I veri nemici

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Il discorso tenuto il 25 aprile da Spairo Spairani

Quest’anno finalmente riusciamo a festeggiare la festa della Liberazione come si deve, dando la voce a partigiani, migranti, gay e lesbiche, NoTav.
Per al prima vota dopo anni, abbiamo costruito in autonomia una celebrazione per dar la voce a chi è il degno erede di quello spirito di ribellione che rese possibile la cacciata dell’invasore e degli aguzzini fascisti.
Mi preme in questo contesto, in quest’occasione sottolineare un aspetto della guerra di liberazione che solitamente viene tralasciato e considerato come qualcosa di poco importante e secondario.
La Resistenza è stata non solo una guerra di liberazione, una battaglia contro l’invasore tedesco, i fascisti traditori, ma è stata anche e soprattutto una battaglia di civiltà e una lotta di riscossa sociale. Una battaglia di civiltà contro l’egoismo, l’ignoranza, la cultura del più forte, il clientelarismo, l’omofobia. Una riscossa sociale contro lo sfruttamento sul lavoro, la privazione dei diritti.
Sono questi i valori a cui vogliamo dare voce. Se anche oggi, quelli che spesso sono visibili e violenti sono gli squadristi, i naziskin, forza nuova e fauna varia, non dobbiamo dimenticarci che i veri nemici sono altri, bene vestiti, rispettabili e con tanto di nomine e privilegi. Come allora la nostra battaglia non è contro i cani da guardia rabbiosi e ignoranti ma contro chi li manovra e come allora svende i territori, tagli i servizi e gestisce il potere con la forza contro la ragione utilizzando la repressione poliziesca,le denunce contro le idee.
Noi vogliamo riaffermare che oggi è la festa di coloro che si ribellarono allo sfruttamento e a quel modello economico e sociale che in nome di un nazione forte ieri, e oggi in nome di un rigore economico e quando va bene progresso e sviluppo, cancella diritti, servizi e impone guerre e opere faraoniche come la TAV o la Broni-Mortara.
Si, perchè anche la Broni-Mortara con la sua inutilità rispetto alla collettività, il suo sperpero di risorse, la distruzione del territorio e l’inquinamento che porterà alla provincia è una battaglia di civiltà, una battaglia per un modello economico e sociale di sviluppo. E non dimentichiamo certo che il PD, che ora sembra opporsi all’opera in “Provincia”, nel momento decisivo con la giunta Capitelli ha dato il suo avvallo al progetto consentendogli di arrivare dov’è ora.
Sono le logiche del profitto ad ogni costo, dell’intrallazzo ai danni dei beni comuni e l’assoluta mancanza di vergogna oramai imperanti nella politica e nelle istituzioni cittadine ad essere attacco della nostra critica. Non certo don Tassone della Casa del Giovane.
Ciò che ci indigna, non è Don Tassone, ma sono le inchieste sull’ndrangheta e le speculazioni edilizie che divorano Pavia, avvallate sia dalla pseudo-sinistra che dal PDL.
Quella che vogliamo celebrare poi in questa piazza è la voglia di riscatto che guidò la resistenza e vediamo oggi recepita da una nuova soggettività…unica speranza in questa epoca di crisi e governi tecnici inter-genrazionale. Una soggettività accomunata da una condizione di precarietà e mancanza di futuro. Una soggettività che dal nordafrica, al medi-oriente, alla Spagna e alla Grecia sta creando immaginari nuovi e speranze di cambiamento.
E con questa visione ampia – che individua i nemici nelle lobby economiche europee e nazionali, che indica come causa della impoverimento generale le politiche economiche europee così come quelle istituzioni – che possiamo rispondere a tono ed essere credibili ai razzisti e alla destra ignorante che, diciamolo, ha successo perchè propone la soluzione più semplice: prendersela con chi è più povero di noi, con chi ai giorni nostri gli tocca essere l’ultimo della fila
Concludendo lascio la parola ai fratelli migranti che sono oggi coloro i quali subiscono più di tutti il razzismo, le discriminazioni e la prigionia ingiusta e criminale verso qualsiasi diritto umano che prende forma nei lager moderni: i Centri di Identificazione ed Espulsione.

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