Archive for the ‘paolo ferloni’ Category

Corridoi ecologici

13 Maggio 2014

Una piccola storia di oggi
di Paolo Ferloni

C’era una volta un paese in una pianura, dove un tempo i fiumi sbrigliavano il loro corso e boschi, dune e stagni si estendevano in libertà. Con lavoro e lavoro si tracciarono argini, fossi e rogge, si costruirono fattorie, si spianarono terre, si coltivarono campi e prati, si allevarono animali, si produssero cereali, verdure, frutta. Si ebbero campagne fertili e ben coltivate, a regola d’arte.
Le imprese degli uomini avevano anche costruito ferrovie, strade, fornaci, fabbriche, capannoni, recinti; impiantato percorsi di motocross e altro; lasciato nel piano scarti e rifiuti: discariche di cose sia inerti sia velenose, cumuli di gomme, scoli di rigagnoli puzzolenti che inquinavano fossi e fiumi.
Per le costruzioni in lontane città si fecero scavi di argilla, di sabbia e di ghiaia. Si lasciarono qua e là grandi buche scavate nei terreni agricoli. Col tempo, alcune si riempirono d’acqua e divennero laghi, vi comparvero pesci. In altre, meno umide, arrivarono semi, attecchirono e formarono erbe, cespugli, boschi; vi fecero nidi gli uccelli. In qualche tratto di una pianura resa artificiale, brutta, deserta, piatta e sporca dall’uomo, tornarono a crescere tracce di natura, spazi con piante e animali.
La Regione, che non si era curata di crearne, se ne accorse però e decise di riconoscerne i vantaggi per tutti: chiamandoli “corridoi ecologici” e proteggendoli.
In uno di questi pochi spazi c’era una cava, da trent’anni abbandonata, diventata in parte palude in parte bosco. Qualcuno pensa di poterne ricavare dei soldi, costruendovi un tiro a segno, di cui nessuno nel paese sente il bisogno. Anche perché c’è un impianto simile già nel capoluogo, a pochi chilometri di distanza, e del resto in tempo di pace sparare è spreco di risorse ed esercizio superfluo. Il Comune si presta all’inutile anzi dannosa operazione: la Giunta comunale la dichiara di pubblico interesse, anche se si sa bene in realtà che si tratta solo di un interesse privato. La Provincia fa finta di non accorgersene. La Regione non ne sa nulla. Dal parere di un noto ed esperto avvocato si viene a sapere che la costruzione non è lecita. Una minoranza si oppone, con giusti motivi. La maggioranza del Consiglio comunale in scadenza non sente ragioni e delibera l’illecito.
Il cattivo esempio di corrotti e corruttori al governo di Stato e Regioni fa scuola anche nel piccolo Comune. Chi si occupa del pubblico interesse e dei beni comuni? Non Sindaco né maggioranza dei consiglieri comunali, non i tecnici del Comune né quelli della Provincia.
Chi si prende la briga di difendere in quel residuo corridoio la natura, le piante e gli animali?

Buona Expo!

