Archive for the ‘angelo moro’ Category
6 agosto 2013
Campus Aquae. L’informativa negata e i segreti di Pulcinella
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Continuano pavidamente a giocare a nascondino. Con questa lettera di Ivana Dello Iacono, il Comune di Pavia il 2 agosto scorso ha indebitamente negato ad alcuni consiglieri comunali il parere legale dello Studio Greco-Muscardini su due discussi permessi comunali a costruire rilasciati per Campus Aquae al Cravino.
Il Centro sportivo polivalente per studenti (inaugurato nel 2010 su terreni di proprietà dell’Ateneo e contigui alla lottizzazione abusiva di Green Campus) in realtà di studenti ne ha visti pochini, poiché l’83 per cento dei frequentatori non figura iscritto all’Università: uno strano project financing a trentennale gestione di Unisport – società costituita dall’imprenditore Vittorio Pacchiarotti presso il notaio Trotta il 6 dicembre 2005, solo due settimane prima dell’assegnazione – sopra terreni che il Piano regolatore generale tuttora vigente riserva alle attività universitarie. Strano poiché il costruttore si è avvalso di un finanziamento universitario di 4.660.000 euro, fondi statali, in aggiunta a un “canone” annuale di 330.000 euro (in trent’anni sono altri 9.900.000 euro): un ammontare di 14.560.000 euro, per un’opera dal costo netto preventivato di 15.865.811 euro; è quasi l’intero importo. Ancora più perplessità solleva l’esclusivo Centro benessere “universitario” gestito da Vitruviospa srl (sempre di Pacchiarotti), spacciato quale struttura fondamentale per le attività didattiche e di ricerca: l’autorizzazione comunale – del 15 febbraio 2011 – reca la firma del più che indagato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro.
La replica comunale ai consiglieri: «Si esprime il diniego per le seguenti motivazioni e considerazioni: il parere legale in questione è stato richiesto al professionista esterno al fine di acquisire ogni ulteriore elemento tecnico-giuridico, in aggiunta a quelli già in possesso degli uffici nell’esercizio della propria attività istruttoria, utili per tutelare gli interessi dell’Ente nell’ambito di una fattispecie caratterizzata da notevole complessità sia in fatto che in diritto, tenuto conto anche dei diversi soggetti coinvolti, della natura particolare dell’intervento (project financing) e soprattutto della concreta esposizione ad eventuali contenziosi correlati all’attività di controllo e o vigilanza avviata dall’Ente. Tale consulenza legale resta, pertanto, caratterizzata dalla riservatezza che mira a tutelare non solo l’opera intellettuale del legale ma anche la stessa posizione dell’amministrazione la quale, esercitando il proprio diritto di difesa, protetto costituzionalmente, deve pur fruire di una tutela non inferiore a quella di qualsiasi altro soggetto dell’ordinamento».
«Notevole complessità sia in fatto che in diritto»? (balle)
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5 agosto 2013
Cospicua “Indennità di risultato” per Moro e Grecchi
da Bananopoli, Giovanni Giovannetti
Sentite questa: all’onorato e plurindagato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro (ora è alla Mobilità) il Comune di Pavia ha riconosciuto una cospicua “Indennità di risultato” (12.235 euro) per aver conseguito buona parte degli obbiettivi politici indicati quest’anno dalla Giunta Cattaneo. “Indennità” per 23.948 euro a Francesco Grecchi, il nuovo dirigente all’Urbanistica in sostituzione del Moro, anche lui più che indagato. Per capire, lo stipendio di un dirigente comunale è suddiviso in tre parti: una prima, contrattualmente stabilita, prevede un minimo sindacale inderogabile di 42.300 euro, che va a sommarsi con l’“Indennità di posizione” (variabile da settore a settore, è proporzionale alle responsabilità, così che un dirigente all’Urbanistica o ai Lavori pubblici o alla Polizia locale si piglia altri 40-45 mila euro). Infine, l’“Indennità di risultato”: un incentivo misurabile sugli obbiettivi indicati dalla Pubblica amministrazione (per i semplici dipendenti non superano i 356 euro lordi…)
L’analisi dei comportamenti organizzativi – a cura di un Nucleo di valutazione, di nomina fiduciaria del del sindaco – prevede la compilazione di una “scheda di valutazione” in cinque punti: 1. Impegno lavorativo e qualità del contributo assicurato alla performance del servizio di appartenenza e del gruppo di lavoro nel quale è coinvolto – 2. Adattamento operativo alle esigenze di flessibilità ed ai cambiamenti organizzativi – 3. Orientamento all’utenza – 4. Coinvolgimento nei processi lavorativi e capacità relazionale interna – 5. Capacità di iniziativa personale e organizzativa. A ciascuno dei cinque parametri è attribuito un punteggio da 0 a 20. Nude indicazioni poiché, come si legge, «il Sindaco può, in ogni momento, fornire indirizzi e orientamenti al Nucleo di valutazione, nonché richiedere modifiche ed integrazioni di impostazioni metodologiche e priorità operative» (ma non era «in posizione di autonomia»?) Insomma, l'”indennità di risultato” a questo modo la decide il Sindaco, sentito il Nucleo di valutazione e chissà chi altro.
