Posts Tagged ‘aler’

I veri delinquenti

28 aprile 2014

Non sono solo i grandi palazzinari ad avere scatenato una vera e propria guerra contro i ceti subalterni, ma un intero blocco sociale, che comprende anche quei finti progressisti che con il loro silenzio avallano la marea di sfratti, ben consapevoli che questo è un modo per tutelare anche la loro piccola rendita. A pagare le spese, come sempre, sono gli inquilini: Antonietta è svenuta due volte, sotto gli occhi dello sbeffeggiante padrone di casa, ed è finita in ospedale in ambulanza. Il tutto, per lasciare vuota l’ennesima casa: una tra le troppe, che Antonietta insieme ai tanti che condividono la sua condizione presto si riprenderà. (movimentopavia.org)

Dal 1971 ad oggi, Pavia ha perso 10.632 abitanti. Il che significa che in città si sono liberati o 2.658 appartamenti (se ipotizziamo che ciascun appartamento fosse abitato da una famiglia composta da quattro persone), o 3.544 appartamenti (se ipotizziamo che ciascun appartamento fosse abitato da una famiglia composta da tre persone).
Che gli appartamenti liberi fossero 2.600 o 3.500, poco importa. (more…)

Aler, la riforma ingannevole

7 dicembre 2013

di Luciano Muhlbauer

L’hanno chiamata pomposamente “Riforma dell’Aler”, qualcuno persino “super riforma”, ma in realtà per gli inquilini delle case popolari non cambia niente e nulla cambierà in relazione alla sempre più esplosiva questione abitativa. Molto più prosaicamente, quella approvata il 26 novembre dal Consiglio regionale lombardo è una obbligata e parziale riorganizzazione della governance del sistema delle Aziende lombarde per l’Edilizia Regionale, con l’aggiunta di un rafforzato controllo politico della presidenza regionale.
Infatti, il provvedimento, che tecnicamente costituisce una modifica della legge regionale n. 27/2009 (Testo unico delle leggi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica), accorpa una serie di Aler, riducendo quindi il loro numero da 13 a 5 (Milano, Lodi-Pavia, Brescia-Cremona–Mantova, Bergamo–Lecco-Sondrio, Busto Arsizio–Como–Varese-Monza Brianza), ed elimina gli attuali consigli d’amministrazione, sostituendoli con un presidente unico nominato dal governo regionale. In conseguenza di questo riordino, che comporta il taglio di 144 incarichi, si prevede un risparmio di 2,5 milioni euro.
Appunto, un provvedimento praticamente obbligato, considerati i livelli di deficit di bilancio raggiunti dalle Aler (quello di Milano supera da solo i 100 milioni) e il talvolta impressionante degrado amministrativo e morale, come nel caso milanese, dove le spese pazze per consulenze ammontavano ormai a 2,7 milioni di euro e le infiltrazioni malavitose erano state favorite, secondo la Procura, direttamente dall’ex assessore regionale alla casa, Domenico Zambetti. Ma anche un intervento parziale e manifestamente insufficiente, più che altro una pezza messa per superare l’emergenza. (more…)

Confisca

28 luglio 2013

Confiscare Green Campus: uno spartiacque nella politica comunale
da Pavia, Paolo Ferloni e Mauro Vanetti

