Il Cda di Asm e le diarie
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Dal 19 ottobre 2011 a oggi presidente, vicepresidente, consiglieri e direttore generale di Asm si sono raddoppiati gli emolumenti in forma di “rimborso spese” mensili. Per la precisione, il presidente leghista Giampaolo Chirichelli si «riconosce» 2.500 euro al mese in rimborsi forfetari (30.000 euro l’anno in aggiunta a 37.170 annuali – dato 2012 – già a sua disposizione); il postfascista Vittorio Pesato – all’epoca consigliere regionale e vicepresidente Asm – 2.000 mensili, mentre i quattro consiglieri possono confidare su 1.500 mensili a cranio (da sommare al compenso annuale di 13.500 euro).
Oltre a Matteo Mitsiopoulos (quel giorno era assente) i beneficianti/beneficiati sono: l’“azzurro” Marco Bellaviti (ora assessore comunale all’Urbanistica, in Asm gli è subentrato Graziano Leonardelli); il multicolor Luca Filippi (già indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa); il compagno Alberto Pio Artuso, a sua volta indagato per interesse privato in atti d’ufficio. Forfait di 1.500 euro mensili anche per un altro componente il clan degli indagati speciali: il direttore generale Claudio Tedesi, indagato a Milano per la mancata bonifica di Santa Giulia a Rogoredo.
Il documento: «Verbale della riunione del 19 ottobre 2011. Ordine del giorno […] punto 5. Proposta di rimborso spese per Amministratori e Dirigenti. Determinazioni inerenti e conseguenti. Sono presenti i signori: Giampaolo Chirichelli presidente; Vittorio Pesato vice Presidente (entra alle ore 18.15 per la trattazione del punto 5); Marco Bellaviti, Luca Maria Filippi Filippi, Alberto Artuso consiglieri. Sono altresì presenti Roberto Ricotti, presidente Collegio Sindacale. […] Sul punto – leggiamo nel Verbale – si apre una esauriente discussione al termine della quale il Consiglio di Amministrazione, con l’astensione di volta in volta del soggetto direttamente interessato, delibera di riconoscere ad ogni membro del Consiglio di Amministrazione ed al direttore Generale un rimborso spese forfettario a fronte delle missioni e trasferte effettuate nell’esercizio delle relative funzioni. Di determinare la quantificazione del rimborso spese in: euro 2500/mese per il Presidente del Consiglio di Amministrazione [Chirichelli]; euro 2000/mese per il Vice Presidente del Consiglio di amministrazione [Pesato]; euro 1500/mese per ciascun consigliere [Bellaviti, Filippi, Artuso e Mitsiopoulos]; Euro 1500/mese per il Direttore Generale [Tedesi]». Eccetera.
La delibera non prevede “pezze giustificative” ma la semplice sottoscrizione di un “report di trasferta”. Sono a parte altri benefit quali telefono… autoblu… benzina…
E tutto questo vale per i sette della “cupola”. Quanto ai “picciotti”, come si legge, possono scegliere tra un «rimborso spese tradizionale» (la canonica “nota spese” con allegate – si spera – le pezze giustificative) e un sobrio nonché costante diritto al «rimborso forfettario nella misura del 40 per cento di quanto stabilito per il direttore generale», ovvero 600 euro. Quattrini, a quanto sembra, elargiti a più d’uno. Ad esempio, al presidente Chirichelli risultano onorati forfetariamente 7.500 euro da ottobre a dicembre 2011, 30.000 nel 2012 (in 12 comode mensilità) e 15.000 nel primo semestre 2013: in meno di due anni l’onorato presidente si è “rimborsato” 52.500 euro. E sono pubblici denari (Asm è controllata al 95 per cento dal Comune di Pavia).
Reazioni? Vittorio Pesato ammette: tutto vero e tuttavia precisa che sia lui che Mitsiopoulos, l’altro camerata, pur potendo avvalersene non ne hanno mai approfittato. Il presidente Chirichelli difende la delibera, «approvata per darci un tetto» (di spesa?) e tuttavia, in nome della trasparenza, metterà a disposizione i documenti. L’addetto stampa di Asm Renzo Cavioni invece si lamenta: sarei stato cattivo (ne avevo accennato in alcuni commenti su Facebook). Che prepari allora i documenti, quelli che il suo capo sostiene di voler mettere a disposizione, ovvero: rendicontazione dei rimborsi spese a forfait o «tradizionale» riconosciuti ai sette membri il Cda di Asm e al direttore generale per gli anni 2011, 2012, 2013. Documenti che già ritengo di avere, ma che è bene misurare con le carte “ufficiali”. In nome della trasparenza.