Quale bottino per l’onorato e indagato dirigente Angelo Moro? Forse la falsa certificazione Green Campus… il depistaggio sulla lottizzazione abusiva Greenway… l’illecita Concessione edilizia per Punta Est o per i capannoni di via Emilia o per il Centro benessere Campus Aquae… E quale per Francesco Grecchì? dirigente e diligente (nel sottoscrivere convenzioni con i lottizzatori abusivi di Green Campus) o a far casini in via Emilia. Parafrasando Mario Puzo, secondo la cosca Cattaneo del mandamento pavese, i picciotti Moro e Grecchi hanno fatto centro in pratica su tutto, così da ricevere una indennità che non potranno rifiutare… Baciamo le mani.
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29 luglio 2013
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Un altro documento comunale top-secret viene ora a scaldare la già rovente estate pavese. È la Relazione dello studio Greco-Muscardini sulla liceità dell’operazione Campus Aquae, il Centro sportivo polivalente inaugurato nel 2010 su terreni dell’Università al Cravino contigui alla lottizzazione abusiva di Green Campus: uno strano project financing a trentennale gestione di Unisport – società costituita ad hoc nel novembre 2005 da Vittorio Pacchiarotti (imprenditore di Belgioioso condannato nel 1993 a 1 anno e 3 mesi per corruzione e finanziamento illecito dei partiti) con atto del notaio Antonio Trotta (ora indagato per i rogiti di Green Campus) – sopra un’area che il Prg indica a “Servizi per l’Università”. Strano poiché il costruttore si è avvalso di un finanziamento universitario di 4.660.000 euro, fondi statali, in aggiunta a un “canone” annuale di 330.000 euro (in trent’anni sono altri 9.900.000 euro): un ammontare di 14.560.000 euro, per un’opera dal costo preventivato di 15.865.811 euro; è quasi l’intero importo: l’autorizzazione comunale al Centro benessere – del 15 febbraio 2011 – reca la firma del più che indagato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro.
A quanto risulta, la missiva “secretata” degli avvocati Greco e Muscardini è tra i documenti che giorni fa la Polizia giudiziaria ha inoltrato alla Procura.
La trasparenza non pare albergare tra le virtù di Alessandro Cattaneo: occultata e infine resa pubblica a furor di popolo la “nota” su Green Campus del prof. Aldo Travi al sindaco, a lungo nascosta agli stessi assessori. E si capisce: il 21 gennaio 2013 l’illustre docente precisava che quelle costruzioni erano condominii e non residenze universitarie (un illecito che non ammette sanatoria). Che le residenze universitarie possibili nelle zone “F” (come appunto quell’area al Cravino) non prevedono semplici insediamenti residenziali per studenti, ma devono assolvere funzioni e servizi «d’interesse generale, e cioè con precise finalità pubbliche». Che il permesso a costruire a firma del dirigente all’Urbanistica Angelo Moro non era conforme al Prg.
