Segnali archeologici di inedita caratura proprio là dove uno dei firmatari dell’appello per Pavia Capitale della Cultura progetta un residence di lusso con parcheggio interrato.
di Giovanni Giovannetti
La proposta di candidare Pavia a capitale della cultura merita credito perché da queste parti domina la creatività. Dove la si trova una città tanto inventiva da avere avuto un presidente della Provincia di “centrosinistra” che al tempo stesso era convinto consigliere comunale di “centrodestra”?
E chi ricorda quel Piano integrato di intervento per l’area Snia le cui volumetrie per nulla entravano in quelle della fabbrica sotto tutela (con la Necchi male in arnese è quel poco che resta della nostra civiltà industriale). Ecco allora la pubblica amministrazione di “centrosinistra” favorire sottotraccia l’accamparsi nella Snia dismessa di un buon numero di Rom rumeni, per poi lanciare questo risoluto appello: «volete che i Rom se ne vadano? Allora bisogna abbattere la Snia». Incantevole…
Stessa creatività nell’inventarsi nel 2006 un onerosissimo Festival, pomposamente chiamato “dei Saperi”, che invece di favorire il rilancio culturale e morale cittadino è servito a onorare i sospesi con alcune aziende d’area, quelle chiamate a collaborare alla egualmente onerosa (e vittoriosa) campagna elettorale del candidato sindaco di “centrosinistra”.
Piazza del Borromeo
Tornando all’oggi, non resta che domandarsi cosa s’inventeranno (ora che nuovamente Pavia la si candida a capitale di qualcosa) a fronte delle numerose tracce archeologiche che vanno emergendo all’ex Istituto Santa Margherita di Piazza del Collegio Borromeo; una notizia davvero entusiasmante per alcuni, ma irritante per altri. Si rivelano infatti stratigrafie che vanno dal romano al nostro tempo, passando per capanne a fossa alto-medievali (forse del VI secolo, somiglianti a grubenhaus) e murature medievali imponenti: sono resti che abbracciano un arco di tempo compreso tra l’anno Mille e il XV secolo.
L’edificio in piazza del Borromeo è stato ora acquisito da Heliopolis (una ditta di Trento-Bolzano-Milano, gli stessi che hanno in portafoglio l’area Necchi, ma concorrono anche Supernova e il Santa Margherita). Ci faranno un residence di lusso con parcheggio interrato per due piani. Insomma, se non si interviene, nel quadro del loro progetto di «rigenerazione urbana» i novelli Attila potrebbero distruggere ogni cosa, non ultimo l’edificio, sotto tutela, che fino all’altro ieri ha ospitato l’ospedale Santa Margherita. Strutturista del progetto è al solito lo Studio Calvi (lo stesso delle discusse New Town di L’Aquila e di tante altre alchimie locali e nazionali), ovvero lo studio che fa capo a uno dei più accreditati firmatari dell’appello per candidare Pavia a città capitale della cultura. Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio, se ci sei batti un colpo.
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