Sabato mattina siamo andati in tribunale con l’avvocato Franco Maurici per depositare un atto di intervento nel procedimento penale relativo al caso Green Campus. Chiediamo di partecipare al processo come parte civile in surroga del Comune di Pavia che si rifiuta di difendere gli interessi della maggioranza dei suoi cittadini, preferendo invece schierarsi dalla parte degli speculatori. Questo fa il paio con la linea seguita dall’assessore comunale ai Servizi sociali Assanelli e dalla Giunta di fronte alla protesta degli sfrattati: indifferenza ai problemi sociali, ricorso alla forza poliziesca, vicinanza solo agli interessi dei proprietari immobiliari.
Con questa azione legale chiediamo ufficialmente ciò che abbiamo rivendicato nei volantinaggi, nelle manifestazioni, in parecchi nostri interventi pubblici: la confisca dei condominii della lottizazione abusiva di attualmente sequestrati. Questo permetterebbe al Comune di entrare in possesso di 300 appartamenti nuovi, che in piena emergenza sfratti potrebbero essere utilizzati per coprire una parte importante delle esigenze abitative sia degli studenti universitari fuori sede in maggiore difficoltà sia di quelle famiglie che a causa della crisi non riescono a trovare spazio nella pessima offerta di edilizia popolare messa in campo da ERP e ALER.
Confiscare significa stabilire un principio di giustizia: significa espropriare chi ha tentato a sua volta di espropriare la collettività del suo diritto a decidere su che linee far sviluppare la città, significa restituire al popolo una parte di quanto la grande proprietà immobiliare parassitaria ogni giorno sottrae al benessere e alla serenità della maggioranza dei pavesi. Per noi significa dire chiaramente da che parte stiamo: dalla parte della povera gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli anziani con la pensione minima, degli immigrati senza diritti, dei giovani dalla vita precaria e dal futuro incerto.
Ci chiediamo retoricamente: come mai né il Pd, né il M5s, né tanti altri che a chiacchiere affermano l’esigenza di una politica nuova in città, hanno mosso un dito in favore di questa nostra iniziativa, che pure era stata ampiamente pubblicizzata? Come mai ancora una volta siamo solo noi “oltranzisti”, noi che marciamo “in direzione ostinata e contraria” a preoccuparci affinché la città entri in possesso di centinaia e centinaia di appartamenti? Forse gli altri erano solo un po’ distratti? E allora perché non indicano a chiare lettere sui loro programmi elettorali per le elezioni 2014 cosa vogliono fare di Green Campus e di Punta Est? Vogliamo dare quelle case al popolo oppure no?
Per noi è su un tema come questo che si misura l’effettiva volontà di cambiare le cose in questa città. Chi si rifiuta di dichiarare che i condominii di Green Campus vadano confiscati al più presto, cercando soluzioni che salvino gli interessi del costruttore, è complice nei fatti del declino di Pavia e vuole tenere una porta aperta alla collaborazione con quei poteri forti più o meno oscuri che dettano il buono e il cattivo tempo nell’urbanistica comunale.

il corteo contro gli sfratti

18 giugno 2013

Forte con i deboli…

14 giugno 2013

…debole con i forti
di PaviaCheResiste

Apprendiamo con grande rammarico la notizia dell’avvenuto sgombero delle tre famiglie che, non più tardi di un mese fa hanno occupato le case “sfitte” di proprietà dell’ALER al Crosione dopo lo sfratto subito dalle proprie per morosità inconsapevole. Ci rammarichiamo e non poco per il fatto che la nostra amministrazione locale, è stata capace di mostrare tutta la sua durezza e efferatezza solo ed esclusivamente nei confronti dei più deboli mentre è assai indulgente con chi infrange le leggi costruendo abusivamente alloggi e residenze!!! Le parole dell’assessore Assanelli grondanti di ipocrisia, descrivono perfettamente la qualità di questa giunta che, da un lato, sventola magnanimità e comprensione dei drammi che colpiscono cittadini incolpevolmente stremati dalla crisi. E dall’altro, aizza reparti interi delle forze dell’ordine e persino i vigili del fuoco, per buttare sul lastrico chi una casa non ce l’ha. Non importa se in queste famiglie ci sono bambini, disoccupati, precari o persone davvero bisognose, l’importante è che la legalità si affermi, costi quel che costi. Noi di Rifondazione Comunista sosteniamo e condividiamo la sacrosanta lotta di questi nostri concittadini per il diritto alla casa e alla dignità. Chiediamo con fermezza all’amministrazione comunale e in primis al sindaco Cattaneo di smetterla di imperversare nei TalkShow e di fare il suo dovere istituzionale occupandosi di questi drammi al più presto possibile. Chiediamo un’immediata moratoria sugli sfratti e che il comune si faccia garante per gli inquilini in difficoltà. Chiediamo all’ALER di adoperarsi affinché le case sfitte siano messe in condizioni di essere abitate quanto prima. Oppure che gli alloggi vengono affidati a chi è in grado di auto-recuperarli. Noi saremo al corteo di sabato 15 Giugno, indetto dall’Assemblea per il diritto alla casa, per chiedere alle istituzioni di dare delle risposte immediate ed efficaci per contrastare questa catastrofe sociale che sta trascinando verso il baratro tante famiglie già provate dalla crisi. Noi saremo al corteo perché l’articolo 3 della nostra costituzione recita quanto segue: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Noi saremo al corteo, perché la nostra piccola repubblica è il Comune di Pavia.

