Archive for the ‘franco maurici’ Category

Allarmi

25 Maggio 2014

Mercoledì 21 maggio il quotidiano locale ha dato notevole rilievo a una lettera dell’architetto Lorenzo De Stefani in cui si afferma «eccessivo» il degrado della Certosa. La riproponiamo qui, seguita dalla replica dell’avvocato Franco Maurici. Replica che, ahinoi, ancora una volta non ha avuto spazio sul locale «busiardìn».

Eccessivo allarmismo e inutili polemiche sullo stato della Certosa
di Lorenzo De Stefani, architetto

Sono ormai molti mesi che si susseguono notizie allarmanti sullo stato di conservazione della Certosa di Pavia, evidenziandone il degrado materiale e denunciando l’insoddisfacente organizzazione delle modalità di visita. Promotori di questa incessante campagna è un comitato locale, che ha anche coinvolto esponenti politici (del Movimento 5 stelle) con tanto di esposti alla Procura della Repubblica. Se deve essere garantita la libertà di critica e di opinione, a maggior ragione quando si tratta di valutare l’operato delle pubbliche amministrazioni (in particolare, nel caso in questione, del Demanio e delle Soprintendenze) e quando è in causa la tutela dei nostri più importanti monumenti d’arte, deve essere però altrettanto severamente valutata la fondatezza delle critiche, soprattutto quando si tratta di questioni tecniche che richiedono competenze specifiche altamente specializzate. E soprattutto occorre che le critiche, oltre ad essere oggettivamente fondate, non siano viziate da pregiudizi e da una errata percezione dei dati di fatto. La Certosa di Pavia non si trova affatto in quello stato di degrado avanzato e catastrofico che si vuole accreditare (peraltro negato in varie occasioni dai tecnici sia del Ministero e di varie Università e non rilevato dal Vigili del Fuoco in vari sopralluoghi), magari enfatizzando aspetti di dettaglio come l’esistenza di una crepa (si badi bene, in un complesso plurisecolare), di danni puntuali dovuti a infiltrazione d’acqua dalle coperture (estese per centinaia e centinaia di metri quadrati nonché rilevati prima dei lavori del 2011) e alla presenza di umidità di risalita (in un complesso letteralmente immerso in una zona agricola ricchissima di acque e in condizioni climatiche certo non ideali). (more…)

Immediata revoca del sequestro

17 Maggio 2014

L’istanza di revoca immediata del Decreto di sequestro preventivo del volantino “Vota Mafia?” rivolta al Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Pavia presentata stamane, 17 maggio, dall’avvocato Franco Maurici per conto di Giovanni Giovannetti e Walter Veltri.

Il PM e il GIP avrebbero dovuto accertare innanzitutto se il fatto menzionato nel volantino sia o non sia vero. Stupisce che entrambi non abbiano cognizione dell’indagine Infinito e dei susseguenti provvedimenti giudiziari da cui risulta al di là di ogni possibile dubbio che il Cattaneo ha incontrato almeno tre volte Pino Neri, appena reduce dalla detenzione per una condanna a 9 anni per narcotraffico: la prima volta a casa di Neri, la seconda nello studio di lui, la terza al brindisi riservato agli intimi per celebrare la vittoria alle elezioni amministrative del 2009. È un fatto notorio che successivamente Pino Neri è stato condannato dal Tribunale di Milano a 18 anni per associazione mafiosa in quanto capo-reggente della ‘Ndrangheta in Lombardia.
È lecito altresì congetturare che il Cattaneo si sia rivolto a Pino Neri, che non risiedeva a Pavia, per ottenere il sostegno elettorale degli aderenti o simpatizzanti dell’associazione criminale da lui rappresentata.
Ciò premesso in punto di fatto, non può essere proibito – almeno in uno Stato di diritto – a un giornalista e a un Consigliere comunale candidato a Sindaco di esprimere, nel corso della campagna elettorale, un giudizio negativo anche pesante su un comportamento siffatto. Comportamento che rimanda necessariamente a un soggetto preciso. È notorio che la giurisprudenza in materia di polemiche elettorali è molto liberale; addirittura, se non ricordo male, una sentenza della Suprema Corte ha assolto proprio in occasione di una controversia tra candidati, colui che aveva dato del “mafioso” a un concorrente che mafioso non era, ritenendo che il termine in campagna elettorale assumesse esclusivamente una connotazione politica.
Si noti ciò che il Cattaneo ha riferito al Tribunale di Milano: «ricordo una mattina che velocemente fui chiamato all’ultimo e passai in studio in piazza della Vittoria», e cioè nello studio di Neri. Dunque i rapporti tra i due erano tanto stretti che il Neri poteva convocare nel suo studio, ovviamente per fini elettorali, il futuro Sindaco di Pavia. (more…)