A proposito di trasparenza, chi controlla i controllori? Eh sì, poiché il Cda Asm è di nomina pubblica e, fra gli altri, l’indagato Artuso (Pd) l’hanno messo in quel posto – ai pavesi – il duo Albergati e Bosone della banda Margherita (indagato e rinviato a giudizio poiché, l’ex presidente della commissione comunale Territorio avrebbe, anzi ha pilotato una lottizzazione abusiva, in pieno Parco della Vernavola, su terreni di proprietà delle signore Trabatti e Danelli, sue parenti). Allora chi controlla lorsignori controllori? La risposta, ovvia, potrebbe essere: vigila il Consiglio comunale. Del resto sono spese a bilancio, e un occhio avveduto avrebbe dovuto notare la manovra. Invece niente: chi controlla i controllori dei controllori?
Sempre in tema di temerari esborsi, Chirichelli ha poi deciso di elargire altri 127.000 euro quale «premio di risultato», per il triennio 2010-2011, ai tre componenti del cda di Asm lavori, di cui Asm è socio unico: 61.000 euro li ha così intascati il presidente Luca Filippi e 22.000 ciascuno i consiglieri Antonino Longo e Maurizio Lazzari (Pdl) – ben più dei compensi annuali – «quale riconoscimento dell’impegno profuso per il raggiungimento dei risultati». Risultati? Il bilancio 2012 registra un magro attivo di 3.750 euro, e nei due anni precedenti l’utile era stato di poco superiore. E dire che, stando alle norme sulle società partecipate da enti locali, gli eventuali premi legati all’utile di bilancio vanno riconosciuti «in misura ragionevole e proporzionata».
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10 agosto 2013 alle 09:26 |
Asm lavori, 105mila euro di premi al Cda. Eppure il bilancio di esercizio del 2012 si è chiuso con soli 3.750 euro di utili: emolumenti cresciuti in tre anni
Centocinquemila euro in tre anni. Sono i «premi di risultato» percepiti dal consiglio di amministrazione di Asm lavori. Premi che hanno consentito al presidente Luca Filippi e agli altri due membri del cda, Antonino Longo e Maurizio Lazzari (anch’essi esponenti di centrodestra), di incassare molto di più dei compensi annuali previsti, fissati in 10.000 euro annuali per il presidente e in 4.000 per ciascuno dei due consiglieri. Ma a leggere i bilanci si rileva che Asm lavori ha chiuso il 2012 con un utile di appena 3.750 euro, sia pure “viziato” dal peso dell’acquisizione del 70% di Technostone (Asm ha l’altro 30%), l’azienda di recupero e trattamenti di materiale edile sommersa dalle perdite (oltre 150 mila euro di rosso solo l’anno scorso). Senza questa acquisizione l’utile sarebbe stato grossomodo come quello degli anni precedenti, comunque inferiore a 50 mila euro. A fronte di questo, il socio unico Asm, nella persona del presidente Giampaolo Chirichelli, ha proposto e deliberato di assegnare ai tre componenti del cda i seguenti premi, «quale riconoscimento dell’impegno profuso per il raggiungimento dei risultati»: 10.000 a Filippi e 5.000 ciascuno a Longo e Lazzari per il 2010; quindi 21.000 euro a Filippi e 7.000 a ciascuno degli altri due componenti del cda nel 2011; e infine 30.000 a Filippi e 10.000 a Lazzari e a Longo per l’anno scorso, quello chiuso con l’utile più magro. Somme giustificate, considerando anche che le norme sulle società partecipate da enti locali prevedono eventuali premi, in caso di utili, ma «in misura ragionevole e proporzionata»? Secondo Luca Filippi sì: «Anzitutto il mio compenso è decurtato del 70% perché sono anche consigliere di Asm (dove Filippi percepisce 13.500 euro di emolumenti più 18.000 per rimborsi forfettari, ndr). Se 3.000 euro lordi sembrano tanti per una responsabilità del genere…». Già, però ci sono i premi: altri 61.000 euro in tre anni per l’intero consiglio di amministrazione. «Ma questa – ribatte Filippi – è una società che doveva chiudere e che noi abbiamo fatto crescere da poco più di 1 milione a oltre 4 di fatturato». In realtà già prima dell’insediamento del nuovo cda la società (che ha un organico di 37 persone) era in crescita e in utile, grazie