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Tag:Alberto Damiani, Antonio Trotta, Campus Aquae, Fabrizio Fracassi, Francesco Grecchi, Giuseppe Franco Ferrari, Green Campus, Punta Est, Vittorio Pacchiarotti
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20 luglio 2013
da Pavia, Giovanni Giovannetti
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Qui di fianco riprendiamo due “promo” di Campus Aquae al Cravino, centro polivalente sorto su terreni dell’Università contigui alla lottizzazione abusiva di Green Campus: ma dove sta scritto che è riservato a studenti? Che palestre, piscine, ristorante e l’esclusivo centro benessere “universitario” (massaggi decontrattivanti… drenanti… connettivali… ayurvedici…) sono in realtà strutture, ehm, fondamentali per le “attività didattiche e di ricerca”? Non lo leggiamo; e infatti il costoso centro ricreativo è frequentato all’83 per cento da persone che formalmente non ne avrebbero titolo.
Campus Aquae è un project financing a trentennale gestione di Unisport – società costituita ad hoc da Vittorio Pacchiarotti di Belgioioso nel novembre 2005 presso il notaio Trotta – sopra un’area (come la limitrofa Green Campus) che il Prg indica a “Servizi per l’Università U1” (l’autorizzazione comunale al Centro benessere – del 15 febbraio 2011 e gestito da Vitruviospa srl, sempre di Pacchiarotti – reca la firma del più che indagato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro). Project financing strano, poiché l’imprenditore belgioiosino si avvale di un finanziamento di 4.660.000 euro elargiti dall’Università, fondi statali in aggiunta a un “canone” annuale di 330.000 euro (in trent’anni sono altri 9.900.000 euro) per un’opera dal costo preventivato di 15.865.811 euro. E l’Università? Nulla da obiettare?
Pacchiarotti è quell’imprenditore condannato nel 1993 a 1 anno e 3 mesi per corruzione e finanziamento illecito dei partiti, per un giro di bustarelle volto a favorire l’edificazione di un parcheggio lungo il Ticino. Nel 2008 il Comune di Pavia (amministrazione Capitelli; Ettore Filippi vicesindaco e assessore dal Bilancio) gli ha elargito in dono oltre 700.000 euro quale compenso o compensazione (a rendere?) per la mancata costruzione di una piscina in via Acerbi. Secondo persone del mestiere, conti alla mano, sarebbe stato l’imprenditore a dover rifondere il Comune. E l’onere venne anche spacciato quale compromesso a tutto vantaggio della collettività, già che Pacchiarotti avrebbe minacciato una rivalsa legale per 1.500.000 euro. Un ex consigliere comunale riferisce poi questa affermazione dell’imprenditore, in dialetto pavese: «Mì sò gnént, l’ha faj tütt al Filippi» (Non so niente, ha fatto tutto Filippi, Ettore Filippi).
Sia Pacchiarotti che Dario Maestri (il costruttore di Punta Est) figurano tra i graditi sponsor del periodico pavese “Il Mondo del lunedì” (ora “Il Mondo di Pavia” online), testata vicina a Rinnovare Pavia, la lista civica della famiglia Filippi di cui ricordiamo l’onerosa campagna elettorale alle Comunali 2009. Così come è ormai storia (giudiziaria) la vicenda di quel candidato chiesto da Filippi al capo della ’Ndrangheta lombarda Pino Neri, avvocato tributarista reduce da 9 anni di carcere per narcotraffico, nuovamente condannato in primo grado il 6 dicembre 2012 a 18 anni per associazione mafiosa.
Ricordiamo Filippi nel 2005 membro “a sua insaputa” del cda della fondazione di diritto sammarinese Ester Barbaglia – la maga di Craxi e Berlusconi – che fra l’altro possedeva il 21 per cento di una banca, il Credito Sammarinese, incline al riciclaggio per conto di narcotrafficanti.
Tag:Campus Aquae, criminalità urbanistica, vitruvio spa, Vittorio Pacchiarotti
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12 luglio 2013
Green Campus. Il sindaco nasconde documenti
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Dopo aver sottoscritto una temeraria Convenzione con la società Green Campus sulla nota lottizzazione abusiva al Cravino (l’Università aveva declinato l’invito), la Giunta Cattaneo ora secreta una parte del parere legale chiesto dal Comune all’avvocato prof. Aldo Travi. Non resta che sollecitare il sindaco a divulgarla, o la Procura pavese ad acquisirla.