1 aprile 2014

di Paolo Ferloni, Stefania Vilardo e Patrizia Zoppetti*

A un anno da Expo2015, l’assessore comunale Bobbio Pallavicini, non sembra dare risposta a una serie d’interrogativi che si sono posti i cittadini di Pavia e provincia. A suo tempo “Insieme per Pavia” aveva proposto al Sindaco un elenco di possibili iniziative da prendere in vista di Expo 2015. In mancanza di risposte, il consigliere Walter Veltri aveva presentato un’ interpellanza, la n. 87, in Consiglio Comunale il 16 dicembre 2013 con i propri dubbi. Ai quali nel merito Alessandro Cattaneo in realtà non fu in grado di dare soddisfazione, come non hanno indicato attraenti percorsi, in buona sostanza, né la Provincia, ente in procinto di essere abolito ma sempre esistente, né la Camera di Commercio che per le sue funzioni potrebbe essere il motore della partecipazione provinciale pavese a Expo Milano 2015. Si sono visti dibattiti, riunioni e convegni, questo sì.
Ma il punto dolente, che nessuno degli amministratori di solito ha osato né ama toccare, è che solo per affittare ad Expo uno stand da intitolare “Pavia” occorreva non tanto un «coordinamento tra vari enti» (parola di Bobbio Pallavicini) né dei «testimonial del nostro territorio» (come dice Iurilli), ben noti allo spettatore televisivo italiano ma poco rilevanti a livello internazionale, quanto il coraggio di stanziare una quota di 300.000 euro mensili, che per sei mesi avrebbe presentato un conto di 1.800.000 euro. Trattandosi di un’esperienza che non capita spesso, la somma, certo elevata, si sarebbe potuta mettere in preventivo. Ad esempio il molto “virtuoso” Comune di Pavia, che nel 2013 ha approvato un consuntivo 2012 con un avanzo totale di bilancio di 42 milioni e mezzo, avrebbe potuto gentilmente farsi carico dell’affitto dello stand. Gli altri enti si sarebbero potuti impegnare a riempirlo di contenuti agro-alimentari di pregio da tutta la provincia, contenuti in cui hanno competenza.
Invece ora ci si accontenterà di un ufficio al Broletto? Meglio che niente…
Come il buon Alessandro (Manzoni) fa dire a Don Abbondio nel colloquio col cardinal Federigo nel capitolo 25° del romanzo, «…il coraggio, uno non se lo può dare».
Però il coraggio di allargare le zone azzurre dei parcheggi in città, per avere con più introiti un inutile avanzo di bilancio, l’hanno avuto. Complimenti e auguri: buona Expo!

* Lista civica Insieme per Pavia

E la nave va

1 marzo 2014

Walter Veltri candidato sindaco di Insieme per Pavia
di Marco Vigo*

Svanito ogni possibile accordo elettorale con Sel, Rifondazione e Comunisti italiani, alle prossime elezioni amministrative il movimento civico Insieme per Pavia andrà per conto suo, candidando a sindaco il consigliere comunale uscente Walter Veltri.

L’investitura è dell’altro ieri: una conferenza stampa nel corso della quale Stefania Vilardo è tornata sulle motivazioni di una tale scelta, seguita al fallimento del progetto – innovativo garante di tutti – volto a candidare un giovane d’area (la sinistra) esterno a partiti e movimenti civici.
Il coordinatore Paolo Ferloni si è soffermato sulle battaglie che Insieme per Pavia in questi anni ha combattuto in solitudine contro malgoverno e malaffare, nella difesa dei beni comuni: «Abbiamo promosso e vinto la battaglia per salvare dal cemento la Valle della Vernavola, denunciato infiltrazioni mafiose, fermato lottizzazioni abusive, operato per una idea di comunità e cittadinanza che non lasciasse indietro nessuno, a fronte di una pubblica amministrazione debole con i forti e forte con i deboli, più volte toccata dalle inchieste della locale Procura». Come è tristemente noto, «tutto questo non è stato indolore: basti ricordare l’autovettura bruciata al nostro consigliere comunale Walter Veltri o le vetrate della nostra sede, più volte distrutte a picconate. O le croci a morto sull’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici o la casa incendiata a Giovannetti».
Prendendo la parola, Walter Veltri ha illustrato alcuni punti programmatici, a partire dal piano di governo del territorio («Il Pgt non è modificabile, ma deve essere rifatto, in tutela del centro storico»), rivendicando altresì «un progetto complessivo per le aree dismesse che preveda la riduzione degli indici di edificabilità e migliori servizi per i quartieri». (more…)

