Archive for the ‘Mauro Vanetti’ Category

Panoramica pavese

7 Maggio 2014

Pavia pre-elettorale. Ai microfoni di “Radio popolare” la direttrice de “La Provincia Pavese” Pierangela Fiorani, Mauro Vanetti e Giovanni Giovannetti (lunedì 5 maggio 2014).

Zitti mai!

19 dicembre 2013

No alla querela-bavaglio

Volantinaggio lunedì 7 gennaio 2014 alle ore 9 davanti al Tribunale di Pavia, in occasione della prossima udienza.

Mauro Vanetti, un nostro compagno di Pavia, ha subito un attacco giudiziario da parte di Pietro Trivi (NCD), un esponente del centrodestra al governo della città. Pavia è una città lombarda a forte penetrazione mafiosa, dove la deindustrializzazione continua (ultimo caso, la annunciata chiusura dello stabilimento Merck, che dà lavoro complessivamente a circa 400 persone) ha lasciato spazio a un capitalismo parassitario e speculativo (palazzinari, gioco d’azzardo, corruzione). L’università e gli ospedali sono i centri di potere più importanti e non è casuale se proprio il direttore sanitario dell’ASL, Carlo Chiriaco, è stato al centro di un grande scandalo ‘ndrangheta nel 2010 che ha coinvolto (con intercettazioni, imputazioni e arresti) anche esponenti del PdL, della Lega Nord e di una locale lista di centro. Tra le persone intercettate mentre si trovava in automobile con Carlo Chiriaco durante la campagna elettorale figura per l’appunto Pietro Trivi.
Sulla questione della mafia e della corruzione i nostri compagni pavesi sono sempre stati molto vigili intervenendo con azioni di denuncia politica e anche contribuendo in modo decisivo ad organizzare manifestazioni pubbliche di protesta. Sono intervenuti anche nelle maggiori vertenze sociali legate al lavoro (Elnagh, Merck) e alla casa (sfratti, Green Campus, Punta Est), oltre che nel contrasto alle violenze dei neofascisti locali, legati in vari modi alla destra ufficiale. (more…)

Inquietanti coincidenze

14 dicembre 2013

Forconi, logistica e mafia
di Mauro Vanetti

Già nel 2012 in pochissimi avevano parlato di quali fossero le effettive rivendicazioni del sindacato autotrasportatori che aveva gestito i blocchi autostradali, Trasportounito-FIAP. Questo mi aveva parecchio insospettito, perché sembrava che neppure la sua controparte (il Governo) fosse interessato a che si parlasse troppo del tema sul tavolo, quasi assecondando la descrizione della protesta come genericamente “contro la crisi”. In realtà nel volantino di rivendicazioni si parlava esplicitamente di alcune questioni come la detassazione ma soprattutto l’eliminazione del SISTRI, il sistema informatico obbligatorio di tracciamento dei rifiuti introdotto da poco dal ministero dell’Ambiente, contro cui è in corso un’agitazione permanente da parte di molte piccole aziende di trasporto che si occupano di trasporto di rifiuti. Pochi hanno detto che il SISTRI, a sua volta oggetto di scandali e indagini per l’inadeguatezza tecnica e le circostanze opache dell’assegnazione dell’appalto, è stato effettivamente sospeso per un anno nel giugno 2012 (quindi, missione compiuta per le proteste di gennaio!). Cosa è successo un anno dopo? è stato introdotto il cosiddetto SISTRI-bis che è entrato in funzione il 1° ottobre in via sperimentale, per essere allargato a una platea più ampia di soggetti da marzo 2014. Col ritorno del SISTRI Trasportounito è tornato sul piede di guerra. Sul SISTRI e sui disagi che presuntamente comporta per le ditte che devono adottarlo si trova una quantità enorme di materiale online, di solito con la premessa «Non siamo tutti ecomafiosi, però…»
Sui forconi agricoli, invece, il ruolo della mafia (in questo caso soprattutto siciliana, mentre per quanto riguarda i rifiuti si tratta soprattutto di camorra e forse ‘ndrangheta) è più che evidente da subito, nei metodi usati per promuovere le proteste, nella improvvisa e ingente disponibilità finanziaria di gruppi che poi alle elezioni regionali hanno preso lo 0,2 per cento, nei rapporti con certi ambienti politici siciliani. (more…)