Un corteo per il diritto alla casa

14 giugno 2013

I presupposti per il corteo – contro la crisi, gli sfratti e gli sgomberi e per il diritto alla casa – che parte alle 15 di sabato 15 giugno dal piazzale della stazione ferroviaria di Pavia

Dall’inizio della crisi economica il reddito a disposizione della classe subalterna si è andato riducendo: le banche, i padroni, la BCE, le organizzazioni internazionali, i governi nazionali e le amministrazioni locali, ovvero i veri responsabili della crisi, hanno scaricato i costi verso il basso attraverso licenziamenti, cassa integrazione, sussidi, lavori saltuari, precari e in nero, che hanno privato milioni di persone della possibilità di condurre un’esistenza dignitosa.
Questa condizione riguarda tutti: a chiunque può capitare da un giorno all’altro di ritrovarsi senza un lavoro o con un reddito inadeguato al sempre crescente costo della vita.
Resistere ai colpi che la crisi ci infligge significa condurre una battaglia sul terreno della riappropriazione diretta; significa, in altre parole, condurre delle lotte che ci consentano di recuperare reddito, quello stesso reddito che la crisi, di cui non siamo responsabili, ci priva.
In questa direzione vanno le esperienze di mutuo soccorso, le battaglie per il diritto alla casa, l’autorganizzazione di presidi sanitari, mense popolari, studentati autogestiti e tutte quelle misure di costruzione di strumenti alternativi e indipendenti dal welfare state, sempre più sotto l’attacco dei governi e della finanza che questa crisi hanno creato. Tra questi percorsi si inserisce anche quello condotto dall’assemblea per il diritto alla casa a Pavia.
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Emergenza casa

12 giugno 2013

Durante il corteo del 25 aprile lo spezzone antifascista delle lotte sociali ha visto anche la partecipazione dell’assemblea per il diritto alla casa, che al termine della manifestazione ha organizzato una festa popolare nel quartiere di San Pietro. Per l’occasione è stato pubblicato un opuscolo sull’emergenza casa a Pavia. Di seguito alcune ulteriori riflessioni sulla questione (terza parte).

I privati

A partire dagli anni Settanta Pavia ha perso quasi ventimila abitanti, passando dagli 88.000 del 1971 ai 68mila di oggi. Il calo sarebbe ancora più vistoso se non venissero computati gli oltre 7.000 migranti oggi residenti in città. Ciononostante, nel corso di questi quarant’anni è continuato il consumo di territorio, specialmente di recente, ossia dall’adozione del PRG Gregotti. Il risultato conseguito: tra le 4.000 e le 5.000 case sfitte in città. Di queste, dato il calo (-20 per cento annuo) delle compravendite immobiliari a partire dall’inizio della crisi economica, circa un migliaio sono nuovissime, appena costruite.
Fino a qui, dati quantitativi. Ma occorre anche guardare alla composizione della popolazione: dei 37.000 nuclei familiari pavesi, infatti, quasi la metà sono composti da una sola persona, molte delle quali sono anziani. Altri dati da tenere in conto sono i flussi di migrazione interna: nel corso degli ultimi anni numerosissimi abitanti si sono spostati dal capoluogo verso i paesi limitrofi, spesso alla ricerca di un mercato immobiliare più abbordabile, così come si è assistito ad un analogo fenomeno in ingresso da Milano. Suburbanizzazione da un lato, pendolarismo verso la metropoli dall’altro: due fenomeni paralleli che hanno contribuito a ridisegnare il volto della città, ma accomunati dall’espulsione di strati sociali dalle rispettive aree di precedente insediamento. 
Ovviamente, in una città con 25.000 iscritti alla locale università, non si può prescindere da un brevissimo ragionamento sul ruolo degli studenti fuori sede. (more…)