Caro amico ti scrivo…

4 febbraio 2014

Una lettera di Paolo Ferloni a Mimmo Damiani

“La Piazza e il Ponte” con il lungo articolo di Mimmo Damiani apparso su “Il Lunedì” del 3 febbraio 2014 ha passato in rassegna l’insieme degli argomenti in discussione oggi al proprio interno e in Pavia.
Però il titolo non va. Eh no!
«Abbiamo perso»? Ma chi? Chi ha perso? Che cosa abbiamo perso? Per ora? Ma quale ora?
Non c’è stata ancora gara. Per aver perso, occorre aver partecipato.
Finora “La Piazza e il Ponte” ha partecipato soltanto al dibattito culturale cittadino.
Nel fare ciò non ha perso nulla, semmai ha guadagnato consensi e ha dato contributi. E il 25 maggio 2014 cosa mai avrà perso?
Quando i nomi dei candidati di una lista sono sostenuti dal numero giusto di firme (vere), registrati dal Tribunale, esposti al pubblico (ludibrio o ammirazione, chissà), e votati nel segreto della cabina elettorale, e infine letti nello spoglio delle schede e contati, solo al termine di questa faticosa e concreta vicenda si sa e si capisce chi ha perso e chi ha vinto. (C’è chi crede e sbandiera di aver vinto ma con firme false. Vincitori falsi: come Formigoni e Cota).
E comunque si capisce poco: perché si tratta pur sempre di statistica, la disciplina meno facile del mondo. E di comunicazione: al giorno d’oggi spesso fraintesa e fuorviante, visto che sempre meno gente sa leggere, anche se tutti credono – crediamo – di saper parlare e di saper scrivere.
In questa città è bene continuare a fare cultura (e politica). E insegnare la nobile arte della lettura.
E chi vuole si candidi. Non importa se non sarà eletto stavolta. Intanto si esercita.
Se “La Piazza e il Ponte” non parteciperà con una sua lista, pazienza. Sarà meglio però se alcuni dei suoi aderenti si candideranno in altre liste. I cittadini potranno votarli. E si vedrà quante preferenze saranno in grado di ottenere. E se saranno eletti, cosa diranno e faranno.

Il Sindaco ridente

1 febbraio 2014

di Paolo Ferloni

Non vedo non sento non so: Alessandro Cattaneo e Giampaolo Chirichelli non sapevano e non sanno nulla di ciò che dal 2010 l’ingegner Tedesi progettava tra Lombardia e Spagna.

Si è appreso che il 22 gennaio a Roma l’ing. Claudio Tedesi, direttore generale di Asm Pavia e vicepresidente di Linea Group Holding, direttore dei lavori di bonifica all’ex Fibronit di Broni, e consulente per il piano di smaltimento della fallita Ecogomma a Castelletto di Branduzzo, è stato arrestato con il funzionario ministeriale Luigi Poleggi e alcuni dirigenti industriali a seguito dell’indagine Black Smoke (che in italiano suona più concretamente Nero Fumo), coordinata dalla Procura della Repubblica e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, indagine riguardante la bonifica dell’ex Sisas di Pioltello.
Naturale aspettarsi che il presidente di Asm Chirichelli ed il sindaco di Pavia Cattaneo, uscendo da un Consiglio d’amministrazione di Asm convocato proprio per lo stesso 22 gennaio, si trovassero subito d’accordo nel dichiarare che «la vicenda riguarda fatti e circostanze estranei nei tempi e nei luoghi al ruolo ricoperto in azienda» dal personaggio, e nel confermare «il suo operato positivo nell’azienda». Viene in mente l’allegro ritornello di una canzonetta francese degli anni Trenta «Tutto va ben, madama la Marchesa»: lo cantano i servi informando al telefono la padrona di una serie di disastri che hanno distrutto il suo castello.
Tuttavia il cittadino pavese appena un po’ attento alle sorti della sua città sapeva che già da quasi quattro anni l’ing. Tedesi, uomo vicino a Gian Carlo Abelli, era stato indagato nell’inchiesta sulla bonifica dell’area di Santa Giulia a Milano e l’ Azienda Servizi Municipalizzati di Vigevano nel 2010 non gli aveva rinnovato il contratto di consulenza tenuto per 8 anni. (more…)

Diritto o rovescio pubblico?

