “Politica a Pavia”: tutto vero.

Pavia, 6 aprile 2012. Vito Sabato su Facebook

ARRESTATO GIOVANNI GIOVANNETTI!!! -
 Non c’è più religione, e neanche le mezze stagioni: non era ancora spuntata l’alba quando uomini del Gico della Gdf hanno fatto irruzione nell’abitazione del fustigatore. Sorpreso senza mutande nel sonno, il propugnatore dello stato etico ha avuto parole d’apprezzamento per il commando che lo ha catturato. Con la voce ancora impastata dal sonno ha voluto esprimere il suo compiacimento per l’operato del commando. «Siete stati bravi», sono state le sue parole rivolte all’appuntato che lo copriva con una coperta.
 Secondo indiscrezioni trapelate da ambienti investigativi, il giornalista e scrittore sarebbe stato tratto in arresto con l’accusa di scempio in luogo pubblico per aver progettato i parcheggi del centro commerciale Carrefour di Pavia. In cambio avrebbe ricevuto una parcella di 200.000 euro che, secondo le risultanze delle attività investigative, il Giovannetti avrebbe utilizzato per l’acquisto di un immobile in una nota località della riviera romagnola. Le indagini continuano a tutto campo, in particolare gli investigatori cercano riscontri circa la continua presenza dell’arrestato presso il supermercato senza nome di via Torretta. Secondo quanto si è appreso, Giovannetti avrebbe permesso la riapertura dell’esercizio commerciale in cambio della progettazione di quattro stalli di sosta per invalidi, inserendosi ad arte in una smagliatura normativa contenuta nella convenzione siglata per il rilascio del permesso di costruire a favore del colosso francese della distribuzione.

Località non precisata, quella stessa tragica mattina

LETTERA DAL CARCERE 1 – Per la precisione: convocato in Procura come «persona informata sui fatti», a un certo punto l’interrogatorio è stato sospeso e io invitato a nominare un difensore di fiducia. Sempre per la precisione, l’«immobile» è un sobrio rustico in Sardegna, acquistato da mia moglie in contanti, i risparmi di una vita spesa a fare la spesa.

Puntuale la replica del “Torquemada” Sabato

Sfido io che si risparmia, quando si approfitta dei sottocosto e dei zerocosto! Sua moglie, caro amico, acquistava con la tessera “spesa amica” che più amica non si può. Lei continui pure così e vedrà che potrà aspirare ad essere magari nominato, chennesò, membro di un qualche CdA. E se le va bene potrà fare come Boni e andare a parlare di rispetto delle leggi ai bambini delle elementari. Chi altri sarebbe disposto ad ascoltarla se non loro?

Stessa ora, stesso luogo ameno

LETTERA DAL CARCERE 2 – In Procura c’è una talpa. Sapevo delle intercettazioni e dell’inchiesta “Carrello” in corso. Dunque, nessuna sorpresa. Cara Tatiana, nonostante tutto rimango sereno. Sento dire che domani sarò trasferito in altro carcere pugliese. Ricordami ai ragazzi.

Implacabile Sabato risponde

Che bravo!! È diventato a un tratto un uomo… Pio!! Vuoi vedere che si è Confuso?

Ettore Filippi Filippi, un tempo vicequestore, sentiti i suoi…

Guardate che qualcuno non ha capito che stavate giocando su un’altra persona e ci ha creduto! Oggi pomeriggio si era sparsa la voce che la Finanza aveva preso Giovanni!!

Tutto vero, parola di “Torquemada”

Siamo in presenza di un uso distorto della carcerazione preventiva: metodi da stato di polizia che evidenziano i tentativi di scalata al governo della cosa pubblica per via giudiziaria. Forse anche una congiura di Roma ladrona/padrona. Ma io dico: che bisogno c’era di mettere in isolamento uno che ti ha raccontato tutto, partendo da quando rubava le merendine all’asilo?