Emergenza casa

10 giugno 2013

Durante il corteo del 25 aprile lo spezzone antifascista delle lotte sociali ha visto anche la partecipazione dell’assemblea per il diritto alla casa, che al termine della manifestazione ha organizzato una festa popolare nel quartiere di San Pietro. Per l’occasione è stato pubblicato un opuscolo sull’emergenza casa a Pavia. Di seguito alcune ulteriori riflessioni sulla questione (seconda parte).

Il Comune di Pavia

Le domande per un aiuto allo sportello casa del comune sono state 890 nel 2012. I fondi a disposizione del Comune per erogare contributi per l’affitto, però, sono stati ridotti a un terzo di quelli disponibili nel 2011, con il risultato che su quasi 900 domande, solo quelle di 140 famiglie sono state accolte, a differenza delle 700 dell’anno prima. Si tratta di casi quasi disperati: nuclei familiari con un ISEE inferiore a 3.500 euro, che hanno ricevuto un bonus per l’affitto fino a un massimo di 1.200 euro a famiglia. Questo contributo, in realtà, non è null’altro che un finanziamento pubblico ai padroni di casa: il bonus viene infatti girato dall’inquilino al proprietario o erogato direttamente dal Comune al proprietario.
Esistono case comunali a canone moderato, ma spesso rimangono vuote perché la somma tra affitto e spese risultano persino più elevate di quelle che si riescono a spuntare sul mercato immobiliare.
Tutte le famiglie che si sono rivolte allo sportello dell’assemblea per il diritto alla casa sono passate, in precedenza, all’ufficio casa del comune o ai servizi sociali. A chi non si arrende dopo il continuo gioco al rimpallo tra un ufficio e l’altro vengono prospettate ipotesi quali: la casa comunità di via San Carlo, riservata alle madri con bambini (e quindi off limits per i padri, con il risultato di disgregare le famiglie); i dormitori comunali, cui si viene indirizzati benché sia notorio il fatto che sono perennemente pieni; strutture caritatevoli cattoliche come la Casa del Giovane o la Caritas, che possono offrire un posto letto temporaneo oppure un prestito. Il Comune di Pavia si è recentemente rivolto alle 24 parrocchie cittadine, piangendo per le sue casse vuote e confidando nell’elemosina del buon cristiano, perché “adottino” ciascuna una famiglia e si facciano carico della sua abitazione per un anno. 
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Emergenza casa

7 giugno 2013

Durante il corteo del 25 aprile lo spezzone antifascista delle lotte sociali ha visto anche la partecipazione dell’assemblea per il diritto alla casa, che al termine della manifestazione ha organizzato una festa popolare nel quartiere di San Pietro. Per l’occasione è stato pubblicato un opuscolo sull’emergenza casa a Pavia. Di seguito alcune ulteriori riflessioni sulla questione (prima parte).

Gli sfratti


Nel corso del 2012 nella provincia di Pavia sono stati eseguiti 2.000 sfratti. La maggior parte dei casi (99 per cento) riguarda situazioni di morosità incolpevole: centinaia di persone hanno perso il lavoro dall’inizio della crisi economica e non sono riuscite a pagare l’affitto. La correlazione con la crisi iniziata nel 2007 è evidente se si guarda alla dinamica storica: gli sfratti in tutta la Lombardia sono passati dai 4.666 del 2005 ai 12.511 del 2010. Non esistono ancora statistiche relative agli ultimi due anni, ma è ragionevole attendersi un’ulteriore aumento, dato che nella sola città di Pavia gli sfratti eseguiti sono stati 84 nel 2011 e 183 nei primi sei mesi del 2012. Gli sfratti convalidati nel 2012 sono stati 559, nei primi tre mesi del 2013 sono aumentati del 30 per cento (181); le ordinanze di sfratto emesse, 485 nel 2012, sono state 115 nel primo trimestre del nuovo anno.
Da un punto di vista giuridico, un inquilino moroso, benché incolpevole, non ha nessuna forma di tutela. La forza della legge sta dalla parte della proprietà privata: quando portato davanti al giudice, l’inquilino viene sistematicamente ingiunto al pagamento delle mensilità di affitto arretrate e alla restituzione della casa al proprietario. Al massimo, il giudice può concedere all’inquilino un margine di tempo in cui saldare il debito oppure organizzarsi per provvedere all’abbandono dei locali. Questo “termine di grazia”, lasciato all’arbitrio del giudice, fino a pochi mesi fa veniva pressoché sempre accordato dai magistrati del tribunale di Pavia. Recentemente si è persa questa consuetudine, con la motivazione che solo una piccola minoranza dei graziati riusciva a ripagare parte del dovuto.