7 gennaio 2014

da Pavia, Antonietta Bottini, Paolo Ferloni e Walter Veltri

Chi ha letto su “La Provincia Pavese” del 22 dicembre 2013 l’articolo di Fabrizio Guerrini dal titolo “Acquedotti e fogne. Per altri 20 anni gestione pubblica” potrebbe essere indotto a pensare che grazie alla delibera adottata dal Consiglio provinciale, «l’acqua pavese, lomellina, oltrepadana […] resterà gestita per almeno 20 anni da realtà pubbliche che fanno capo alla Provincia e, sul piano operativo, alla società Pavia Acque». Questa società, nata come S.r.l., arricchita di una “c” è stata fatta diventare “consortile”, cioè S.c.r.l.; peccato che anche così Pavia Acque continui a non essere una società di diritto pubblico.
Però come è noto, e come l’articolo ha riferito, i soci a capitale pubblico di Pavia Acque (con le quote percentuali di ognuno tra parentesi) sono: ACAOP S.p.a. (8,080739%) di Stradella, ASMare S.r.l. (8,080739%) con un unico socio, cioè la ASM Mortara s.p.a.; ASM Pavia S..p.a. (19,191756%), società multiservizio di proprietà del Comune di Pavia e di altri 40 Comuni; ASM Vigevano e Lomellina S.p.a., (19,191756%); ASM Voghera Spa (19,191756%); Broni Stradella Pubblica S.r.l. (8,080739%); CBL S.p.a. (8,080739%) di Mede e altri Comuni della Lomellina; CAP Holding S.p.a. (10,100924%), gruppo che opera nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lodi, al quale sono collegati vari Comuni del Pavese; e infine la Provincia di Pavia, con lo 0,001% delle quote. (more…)

Il palo della luce

7 novembre 2013

da Pavia, Paolo Ferloni

«Scoppia il caso lampioni d’oro» era l’allegro titolo in prima pagina de “La Provincia Pavese” il 31 Ottobre scorso, che annunciava l’acquisto da parte del Comune di Pavia dei pali della luce di Enel Sole esistenti in territorio comunale. Simpatico anche il titolo interno «Pali della luce, a Pavia più cari che a Vigevano» e sottotitolo «Il prezzo è quasi doppio», aspetto questo più gradito, è facile immaginare, ai buoni vigevanesi. E presentato dall’arguto Fabrizio Merli con un’indagine sui costi e sentiti i pareri del sindaco e di esponenti di maggioranza e di minoranza. Il giorno dopo Anna Ghezzi tornava sul tema «Caso lampioni, metà vecchi o fuori legge», e ancora Merli riprendeva la questione dei costi il 2 Novembre: “«Lampioni d’oro: nel bresciano non li hanno pagati», intervistando in particolare Vincenzo Vigna, consigliere di opposizione dell’Idv.
Va detto che sulla procedura seguita per l’acquisto dei pali da Enel Sole e sul prezzo versato, oltre 1.000.000 di euro, ha deciso esclusivamente la Giunta la quale, a cose fatte, ha informato la competente Commissione Consiliare, i cui componenti hanno preso atto della questione non avendo avuto la possibilità di intervenire né di essere messi in condizione di esaminare la documentazione.
Il prezzo dei pali, la cui valutazione è stata fatta dal venditore, è decisamente alto, in considerazione anche della verifica effettuata dalla società incaricata dal Comune di Pavia la quale aveva rilevato che gli impianti sono in buona parte da adeguare sia sotto l’aspetto illuminotecnico sia sotto l’aspetto elettrico e meccanico.
Peraltro durante la discussione in Consiglio Comunale della procedura d’ acquisto, votata dalla sola maggioranza, era stato presentato un emendamento alla delibera, bocciato dalla maggioranza, con l’astensione del Pd e il voto favorevole dei soli consiglieri Maggi, Veltri e Vigna, con il quale si sollecitava la Giunta, prima di procedere all’acquisto, «di avviare la valutazione costo-beneficio di quanto speso negli anni dal Comune anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato», il quale aveva respinto i ricorsi di Enel Sole contro alcuni comuni che, per pagare costi contenuti, avevano preferito la procedura del riscatto, previsto peraltro dalla normativa al posto della trattativa bonaria.
Dunque se vuole acquistare impianti in buona parte da adeguare, e per di più a prezzi sfavorevoli rispetto alla vicina Vigevano, questa Giunta i soldi li trova. Invece non ci sono soldi quando bisogna intervenire in aiuto delle famiglie che non riescono a pagare le bollette del gas e dell’acqua o l’affitto. O non si fa nulla quando gli amministratori di Asm si assegnano tra loro centinaia di migliaia di euro sotto forma di benefici forfettari e premi di risultato.
Per evitare che la Giunta possa essere chiamata a rispondere di eventuali danni erariali, si chiede di sospendere la procedura di acquisto e di verificare presso i comuni che hanno adottato la procedura del riscatto se i costi con quel tipo di acquisizione siano davvero inferiori rispetto a quelli della trattativa bonaria. E sarebbe corretto che si riferisse, prima dell’acquisto, alla Commissione Consiliare dopo averle fornito tutta la documentazione.

