Borgarello nel cuore, lato portafoglio

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di Giovanni Giovannetti

L’ex sindaco comunista di Borgarello Donato Rovelli (avvincente primo sponsor politico del mega-centro commerciale alle porte del paese, ora candidato nel centrodestra) figura quale acquirente di uno dei terreni agricoli presso Certosa sopra cui dovrebbe passare la variante alla strada provinciale 35, asfalto “di servizio” per il Centro commerciale.
Una storia a tratti odiosa. Nell’aprile 2012, Rovelli e il promotore finanziario Emanuele Forte di Certosa sottoscrivono il preliminare di compravendita a prezzo di favore per un terreno che la Ge srl di Forte gestisce per procura in nome di un inconsapevole imprenditore agricolo affetto da retinite pigmentosa, una malattia ereditaria degenerativa. L’ex sindaco sa che – una volta approvata la variante alla ex statale dei Giovi per il Centro commerciale – il valore di quel terreno è destinato a lievitare (come potesse il Rovelli manifestarsi tanto sicuro dell’approvazione provinciale rimane tuttavia un mistero).
Così la racconta Maria Fiore sul quotidiano locale il 9 maggio: «A causa del peggioramento delle condizioni di salute dell’agricoltore, la sorella dell’uomo viene a conoscenza della vendita dei terreni e dell’esistenza della procura, che sarebbe stata usata anche per portare avanti una serie di operazioni finanziarie di cui l’agricoltore non era a conoscenza. A questo punto l’agricoltore decide di revocare la procura a Forte. Ma una settimana più tardi, attraverso quella stessa procura, davanti ad un notaio il promotore finanziario sottoscrive un contratto preliminare di compravendita a favore di Donato Rovelli […] Inoltre, l’accordo prevede che il prezzo sarebbe stato pagato solo al momento del rogito, da fare nei 5 anni successivi», senza alcuna caparra e sulla buona fede, garantendosi l’acquisto futuro senza esborsi preliminari, aspettando il Centro commerciale.
Ora siamo in campagna elettorale. A Borgarello si fronteggiano il sindaco uscente Michele Lamberti di “Progetto civico” (lista sostenuta dalla sinistra) – risolutamente contrario all’ipermercato – e Donato Rovelli, candidato di Pdl e Lega Nord che invece lo vuole (e si principia a intuirne il motivo…).
A prestare orecchio alle malelingue, tra gli sponsor occulti di Donato Rovelli e Centro commerciale, figurerebbero il presidente della Provincia Daniele Bosone (Pd) e l’assessore provinciale a mobilità infrastrutture e lavori Pubblici Maurizio Visponetti, stesso partito. Non sembri strano: a riprova citeremo l’indebita e semiclandestina “Osservazione” provinciale al Pgt pavese, a firma di Bosone: l’allacciamento alla tangenziale della variante stradale alla provinciale 35 (ovvero tra il Centro commerciale e la tangenziale pavese) avrebbe in questo modo fatto fare un significativo passo avanti all’invasivo progetto che, a parole, il presidente della provincia sostiene di avversare. Una “Osservazione” peraltro illecita più volte, che nemmeno è passata dal Consiglio provinciale, come invece s’imponeva. Una “Osservazione” che ignora il Piano territoriale di coordinamento della Provincia (nemmeno citato, Piano che, da quelle parti, semmai prevede «il consolidamento delle attività agricole e dei caratteri connotativi»). Una “Osservazione” che risulta in palese contrasto col Piano territoriale regionale d’area Navigli lombardi (Ptra), Piano che estende e rafforza i vincoli ambientali della zona.
Tuttavia senza l’approvazione della variante non è ammessa alcuna Conferenza dei servizi. Insomma, eludendo, forzando o giocando con le norme si è palesato questo bel ginepraio.
E qui, tra destra e sinistra, non ci si raccapezza più: a Borgarello la Lega Nord, a parole contraria al Centro commerciale, nei fatti è in cordata con chi lo vuole; così come a sinistra (sì, beh, sinistra…) sembrano della partita il presidente Bosone e l’assessore Visponetti. All’opposto, nell’udienza del 2 maggio scorso presso il Tar della Lombardia, gli avvocati dei Comuni di Pavia e di San Genesio (centrodestra) hanno chiesto con forza l’annullamento dell’autorizzazione commerciale.
Saranno voci, ma lo strabismo bosoniano pare lo si possa misurare dispiegando il metro dei bottegai, quale conseguenza del presunto mancato sostegno elettorale da parte di Lamberti e del locale circolo Pd alle recenti elezioni regionali, perse da Bosone e vinte da Giuseppe Villani. Insomma, a Borgarello, un clan Pd ora intenderebbe presentare il conto al candidato sostenuto dallo stesso partito, operando sottobanco in favore di Rovelli e di un Centro commerciale dannosissimo per economia e ambiente, un ecomostro che nessuno vuole a parte lorsignori, i loro amici e gli amici degli amici. Roba da asilo Mariuccia.