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Attila

3 giugno 2013

di movimentopavia.org

Attila, custode del dormitorio comunale è stato licenziato perchè sta partecipando al recupero degli alloggi sfitti al Crosione, costretto a trovare una soluzione dopo lo sfratto subito lo scorso 9 maggio assieme alla moglie e a 2 bambini. 
L’assessore Assanelli dice che non può più avvalersi di chi ha osato sputare nel piatto in cui ha mangiato. 
L’assemblea per il diritto alla casa ha deciso di sostenere Attila interrompendo il consiglio comunale.

Vorremmo entrare nel merito del caso di Attila cui tramite un vile atto di rappresaglia è stato tolto il lavoro che per diverso tempo lui aveva responsabilmente svolto. Vorremo chiedere all’assessore assanelli, che parla di fiducia infranta quando Attila ha occupato un appartamento popolare dando un tetto alla propria famiglia, che fiducia possa aspettarsi da chi si è visto buttato in mezzo ad una strada con due bambini. Lei non si è mai preoccupato se l’esiguità della borsa lavoro che gli veniva erogata (a fronte di un cospicuo numero di ore lavorative), bastasse a far fronte alle spese relative all’affitto, che nelle case private a pavia spesso rasenta l’esosità, ed al mantenimento dei due figli e della compagna, disoccupata. (more…)

La casa è un diritto

16 Maggio 2013

Senza casa a Pavia. Lotta alle povertà o lotta ai poveri?
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Nella città in cui si contano una moltitudine di appartamenti sfitti; nella città delle case per sciùri e delle lottizzazioni abusive, quella degli sfratti per “morosità incolpevole” sta ormai assumendo la forma di una vera e propria emergenza sociale. A Pavia due famiglie (tre figli piccoli, una era costretta a passare la notte dentro a un’auto) hanno deciso di occupare due appartamenti comunali formalmente “inagibili” proponendosi di autorecuperarli. E il Comune? Dopo aver autorizzato illeciti quali, ad esempio, le lottizzazioni abusive Greenway o Punta Est o Green Campus, di fronte al dramma di chi è rimasto senza casa ora in Comune blablanano di ripristino della legalità e di “patto di stabilità” da rispettare costi quel che costi: «Non hanno né pane né un tetto? Che mangino brioches o riparino in un’auto».

Il Comune di Pavia ha pensato di sgomberare alcuni appartamenti comunali “inagibili”, occupati in queste ore da due famiglie senza un tetto, incluse nelle liste d’attesa per una casa popolare. Una di queste famiglie per giorni ha passato la notte dentro un’auto. Si offrono di autorecuperarle. Hanno scritto questa lettera:

«Siamo un gruppo di famiglie che, come molte altre dall’inizio della crisi economica, ha problemi ad arrivare alla fine del mese: il reddito non basta mai per pagare cibo, bollette, etc. Con un lavoro saltuario o senza un lavoro non si può pagare l’affitto. Si chiama morosità incolpevole.
Da quasi un anno a Pavia esiste l’assemblea per il diritto alla casa, che si oppone agli sfratti attraverso solidarietà e mutuo soccorso. In molti casi siamo riusciti a ottenere rinvii, in altri purtroppo no. Tuttavia, la proroga dello sfratto non risolve il problema della casa, ma lo rimanda nel futuro.
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