Moderati

9 settembre 2013

Chi sono? E chi e dove mai sarebbero gli “estremisti”?
di Paolo Ferloni

Nella primavera del 2013, dopo le ultime elezioni politiche e mentre si svolgevano elezioni amministrative diverse, si è assistito a un paio di eventi non comuni, in ambito politico. Arrivata poi l’estate, è maturato anche un evento abbastanza comune, in ambito giudiziario.
Prima si è vista, una bella mattina di aprile, la fulminea rielezione a Presidente della Repubblica del medesimo personaggio che per settimane se non mesi aveva dichiarato di non essere disponibile a ritornare su quella poltrona, ma che ha riscoperto improvvisamente, assieme a chi lo ha votato, di essere indispensabile al bene del Paese, oltre che al proprio. O comunque che il proprio ruolo di garante di compromessi, già ben collaudato col governo pseudotecnico di Monti, sarebbe servito a metter fuori gioco candidati alla Presidenza della Repubblica meno datati e più propensi ad agevolare operazioni di rinnovamento nei metodi di lavoro della classe politica.
Pochi giorni dopo, reinsediato il doppio Presidente, è stato formato il nuovo governo di Letta (nipote), che ha subito ottenuto la fiducia del Parlamento con un voto di cosiddette “larghe intese”, cioè dagli stessi che in campagna elettorale e fino a poco prima si erano detti pubblicamente avversari e incompatibili, cioè PD e PdL. Tutto ciò è servito a fingere di cambiare tutto, o qualcosa, senza cambiare nulla.
L’ evento estivo giudiziario – e non politico in sè – sopraggiunto in seguito è stata la condanna definitiva per frode fiscale del senatore Silvio Berlusconi da parte della Corte di Casssazione, condanna che segnerebbe secondo alcuni commentatori il tramonto del berlusconismo, come pietosamente osserva Galli della Loggia nel suo editoriale – piuttosto spento – sul “Corriere della Sera” di lunedì 26 agosto. A seguito di tale tramonto, egli si chiede preoccupato quale sarà la sorte dell’elettorato berlusconiano. (more…)

Confisca

28 luglio 2013

Confiscare Green Campus: uno spartiacque nella politica comunale
da Pavia, Paolo Ferloni e Mauro Vanetti