Tornare da Strasburgo, dopo aver incontrato il presidente del parlamento europeo Martin Schulz, e ritrovare Pavia tale e quale: sospesa tra convergenze affaristico-criminali (mafiose e no) e un sindaco ad autonomia limitata, prigioniero di chissà quali “obblighi” assunti con si sa chi: poteri forti, comitati d’affari, grandi elettori o peggio. E tanti saluti al pubblico interesse. Le mezzebarbe non provano nemmeno a salvare le apparenze e librano il loro svettante nanismo nel ratificare una Convenzione tra Comune e Green Campus, nonostante l’accusa di lottizzazione abusiva che pende su quest’ultima. Un guanto di sfida alla Procura pavese – che nei mesi scorsi aveva posto l’area sotto sequestro – proprio ora che piazza del Tribunale dichiara concluse le indagini. Sono dieci gli avvisi di garanzia inoltrati: ai dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro (a riprova del coinvolgimento di Palazzo Mezzabarba), nonché a cittadini “di rispetto” quali Gian Michele Calvi e signora, il faccendiere Arturo Marazza, i fratelli costruttori Alberto e Paolo Damiani, il notaio Antonio Trotta e altri ancora.
Non paghi, questi Robin Hood all’incontrario, spendono pubblici quattrini in consulenze presso accreditati studi legali, salvo poi secretarle qualora il parere risultasse sfavorevole per amici e sponsor economici.
Ad esempio, del parere richiesto dal Comune di Pavia all’avvocato professor Aldo Travi da Busto Arsizio conosciamo la Relazione del 21 gennaio 2013, ovvero prima del sequestro dell’area; secretata invece una sua più aggiornata “nota integrativa”. Forse non per caso, chi tra gli assessori l’ha potuta leggere – l’avvocata Cristina Niutta ad esempio, lei è del mestiere – si è poi resa irreperibile al momento del voto.
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Tag:Alberto Damiani, Aldo Travi, Antonio Trotta, Arturo Marazza, criminalità urbanistica, Francesco Grecchi, Gian Michele Calvi, Paolo Damiani, Università di Pavia
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12 aprile 2013
di Giovanni Giovannetti
Le “motivazioni” della sentenza che, il 26 febbraio scorso, mi ha assolto dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa, condannando i denuncianti (l’ex dirigente all’Urbanistica Angelo Moro e il suo fiduciario Fabio Panighi) al pagamento delle spese processuali.
Negli articoli in cui accuso Angelo Moro e il suo fido scudiero Fabio Panighi d’aver indotto i consiglieri comunali pavesi a votare in favore di una lottizzazione abusiva, «sussiste verità (quantomeno putativa) e pertinenza del fatto». Come qualcuno ricorderà, i due mi avevano denunciato per diffamazione a mezzo stampa ma, recita la sentenza, «non si ravvisa alcuna violazione di diritti della personalità degli attori». Assolvendomi, il Tribunale ha condannato Moro e Panighi a «rifondere le spese processuali» liquidandole in 3.900 euro (al solito, l’avvocato Maurici sentitamente ringrazia).
Vecchia storia la lottizzazione abusiva Greenway, in peno parco della Vernavola, dai due temerariamente avallata prima in commissione Territorio, poi in Consiglio comunale (19 aprile 2010). Le delibere verranno successivamente cancellate dal Tar; sentenza definitivamente confermata il 13 novembre 2012 dal Consiglio di Stato, in cui fra l’altro viene rilevata «la contraddittorietà dell’operato della stessa Amministrazione che clamorosamente disattende le determinazioni di tutela ambientale che pure ha avuto cura di imporsi, obliando di attivare la procedura di carattere precauzionale e preventivo Vas, comunque senza valutare l’assoggettabilità o meno del piano in questione a tale verifica di compatibilità ambientale». (more…)
Tag:criminalità urbanistica, Fabio Panighi, Fabrizio Fracassi, Laura Cortellaro
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26 febbraio 2013
«In nome del popolo italiano, il ricorso è respinto. Il Tribunale condanna gli attori a rifondere ai convenuti 3.900 euro in spese legali». Gli “attori” sono il dirigente comunale del settore Ambiente e Territorio Angelo Moro (ormai ex, poiché interdetto dai pubblici uffici) e quell’altro funzionario, Fabio Panighi; Io, Giovannetti, il “convenuto”. Ero stato denunciato per diffamazione a mezzo stampa. Al solito per averli – a loro giudizio – «ridicolizzati» in alcuni articoli, su Direfarebaciare e sul settimanale “Il Lunedì”, là dove denunciavo la lottizzazione abusiva “Greenway” in pieno Parco della Vernavola, da loro temerariamente avallata prima in commissione Territorio, poi in Consiglio comunale (19 aprile 2010). Le due delibere verranno successivamente cancellate dal Tar; sentenza definitivamente confermata il 13 novembre 2012 dal Consiglio di Stato, in cui fra l’altro viene rilevata «la contraddittorietà dell’operato della stessa Amministrazione che clamorosamente disattende le determinazioni di tutela ambientale che pure ha avuto cura di imporsi, obliando di attivare la procedura di carattere precauzionale e preventivo Vas, comunque senza valutare l’assoggettabilità o meno del piano in questione a tale verifica di compatibilità ambientale».
