Ancora sgomberi? Solidarietà ai monaci della Certosa, da anni costretti ad occupare abusivamente il monumento
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Le istituzioni hanno mentito sul degrado della Certosa. Secondo quanto riferisce un documento riservato (reso noto dal consigliere regionale Cinquestelle Iolanda Nanni) il monumento richiede interventi – anche urgenti – per 27.250.000 euro, cifra cinque volte superiore a quella indicata da politici e Soprintendenza. Ulteriore beffa: come si legge, fra il Demanio – che fa capo al ministero delle Finanze – e i monaci da molto tempo (forse più di vent’anni) «non è stato sottoscritto alcun contratto d’uso, perché tale atto potrebbe configurarsi come convenzione a titolo gratuito e comporterebbe per i frati un obbligo di manutenzione»; di conseguenza i questuanti figurano «occupanti senza un preciso titolo»: come la pavese famiglia Capuozzo, recentemente sgomberata dalle case comunali in via Reale con l’intervento in forze di municipali, poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. E ora? (G.G.)
Il degrado della Certosa di Pavia vale 30 milioni di euro: la consigliera regionale M5S Iolanda Nanni ha depositato alla Procura della Repubblica di Pavia un esposto contro ignoti col quale si segnalano due possibili filoni di inchiesta. Il primo riguarda lo stato di degrado del Monumento; il secondo, la sua occupazione e gestione da parte dei monaci cistercensi, poiché la “convenzione” di cui i politici parlano alla stampa semplicemente non esiste.
Nel mese di ottobre Iolanda Nanni aveva anche presentato un’interrogazione diretta al Governatore Maroni, alla quale a tutt’oggi, nonostante siano scaduti i tempi previsti dal regolamento di Regione Lombardia, non è stata data risposta. La denuncia della consigliera regionale Cinquestelle verte su alcuni documenti ufficiali del Demanio, i verbali dei tavoli tecnici sulla gestione della Certosa, e la scheda di progetto Arcus2009, dai quali emerge:
– In base a diversi studi commissionati dal Ministero e dal Demanio, l’ultimo dei quali è lo studio ARCUS 2009, il monumento richiede interventi ordinari e straordinari per un valore di 30 milioni di euro, cifra incomparabilmente superiore a quelle riportate dai politici alla stampa.
– Sempre lo studio ARCUS 2009 certifica che il complesso «non presenta requisiti minimi indispensabili di messa a norma e sicurezza», e versa in una situazione «di imminente pericolo» per via della presenza di «strutture pericolanti» e «a rischio crollo»; di conseguenza «non vi è garanzia per l’incolumità dei visitatori».
– I verbali del Demanio certificano infine che «Attualmente il monastero è occupato da otto frati cistercensi: fra Demanio e frati non è stato sottoscritto alcun contratto d’uso, perché tale atto potrebbe configurarsi come convenzione a titolo gratuito e comporterebbe per i frati un obbligo di manutenzione»; di conseguenza «essi risultano occupanti senza un preciso titolo».
«È tragico doversi rivolgere alla magistratura perché la politica è come paralizzata da un’incapacità totale e da conflitti di interesse – ha riferito Iolanda Nanni – Il complesso monumentale della Certosa di Pavia è un gioiello architettonico e artistico che tutto il mondo ci invidia e che consentirebbe, da solo, il rilancio occupazionale e turistico del nostro territorio pavese. Cosa che – stando alla documentazione presa in esame – si rivela impossibile senza una chiara presa d’atto sul grave stato di degrado e l’inadeguata gestione dello stesso, nonché la volontà politica di pianificare interventi sistematici di ristrutturazione complessiva e messa in sicurezza, grazie ai quali sarà possibile rilanciare seriamente la Certosa».
Sempre secondo Nanni, «i documenti che ho esaminato certificano un estremo degrado della Certosa e il mancato rispetto delle condizioni di messa in sicurezza: gli interventi necessari sono enormemente più significativi di quanto i partiti ci raccontino sulla stampa. 30 milioni di euro non sono noccioline, e testimoniano il degrado assoluto a cui il monumento è stato abbandonato da una politica incosciente. Eppure i politici partecipavano e partecipano ai tavoli del Demanio sui cui verbali ho preparato l’esposto, non potevano non sapere e quindi in tutti questi anni hanno nascosto ciò che è realmente avvenuto al monumento. I politici sapevano quanto meno dal 2009, data dell’ultimo studio sulla Certosa, che era urgente e improrogabile un intervento strutturale per la messa a norma del monumento, e non solo non hanno fatto nulla ma hanno anche rilasciato dichiarazioni fuorvianti in tutti questi anni. Per esempio, riguardo alla supposta convenzione fra i frati e il Demanio: questa convenzione non esiste ed è il Demanio stesso a certificare che i frati occupano e gestiscono il monumento senza un titolo. La situazione è più che grave, è tragica e abbiamo assoluto bisogno di un tempestivo intervento per mettere a norma il monumento e sanare le situazioni di irregolarità».
