1968. Chi ricorda quella sera di un’estate italiana di 53 anni fa quando, a Napoli, in quell’altro Europeo vittorioso, la nazionale italiana al suo debutto batté l’Unione sovietica non ai supplementari, non ai rigori, ma dentro a una stanza chiusa dello spogliatoio del “San Paolo”, presenti solo l’arbitro e i due capitani, facendo a testa e croce. Giacinto Facchetti disse testa, quell’altro croce. vinse Facchetti (qui nella foto a pugno chiuso assieme a Mazzola, Bercellino e Valcareggi), ma corre voce che la monetina sia stata tirata due volte. Tiè, dasvidania tovarish, tornatevene a Mosca sporchi comunisti. Avevo 12 anni e il mio Sessantotto era il poster di quel trionfo chi lo sa se di cartapesta appeso in cameretta. Chi s’accontenta, gode. (G.G.)
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