A Moro e Panighi si erano rivolti consiglieri comunali di destra e di sinistra, timorosi di dover rispondere penalmente del voto favorevole a quella speculazione, e da loro avevano ricevuto conforto e rassicurazioni. Così maturò l’okkei bipartisan agli interessi più che partisan, diciamo famigliari, dell’ex presidente della Commissione comunale territorio, il compagno Alberto Pio Artuso (Pd) di cui le signore Trabatti e Danelli – proprietarie di quei terreni – sono parenti.
Fra l’altro, sui vincoli (espropriativi e non conformativi) e sull’obbligatorietà della Vas, la Valutazione ambientale strategica disattesa, Panighi si era spinto a dichiarare il falso.
A seguire, il testo integrale delle “note conclusive” dell’avvocato Franco Maurici, accolte dal Tribunale pavese. L’avvocato al più presto emetterà fattura e sentitamente ringrazia.
Tribunale di Pavia – Causa n. 325/2011 R.G. – Udienza 26.2.2013
Note conclusive di Giovanni Giovannetti + 2 – convenuti – Avv. Francesco Maurici
Contro Angelo Moro + 1 – attori – Avv.ti Pasquale Cerbo e P.R. Sicari
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Tag:Fabio Panighi, Fabrizio Fracassi
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7 febbraio 2013
E interdizione dai pubblici uffici per Angelo Moro
Affaire Punta Est. Arrestati il prof. Angelo Bugatti (già direttore del dipartimento di ingegneria edile presso l’Università di Pavia) e l’imprenditore edile Dario Maestri. Interdizione dai pubblici uffici per il dirigente comunale Urbanistica e Territorio Angelo Moro. 120.000 euro complessivi sarebbero stati elargiti dall’imprenditore al professore, con Bugatti che sottoscrive un atto d’obbligo – spacciato per convenzione con l’Università – là dove le residenze invece che affittate a studenti erano state poste in vendita sul libero mercato (fra l’altro, anche sfacciatamente reclamizzate). Perquisiti anche ufficio e auto dell’assessore comunale all’Urbanistica Fabrizio Fracassi. I reati contestati a Bugatti, Maestri e Moro vanno dalla corruzione al falso materiale, dall’abuso d’ufficio alla truffa. Nel corso della conferenza stampa in Procura, si è avuta notizia di una coppia intenzionata all’acquisto: i due in realtà erano carabinieri.
Su Punta Est hanno detto…
«La nuova sottoscrizione riguardante Punta Est è in regola con quanto scritto nel piano regolatore» Fabrizio Fracassi, assessore all’Urbanistica (“La Provincia Pavese”, 9 luglio 2011).
