di Giovanni Giovannetti
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Lucca e Pavia sono le mie città. A Lucca sono nato, a Pavia ho vissuto. Da Pietrasanta a Lucca, passando per Camaiore e Montemagno, il cammino si fa interminabile.
Trascorrevo le estati dai nonni contadini nelle campagne del Compitese, alle pendici del monte Serra. Agricoltura di autosostentamento, giovani ingabbiati entro una millenaria gerarchia familiare. Così mio padre migrò in Svizzera (lì conobbe mia madre) e dopo il ritorno alla alla Pieve – una parentesi – portò la sua famiglia a Pavia, scegliendo la città e la fabbrica: Snia Viscosa, reparto solfuro, il più nocivo. Due anni dopo passò alla Necchi, in fonderia. Per lui la terra era sinonimo di miseria, economica e insieme culturale. Abbandonare i campi servì anche ad allargare i propri orizzonti, a rendere più dinamica la vita, a lasciarsi alle spalle una esistenza già nota nella sostanza, conservativa e tale da secoli, con minime varianti. Una vita grama. Con la fabbrica, mio padre vide migliorare la sua condizione economica e peggiorare la sua salute.
Nonno era semianalfabeta ma nessuno sapeva narrare meglio di lui. Storie picaresche e di mistero, oppure guerresche inventate lì per lì, avventure di uomini e animali dal micromondo compitese. E poi il monte Serra che, per la “storica” antenna (“storica” poiché fu il primo “ponte” da Torino a Roma di quella tv italiana ai primordi), era assunto a personalissimo Olimpo catodico: un luogo abitato dai nuovi dei televisivi, che so, un Mike Buongiorno a colazione da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, o per un thè con Gino Bramieri in compagnia del Quartetto Cetra o di Carlo Dapporto.
Ora il monte Serra gronda di antenne che lo rendono distinguibile anche a distanza. Lo rivedo dalla terrazza di Piazzano, poco dopo il monumento a Giorgio Gaber eretto al passo di Montemagno (a ciascuno il suo Olimpo), e Lucca sembra lì a due passi. Un miraggio.
Altri migranti. A Lucca il Gruppo Volontario Accoglienza Immigrati oggi non offre più un letto e un pasto caldo. È andato oltre, aiutando i nuovi italiani a trovare casa sul mercato privato, facendosi garante con i proprietari e offrendo prestiti a interessi zero per le mensilità da anticipare e per la cauzione, da restituire spalmati su 48 mesi. Con un finanziamento regionale, hanno trovato 400 appartamenti e sistemato oltre 1000 persone. Pochissimi casi di insolvenza, tant’è vero che i comuni di Lucca e Capannori hanno loro chiesto di replicare l’iniziativa anche per chi tra gli italiani ora è in difficoltà.
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