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In una bella pagina sui quotidiani locali del gruppo “Espresso”, Vittorio Emiliani traccia oggi la storia della nostra Costituzione repubblicana, elencandone i “padri” e così concludendo: «…il 22 dicembre 1947 la nuova Carta fu approvata (453 voti a 62) e firmata da Umberto Terracini, presidente della Costituente, e da Enrico De Nicola, capo dello Stato». Ben in vista, sopra l’articolo campeggia la foto della cerimonia della firma, il 27 dicembre 1947 a Roma, Palazzo Giustiniani. E tuttavia la didascalia appare monca: sulla sinistra, quel giovane funzionario tra il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e De Nicola è Francesco Cosentino, all’epoca segretario particolare del Capo dello Stato nonché futuro autore del piduista Piano di rinascita democratica. Quasi a dire, ha scritto Sandra Bonsanti sul “Manifesto”, «che la Repubblica italiana nacque già insidiata dall’interno, da subito». (G. G.)
2 giugno 2016 alle 15:03 |
Praticamente, pur se di questo aspetto più specifico devo riconoscere di non esserne mai venuto a conoscenza prima di adesso, tutto ciò non può che avere a consolidare il succo di quanto, la mia persona, ha inteso affermare giusto ieri a proposito di Chiriaco e di Neri: l’abbraccio e il bacio fraterno tra mafie e massonerie, ben all’interno del medesimo contesto statuale, attraverso le frange più scomposte, coperte, irregolari e deviate di quel complesso di strutture, apparati e organizzazioni (anche e soprattutto para-militari) tramanti ibridi connubi e complotti indicibili che – a più pieno titolo e a tutti gli effetti – sono andate (e, a maggior ragione, vanno tuttora), inesorabilmente, riconoscendosi come parte integrante ed ineludibile di quello stesso ambito istituzionale, volutosi considerare nella sua più totale integrità.
3 giugno 2016 alle 00:30 |
Sulle macerie dello stato fascista sorge la giovane repubblica italiana, mare insidioso in cui finalmente tutti gli squali famelici, dopo lunghi anni passati in “sonno”, sono ora liberi di avventarsi.
3 giugno 2016 alle 01:00 |
Sulle macerie dello stato fascista sorge la giovane repubblica italiana, mare insidioso, in cui finalmente tutti gli squali famelici dopo lunghi anni passati in “sonno”, sono tornati liberamente a sguazzare.
Gli incappucciati hanno unito l’ Italia, incoraggiato e strumentalizzato ad arte il fascismo per arrivare alla meta del 2 giugno 1946: l’Italia repubblicana; da qui sono ripartiti per raggiungere un obiettivo ancora piu’ ambizioso, l’eliminazione degli stati nazionali e la creazione di un super stato solo apparentemente democratico, abitato da persone senza radicamenti culturali e ideologici, piu’ facili da strumentalizzare.