C’è un nuovo accordo per cui «il privato si impegna a rispettare gli impegni assunti con l’università di Pavia realizzando unità immobiliari con l’adozione delle migliori tecniche per scopi di ricerca» Angelo Moro, dirigente comunale all’Urbanistica (“ La Provincia Pavese”, 9 luglio 2011)
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Tag:criminalità urbanistica
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20 novembre 2012
In una mail al faccendiere Colosimo, il costruttore indagato chiama a correo l’ex vicesindaco amico dei mafiosi
da Pavia, Giovanni Giovannetti
“Punta Est” e “Cascina Scova” sono iniziative del clan Maestri. Sul cantiere di “Punta Est” sotto sequestro (73 alloggi per studenti in realtà in vendita sul libero mercato immobiliare come «residenze di pregio») pende l’accusa di lottizzazione abusiva e violazione della legge Galasso; mentre al contiguo Centro benessere di “Cascina Scova” la piscina e il campo da tennis sono sostanzialmente privati eppure «aperti al pubblico», così da aggirare norme e oneri di urbanizzazione.
A cento passi da “Punta Est” e “Cascina Scova”, lungo viale Lodi si trova “Cascina Spelta”, là dove “la Cortazza” di Dario Maestri ha edificato residenze multipiano vista parco, sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, eludendo nuovamente la “Galasso” (una mania). Il costruttore è ora indagato per associazione a delinquere finalizzata a truffa e corruzione dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente con entrature in Soprintendenza, “consulenza” al solito suggeritagli dall’ex vicesindaco Ettore Filippi, suo amico e sodale, come singolarmente riconosce Maestri stesso in una mail al Colosimo del 23 ottobre 2010, questa: «Facendo seguito al colloquio avuto col Dott. Filippi, con la presente le confermiamo il nostro interesse alla Sua collaborazione di assistenza sia per la pratica in corso che per le eventuali future. In riferimento al compenso richiesto per la nostra prima pratica ci permettiamo di sottolineare che ci sembra eccessivo, ma che ciò nonostante le verrà corrisposto, magari con un piccolo sconto… per le successive sarà necessario discuterne il compenso di volta in volta per trovare sicuramente un accordo. Non appena riceveremo il tutto, saremo pronti per il saldo. Cordialmente, Dario Maestri».
Non appena ricevuto il tutto? Le consulenze si pagano a prescindere dall’esito… a cosa era subordinato il saldo? Secondo gli inquirenti, l’esborso sarebbe servito ad oliare la rimozione del vincolo paesaggistico.
Inutile ricordare le altre imprese del sodalizio. Nel giugno 2012 Dario Maestri, Ettore Filippi, suo figlio Luca Filippi, il faccendiere Arturo Marazza, il funzionario comunale Vittorio Rognoni e i dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro hanno ricevuto un avviso di garanzia per associazione a delinquere e corruzione.
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23 Maggio 2012
di Giovanni Giovannetti
No, non condivido la richiesta di licenziamento in tronco del congelato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro pretesa dai risoluti amici di Insieme per Pavia. Altro che licenziamento, l’architetto andrebbe invece premiato: fingendosi digiuno del mestiere, con quella sua autorizzazione a costruire in deroga a tutto e tutti inoltrata alle sette sorelle o fratelli di compasso, betoniera e grembiulino, lui si è fatto beffe della cordata Green Campus, mettendo così l’amministrazione Cattaneo nella condizione di acquisire “inaudita altera parte” le residenze al Cravino. Un bene collettivo che a tempo debito, ne conveniamo, potrà essere derubricato in moderna e confortevole edilizia popolare, a tutto vantaggio di 327 famiglie pavesi, le più male in arnese, che da anni anelano una casa. Così che il “sindaco del fare” scempio urbanistico per una volta saprà fare una cosa utile alla città: case popolari, da esibire tra le più belle medaglie di mandato nella marcia su Roma che a breve – ne siamo convinti – lo vedrà finalmente deputato (costringendo i pavesi ad elezioni anticipate nel 2013…).
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3 aprile 2012
Punta Est. Moro e Bugatti sono ufficialmente indagati
Il 3 aprile, tarda mattinata, il dirigente comunale all’Urbanistica Angelo Moro e il direttore del dipartimento di Ingegneria edile e del territorio Angelo Bugatti hanno ricevuto la notifica della loro iscrizione nel registro delle persone indagate. Moro «per aver rilasciato illegittimamente una concessione edilizia su area sottoposta a vincolo paesaggistico, di opere edilizie residenziali di libera vendita in violazione della originaria concessione alla costruzione esclusiva di edifici per residenze e servizi universitari»; Bugatti «per aver formato in tutto o in parte e falsamente, e sottoscrivendolo, il verbale autorizzativo della predetta convenzione in qualità di direttore del dipartimento di Ingegneria edile e del territorio della medesima Facoltà». Abuso d’ufficio per Moro, falso in atto pubblico per Bugatti. Il Comune di Pavia ha sospeso il dirigente all’urbanistica dall’incarico. (G. G.)
