Archive for the ‘Stella d’Italia’ Category

Terremotati terremotanti

20 luglio 2012

di Maria Pace Ottieri

Trainava quest’anno i camminanti una meta misteriosa, l’Aquila. Come sarà? Che cosa troveremo? Pochi la conoscevano, e di quei pochi quasi nessuno l’aveva rivista dopo il terremoto, una meta che non si immagina è oggi cosa rara. C’è chi arriva da lontano, cammina da settimane, chi torna dopo altre tappe lungo I cinque percorsi, chi si aggiunge come me, da Lanciano, già in Abruzzo. La guadagniamo attraverso sentieri, boschi, campi di orzo biondo platino e vigneti allineati come righe su una stoffa, circondati dalla catena austera, dal manto pure biondo del Gran Sasso. Dormiamo in luoghi di fortuna, aule di scuole in vacanza, ristori di viandanti, centri polivalenti (?) ai margini di paesi desolati, svuotati prima dall’emigrazione e poi dal terremoto. Sono rimasti solo vecchi annoiati sulla piazza, sotto i solitari castelli, ancora alteri, ma affacciati oggi a pianure neutrali. Ogni luogo una scoperta: che il celebre guerriero di Capestrano, VI secolo a. C., una statua di pietra di due metri con lo strano cappello a tesa piatta, largo più di mezzo metro, è una creatura androgina, forse uomo, forse donna. Che gli affreschi medioevali dell’Oratorio del Pellegrino, nella frazione di Caporciano, Bominaco, sulla cresta, sono attraversati da una vena morbosa, con un Cristo femmineo ed esangue. (more…)

Teste viaggianti, teste sognanti

9 luglio 2012

Con questo pezzo, letto da Ciro Carlo Fico, una delegazione di attori del Teatro Valle Occupato di Roma ha dato il benvenuto ai Camminatori della Stella d’Italia arrivati il 5 luglio a L’Aquila.

Parole di accoglienza e fratellanza a voi che venite dai bracci della stella d’Italia.
A voi percorritori.
A voi che siete stati macchine a vapore, muscoli, visione, dispositivi propulsori, carovane. A voi che siete il percorso, e la mappa, a voi che siete bussola e siete perduti per sempre, a voi punti cardinali, rose dei venti, a voi smarriti. A voi che sfuggite a qualsiasi sistema di localizzazione satellitare, a voi che non comparite sui radar e nuotate leggeri come polline dentro il flusso della transumanza.

A voi che la terra conoscete veramente sia perché avete appreso l’arte di cavalcare in sella al pianeta, sia perché calcate il suolo con le piante dei piedi che affiorano dai vostri scarponi scalcagnati.
Parole di accoglienza e fratellanza a voi turbine, a voi gambe e occhi, a voi teste viaggianti. A voi teste sognanti, energie vagabonde, a voi poeti d’asfalto, scienziati dell’andare, a voi che finalmente arrivate.
Parole di accoglienza e fratellanza a voi che qui siete accorsi al rallentatore, a voi che qui vi siete fiondati al rallentatore, a voi che al rallentatore avete sfrecciato sulle strade d’Italia, a voi bolidi al rallentatore, a voi saette al rallentatore. A voi che alla velocità della luce procedevate a passo di lumaca verso la vostra meta. A voi che nel centro di questo disastro avete visto, immaginato e sognato il nucleo di una stella, l’origine stessa della vita. (more…)