La politica del Fai (danno)

9 Maggio 2014

Degrado alla Certosa: era meglio il Regno d’Italia
di Franco Maurici*

La giornata del 5 maggio è stata molto laboriosa per la dr. Buitoni-Borletti, sottosegretaria ai Beni e alle Attività Culturali dello Stato Italiano. Dapprima ha partecipato, nella sede regionale del Demanio, a una riunione con i vertici di Associazioni e Fondazioni, i quali non si sono mai occupati prima d’ora della Certosa di Pavia.
Dal consesso sono stati esclusi rigorosamente enti e personalità che hanno denunciato il degrado del complesso monumentale: il Comitato per la Tutela e lo Sviluppo della Certosa, la sezione locale di Italia Nostra, Pavia Monumentale, il prof. Ferloni, la consigliera regionale Iolanda Nanni, gli esperti di turismo e sicurezza (professori e professionisti) che aderiscono al Comitato.
Nella stessa giornata la dr. Buitoni ha proceduto alla visita del complesso con la dr. Niutta (la Provincia Pavese 6 maggio 2014), nota quest’ultima per aver sofferto in silenzio la lottizzazione della Vernavola; il piano commerciale di Borgarello; i progetti di lottizzazione dell’orto delle Clarisse, delle fasce fluviali del Ticino, del centro storico di Pavia previsti gli ultimi tre nel PGT di Pavia della giunta Cattaneo-Bellaviti di cui la dr. Niutta faceva parte. In entrambe le riunioni la dr. Buitoni ha illustrato la sua proposta inspirata a una sorta di liberismo fondamentalista: una Fondazione o addirittura un Consorzio per la gestione del complesso, con la partecipazione di Comuni, Province, Regione e imprenditori e quindi con l’inevitabile partecipazione di politici trombati, esperti cementificatori o inventori di fosse archeologiche.
La dr. Buitoni ha rivolto anche una supplica ai privati: «Per un’apertura prolungata sono necessari enti terzi in grado di aiutarci»: dunque potrebbero aiutarci non laureati selezionati da un serio concorso statale, assunti a tempo indeterminato dallo Stato, ma solo cooperative occasionali controllate dai partiti. Era meglio il Regno d’Italia che conferì la gestione della Certosa al Ministero della Pubblica Istruzione, il quale assumeva direttamente gli addetti al complesso.
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Frati franceschini

7 marzo 2014

No alla delega del Monumento ai monaci. Sì alla gestione «efficiente e diretta dello Stato», all’introduzione del biglietto d’ingresso, alla nomina di un Commissario straordinario «per la gestione e la tutela del complesso con l’incarico specifico di porre fine alla disastrosa situazione in atto e di chiedere all’Unione europea i fondi necessari per il restauro». Di seguito l’Appello del Comitato per la tutela e lo sviluppo della Certosa di Pavia – a firma del suo coordinatore avvocato Franco Maurici – inoltrato il 6 marzo al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Appello al ministro dei Beni e delle attività culturali

La Certosa di Pavia è un complesso immobiliare di 317.000 mq che comprende, oltre alla Chiesa e a due chiostri, edifici civili con una superficie lorda di pavimento (Slp) di 38.000 mq, fabbricati rurali con una Slp di 2.000 mq e un’area agricola di circa 300.000 mq (30 ettari).
Il complesso è statale dal 1782. Nel 1881 fu assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione che lo gestì decorosamente fino al 1968. Allora nell’androne era aperta la biglietteria e si pagava il biglietto allo Stato.
I proventi consentivano di provvedere tempestivamente alle manutenzioni. Le guide erano impiegati dello Stato competenti che accompagnavano in divisa piccoli gruppi di visitatori facilmente controllabili. Le attribuzioni riguardanti il complesso erano e sono chiare: spettano solo alla Stato.
Purtroppo nel 1968 le competenze dello Stato furono attribuite a un ordine monastico; non è chiaro se mediante una convenzione o una concessione, se questa sia stata rinnovata e quando. (more…)

