Degrado alla Certosa: era meglio il Regno d’Italia
di Franco Maurici*
La giornata del 5 maggio è stata molto laboriosa per la dr. Buitoni-Borletti, sottosegretaria ai Beni e alle Attività Culturali dello Stato Italiano. Dapprima ha partecipato, nella sede regionale del Demanio, a una riunione con i vertici di Associazioni e Fondazioni, i quali non si sono mai occupati prima d’ora della Certosa di Pavia.
Dal consesso sono stati esclusi rigorosamente enti e personalità che hanno denunciato il degrado del complesso monumentale: il Comitato per la Tutela e lo Sviluppo della Certosa, la sezione locale di Italia Nostra, Pavia Monumentale, il prof. Ferloni, la consigliera regionale Iolanda Nanni, gli esperti di turismo e sicurezza (professori e professionisti) che aderiscono al Comitato.
Nella stessa giornata la dr. Buitoni ha proceduto alla visita del complesso con la dr. Niutta (la Provincia Pavese 6 maggio 2014), nota quest’ultima per aver sofferto in silenzio la lottizzazione della Vernavola; il piano commerciale di Borgarello; i progetti di lottizzazione dell’orto delle Clarisse, delle fasce fluviali del Ticino, del centro storico di Pavia previsti gli ultimi tre nel PGT di Pavia della giunta Cattaneo-Bellaviti di cui la dr. Niutta faceva parte. In entrambe le riunioni la dr. Buitoni ha illustrato la sua proposta inspirata a una sorta di liberismo fondamentalista: una Fondazione o addirittura un Consorzio per la gestione del complesso, con la partecipazione di Comuni, Province, Regione e imprenditori e quindi con l’inevitabile partecipazione di politici trombati, esperti cementificatori o inventori di fosse archeologiche.
La dr. Buitoni ha rivolto anche una supplica ai privati: «Per un’apertura prolungata sono necessari enti terzi in grado di aiutarci»: dunque potrebbero aiutarci non laureati selezionati da un serio concorso statale, assunti a tempo indeterminato dallo Stato, ma solo cooperative occasionali controllate dai partiti. Era meglio il Regno d’Italia che conferì la gestione della Certosa al Ministero della Pubblica Istruzione, il quale assumeva direttamente gli addetti al complesso.
Chissà se uno dei partecipanti alla riunione presso il Demanio si è ricordato della proposta da lui avanzata di trasferire la Certosa dal Demanio al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ad evitare pericolose commercializzazioni?
Il biglietto di ingresso. Secondo la Sottosegretaria «»È auspicabile e possibile», come se lo Stato non avesse il potere di riaprire subito la biglietteria, accuratamente murata (dal Demanio o dai monaci?) da quando le associazioni locali hanno insistito perché i turisti pagassero le visite allo Stato anziché ai monaci. Ma la dr. Buitoni si è preoccupata anche di difendere costoro anziché lo Stato che pure rappresenta: «I monaci sono stati oggetto di attacchi ingiustificabili».
Perché non lo comunica ai turisti che devono aspettare mezz’ora per le visite o trovano i cancelli chiusi prima della scadenza dell’orario affisso al portone d’ingresso o addirittura per tutto il giorno? «Con i monaci la convenzione sarà siglata prima dell’estate». Convenzione o concessione come proponeva il Demanio? Speriamo che qualcuno si ricordi dell’art. 115 del Decreto Legislativo 42/2004 che al 3° comma prescrive: «La gestione indiretta è attuata tramite concessione a terzi delle attività di valorizzazione, anche in forma congiunta e integrata, da parte delle amministrazioni cui i beni appartengono […] mediante procedure di evidenza pubblica» cioè mediante gare magari comunitarie.
Infine alcune domande inutili. La dr. Buitoni ha visitato l’area agricola contigua al complesso, la quale appartiene del pari allo Stato? Cosa ne dice della destinazione di essa a risaia? Ha verificato se la stabilità dei parapetti della peschiera e delle colonne del pergolato sia compatibile con l’allagamento del terreno? Si è mai chiesta se il crollo di un tratto del muro di cinta quattrocentesco avvenuto qualche hanno fa sia stato causato dalle acque della risaia?
Buonanotte amata Certosa. Fin quando rimarrai in mani tanto tremule il tuo destino di degrado non avrà fine.
* avvocato
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