Stella d’Italia arriva a L’Aquila

8 luglio 2012

Camminatori e sognatori

7 luglio 2012

di Antonio Moresco

Mi ci vorrà un po’ di tempo e di distanza prima di riuscire a fare un resoconto delle quindici tappe della Stella d’Italia che ho finora percorso e di quelle che ancora percorrerò. Credo che riuscirò a farlo in agosto, quando sarò di nuovo solo, nella città vuota.
Allora racconterò quello che è successo e che ho visto durante l’inizio del cammino in Sicilia e in Calabria, le tappe dell’Aspromonte, le persone incontrate, che hanno camminato con noi o che ci hanno accolto e fatto partecipi delle loro vite e del loro combattimento. E anche qualcosa della tappa di partenza da Venezia, dell’incontro con Tiziana Agostini, assessora alla cultura di quella città, che ci ha consegnato il vessillo con il leone di San Marco e che ha definito questa nostra impresa «un gesto gratuito che ha a che fare con la poesia e con il sogno». Cercherò di raccontare la partenza da Genova, l’incontro con molti camminatori dell’anno scorso arrivati all’appuntamento come per una misteriosa migrazione di uccelli, la notte passata insieme sulle brandine e sul nudo pavimento della struttura che ci ha accolto, le prime due tappe di quel braccio, la tappa di Bologna, molte altre cose che sono successe. E parlerò delle tante persone che stanno rendendo possibile questa Stella, partecipando al cammino, organizzandolo e guidandolo, dell’enorme lavoro volontario e fatica e dispendio di tempo e anche di denaro che vi hanno profuso. Vorrei che tutti si rendessero conto, prima che di ogni altra cosa, dell’aspetto quasi miracoloso di quanto sta succedendo.
Lo so che non tutti i camminatori hanno la stessa idea di quello che stanno facendo, che alcuni sono più interni a una visione politico-sociale, altri ecologico-ambientale, altri di tipo culturale ed esistenziale e anche, in senso lato, religiosa. Ma mi sembra che quello che ci ha detto subito, di primo acchito, l’assessora di Venezia colga un aspetto profondo e originale di questo cammino, al quale io sono particolarmente vicino e che mi sembra contenga anche tutti gli altri. A qualcuno forse sembrerà che, se non c’è una finalità immediatamente comprensibile e spendibile e comunicabile a livello politico, culturale e sociale, quello che stiamo facendo non abbia senso. Ma va bene così, è giusto e anche bello che ognuno porti la sua impronta e la sua tensione arricchendo di diverse sensibilità questo lungo cammino, che non deve essere schiacciato su una sola finalità e un’unica dimensione, cosa che non lo farebbe respirare e lo renderebbe funzionale e strumentale a una sola piccola cosa, non un vero cammino, non qualcosa che si espande dall’interno all’esterno, un vero viaggio e una vera avventura irradiante. (more…)

L’isola del riuso

5 luglio 2012

di Giovanni Giovannetti

Capannori (45.000 abitanti, 17.000 famiglie, 40 frazioni) è tra i maggiori Comuni italiani per estensione territoriale, ma è primo nella raccolta differenziata. Sulla piazza ci attende Alessio Ciacci, giovane assessore all’ambiente, per raccontare la locale eco-efficienza, estesa all’acqua (le 15 fonti pubbliche si avvalgono di sistemi di sicurezza a ultravioletti) all’aria, all’uso sostenibile del territorio, al contenimento del rumore e dell’inquinamento elettromagnetico e via via fino all’incentivazione dei pannolini lavabili o degli spazzolini per i denti a cui cambi la testina o le gomme da masticare biodegradabili, in acquisto presso le due farmacie comunali. Aggiungeremo i detersivi alla spina in 13 negozi del Comune e il latte, alla spina, a 1 euro al litro 24 ore su 24 presso i due distributori di Lammari e San Leonardo.
Qui la raccolta differenziata “porta a porta” raggiunge l’82 per cento dei rifiuti, con punte superiori al 90 per cento in alcune frazioni. Prima del 2006 il pattume era in crescita, ma da subito si è vista una flessione complessiva dell’1,8 per cento, oltre ad una eclatante riduzione del 23 per cento per i rifiuti indifferenziati destinati alla discarica. (more…)