Sabato mattina siamo andati in tribunale con l’avvocato Franco Maurici per depositare un atto di intervento nel procedimento penale relativo al caso Green Campus. Chiediamo di partecipare al processo come parte civile in surroga del Comune di Pavia che si rifiuta di difendere gli interessi della maggioranza dei suoi cittadini, preferendo invece schierarsi dalla parte degli speculatori. Questo fa il paio con la linea seguita dall’assessore comunale ai Servizi sociali Assanelli e dalla Giunta di fronte alla protesta degli sfrattati: indifferenza ai problemi sociali, ricorso alla forza poliziesca, vicinanza solo agli interessi dei proprietari immobiliari.
Con questa azione legale chiediamo ufficialmente ciò che abbiamo rivendicato nei volantinaggi, nelle manifestazioni, in parecchi nostri interventi pubblici: la confisca dei condominii della lottizazione abusiva di attualmente sequestrati. Questo permetterebbe al Comune di entrare in possesso di 300 appartamenti nuovi, che in piena emergenza sfratti potrebbero essere utilizzati per coprire una parte importante delle esigenze abitative sia degli studenti universitari fuori sede in maggiore difficoltà sia di quelle famiglie che a causa della crisi non riescono a trovare spazio nella pessima offerta di edilizia popolare messa in campo da ERP e ALER.
Confiscare significa stabilire un principio di giustizia: significa espropriare chi ha tentato a sua volta di espropriare la collettività del suo diritto a decidere su che linee far sviluppare la città, significa restituire al popolo una parte di quanto la grande proprietà immobiliare parassitaria ogni giorno sottrae al benessere e alla serenità della maggioranza dei pavesi. Per noi significa dire chiaramente da che parte stiamo: dalla parte della povera gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli anziani con la pensione minima, degli immigrati senza diritti, dei giovani dalla vita precaria e dal futuro incerto.
Ci chiediamo retoricamente: come mai né il Pd, né il M5s, né tanti altri che a chiacchiere affermano l’esigenza di una politica nuova in città, hanno mosso un dito in favore di questa nostra iniziativa, che pure era stata ampiamente pubblicizzata? Come mai ancora una volta siamo solo noi “oltranzisti”, noi che marciamo “in direzione ostinata e contraria” a preoccuparci affinché la città entri in possesso di centinaia e centinaia di appartamenti? Forse gli altri erano solo un po’ distratti? E allora perché non indicano a chiare lettere sui loro programmi elettorali per le elezioni 2014 cosa vogliono fare di Green Campus e di Punta Est? Vogliamo dare quelle case al popolo oppure no?
Per noi è su un tema come questo che si misura l’effettiva volontà di cambiare le cose in questa città. Chi si rifiuta di dichiarare che i condominii di Green Campus vadano confiscati al più presto, cercando soluzioni che salvino gli interessi del costruttore, è complice nei fatti del declino di Pavia e vuole tenere una porta aperta alla collaborazione con quei poteri forti più o meno oscuri che dettano il buono e il cattivo tempo nell’urbanistica comunale.

Laureati: che fare?

8 giugno 2013

di Paolo Ferloni *

Sull’edizione html de “il manifesto” del 30 Maggio trovo, nella colonna Quinto Stato, un puntuale e stimolante articolo di Roberto Ciccarelli dal titolo Altro che “choosy” che inizia con una piacevole esortazione: «Prendete il XV rapporto Almalaurea sul profilo dei laureati e scoprirete quante menzogne sono state raccontate dai ministri della Repubblica a proposito degli studenti italiani». L’emozione della scoperta è relativa, perché si sa quante e quali favole circolino allegramente tra i politici italiani e quante verità da loro dichiarate per mesi diventino menzogne in pochi minuti o in pochi giorni a loro uso o ad uso dei cittadini.
Se il lettore curioso va a leggersi sul sito di Alma Laurea la documentazione sul XV rapporto vede che Ciccarelli ha ben ragione: si scoprono le menzogne e le sciocchezze che governanti e non solo, ma anche giornalisti e politici al seguito, vanno dicendo di solito per nascondere la propria ignoranza nel merito delle questioni dietro a un assordante chiacchiericcio.