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3 Risposte to “Borgarello nel cuore, lato portafoglio”

  1. Anonimo Says:

    Borgarello. Davanti al giudice il caso dei terreni del market
    di Maria Fiore (“La Provincia Pavese”, 9 maggio 2013)
    Opzione sull’area acquistata dal candidato sindaco Rovelli, il proprietario è un agricoltore cieco Sull’appezzamento il progetto del mega-centro prevede il passaggio della variante dell’ex statale 35
    BORGARELLO. Un terreno, a Certosa, su cui dovrebbe passare la tangenziale del centro commerciale di Borgarello. Un terreno di proprietà di un agricoltore, cieco e malato, ma acquistato da Donato Rovelli, storico sindaco del paese, a capo dell’amministrazione dal 1977 al 2004. Rovelli avrebbe comprato il terreno attraverso un preliminare di vendita che gli avvocati dell’agricoltore ritengono illegittimo. Una vicenda intricata, che rischia di avere conseguenze politiche, oltre che giudiziarie. Perché Rovelli, da sempre a favore del progetto del mega-centro, partito proprio sotto la sua amministrazione, è anche attuale candidato sindaco di Borgarello, per una lista civica. Di certo c’è, per il momento, una causa civile in tribunale, proposta da una società che vorrebbe portare avanti la compravendita del terreno nonostante l’opposizione dell’agricoltore. Il nome di Rovelli risulta proprio dagli atti del procedimento civile, ancora in corso, con cui i giudici del tribunale di Pavia sono chiamati a sbrogliare la matassa. I fatti. Nel contratto preliminare al centro della contesa c’è un terreno su cui dovrebbe passare la variante dell’ex statale 35, tracciata nell’ambito del progetto del centro commerciale di Borgarello. Progetto che prevede la realizzazione di negozi e servizi su un’area commerciale di 14.950 metri e di un parco di 32.700 metri quadrati, oltre a un’area di intrattenimento con multisala e attività sportive, un hotel con 90 camere, una stazione di servizio, un nido, una nursery e una pista di pattinaggio. La variante dovrebbe passare proprio sul terreno dell’agricoltore. L’uomo, che ha 57 anni, ha gravi problemi di salute. Dal 2002 le condizioni peggiorano e perde progressivamente la vista, tanto che l’agricoltore comincia a gestire il suo patrimonio con difficoltà. Per questo, nel 2005, l’uomo decide di vendere, con un contratto preliminare, parte dei terreni a una società, la Ge Srl, amministrata da Emanuele Forte, un promotore finanziario che abita a Certosa, attivo anche nel settore immobiliare. A favore di Forte, nel 2007, l’agricoltore decide anche di sottoscrivere una procura generale, per la gestione del patrimonio accumulato in una vita di lavoro. Solo ad aprile del 2012, a causa del peggioramento delle condizioni di salute dell’agricoltore, la sorella dell’uomo viene a conoscenza della vendita dei terreni e dell’esistenza della procura, che sarebbe stata usata anche per portare avanti una serie di operazioni finanziarie di cui l’agricoltore non era a conoscenza. A questo punto l’agricoltore decide di revocare la procura a Forte. Ma una settimana più tardi, attraverso quella stessa procura, davanti a un notaio il promotore finanziario sottoscrive un contratto preliminare di compravendita a favore di Donato Rovelli. Nel documento viene indicato, secondo la famiglia dell’agricoltore, che si rivolge all’avvocato Giuseppe Roccioletti, un prezzo inferiore rispetto al valore dei terreni, acquistati come agricoli, senza tenere conto dei possibili sviluppi legati al progetto del centro commerciale. Inoltre, l’accordo prevede che il prezzo sarebbe stato pagato solo al momento del rogito, da fare nei 5 anni successivi. E ancora: nel contratto non è previsto nessun versamento di caparra o di cauzione, se non a distanza di un anno. Un atto in buona fede e regolare, come sostengono gli avvocati della società? Oppure un modo per mettere al sicuro i terreni in vista della possibile realizzazione del centro commerciale? Anche se i giudici riusciranno a rispondere a questo interrogativo e decideranno se il contratto dovrà essere annullato oppure no, resta la circostanza, tutta da chiarire, dell’intestazione dei terreni a Rovelli. «Non c’entro più nulla con questa storia – spiega il candidato sindaco –. Ho ceduto l’opzione a mio figlio Gabriele attraverso la costituzione di una società. So che ora tra questa società, la Due Srl, e l’agricoltore c’è un contenzioso, ma non mi riguarda. E’ stata la società, peraltro, a fare causa, perché il contratto non è stato rispettato. Come ho conosciuto Forte? Amministrava il patrimonio dell’agricoltore, è stato lo stesso proprietario del terreno a farmelo conoscere. So inoltre che il terreno è stato acquistato a circa 5 euro al metro quadrato». @mariafiore3

  2. MoVimento 5 Stelle Pavia » Borgarello: centro commerciale, affari, elezioni comunali Says:

    […] di Giovanni Giovannetti […]

  3. Movimento 5 Stelle Pavia | Borgarello: centro commerciale, affari, elezioni comunali Says:

    […] di Giovanni Giovannetti […]

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