Olimpo de noartri

3 luglio 2012

di Giovanni Giovannetti

Lucca e Pavia sono le mie città. A Lucca sono nato, a Pavia ho vissuto. Da Pietrasanta a Lucca, passando per Camaiore e Montemagno, il cammino si fa interminabile.
Trascorrevo le estati dai nonni contadini nelle campagne del Compitese, alle pendici del monte Serra. Agricoltura di autosostentamento, giovani ingabbiati entro una millenaria gerarchia familiare. Così mio padre migrò in Svizzera (lì conobbe mia madre) e dopo il ritorno alla alla Pieve – una parentesi – portò la sua famiglia a Pavia, scegliendo la città e la fabbrica: Snia Viscosa, reparto solfuro, il più nocivo. Due anni dopo passò alla Necchi, in fonderia. Per lui la terra era sinonimo di miseria, economica e insieme culturale. Abbandonare i campi servì anche ad allargare i propri orizzonti, a rendere più dinamica la vita, a lasciarsi alle spalle una esistenza già nota nella sostanza, conservativa e tale da secoli, con minime varianti. Una vita grama. Con la fabbrica, mio padre vide migliorare la sua condizione economica e peggiorare la sua salute.
Nonno era semianalfabeta ma nessuno sapeva narrare meglio di lui. Storie picaresche e di mistero, oppure guerresche inventate lì per lì, avventure di uomini e animali dal micromondo compitese. E poi il monte Serra che, per la “storica” antenna (“storica” poiché fu il primo “ponte” da Torino a Roma di quella tv italiana ai primordi), era assunto a personalissimo Olimpo catodico: un luogo abitato dai nuovi dei televisivi, che so, un Mike Buongiorno a colazione da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, o per un thè con Gino Bramieri in compagnia del Quartetto Cetra o di Carlo Dapporto.

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Terra bruciata

1 luglio 2012

di Giovanni Giovannetti

Enio Mancini oggi è settantenne. Quando i suoi anni erano sei, è miracolosamente scampato alla strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, minuscolo paese di montagna poco distante da Pietrasanta. Ci raggiunge alla Casa della Rocca presso cui siamo ospiti. Per questo incontro suor Ginetta ha concesso la “sala del camino”.
Sant’Anna. Tra le case sparse di questi pascoli montani nell’estate 1944 avevano trovato rifugio centinaia di sfollati dal sottostante litorale tirrenico. La guerra pareva lontano affare di eserciti, disposti sui due lati della vicina Linea gotica: di là gli alleati; di qua tedeschi e repubblichini, oltre a qualche brigata partigiana in disturbo sui monti.
La mattina del 12 agosto 1944 il paese è circondato da reparti tedeschi della 16ª SS Panzer-Grenadier Division di Max Simon accompagnati da repubblichini del posto a volto coperto. In zona anche la 4ª compagnia del battaglione esplorante guidata da Walter Reder. Assassini con la divisa. Cercavano partigiani e hanno trovato donne vecchi e bambini, rimasti nelle case ritenendo che nulla sarebbe loro capitato in quanto civili (gli uomini si erano rifugiati nei boschi per evitare il rastrellamento e la conseguente deportazione). Vengono massacrati con inaudita ferocia, mitragliati o uccisi con bombe a mano e lanciafiamme. Ancora oggi non si conosce il numero delle vittime: forse 600, forse meno (quelle accertabili sono 390). Una criminale operazione stragista contro civili inermi ad opera di invasati. Fare “terra bruciata”: lo stesso “metodo” adottato a Monte Sole presso Marzabotto poco più di un mese dopo (ancora Simon, ancora Reder: 770 civili uccisi). (more…)

Vecchietto è il nome di un paese

30 giugno 2012

di Giovanni Giovannetti

Pioggia torrenziale sopra un percorso accidentato. Le strade sono torrenti. Ci inerpichiamo per saliscendi spaccagambe, lungo sentieri infangati: Bibola, Vecchietto e ancora su, a colmare un dislivello di notevole entità. Lassù incontriamo la nebbia, ma sono le nubi del temporale viste da dentro.
Con Stella d’Italia oggi cammina Angelo, geometra in pensione, amante del Tibet e delle belle donne. È partito solitario da Fidenza e vuole arrivare a Roma. Il motivo del suo viaggio nemmeno lui sa dirlo. Resterà con noi, e una volta giunto alla sua meta promette di raggiungerci a L’Aquila.
Entriamo stremati a Sarzana. Solo 16 chilometri, eppure pioggia e fango e saliscendi ne hanno fatto quasi un’epica Odissea. Passiamo nei pressi del convento di San Francesco. L’anno scorso qui avevo raccolto la storia di Luigi, il cinquantenne macellaio disoccupato, costretto a chiedere l’elemosina e un letto al prete magnanimo, di nascosto da quell’altro, che lo aveva cacciato dalla sua borghese chiesa per benpensanti nel centro cittadino. A volte nemmeno la carità unisce. (more…)

