Avevamo ragione: i berlusconiani pavesi si spaccano
di Marco Bonacossa
Balcanizzazione è un termine geopolitico indicante una situazione interna instabile e condizionata da continue disgregazioni e problemi che causano la frammentazione dello Stato in più regioni o statuti autonomi (fonte: Wikipedia).
In Forza Italia il clima è ormai quello dell’ex Jugoslavia, soprattutto a Pavia. Se già dal giorno dopo il ballottaggio dell’8 giugno scorso l’armata Brancapoltrone che sosteneva “Cattaneo sindaco” era in costante fibrillazione ora si assiste ad una vera e propria polveriera con tanto di fuochi pirotecnici esplosi sulla stampa e sui social network. Vi chiederete certamente quale sia il motivo di questa “guerra civile azzurra”: il futuro della città? i fondi per le famiglie meno abbienti o il registro delle unioni civili? No, lo scontro è sulle cadrèghe, più esattamente per un posto di consigliere del Cda del San Matteo, la cadrèga di nomina regionale. Bobbio Pallavicini, l’ex Margherita poi diesse e ora capogruppo di Forza Italia in Comune, ha accusato Cattaneo di non aver detto nulla al partito della sua decisione di candidare “l’assessore trombato” Luigi Greco a consigliere in quel Cda. Perciò ha scritto a Maria Stella Gelmini, la coordinatrice regionale del partito, chiedendole di porre fine a quella pratica politica «dei candidati calati dall’alto». Cattaneo e Greco vengono definiti «inopportuni» anche, e soprattutto, per gli scarsi risultati delle ultime elezioni amministrative. In attesa di conoscere la risposta di Gelmini, che nel memoriale di un noto politico forzista venne definita come colei «che se ne sbatte e non vuole scontentare nessuno», non si è fatta attendere quella dell’ex sindaco che, su Facebook, ha dichiarato: «Consiglio a Antonio Bobbio Pallavicini di non agitarsi ogni qualvolta si parla di “poltrone”. Capisco che arriva da quella scuola politica e che il suo approdo in Forza Italia (solo da qualche mese) è il terminale di un lungo percorso politico che gli ha visto attraversare numerosi partiti e liste civiche. Probabilmente vive il disagio di chi è in minoranza per la prima volta, abituato ad essere sempre e solo in maggioranza, forse ora un pò disorientato dalla perdita in questo momento del suo riferimento politico di sempre Luca Filippi. Io ricordo la mia Forza Italia, quando ero segretario cittadino, quando Bobbio siedeva tra i banchi a sostegno di Piera Capitelli, una Forza Italia quella sì dal basso con ragazzi del quartiere e buoni consiglieri che ogni settimana organizzavano gazebo, volantinaggi e dibattiti sui problemi veri in città. Ecco, facciamo un po di più di queste iniziative perché viceversa con le polemiche sulle poltrone e il tanto caro gossip al bar si va poco lontani». Lo stesso Ettore Filippi, il “preside” della “scuola” politica frequentata dal Bobbio, ha detto la sua sul gruppo facebook Politica a Pavia: «Ho letto il post di Cattaneo e ho provato un misto di disgusto e meravigliata incredulità. Da sempre la politica è una attività in cui non si può essere mammole, ma Cattaneo ha esagerato. Premesso che potrei postare gli sms cin cui ieri mi confermava di essere stato l’unico ad essersi offerto di fare un intervento di sostegno a Luca “unico tra tutti i falsi amici che sono scomparsi” (fatto che contrasta con quanto contestato come colpa in grassetto a Bobbio), non capisco perché un leader nazionale consacrato da Berlusconi in persona debba scendere a livelli così infimi. Quel che è certo è che in città è uno sconfitto, che non può pretendere di esercitare una leadership imposta dall’alto, che non ha consiglieri comunali (se avesse la leadership del gruppo Consigliare della sua lista non avrebbe proposto Greco ma uno di quella lista visto che di iscritti a Fi lì candidati c’è ne sono e comunque avrebbe rinsaldato il rapporto con Adenti e Faldini; Poma è come sempre autonomo) e, quindi, in consiglio comunale rappresenta solo se stesso. Pensare di determinare il futuro del gruppo e la sua azione politica è politicamente più stupido che imbarazzante. L’attacco a Bobbio nei termini in cui è stato fatto è l’ennesima dimostrazione di mancanza di senso della realtà. Ed è offensivo per il buon senso. Io mi ero ripromesso di non intervenire nei fatti politici per evitare strumentalizzazioni delle nostre vicende che sono convinto si concluderanno positivamente per me e per Luca ma lo sciacallaggio che viene da un soggetto politico amico che non è stato mandato a casa negli ultimi due anni solo per il sostegno senza se e senza ma di Luca (contro la mia volontà che, conoscendo la città ero molto scettico sulla possibilità di vincere senza allargare la coalizione ed avevo tentato di farlo con “Pavia Futura” boicottata da chi era sicuro di stravincere!) e di cui ora contesta la vicinanza a Bobbio come fatto riprovevole e squalificante, mi induce a rispondergli con la stessa “classe” e ripagarlo di eguale moneta“. […] Se Cattaneo vuole portare avanti il confronto politico con lo stile e gli argomenti che ha usato in quel post sappia che ha sbagliato strada ed interlocutori perché i nostri armadi nonostante i suoi zelanti accusatori senza onore sono vuoti e senza scheletri!».
Tirando le fila nell’attuale compagine berlusconiana troviamo gli allievi della scuola Filippi (gente di “rispetto”, amici degli amici diplomati alle varie scuole della vita), i pesatiani e i fedelissimi di Cattaneo. Non dovevano esserci anche un commissario liquidatore, la Bocciardo, e un coordinatore regionale, la Gelmini? E Abelli? E “la banda dei quattro”? Alle prossime vota Forza Balcani!