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24 marzo 2012
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Mazzette? Affarismo? «Che male c’è? Qui lo fanno tutti». Insomma, parafrasando Craxi, se tutti rubano nessuno ruba. Sono parole di un politico della Pavia che conta, uno con molte entrature presso immobiliaristi, costruttori e faccendieri, tanto da rappresentarne un prolungamento “politico” nelle istituzioni, da oliare all’occorrenza. Lo chiameremo “Confuso”.
“Confuso” è uomo di centrosinistra, così come lo era “Tanticapelli”, leader del Sessantotto pavese, poi socialista “di sinistra”, oggi affermato consulente politico di centrodestra. “Tanticapelli” ebbe il suo quarto di gloria giudiziaria con Tangentopoli, già che nel 1993 provò la galera. Patteggiò, ed ora è qui, a tratteggiare il profilo psicologico del tangentaro incallito: «Sai, Giovanni, prendi le mazzette una volta, due, tre… tutti lo fanno. Lì per lì stai attento… ma di replica in replica (e intanto nessuno ti persegue) ti senti pervaso dal senso d’impunità. Cade così ogni freno inibitorio e una certa pratica si trasforma in normalità». Insomma, roba da alcolisti anonimi.
Non solo mazzette. Ad esempio, ricorderemo i pubblici fondi della prima edizione del Festival dei Saperi (2006), una parte dei quali sono serviti per onorare alcuni privatissimi sospesi della dispendiosa campagna elettorale di Piera Capitelli. Altro esempio: i 700.000 euro in pubblico denaro pilotati nel 2008 dal vicesindaco e assessore al Bilancio Ettore Filippi nelle tasche dell’amico Vittorio Pacchiarotti – imprenditore condannato nel 1993 a 1 anno e 3 mesi per corruzione e finanziamento illecito dei partiti – quale compenso o compensazione (a rendere?) per la mancata costruzione di una piscina in via Acerbi: secondo persone del mestiere, conti alla mano sarebbe stato l’imprenditore a dover rifondere il Comune. E l’onere venne anche spacciato quale compromesso a tutto vantaggio della collettività, già che Pacchiarotti avrebbe minacciato una rivalsa legale per 1.500.000 euro. Un ex consigliere comunale riferisce poi questa affermazione dell’imprenditore, in dialetto pavese: «Mì sò gnént, l’ha faj tütt al Filippi» (Non so niente, ha fatto tutto Filippi). (more…)
Tag:Vittorio Pacchiarotti
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18 gennaio 2012
da Pavia, Giovanni Giovannetti
Indice puntato su Dario Maestri, proprietario dell’area “Punta Est” nel mirino della Procura. Ora piazza del Tribunale torna anche su quel capolavoro che fu la piscina del Centro benessere di cascina Scova, illecita tanto quanto le confinanti residenze per sciùri di Punta Est: piscina sostanzialmente privata eppure «aperta al pubblico», così da aggirare norme e oneri di urbanizzazione. Sì, ma ogni cosa è «alla luce del sole», già che il Maestri può esibire l’autorizzazione comunale, il “bollino blu” che la decreta opera di «pubblico interesse», a disposizione dei cittadini… dalle ore 12 alle 14, per tre euro l’ora dal lunedì al venerdì e per un numero di utenti non superiore al «20% della capienza massima autorizzata per l’impianto» ovvero per non più di 12 persone. Insomma, una presa in giro. La signora Eleonora Maestri, figlia di Dario, è socio unico della “Punta Est” Srl (un capitale sociale di soli 20.000 euro). Il 5 luglio 2010 per 2.026.586 euro (cento volte il capitale sociale) moglie e figlia rilevano i terreni dalla Cooperativa Atena, forse insieme alla promessa comunale di ben altri bollini blu.