anche al progressivo ampliamento dell’oggetto sociale: dai lavori di scavo e manutenzione stradale si è passati a comprendere interventi su rete del gas, idrica e fognaria, di igiene urbana e manutenzione del verde pubblico, e successivamente autotrasporto merci, noleggio e commercio di veicoli, installazione e manutenzione di impianti elettrici, idrici, di riscaldamento, climatizzazione, sanitari e per la distribuzione del gas. Inoltre l’Asm si appresta a trasferire alla controllata tutto il ramo della gestione calore. Asm lavori può agire in un mercato «protetto», dal momento che la quasi totalità dei lavori sono effettuati per la controllante Asm e per Linea distribuzione, del gruppo Lgh di cui fa parte anche Asm. «Ma abbiamo vinto delle gare», replica Filippi. C’è infine la grana legata a Technostone: «E’ una start-up e si sapeva che avrebbe avuto perdite nella fase iniziale. Asm ne aveva una quota ma nessun potere in fatto di governance, così si è deciso di rilevarla integralmente. Se amplia il suo campo d’azione può rendere, altrimenti verrà messa in liquidazione. Si occupa di recupero di inerti e del trattamento per la vendita all’edilizia, ma adesso il mercato del settore è completamente fermo». (Luca Simeone, “La Provincia Pavese”, 10 agosto 2013)
Bonus del Comune. Il sindaco ci ripensa. Una somma per i risultati raggiunti, ma il primo cittadino cambia idea: «C’è la crisi, neanche un euro»
In aggiunta ai compensi non ci sono soltanto i cospicui rimborsi forfettari (30.000 euro annui al presidente, 24 mila al vice e 18 mila a ogni consigliere). Per i membri del cda dell’Asm potrebbe arrivare, a conclusione del triennio 2012-2014, anche un bel premio di risultato. O forse no, perché il sindaco, che lo aveva proposto, pare averci ripensato. Nell’assemblea del 26 aprile 2012 Alessandro Cattaneo, nelle vesti di socio di maggioranza di Asm (con il 95.7% delle azioni), aveva proposto e fatto approvare per gli amministratori una «indennità di risultato aziendale» in caso di risultato positivo, come previsto dalla finanziaria 2007, «in misura non superiore al doppio del compenso omnicomprensivo». Indennità quantificata da Cattaneo «sulla base della media aritmetica dei risultati operativi lordi» dei bilanci 2012, 2013 e 2014. Un concetto insidioso, tra l’altro, quello del risultato operativo lordo, perché a partire da questo devono essere considerati anche ammortamenti, voci straordinarie e imposte per arrivare al risultato netto, che può anche essere di segno opposto. Tant’è che le norme per il pagamento di premi fanno riferimento a eventuali utili netti. Cattaneo, però, dice che la sua era solo una proposta da definire meglio. «In linea di principio sono favorevole a considerare le aziende controllate dagli enti pubblici al pari di quelle private – dice il sindaco – e quindi i compensi degli organi sociali andrebbero commisurati ai risultati raggiunti. Detto questo, così come fatto nei precedenti quattro anni, e considerato il periodo che viviamo, non darò un centesimo finché rimarrò sindaco. La proposta fatta nell’assemblea dei soci fu votata anche da sindaci di centrosinistra. Ogni decisione deve comunque ripassare per l’assemblea, ma ribadisco che non ci saranno premi». Protesta poi Cattaneo: «Perché non si dice mai che l’ultimo dei miei dirigenti in Comune prende il doppio del sindaco? E perché non si dice che questo cda dell’Asm costa molto meno di quelli precedenti designati dal centrosinistra?». In realtà basta consultare le tabelle dei compensi per scoprire che dal 2007 sono sostanzialmente invariati, attorno a 80 mila euro (eccetto un’impennata a 105 mila nel 2010, per il cda designato da Cattaneo), salvo la riduzione del 10% dal 2012 imposta però dalla finanziaria. Ma in più ora ci sono ben 108 mila euro di rimborsi spese: «Di questo non so nulla, sono decisioni del cda di Asm – dice Cattaneo – so comunque che Chirichelli sta preparando una relazione in merito». (Luca Simeone, “La Provincia Pavese”, 10 agosto 2013)