Si è fatta sera

LETTERE DAL CARCERE 3 – Scrive G. dal carcere di Turi. Cara Tatiana, la cella è buia e fredda, ma posso scrivere. E di questo sono grato ai miei aguzzini. Ho già paura di essere soverchiato dalla routine carceraria. È questa una macchina mostruosa che schiaccia e livella secondo una certa serie. Quando vedo agire e sento parlare uomini che sono da 5,8 10 anni in carcere, e osservo le deformazioni psichiche che essi hanno subìto, davvero rabbrividisco, e sono dubbioso nella previsione su me stesso. Penso che tutti gli altri hanno pensato (non tutti ma almeno qualcuno) di non lasciarsi soverchiare e invece, senza accorgersene neppure, tanto il processo è lento e molecolare, si trovano oggi cambiati e non lo sanno, non possono giudicarlo, perché essi sono completamente cambiati. Certo io resisterò, e quando potrò tornare libero saprò mostrare vera gratitudine a chi ho ingiustamente tediato nei miei anni pavesi. Non mi sentirete più dare dell’uomo tutto d’un prezzo a un fedele servitore dello Stato di Banana quale è sempre stato Ettore Filippi Filippi, o del pirla a quel pirla del Sindaco. Basta dipingere la nostra bella Pavia quale città del malaffare. Basta. Sono pentito. Che volevano da me? Ecco, agli investigatori dell’inchiesta “Carrello” ho fatto i nomi, ripercorso scenari… E come Del Piero ora mi sono pulito dentro e pulito fuori. Ho fatto plin plin.

L’ex vicequestore quando parla di galera sa quello che dice, e lancia massaggi

Secondo me Giovanni e c. hanno superato il limite del buon gusto! Si può scherzare su tutto ma scherzare sulla privazione di libertà rappresentata dal carcere è ignobile! Lo dico da persona che è stata detenuta tre volte più un periodo di arresti domiciliari a causa di magistrati dell’accusa felloni ed arroganti che hanno, per motivi miserabili (arrivare a Rognoni o tenere pulito il famoso dr. Serra e la sua squadra mobile di funzionari, fatto fuori nel più assoluto silenzio) utilizzato me per la loro gloria. E le assoluzioni con ormai la piena e non identica richiesta da parte del pm di udienza la dicono lunga sui misfatti dell’accusa! Augurarsi che un avversario politico finisca in galera è già indice di miseria umana, ma scherzarci sopra è deprimente! Probabilmente non per i frequentatori di questo blog che sempre più spesso mi ricordano le tricoteuse, le popolane parigine che facevano la maglia ai piedi del palco della ghigliottina applaudendo ogni testa che cadeva!

Decoder: «sull’ex ministro degli Interni Virginio Rognoni e sul collega Serra e la sua banda di sbirri posso vantare medaglie tali da assicurarmi un salvacondotto da qui all’aldilà». Traduzione infedele? Millanterie? Presto sapremo.

Soluzione finale

«Si può scherzare su tutto ma scherzare sulla privazione di libertà rappresentata dal carcere è ignobile!» Parola di un pistola che quando sente parlare di carcerazione mette mano alla pistola. Conseguenze dell’effetto Serra? Ettore Filippi Filippi rinfoderi l’ammennicolo e rilegga il passo «ignobile»: «È questa una macchina mostruosa che schiaccia e livella secondo una certa serie. Quando vedo agire e sento parlare uomini che sono da 5,8 10 anni in carcere, e osservo le deformazioni psichiche che essi hanno subito, davvero rabbrividisco, e sono dubbioso nella previsione su me stesso. Penso che tutti gli altri hanno pensato (non tutti ma almeno qualcuno) di non lasciarsi soverchiare e invece, senza accorgersene neppure, tanto il processo è lento e molecolare, si trovano oggi cambiati e non lo sanno, non possono giudicarlo, perché essi sono completamente cambiati. Certo io resisterò».
Non occorre chiamarsi Vacca o Tamburrano per cogliere la fonte: le Lettere dal carcere di Gramsci, per la precisione, una lettera alla moglie Giulia del 19 novembre 1928 (p. 236). E Tatiana come quasi tutti sanno era la cognata. Lo dico anche a beneficio di quei due o tre (mila) coglioni di centrodestra e centrosinistra che hanno creduto veritiera la canzonatoria notizia del mio arresto, dandosi di gomito e diffondendola (mi hanno persino telefonato alcuni giornalisti per verificare…). Cari pavesi, siamo in queste mani. Qui il più sano ci ha il cagotto…

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