Il solidale affetto

29 giugno 2012

di Giovanni Giovannetti

Aulla è stretta dall’acqua: a ovest il fiume Magra, a sud e a nord i torrenti Aulella e Taverone. Qui ancora si piangono i due morti della devastante alluvione del novembre 2011. Lungo il Magra molte case sono in alveo, e questo rende conto di molte cose.
Raggiungo qui i “liguri” partiti da Genova il 27 maggio. Disegnando questo “braccio”, la sosta in Lunigiana ci era parsa un piccolo segno di solidale affetto verso chi già l’anno prima ci aveva ospitati in cammino verso Napoli. Ora si va a L’Aquila, e a collegare Aulla al capoluogo abruzzese può bastare il motivo di fondo di questa nuova impresa, sintetizzabile in “terremoto terremotati terremotanti”. Sì, terremotanti, in questo moto dal basso che vuole unire menti e corpi di persone diverse ma corali nell’affermare il principio della cittadinanza solidale, non a caso uno dei punti elettivi della carta costituzionale. (more…)

Con gli occhi di un bambino

28 giugno 2012

di Giacomo D’Alessandro

Neanche un metro di sentiero. Tutto asfalto, ora strade di paese, ora stradine sterrate, fino a passare sulle statali più trafficate. Da Bracelli, dove il nostro comodo e grazioso (e caro!) Bed and Breakfast ci ha svegliati sotto un cielo cupo e uggioso, siamo scesi in ben 7 camminanti fin quasi a Beverino, sul torrente Vara protagonista di una delle peggiori piene che nell’alluvione dello scorso ottobre ha causato anche dei morti.
Ci accoglie infatti un capannone sventrato su un’ansa del fiume, ancora soffocato da ammassi morti, alti metri, di legname e detriti trascinati dalla corrente.
Sembra che nonostante tutto la pioggia condivida le motivazioni del nostro cammino: ci ha ripetutamente minacciati nei giorni scorsi, oggi più che mai incombe dal nero delle nubi, ma non si aprono le dighe dei cieli.
A camminare con noi c’è Daniele, un ragazzo di vicino Roma, che fa l’insegnante di scuola media ma è dottore in biologia. Maria Grazia, al settimo giorno di cammino come me, educatrice e animatrice di Torino, lo ha convinto al telefono i giorni scorsi: da Roma a Beverino per una sola tappa. Sono i miracoli che fa la Stella, stimolandoci la libertà e il coraggio di ricucire a partire dalle nostre relazioni. Non si ricuce infatti necessariamente qualcosa che si è lacerato o strappato, proprio qui sta la profezia di questo folle cammino: si getta il cuore sulla strada con la volontà di intessere unioni nuove, di avvicinare spiriti e corpi ancora un passo oltre la già presente amicizia, compagnia, frequentazione. (more…)

Dove regna il silenzio

26 giugno 2012

di Giacomo D’Alessandro

Siamo ormai nelle zone alluvionate. Stiamo consumando un pranzo frugale a Pignone, in un piccolo bar. La strada che da in cima a Soviore si tuffa su quest’altro versante, tra i paesini che poi scendono verso La Spezia, è un’entrata graduale in ciò che è stata da queste parti l’alluvione.
Parlare con la gente è la cosa più importante, incontrare il loro sguardo, sentire come raccontano, vedere i lavori che fanno. E’ il senso ancora più profondo di questa Stella d’Italia. Sapendo poi che in questi giorni altri camminanti, sul braccio Nord Est, stanno passando per le zone terremotate…
Dev’essere proprio difficile capire, sentire cosa si prova a trovarsi l’acqua e il fango addosso, in casa, in macchina, sull’orto, sulla strada. Magari in un paesino come questo che già lotta per la sopravvivenza e per un morale che non è più alto da tanti anni, e che vive solo del suo territorio, antico e delicato, fiorente e prezioso. (more…)

