10 luglio 1943 – 10 luglio 2013
Allora celebriamolo questo settantesimo anniversario dello sbarco “alleato” in Sicilia. Il primo testo è di Pietro Ancona, già segretario della Cgil siciliana. Il secondo, mio, su mafia Guarrasi e scenari successivi, è ripreso da Frocio e basta, libro sulla morte di Pier Paolo Pasolini scritto a quattro mani con Carla Benedetti. (G.G.)
Oltre il fronte di Pietro Ancona
Settanta anni dopo lo sbarco degli americani in Sicilia. Con la mia famiglia mi ero rifugiato in una grotta nelle vicinanze di Agrigento. Era una notte umida afosa. Io e mio padre eravamo all’esterno della grotta dove mia madre stava partorendo senza l’aiuto di nessuno mio fratello Fortunato. Dal punto dove eravamo al buio vedevano distintamente una lunghissima intermimabile fila di soldati americani che risalivano il sentiero che dal mare portava in città. Andavano in fila per uno con le spalle basse gravate da un enorme zaino e dal fucile.
Il passaggio degli americani durò molte ore e poi fini. Veniva accolto dal fragore della contraerea che seppur in misura quasi simbolica contrastava l’arrivo dei marines. Poi anche la contraerea cessò di sparare e fu il silenzio.
Nella mattinata gli americani entravano in Agrigento dal quartiere della Addolorata. Lanciavano dalle jeep caramelle e ciunca che nessuno di noi sapeva cosa fosse. Gli agrigentini accoglievano gli USA a braccia aperte anche perché erano stufi di mangiare la segala che i tedeschi davano al posto del nostro grano e della nostra farina.
Gli americani sbarcarono in Sicilia il 10 luglio del 1943 perché era la zona più lontana possibile dal fronte orientale dove l’armata rossa combatteva le divisioni corazzate di Hitler. In effetti i politici anglosassoni speravano in una vittoria di Hitler sull’URSS e comunque sullo sfibramento della forza della Unione Sovietica. Durante tutta la seconda guerra mondiale non cessarono mai di tramare alle spalle di Stalin e dell’URSS. Senza successo. Gli americani sbarcati in Sicilia si abbandonarono ad ogni sorta di violenza, di supruso, di stupro, di ruberia. Hanno attraversato la Sicilia da Licata a Messina come una terribile nuvola di cavallette. Dei loro misfatti non si sa quasi niente perchè al potere in Sicilia installarono sindaci mafiosi che hanno imposto il silenzio sulle violenze sessuali, sulle rapine, sugli stupri. Moltissime persone furono uccise per puro divertimento. Il generale Patton che li guidava era un orribile assassino che aveva il gusto sadico di provocare la morte…
Purtroppo anche i nostri scrittori la nostra cultura si è piegata agli americani ed ha divulgato la versione della “liberazione”. Dei buoni americani che ci liberano dai cattivi tedeschi. In effetti da allora gli USA hanno preso possesso dell’Italia. I tedeschi durarono qualche anno. Gli USA ci calpestano da settanta anni. La Sicilia è una loro piazzaforte militare piena di bombe nucleari e di Drone. Il Muos è l’emblema odierno della nostra schiavitù militare.
La via del sangue di Giovanni Giovannetti
Il 4 settembre 1998 Graziano Verzotto – interrogato a Pavia – confida a Vincenzo Calia che per Mauro De Mauro «il sabotaggio del Morane Saulnier [il bireattore su cui è morto Enrico Mattei] si spiegava con una pista esclusivamente italiana. (more…)