Tag: Certosa
15 dicembre 2013 alle 23:37 |
ma la gente more di famme e noi parliamo di 30 milioni di euro .
Con 30 milioni si costruiscono circa 400 case per chi una casa non lo ha.
16 dicembre 2013 alle 12:37 |
«Certosa in grave pericolo» E sale il conto per salvarla
di Isabella Fantigrossi (“corriere della Sera”, 15 dicembre 2013)
Servono 30 milioni. «Nessun requisito di sicurezza». Documenti Sono atti della Regione sul degrado del monastero. L’esposto Iolanda Nanni, 5Stelle, ha portato le carte in Procura
Trenta milioni di euro. A tanto ammonterebbe, secondo uno studio segnalato nel 2012 dal Provveditorato alle opere pubbliche della Lombardia e redatto nel 2004, il costo complessivo degli interventi necessari per la sistemazione e la valorizzazione della Certosa di Pavia tra messa a norma degli edifici, manutenzione straordinaria, abbattimento delle barriere architettoniche e restauro di opere interne. Nel frattempo lo stesso Provveditorato, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, quella per i beni storici e la Regione hanno finanziato alcuni interventi. Ma a oggi, nell?enorme complesso voluto nel XIV secolo da Gian Galeazzo Visconti (le cui condizioni sono state denunciate dal Corriere il 19 novembre), sarebbero ancora prioritarie azioni su coperture e facciate, spazi interni e fognature, bagni esterni e impianto parafulmine. A dirlo un dossier in mano al consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Iolanda Nanni che venerdì ha presentato un esposto contro ignoti alla Procura di Pavia per denunciare il degrado della Certosa, il mancato rispetto delle condizioni di messa in sicurezza e l?assenza di contratto tra Demanio, proprietario del monumento e i frati cistercensi, gestori. «Attraverso una richiesta di accesso agli atti in Regione ? dice Nanni ? ho recuperato una serie di documenti ufficiali del Demanio, alcuni verbali dei tavoli tecnici avviati dal 2011 per il rilancio del complesso e una scheda riassuntiva che risale allo scorso novembre su che cosa è stato fatto e bisognerà fare. Da qui ? continua ? emerge che il monumento necessita di interventi per una cifra molto superiore a quella fino a oggi dichiarata».Nei documenti è scritto che la Certosa «non presenta requisiti minimi indispensabili di messa a norma e sicurezza», versa in una situazione «di imminente pericolo» e «non vi è garanzia per la piena fruibilità del sito nonché per l?incolumità dei visitatori». Secondo Nanni, «gli stessi verbali degli incontri tra Demanio, soprintendenze, Regione, Provincia, Comune di Certosa, Prefettura e comunità cistercense testimoniano la necessità di un piano strutturale che ripensi la gestione attuale della Certosa mentre fino a oggi tutti hanno proposto solo interventi di rattoppo che non bastano». Adesso spetterà, dunque, alla Procura di Pavia stabilire se aprire o meno un?indagine. Nel frattempo pochi giorni fa Letizia Lodi, direttore del museo della Certosa, ha spiegato che le soprintendenze ai beni artistici e architettonici hanno reperito, grazie anche a sponsor privati, 600 mila euro per alcuni interventi necessari alla Certosa. Le stesse soprintendenze hanno redatto un progetto di restauro e chiesto al Ministero dei beni culturali un finanziamento di sei milioni di euro. Mentre, è notizia di pochi giorni fa, dovrebbero arrivare dal Ministero 250 mila euro utili a sistemare i bagni del complesso. Intanto sono stati ampliati gli orari di apertura del museo (martedì e mercoledì su prenotazione; giovedì, venerdì e sabato dalle 14.30 alle 17; domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 14.15 alle 17). Ed è in cantiere un progetto per istituire un servizio di navetta dal castello Sforzesco di Milano alla Certosa.