Scendo all’edicola. Da un’auto ferma a motore acceso e lampeggianti qualcuno chiama: «Giovàni… Giovàni Giovanèti» Mi giro, la riconosco: nel 2007 era tra i Rom della Snia. L’abbraccio, non ricordo il suo nome: «sai – dice – adesso siamo cittadini italiani, un lavoro, i figli vanno a scuola. Voglio dirti anche questo. Grazie. Se non era per quello che tu e Irene avete fatto per tutti noi, oggi non saremmo qui». Mi commuovo, l’abbraccio e la saluto. Tutto prende senso.
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