Confisca

28 luglio 2013

Confiscare Green Campus: uno spartiacque nella politica comunale
da Pavia, Paolo Ferloni e Mauro Vanetti

Sabato mattina siamo andati in tribunale con l’avvocato Franco Maurici per depositare un atto di intervento nel procedimento penale relativo al caso Green Campus. Chiediamo di partecipare al processo come parte civile in surroga del Comune di Pavia che si rifiuta di difendere gli interessi della maggioranza dei suoi cittadini, preferendo invece schierarsi dalla parte degli speculatori. Questo fa il paio con la linea seguita dall’assessore comunale ai Servizi sociali Assanelli e dalla Giunta di fronte alla protesta degli sfrattati: indifferenza ai problemi sociali, ricorso alla forza poliziesca, vicinanza solo agli interessi dei proprietari immobiliari.
Con questa azione legale chiediamo ufficialmente ciò che abbiamo rivendicato nei volantinaggi, nelle manifestazioni, in parecchi nostri interventi pubblici: la confisca dei condominii della lottizazione abusiva di attualmente sequestrati. Questo permetterebbe al Comune di entrare in possesso di 300 appartamenti nuovi, che in piena emergenza sfratti potrebbero essere utilizzati per coprire una parte importante delle esigenze abitative sia degli studenti universitari fuori sede in maggiore difficoltà sia di quelle famiglie che a causa della crisi non riescono a trovare spazio nella pessima offerta di edilizia popolare messa in campo da ERP e ALER.
Confiscare significa stabilire un principio di giustizia: significa espropriare chi ha tentato a sua volta di espropriare la collettività del suo diritto a decidere su che linee far sviluppare la città, significa restituire al popolo una parte di quanto la grande proprietà immobiliare parassitaria ogni giorno sottrae al benessere e alla serenità della maggioranza dei pavesi. Per noi significa dire chiaramente da che parte stiamo: dalla parte della povera gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli anziani con la pensione minima, degli immigrati senza diritti, dei giovani dalla vita precaria e dal futuro incerto.
Ci chiediamo retoricamente: come mai né il Pd, né il M5s, né tanti altri che a chiacchiere affermano l’esigenza di una politica nuova in città, hanno mosso un dito in favore di questa nostra iniziativa, che pure era stata ampiamente pubblicizzata? Come mai ancora una volta siamo solo noi “oltranzisti”, noi che marciamo “in direzione ostinata e contraria” a preoccuparci affinché la città entri in possesso di centinaia e centinaia di appartamenti? Forse gli altri erano solo un po’ distratti? E allora perché non indicano a chiare lettere sui loro programmi elettorali per le elezioni 2014 cosa vogliono fare di Green Campus e di Punta Est? Vogliamo dare quelle case al popolo oppure no?
Per noi è su un tema come questo che si misura l’effettiva volontà di cambiare le cose in questa città. Chi si rifiuta di dichiarare che i condominii di Green Campus vadano confiscati al più presto, cercando soluzioni che salvino gli interessi del costruttore, è complice nei fatti del declino di Pavia e vuole tenere una porta aperta alla collaborazione con quei poteri forti più o meno oscuri che dettano il buono e il cattivo tempo nell’urbanistica comunale.

Pavia Città Criminale

10 luglio 2012

Lettera aperta di Simona Coda, Pietro Pace, Paola Schintu, Mauro Vanetti e Alessandro Villari