Frati minori

19 febbraio 2014

La Certosa di Pavia è una Cattedrale nel deserto, a cura di Stefania Battistini
[rai3, Alle falde del Kilimangiaro, 16 febbraio 2014]

Gatti e topi

14 ottobre 2013

Il Partito democratico e la civica “Idea & lista” di Certosa
di Alessandro Galbiati *

A Borgarello in occasione del rinnovo del tesseramento Associazione Parco Visconteo, per la quarta volta nel volgere di breve il monumento de La Certosa di Pavia è stato al centro di un affollato incontro di cittadini di Certosa, Borgarello, Pavia e altri comuni: cittadini pensanti che hanno a cuore le sorti del monumento. Una “Perla” architettonica lombarda del Quattro-Cinquecento, racchiusa da antiche mura che circondano 30 ettari di terreno agricolo e 15.000 mq di antichi fabbricati, chiostri, edifici di culto; amata e conosciuta all’estero quasi più che in Italia ma drammaticamente trascurata e in condizioni di crescente degrado.
Per quanto luogo di culto, non è proprietà vaticana o della curia, ma dello Stato Italiano che – dopo averla gestita dignitosamente fino agli anni Sessanta – la concesse in gestione a una comunità di frati Cistercensi, oggi rimasti soltanto in sette. Nulla contro il diritto di culto monastico, ma appare evidente che la “regola” e il numero mal si conciliano con le esigenze di tutela di un complesso monumentale di simili proporzioni e con le necessità di gestione di flussi turistici che contano ‘spannometricamente’ dai 300 ai 700mila visitatori l’anno. Un transito imponente sino ad ora privo di regolamentazione e totalmente senza ritorno per il proprietario (lo Stato) o per il monumento. Da qui la proposta, in occasione dello scadere della concessione ai frati, della costituzione di un “polo museale” autonomo che potrà gestire convenientemente i flussi turistici (si ipotizzano ricavi da visitatori dai 3 ai 5 milioni di euro), finanziando restauri, gestione, manutenzioni, dando utile destinazione ai fabbricati, promuovendo occupazione diretta, indotto, servizi connessi sul territorio. Senza necessariamente escludere la funzione di culto. (more…)

Certosina imprecisione

5 ottobre 2013

Dopo aver bacchettato il ministro Orlando (Pd) sull’autostrada Broni-Mortara, il 29 settembre, nel suo “domenicale” dalla “Provincia Pavese”, Giorgio Boatti riprende anche Maurici e Borsa, latori di un progetto volto a valorizzare il complesso monumentale della Certosa di Pavia: «…non sono solo i ministri a sbagliare. Anche i volonterosi cittadini che aspirano a migliorare il proprio territorio a volte “deliberano senza conoscere”. O, almeno, propongono senza verificare. È il caso di un appassionato progetto, diffuso recentemente in rete, sul rilancio della Certosa di Pavia da parte di stimabili persone protagoniste di valide e preziose battaglie di tutela del territorio. Nello scenario, molto dettagliato e stimolante, di rilancio del monumento, vi è anche la proposta, sacrosanta, di far pagare un biglietto di ingresso: nel progetto si prevede un introito dai 3 ai 5 milioni annui. Davvero? Le Gallerie dell’Accademia a Venezia con 1.234.435 visitatori in un anno hanno incassato 5.812.935 euro. Castel Sant’Angelo con oltre 700 mila visitatori 2 milioni e mezzo, gli Uffizi con 1 milione e mezzo di visitatori. E potrei continuare. Ma non serve: il concetto, spero, si è capito. Conoscere per deliberare. O anche per progettare il nuovo. Altrimenti è solo un dare i numeri».
Vero, «non sono solo i ministri a sbagliare». All’amico Giorgio – che ama citare i numeri con chirurgica precisione – rimane infatti ignoto quello dei visitatori che annualmente visitano la Certosa. E si capisce, poiché, visto l’andazzo, un dato attendibile non si trova: se ne stimano da 300mila a 700mila, secondo le fonti.
Conoscere per criticare, «altrimenti è solo un dare i numeri». A Boatti replica Franco Maurici. (G. G.)

