di Alessandro Ceni
Convinciti ad una valle e a un bosco
per un istinto che invece di guidarti ti minacci,
come quello che non riposa mai
e guarda nel polverìo della porta smurata
sul contrafforte di rena
fiorire la polmonaria
gravitarvi una nuvola
e brattere il vento.
Il messaggio conteneva il modo
per dire la rondine, l’esperide
la mano che lascia la stretta di mano
e l’erba che si rialza nelle impronte,
lo sbandare della pineta
sul rettilineo dei palazzi in attesa
lungo la spiaggia di finissime ossa
e il mortaio calcinante delle colline.
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«Per andarsene da qui lasciarsi cadere, lasciare cadere a terra ogni possibile liquido, la muta, i licheni lanosi delle corna del cervo,
le squame, le penne del corvo e il suo arido volo d’estate sopra milioni d’insetti nell’erba delle praterie. Per sempre non tornare contemplare il fiume accendere la radio immaginare una casa e pretenderla tua».
Alessandro Ceni La ricostruzione della casa Poesie scelte 1976-2006
Effigie. le Ginestre |
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This entry was posted on 17 giugno 2013 at 14:09 and is filed under poesia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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