Voltiamo pagina. La commissione comunale territorio di martedì 17 gennaio è parsa per quello che è: un teatrino dal proscenio popolato da pupi in cordata con Ettore Filippi (amico e sodale del Maestri) a lamentare che avanti di questo passo con il rispetto delle regole non si mangia più e in tempi così grami il Comune potrebbe anzi dovrebbe chiudere un occhio e magari due sugli illeciti così da «portare a casa qualcosa» (De Maria; e lì vicino Ruffinazzi – Pd, già Margherita come Filippi – in silenzio annuiva); o come il direttore generale Laura Bianchi, chiamata a sospendere l’autorizzazione comunale alla illecita variante già che, ha ammesso, «La convenzione attuale con l’Università [ovvero con Bugatti invece del rettore] non sembra sufficiente». La “convenzione” (in realtà è un accordo fra privati per la fornitura di servizi) reca la data del 31 marzo 2011; l’autorizzazione è del 19 maggio 2011; e delle palesi irregolarità, la superpagata dirigente comunale se ne avvede solo ora, guarda il caso dopo la chiamata in Procura del dirigente Urbanistica e Territorio Angelo Moro.
Comica finale. Nonostante fosse stata insistentemente sollecitata la presenza del Moro (l’illecita autorizzazione al Maestri è di suo pugno) lui ha preferito mantenersi a distanza o, meglio, ha inteso subordinare le dovute risposte ai commissari all’allontanamento dalla sala di… Giovanni Giovannetti. E io pago…
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6 gennaio 2012
di Giovanni Giovannetti
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Una legge italiana, che porta il nome di uno storico famoso (Giuseppe Galasso) vieta le costruzioni a meno di 150 metri dalle sponde dei corsi d’acqua iscritti nel registro delle acque pubbliche, come la Vernavola a Pavia. È La legge 431/85, in tutela delle aree di particolare interesse ambientale. Nella tavola 2.2 del Piano regolatore generale pavese (foglio 11 – “Vincoli e fasce di rispetto”) l’area sottoposta a tutela è tratteggiata con molta precisione. Come si può vedere (è quella indicata dai triangolini) la tutela si estende ben oltre via Vallone, arrivando a tagliare in due l’area di “Punta Est”, riconoscibile dal campo puntinato compreso tra Villa Flavia e Cascina Scova. Certo, fatta la legge trovato l’inganno. Ovvero quella moltitudine di autorizzazioni sistematicamente elargite ai costruttori dalle commissioni paesaggistiche comunali (dal 1° gennaio 2010 le autorizzazioni sono annullabili dalle Soprintendenze, facoltà quasi mai esercitata) che, ignorando lo spirito della “Galasso”, invece di rappresentare un’eccezione sono ormai la consolidata regola; vale a dire l’atto formale per aggirare i vincoli. Proprio come lungo il corso della Vernavola. Proprio come a “Punta Est”.
Pavia, Porta Garibaldi. Ora il cartellone pubblicitario ripreso qui sotto l’hanno coperto, ma fino all’altro ieri faceva bella mostra di sé lungo viale Cremona. Reclamizza le residenze di lusso al cantiere di Punta Est, da tempo in vendita sul libero mercato (da 2400 a 2800 euro al mq.), là dove il Prg indica servizi e alloggi per studenti universitari. “La Provincia Pavese” del 6 gennaio informa della convocazione in procura di Angelo Moro, il dirigente comunale responsabile di quell’illecita autorizzazione. In realtà la chiamata del Moro in piazza del Tribunale data ormai qualche settimana, a ben prima di Natale. Il dettaglio non è di poco conto: lì per lì il sindaco Alessandro Cattaneo detto “Pupo” si era affrettato a precisare che il ritiro «in autotutela» dell’autorizzazione comunale a edificare residenze per sciùri (21 dicembre) e la visita della Polizia giudiziaria in Comune (23 dicembre) non erano da mettere in relazione fra loro già che – disse – il sequestro del faldone su Punta Est cade «dopo, e non prima» del ritiro di quell’illecito permesso. Il sindaco sa, ma finge di non sapere che tutto questo avviene dopo, e non prima, la convocazione di Moro in Procura. Caro “Pupo”: nessun collegamento con l’inchiesta in corso?

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