da Pavia, Giovanni Giovannetti
Ma Vittorio Poma ci è o ci fa? E se ci è, cosa aspetta a recarsi lui stesso in Procura, per denunciare denunciare ciò che sa della «causale fittizia» del versamento elettorale per 4.500 euro di Dario Maestri a lui intestato, insieme agli ignoti a se stessi che hanno provato così a chiamarlo a correo?
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Giorni fa Direfarebaciare ha pubblicato un passo dell’Ordinanza di custodia cautelare per Filippi e Ciromanna relativo a un generoso presunto versamento “elettorale” per 4.500 euro di Dario Maestri (accusato di corruzione e altri reati) a Vittorio Poma, l’ex presidente provinciale centrodestra che nel 2011 – insieme a Sel, Pd, Idv, Verdi, Sdi e all’incarcerato Ettore Filippi (qui a sinistra, al computer insieme a Poma) – infine appoggiò il candidato del “centrosinistra” Daniele Bosone (nell’altra foto, giugno 2011, a cantar vittoria tra bandiere di Sel e Pd), ottenendo la Presidenza del consiglio provinciale. Ora “colombina” Poma, in vista delle Amministrative 2014 è di nuovo tornato col centrodestra, in cordata con Cattaneo, dopo aver soppesato l’ipotesi di una candidatura alle primarie Pd…
L’Ordinanza (pag. 6): «Pagamento Home Banking, a favore di “Tesoreria di Vittorio Poma Schifino Pier” del 29 aprile 2011. I fondi provengono per 4.500 euro dal c/c 370… acceso presso Crab [Cassa rurale ed artigiana di Binasco], intestato a Maestri Dario e Broglia Laura, a mezzo di assegno bancario n. 00074856… con valuta di addebito 29 aprile 2011».
Maestri finanziatore elettorale occulto non solo del Filippi ma anche di un suo sodale come Vittorio Poma? Domanda che volentieri abbiamo inoltrato ai compagni di Sel (tuttora al governo provinciale in siffatta compagnia), senza avere commenti o risposte.
Qualcosa da dire o ridire l’ha manifestata – e da subito – l’amico di Facebook Vittorio Poma: a una prima lunga telefonata è seguito questo ampio commento chiarificatore dal suo profilo su Facebook: «[…] In quella campagna elettorale, che ricordo molto bene, decisi di chiedere al mio amico Piero Schifino, commercialista, di aiutarmi nella delicata gestione contabile delle spese elettorali e, per quanto la legge non lo prevedesse, gli chiesi di assumere il ruolo di mandatario elettorale per garantire la completa tracciabilità di ogni forma di contribuzione. Piero Schifino è un professionista serio, mi spiegò quali regole adottare per una corretta gestione delle entrate e delle uscite e, d’accordo con me, decise di aprire un conto corrente presso il Monte dei Paschi di Siena. Su quel conto finirono i contributi volontari, che possiamo documentare in qualsiasi momento, che permisero di sostenere i costi della campagna elettorale e che vennero rigorosamente intestati a “Schifino Piero mandatario elettorale di Vittorio Poma” proprio per evitare confusione nella destinazione delle somme raccolte. Questa mattina, dopo aver letto l’articolo di Giovannetti, insieme a Piero Schifino ho voluto fare una verifica delle somme raccolte. Ebbene nessuna somma di 4.500 euro è stata versata sull’unico conto corrente abilitato a raccogliere i contributi elettorali. È di tutta evidenza che se davvero esiste un assegno di 4.500 euro versato con una causale fittizia (“Tesoreria di Vittorio Poma Schifino Pier”) quell’assegno non è mai stato versato sul conto corrente del Monte dei Paschi di Siena, unico conto abilitato a raccogliere i contributi a sostegno della mia campagna elettorale. A questo punto sarebbe interessante sapere chi ha realmente incassato quell’assegno e perché chi lo utilizza per ragioni di giustizia non si è preoccupato di verificare, insieme alla provenienza, anche la destinazione. Lo dico senza acrimonia ma con tanta rabbia».
Posizione apparentemente plausibile: qualcuno, chissà chi, magari si era intascato quei soldi convincendo il Maestri che fossero destinati a Poma…
“Circonvenzione di incapace”? Del resto anche la questione Colosimo-Cascina Spelta sa di beffa in danno del Maestri: come forse i meno distratti tra i nostri lettori ricorderanno, a Cascina Spelta il costruttore sta edificando residenze multipiano vista parco, sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, fra l’altro eludendo la legge “Galasso” . Dario Maestri è accusato di associazione a delinquere finalizzata a corruzione e truffa dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente che ostentava entrature in Soprintendenza; “consulenza” al solito suggeritagli dall’ex vicesindaco Ettore Filippi. Singolarmente, lo riconosce Maestri stesso in una mail al Colosimo del 23 ottobre 2010: «Facendo seguito al colloquio avuto col Dott. Filippi, con la presente le confermiamo il nostro interesse alla Sua collaborazione di assistenza sia per la pratica in corso che per le eventuali future. In riferimento al compenso richiesto per la nostra prima pratica ci permettiamo di sottolineare che ci sembra eccessivo, ma che ciò nonostante le verrà corrisposto, magari con un piccolo sconto… per le successive sarà necessario discuterne il compenso di volta in volta per trovare sicuramente un accordo. Non appena riceveremo il tutto, saremo pronti per il saldo. Cordialmente, Dario Maestri». A cosa era subordinato il saldo? Secondo gli inquirenti, l’esborso poteva servire ad oliare la rimozione del vincolo paesaggistico, ovvero ad ottenere ciò che la distratta Soprintendenza spesso e volentieri concede d’ufficio, senza nemmeno aprire le carte…
Ma – colpo di scena – da una intercettazione del 27 aprile 2011 (a cura della Direzione investigativa antimafia e non della Procura pavese), apprendiamo che fu proprio Schifino ad avvertire Filippi del ritardato accreditamento («i 5.000 euro non sono arrivati»). E qualche giorno dopo, il 3 maggio, l’ex vicesindaco informa Maestri che finalmente «il bonifico è arrivato».
Eh, Poma, chiamato a repliche «senza acrimonia ma con tanta rabbia»: era davvero «fittizia» la causale di quell’assegno? Ed era davvero uno solo il conto aperto ai contributi «volontari»?
Tanta rabbia avrebbe potuto indurre l’ex Presidente provinciale a recarsi lui stesso fin da ieri in Procura (l’indirizzo lo può chiedere al Filippi: abitano uno sopra l’altro, stesso vano scale) e insieme agli inquirenti «capire» ad esempio «cosa c’entri l’Home Banking con un assegno». Ma le dichiarazioni da lui rese ai giornali non recano traccia di questo intendimento.
A tal proposito: corre voce che i locali presso cui ha sede il comitato elettorale del sindaco uscente Alessandro Cattaneo (che avrà quale capolista Poma Vittorio e con lui un altro paio di candidati indicati nientemeno che dal Filippi) siano in capo al Maestri. Sarà poi vero?
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