Caro Giorgio, conoscere è necessario non solo per deliberare e proporre, ma anche per criticare. Mi sembra che le tue critiche siano poco fondate.
Alla padovana cappella degli Scovegni si pagano 10 euro per una visita di 15 minuti. Non c’è chiesa a Venezia o Firenze dove le visite si paghino meno di 7 o 10 euro. Non parliamo delle mostre; in quella attuale a Pavia, di Monet, si pagano 15 euro, e a Pompei lo Stato incassa pur sempre 19 milioni l’anno.
Alla Certosa invece altri incassano, e parecchio, senza controllo. Quanti sono i visitatori della Certosa? Secondo l’ex assessore alla Cultura di Pavia, il leghista Gian Marco Centinaio, i visitatori sono 300.000, mentre una fonte “interna” – un monaco cistercense – nel 2010 a una giornalista del Tg1 ne aveva indicati 750.000.
Facciamo allora qualche calcolo: 300mila moltiplicato per 10 euro fa 3 milioni; 750mila per 5 euro fanno 3 milioni e 750mila; 750mila per 10 fanno 7 milioni e 500mila euro. Certo, si tratta di ipotesi. Ma è legittimo formulare ipotesi e poi sottoporle a verifica. Solo così si può accertare come stanno le cose effettivamente. Non è legittimo invece rinviare la verifica, cioè la vendita dei biglietti, argomentando che in assenza di essa manchino adeguate conoscenze.
Ma il punto, a prescindere dal problema biglietti, è un altro e su questo tu non scrivi nulla: la Certosa, “bene comune di tutti noi, versa in una condizione disastrosa in barba a intellettuali, giornalisti, studiosi, funzionari e politici che la visitano frequentemente e dunque ne conoscono il degrado e lo tollerano.
Quanto all’Expo, i turisti che verranno alla Certosa diranno: “ecco gli italiani, sono incapaci di gestire il turismo e i monumenti celebri”. Ed è vero, poiché gli italiani spesso si arrestano a conoscenze presunte, ma non sanno formulare le ipotesi, certo da verificare ma necessarie per cambiare le situazioni deplorevoli.

Cordialmente, Franco Maurici.

Salviamo la Certosa

18 settembre 2013

La Certosa di Pavia. Proposte 
di Fabrizio Borsa e Franco Maurici

Il complesso della Certosa di Pavia comprende una chiesa e due chiostri monumentali; 12 edifici residenziali distribuiti attorno a 5 cortili a pianta quadrata; un piazzale rettangolare antistante la facciata della chiesa, delimitato a ovest da una costruzione residenziale e a nord da due fabbricati rurali; sei fabbricati rurali che formano un quadrato aperto sul lato prospiciente verso la parete laterale nord della chiesa; una vasta area agricola di circa 300.000 mq.
La superficie territoriale del complesso misura 326.750 mq. La superficie coperta dei manufatti misura 15.000 mq. La superficie lorda di pavimento degli edifici residenziali e agricoli misura circa 40.000 mq. La superficie scoperta dei campi, dei cortili e del piazzale misura 301.660 mq. Il volume complessivo costruito è pari a 136.770 mc.
Il complesso fu acquisito nel 1785 mediante espropriazione dallo Stato di Milano per ordine dell’imperatore Giuseppe II e da allora è sempre appartenuto al Demanio Statale.
Dal 1881 al 1968 il Ministero della Pubblica Istruzione amministrò il complesso direttamente, consentendovi l’accesso al pubblico previo pagamento del biglietto di ingresso che, unitamente ai proventi del podere e a un lascito, consentiva di coprire le spese di manutenzione e restauro. Sotto la volta di ingresso fino a poco tempo fa appariva il vano destinato alla biglietteria, murato accortamente dopo le polemiche in ordine alla gratuità dell’accesso. (more…)