Ad avviso di chi scrive, come di un qualunque osservatore esterno, le menzogne vanno bene a tutti perché in Italia sta governando dal 1945 – con varie e in apparenza diverse componenti e maggioranze – una classe politica che nel suo insieme:
1. non sa cosa siano una derivata o un integrale;
2. ignora la statistica e come maneggiare e verificare dei dati;
3. avrebbe a disposizione un ISTAT e non sa cosa farsene;
4. avrebbe a disposizione un CNEL e non sa cosa farsene;
5. è forse convinta che meno laureati ci sono e meno si studia in modo critico e più è facile governare il Paese;
6. non legge libri (né prosa né poesia) perché li considera inutili;
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La Resistenza è finita?

27 aprile 2013

di Paolo Ferloni

In occasione della ricorrenza del 25 aprile sarebbe facile pigrizia unirsi al coro dei “memorialisti”, cioè di tutti coloro che per ossequio ai propri ruoli istituzionali o burocratici hanno cercato e sono riusciti per quasi settant’anni a farne una tranquilla giornata della memoria.
È giusto che una città depositi corone d’alloro a tutte le lapidi esistenti e tenute pulite o ricomposte e rimesse in ordine dopo assurdi vandalismi. Così però si mettono assieme in un’unica commemorazione i caduti di ogni guerra e si trasforma la celebrazione in un rituale compatibile con l’ordine di cose esistente e con un bel sole di primavera, dove c’è. (more…)

F-35 e Costituzione

11 aprile 2013

di Paolo Ferloni

L’8 gennaio 2012, il giornale in internet “Democrazia e Legalità” pubblicava una breve nota di chi scrive riguardante una commessa militare deliberata a suo tempo dal governo Berlusconi per l’acquisto di 131 nuovi cacciabombardieri F-35 (Pax Christi contro F-35, le armi dei re Erode di oggi). L’articolo prendeva le mosse dal sito del movimento Pax Christi (paxchristi.it) in cui il problema era stato sollevato da Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente del movimento ecclesiale, in un contesto religioso, oltre che morale, ispirato al racconto della visita dei Re Magi al Tetrarca Erode rievocata nella festa dell’Epifania, e della conseguente “strage degli innocenti”.
Gli interrogativi posti da Pax Christi e che si riprendono qui perché ad essi il cittadino italiano desidererebbe ottenere una risposta sostanziale e non formale sono, ad esempio, i seguenti:
-perché in un periodo di crisi economica e di tentativi di salvataggio dell’euro e dell’Europa il nostro governo dovrebbe acquistare dei cacciabombardieri a 150 milioni di euro l’uno? -per quale tipo di azione militare, cioè per bombardare e cacciare chi e dove?
-a quale costo per ogni azione, dove per costi si intendono non soltanto quelli militari ma anche quelli economici, politici, sociali per le popolazioni che vi siano coinvolte?
A corollario dell’ultima questione, non v’è cittadino che non veda con favore – tranne forse i militari dell’areonautica, ovviamente – la possibilità di avanzare ipotesi alternative di uso delle medesime risorse finanziarie in settori della vita civile del Paese o della cooperazione internazionale con Paesi più poveri, ad esempio nell’area mediterranea. Ci si chiede dunque:
-quali sono, in un ordine di priorità, spese più urgenti da prevedere nel bilancio dello Stato, rispetto alle spese di azioni militari, per di più di solito fuori dai confini dello Stato?
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Attraverso gli Appennini senza vederli

