Lettera aperta al partito che non c’è
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Caro Partito democratico pavese, con quali facce, alle Comunali 2014, vi imbelletterete di fronte all’elettorato? Candidando bronzei ex assessori e tirapiedi di Albergati e Capitelli? E dire che, per cominciare, sarebbe bastato immaginare incandidabili gli assessori e i collezionisti di cariche e incarichi – gli stessi che localmente ci hanno portati lì dove siamo – dando adeguato spazio a idee e sguardi nuovi, in modo da rendere tangibile ovvero credibile la distonia con l’orripilante deriva economico-affaristico-urbanistica che tuttora paghiamo, imponendoci altre scelte.
Se non altro, se non a fronte del gravoso lascito pavese, qualcuno tra voi avrebbe potuto almeno provare a sostanziare l’autocritica appellandosi a Statuto e Codice etico del partito: «Ineleggibilità in caso di cumulo di diversi mandati elettivi» (Statuto del Partito democratico, art. 19 comma 2d); «Gli iscritti al Partito Democratico non possono far parte contemporaneamente di più di un’assemblea elettiva e di un organo esecutivo, tranne i casi in cui questo sia strettamente richiesto da una delle cariche istituzionali ricoperte» (art. 21 comma 6) o «assumere o ricoprire contemporaneamente più cariche istituzionali elettive (art. 3 comma 2b del Codice etico). Per tacere l’articolo 2 comma 5, sempre dal Codice etico: «Le donne e gli uomini del Partito Democratico ispirano il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà […] Non abusano della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite»: calza perfettamente al compagno Alberto Pio Artuso, ora a giudizio per la lottizzazione abusiva Greenway nel Parco della Vernavola (così avete difeso ambiente e bene comune). Ma non ditelo ai suoi compagni di merende Albergati, Bosone, Brendolise, Maggi, Pezza, Ruffinazzi, ecc.
Non ditelo, poiché il problema non sono le mafie e tanto meno l’affarismo: a Pavia il problema sono Grillo e Cinquestelle…
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