Confisca

28 luglio 2013

Confiscare Green Campus: uno spartiacque nella politica comunale
da Pavia, Paolo Ferloni e Mauro Vanetti

Sabato mattina siamo andati in tribunale con l’avvocato Franco Maurici per depositare un atto di intervento nel procedimento penale relativo al caso Green Campus. Chiediamo di partecipare al processo come parte civile in surroga del Comune di Pavia che si rifiuta di difendere gli interessi della maggioranza dei suoi cittadini, preferendo invece schierarsi dalla parte degli speculatori. Questo fa il paio con la linea seguita dall’assessore comunale ai Servizi sociali Assanelli e dalla Giunta di fronte alla protesta degli sfrattati: indifferenza ai problemi sociali, ricorso alla forza poliziesca, vicinanza solo agli interessi dei proprietari immobiliari.
Con questa azione legale chiediamo ufficialmente ciò che abbiamo rivendicato nei volantinaggi, nelle manifestazioni, in parecchi nostri interventi pubblici: la confisca dei condominii della lottizazione abusiva di attualmente sequestrati. Questo permetterebbe al Comune di entrare in possesso di 300 appartamenti nuovi, che in piena emergenza sfratti potrebbero essere utilizzati per coprire una parte importante delle esigenze abitative sia degli studenti universitari fuori sede in maggiore difficoltà sia di quelle famiglie che a causa della crisi non riescono a trovare spazio nella pessima offerta di edilizia popolare messa in campo da ERP e ALER.
Confiscare significa stabilire un principio di giustizia: significa espropriare chi ha tentato a sua volta di espropriare la collettività del suo diritto a decidere su che linee far sviluppare la città, significa restituire al popolo una parte di quanto la grande proprietà immobiliare parassitaria ogni giorno sottrae al benessere e alla serenità della maggioranza dei pavesi. Per noi significa dire chiaramente da che parte stiamo: dalla parte della povera gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli anziani con la pensione minima, degli immigrati senza diritti, dei giovani dalla vita precaria e dal futuro incerto.
Ci chiediamo retoricamente: come mai né il Pd, né il M5s, né tanti altri che a chiacchiere affermano l’esigenza di una politica nuova in città, hanno mosso un dito in favore di questa nostra iniziativa, che pure era stata ampiamente pubblicizzata? Come mai ancora una volta siamo solo noi “oltranzisti”, noi che marciamo “in direzione ostinata e contraria” a preoccuparci affinché la città entri in possesso di centinaia e centinaia di appartamenti? Forse gli altri erano solo un po’ distratti? E allora perché non indicano a chiare lettere sui loro programmi elettorali per le elezioni 2014 cosa vogliono fare di Green Campus e di Punta Est? Vogliamo dare quelle case al popolo oppure no?
Per noi è su un tema come questo che si misura l’effettiva volontà di cambiare le cose in questa città. Chi si rifiuta di dichiarare che i condominii di Green Campus vadano confiscati al più presto, cercando soluzioni che salvino gli interessi del costruttore, è complice nei fatti del declino di Pavia e vuole tenere una porta aperta alla collaborazione con quei poteri forti più o meno oscuri che dettano il buono e il cattivo tempo nell’urbanistica comunale.

Il Comune siamo noi

23 luglio 2013

Green Campus. Cittadini parte civile
Lorenzo Blone intervista l’avvocato Franco Maurici

Invece di pretendere il dovuto per i danni procurati al Comune, sindaco e assessori hanno provato a “sanare” la lottizzazione abusiva di Green Campus, citando peraltro – come afferma l’avvocato Maurici – «due sbadate sentenze di Cassazione» ormai inapplicabili. In sostituzione del Comune inadempiente, alcuni cittadini hanno allora deciso un’ “azione popolare” (prevista dal nostro Ordinamento), intervenendo così nel procedimento penale.