4 aprile 2013

Treni ad Alta Velocità 2
di Paolo Ferloni

Dopo circa tredici anni di lavori, il 5 dicembre 2009 fu inaugurata la tratta Bologna-Firenze della linea ferroviaria ad alta velocità che attraversa gli Appennini in corrispondenza del Mugello. Tra le due stazioni, distanti ora 78,5 km, s’impiega un tempo che in orario è di 37 minuti contro i 55 di prima, cioè si risparmia il 27 per cento del tempo.
Per il viaggiatore, le principali differenze tra questa linea del TAV e la precedente sono: – la tratta del TAV è più corta, 78,5 invece di 97 km, cioè l’81 per cento della vecchia linea che alla sua inaugurazione, nel 1934, fu detta “direttissima”; – la linea è più diritta e con meno curve di prima, quindi si viaggia più veloci e senza malesseri; – per 73 km su 78,5, cioè per il 93 per cento del percorso, il viaggio si fa al buio, in gallerie.
Come si misurano i risultati economici di questa nuova linea?
I costi privati sono assai maggiori: il biglietto di seconda classe è venduto da Trenitalia a 24 euro per il TAV ed a 8,25 euro per il treno regionale che ferma a Prato e impiega 1 ora e 40 minuti.
I costi pubblici, quelli cioè di costruzione, gestione e manutenzione della linea TAV, se valutati da Trenitalia sull’intero percorso Milano-Roma, saranno assai minori di quelli delle linee aeree Alitalia da Linate a Fiumicino.
Tutto bene dunque? Difficile dire, dal momento che all’aggiornato, idilliaco quadro delle magnifiche sorti di Trenitalia e della sua competizione vincente con la decadente Alitalia sfugge, cioè manca, il calcolo di quei costi esterni, sociali e psichici, come definiti nell’introduzione.
Per iniziare dai costi esterni, lasciamo la parola al giornalista Enrico Bandini, articolo in “Il Fatto Quotidiano” del 9 aprile 2012: «A più di due anni dal passaggio del primo treno alta velocità sulla tratta Firenze-Bologna il Mugello è una terra devastata. A essere sconvolto è stato l’intero equilibrio idrogeologico del territorio. (more…)

Bologna e Firenze

3 aprile 2013

Treni ad Alta Velocità 1
di Paolo Ferloni

All’inizio del 2012, a proposito delle proteste della gente in Val di Susa, il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri ebbe a dichiarare: «Con i sindaci siamo pronti a qualsiasi tipo di discorso e di dialogo, ma l’opera va avanti perché non ci sono dubbi su questo».
Su una materia, come si è visto, alquanto discutibile ed aperta a vivi dibattiti tra esperti di economia e di flussi di merci e viaggiatori, si possono nutrire dei dubbi: sembra normale a chiunque disponga di una minima preparazione statistica. Come è normale che il profilo professionale e di carriera dei funzionari del Ministero dell’interno non si valuti sulla base di studi nel settore dei trasporti e di razionalità di scelte nel campo dei viaggi e degli spostamenti di beni e di persone entro un Paese e tra Paesi confinanti.
Ma che in tempi globalizzati come questi un Ministro dell’Interno, o peggio un Governo intero a nome del quale il Ministro parla in pubblico, non abbia dubbi su un progetto ferroviario avviato molti anni prima da altri politici e dirigenti e oggi sgradito a una gran parte della popolazione coinvolta, desta qualche perplessità sul livello culturale del Ministro e sulla sua attitudine ai compiti ministeriali, che come è noto sono gravosi sotto il profilo sociale e del mantenimento dell’ordine pubblico. O forse il Ministro, attenendosi più saggiamente ai propri limiti, non intendeva entrare nel merito della spartizione della torta dei finanziamenti già assegnati dai predecessori alle attività di preparazione, esplorazione, scavo e movimento di terra e di roccia in corso nei cantieri della Valle in agitazione.
Le dichiarazioni del Ministro sono state definite un vero e proprio ossimoro da Idra, l’associazione di volontariato di Firenze che si occupa di qualità della vita e dell’ambiente: il dialogo non è possibile là dove già in partenza si esclude di ascoltare le eventuali ragioni dell’interlocutore e di prenderne atto. (more…)