Pavia Città Criminale è un centro del Nord Italia che ogni giorno di più assomiglia ad una cittadina del nostro Mezzogiorno; siamo caduti vittima degli stessi processi sociali ed economici.
Pavia Città Criminale è il deserto rimasto dopo che hanno chiuso le fabbriche; vi si aggirano i predoni e svettano le piramidi erette dal potere di antichi faraoni.
Pavia Città Criminale è solo terreno edificabile per speculatori; sollevi una piastrella e ci sono piccoli insetti che scappano da tutte le parti.
Pavia Città Criminale è un posto dove domina una borghesia parassitaria che vive di traffici loschi e mungendo lo Stato e gli enti locali. Ai lavoratori restano solo disoccupazione e tagli dei servizi. Ai giovani resta solo una triste città-dormitorio, intollerante e impoverita.
Nella crisi del capitalismo, per questa città il destino è il declino. Il potere politico di centrodestra e centrosinistra non sarebbe in grado, se anche lo volesse, di scardinare il sistema su cui si regge Pavia Città Criminale. D’altronde, leggendo le notizie degli ultimi anni, si può pensare che davvero voglia farlo?
Chi sa guardarsi attorno sa che non ci sono semplicemente “alcune robette da mettere a posto” in questa città; chi promette di “aggiustarla” senza fare una vera e propria rivoluzione sta promettendo di svuotare l’oceano con un cucchiaio.
Noi proponiamo la resistenza al declino. Noi proponiamo la rottura con tutto questo sistema corrotto. Noi proponiamo che Pavia Che Resiste dichiari guerra a Pavia Città Criminale.

Per fare una guerra ci vuole un fronte; e un fronte ce l’abbiamo: lo abbiamo visto in azione il 25 Aprile, era il fronte alternativo di piazza Guicciardi. Ha un forte valore simbolico che quel fronte alternativo fosse più ampio e compatto del fronte opposto, quello che raggruppava in piazza Italia tutte le istituzioni e tutti i partiti che si sono spartiti la città negli ultimi anni.
Facciamo appello a tutte le forze della sinistra in città, dai partiti comunisti alle associazioni culturali, degli immigrati e della comunità LGBT, da Insieme per Pavia dei consiglieri Ferloni e Veltri ai collettivi degli studenti, dai vecchi militanti che hanno fatto il grande Sessantotto di Pavia ai nuovi attivisti delle lotte sociali: uniamoci, parliamoci. Lasciamo perdere il Partito Democratico e il centrosinistra: sono incorreggibili; prepariamo un’alternativa vera all’attuale traballante giunta di centrodestra.
Ognuno mantenga le proprie bandiere e le proprie specificità, ma raccordiamoci. Se non siamo d’accordo, diciamocelo, ma alla luce del sole; i cittadini non ne possono più degli intrighi inconfessabili dei partiti – anche per questo scriviamo una lettera aperta senza mezze frasi. Quelli tra noi che partecipano alle elezioni, si preparino ad una coalizione di sinistra con un programma di resistenza: senz’altro il nostro partito, Rifondazione Comunista, ci sarà. Quelli tra noi che fanno politica e associazionismo in piazza e tra la gente, lo facciano secondo un progetto comune di massima: fare una rivoluzione in questa città.
Chi ci sta? Cominciamo subito.

Di là il Cappellaio matto

3 Maggio 2012

di Mauro Vanetti

Ecco più o meno quel che ho detto alla bellissima piazza “alternativa” del 25 Aprile 2012 a Pavia.
In piazza Italia parlavano il sindaco (del PdL) e un prete (pure ammanicato col PdL) all’orazione ufficiale. Abbiamo deciso di staccarci dalle ipocrite celebrazioni ufficiali e fare qualcosa di autenticamente antifascista, con un partigiano, un antifascista degli anni Sessanta-Settanta, esponenti delle comunità immigrata e omosessuale, No TAV, compagni di tutta l’area anticapitalista e di sinistra.
Il corteo è stato il più grande degli ultimi anni. Gran parte dei presenti e in particolare i giovani sono venuti alla nostra celebrazione in piazza Guicciardi, lasciando sindaco e prete con un palmo di naso.
 Io ho parlato a nome di Rifondazione Comunista. (M. V.)

Come prima cosa vorrei chiedere a chi sta reggendo il gonfalone dell’Associazione Nazionale Ex Deportati di venire avanti, in prima fila. La presenza del gonfalone in questa piazza è per noi un orgoglio come lo è stata quella del partigiano Respizzi, perché sono anche questi i nostri martiri che oggi vogliamo ricordare. (more…)