Sciacalli

14 novembre 2012

Mercoledì 14 novembre l’avv. Franco Maurici ha trovato la porta d’ingresso del suo studio pavese in via Roma lordata da croci nere. Come dire: «Ti mandiamo al camposanto». Inutile ricordare che a Pavia Maurici è tra i più risoluti oppositori di chi attenta al territorio e al bene comune: da Punta Est a Green Campus, dall’affaire Carrefour all’annunciata iperspeculazione di Borgarello; senza dimenticare Cascina Spelta, via Langosco, ecc. Tempo fa, dopo la denuncia dell’abuso edilizio di Punta Est (l’area venne poi sequestrata; i proprietari indagati) qualcuno infierì sulle vetrine della sede di Insieme per Pavia. Era già successo un anno prima, ad opera di Forza Nuova, ma questa seconda volta i nazi nulla c’entravano. Solidarietà e vicinanza all’avvocato Maurici.

Pavia, 14 novembre 2012. L’avvocato Franco Maurici [Telepaviaweb]

Criminalità urbanistica

10 novembre 2012

Paolo Ferloni, Franco Maurici, Valter Veltri e Patrizia Zoppetti sugli abusi edilizi a Pavia. E se il Comune è inadempiente…

Altra «criminalità urbanistica» in via Langosco, nel centro storico
di Marco Vigo

Lo hanno denunciato Giovanni Giovannetti e l’avvocato Franco Maurici nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla lista civica Insieme per Pavia. Una storica sentenza della Cassazione consentirà l’azione popolare in sostituzione del Comune inerte, ammessa anche nei casi di rilevanza penale.

Secondo il noto avvocato e docente di diritto penale Gian Enrico Paliero, nell’ipotesi di fatti di rilevanza penale non sarebbe ammessa l’azione popolare in sostituzione del Comune “inerte”. Di parere opposto il collega Franco Maurici. A fare chiarezza è intervenuta ora una “storica” disposizione della Suprema Corte di Cassazione che – annullando la sentenza di archiviazione sulle responsabilità penali del sindaco Piera Capitelli per l’abusivo abbattimento di un edificio-monumento dell’ex Snia sotto tutela – ha altresì chiarito che l’azione dei cittadini elettori «in via di surroga» si estende anche all’ambito penale. (more…)

Un gommone per Durazzo, solo andata

14 giugno 2012

L’avvocato Francesco Maurici querela per calunnia Ettore Filippi e ne chiede l’arresto

Lottizzazione abusiva Green Campus 5

25 Maggio 2012

«Critica chi vuoi ma lascia stare noi»
di Giovanni Giovannetti

La lottizzazione abusiva del Cravino oltre che truffa edilizia ai danni di Comune e Università sempre più si rivela una matrioska di illeciti: come ne scoperchi uno subito vedi l’altro anche più grave. Ma per lorsignori impuniti è da perseguire chi documenta illeciti, e non i facoltosi e ammanicati fautori.

Mannaggia a lei, avvocato Ghezzi: non le è bastato l’autogol della Perizia di parte di Federico Oliva, più utile a noi che ai cementificatori? Ora temerariamente chiama a correo due affermati professionisti pavesi, non tacendone i nomi: «questa vicenda è passata attraverso due notai, Carmelo Di Marco e Antonio Trotta, quindi due pubblici ufficiali». È pur vero che Trotta si era spinto ad affermare questi immobili «liberamente vendibili anche ai privati», postillando tuttavia che «ciascun acquirente è responsabile per se stesso al rispetto degli obblighi, senza che qualche inadempimento possa rivelare i suoi effetti su altri», imputando così ogni futuribile onere al privato che acquista, qualora intendesse abitare “illecitamente” la sua proprietà… Del resto, conclude il Trotta, «non sono previste sanzioni per l’inadempimento» ma al più «un generico risarcimento danni» al Comune, peraltro «difficile da quantificare». Curiosamente, sembra un implicito invito a non rispettare le norme poiché, secondo lui, «non sono previste sanzioni». A Trotta ha replicato l’avvocato Franco Maurici: «non si poteva indicare meglio la possibilità di eludere facilmente il vincolo di destinazione del Prg». Ma già prima l’avvocato Giuseppe Franco Ferrari, chiamato a un parere sull’analogo illecito di Punta Est, il 6 aprile 2011 precisa che la destinazione a residenze universitarie può ritenersi rispettata «solo a condizione che sussistano garanzie vincolanti per l’operatore e per i propri aventi causa che quanto verrebbe realizzato non venga in un secondo momento venduto sul mercato a titolo di edilizia libera». Due a uno palla al centro. (more…)