Le scoperte del cammino

25 giugno 2012

di Giacomo D’Alessandro

Quante cose racconta il cammino. Che si parli o ci si isoli un po’ più avanti per stare in silenzio, esce fuori a pezzi leggeri e imprevedibili un po’ la propria vita di questo momento. A sprazzi sopraggiungono nella testa i pensieri delle cose che si fanno, di questo o quel progetto, di questa o quella persona.
Si ha tempo e calma, libertà e tranquillità mentale di riprendere le fila di tutto, di soffermarsi a guardare le situazioni, le scene, i volti, riascoltare le parole dette e i segnali ricevuti nelle relazioni.
Camminare in libertà anche solo qualche ora fa sentire più autenticamente immersi nella propria vita: fa distinguere le cose che contano, i pensieri cattivi, le indecisioni che angosciano, porta ad affacciarsi all’orizzonte i progetti e i desideri. E’ dimostrare a se stessi libertà e fiducia nella vita, ci si sente di potere a suo tempo fare tutto, tutto ciò che si vuole. E spinge a volere cose significative.

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Capra e cavoli

23 giugno 2012

di Giacomo D’Alessandro

A iniziare la giornata per me sveglia ore 6 e 50. Colazione solitaria e poi Messa con alcune professoresse delle scuole qui del Villaggio del Ragazzo, fuori il chiasso crescente degli alunni ammassati all’entrata. Poi accompagno gli altri a fare colazione mentre il viavai nel villaggio aumenta. Inizia una nuova giornata.
Alle 8 e 30 riusciamo a partire: la quarta tappa di Stella d’Italia si preannuncia lunga fino a Moneglia. Ce ne dà un assaggio la ripida salita da Lavagna a Santa Giulia. C’è da dire che da Santa Margherita in poi la Liguria si alza sul mare con continui promontori, e la Via della Costa, per evitare l’Aurelia, ci porta in saliscendi continuo a chiesette sul crinale e giù al paese successivo.
Non ho ben chiaro il percorso di oggi, da Sestri Levante in poi, ma ci affidiamo. Qualcosa si trova. I miei compagni di viaggio sono forti e motivati, chiacchierano, sudano e non si lamentano. Si ha la certezza di decidere insieme e di andare lontano, in ogni caso.
La loro sosta golosa e infinita al primo mercato ortofrutticolo in cui ci imbattiamo incrina da subito questa mia coriacea convinzione.

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Uliveti e creuze de ma

21 giugno 2012

di Giacomo D’Alessandro

La tappa di oggi è stata decisamente bella e direi facile. Caro Tiziano, con l’esperienza del Cammina Cammina mi hai ripetuto più volte che il terzo giorno è quello critico sotto molti aspetti. Per noi è stato invece quello forse più rilassante. Rimasti in pochi, senza timore di perdersi continuamente, senza doversi aspettare a lungo, con la possibilità di conoscersi meglio chiacchierando. Sarà che il chilometraggio non era molto, i luoghi sempre bellissimi per paesaggio, sole e mare, freschezza di alte fronde e uliveti circondati di fiori brillanti… Il nostro terzo giorno è stato davvero piacevole. Non ci ha risparmiato la pericolosa strada (sull’Aurelia) né la dritta salita (per ogni creuza de ma che ben conferma la canzone di De Andrè), ma i tempi di relax tra la lunga sosta (con bagno) a Zoagli e poi a Chiavari, nei giardini dietro la stazione, hanno reso quasi minima la fatica complessiva. Per quanto i nostri 20-25 km anche oggi li abbiamo macinati. (more…)