di Movimento civico Insieme per Pavia
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Legittimo godimento, il nostro di oggi, nel constatare che il delicato appuntamento politico per la città, il ballottaggio dell’8 giugno, ha dato una salutare scossa al quieto vivere di parecchi ingessati equilibri e conservatorismi pavesi, nel contempo dando ragione ad alcune nostre previsioni, da molti ignorate o avversate come improbabili o impossibili.
Contro il pessimismo un po’ saccente di chi dava Cattaneo per vincitore sicuro, avevamo avvertito che non era il caso di fasciarsi la testa prima di averla rotta.
Quando al primo turno Cattaneo era primo con un quasi 47%, osservammo che con le sue sei liste e con qualche voto disgiunto proveniente dal PD egli aveva toccato il massimo, da cui non sarebbe potuto che scendere: ma con sfoggio di narcisismo egli tenne a sottolineare di aver sottratto 4000 voti andati al PD nelle Europee. Dunque raddoppiò e triplicò sforzi e presenze in città nel disperato e inutile tentativo di evitare la prevedibile emorragia di consensi perseguita dai suoi sottovalutati ma tenaci avversari.
D’altro lato, non poteva che crescere l’esiguo gruzzolo del 36% di Depaoli, dietro al quale si nascondeva la dispersione degli altri oppositori di colori diversi. Questi infatti erano decisi a compensare la propria formale sconfitta con la modesta ma legittima soddisfazione di contribuire a toglier di mezzo Cattaneo e la sua cricca.
Così il voto per Cattaneo è stato ridimensionato (da 18350 a 15060) e il consenso per Depaoli si è rafforzato (da 14326 a 17068).
Tremila voti in meno hanno penalizzato l’eccesso di presenzialismo, la facilità alla chiacchiera manierata, l’acritica adesione al berlusconismo e alle sue frottole, per non dire di quell’attitudine che l’avv. Cristina Niutta ha definito arroganza. Oggi farsi appoggiare da personaggi troppo noti come Abelli, Berlusconi, Gelmini, Tremonti, Zanicchi forse non è più tanto bello. E i troppi soldi messi in campo hanno aggravato il danno. (more…)