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Sante parole

23 Maggio 2014

Alessandro Repossi intervista mons. Gianfranco Poma

«Se davvero vogliamo bene alla nostra città dobbiamo aiutarla a rinascere partendo, prima di tutto, dal rispetto della legalità. Solo ritrovandoci attorno a un valore condiviso come l’onestà, si può pensare di realizzare davvero qualcosa di concreto e utile per la nostra comunità; se manca questo elemento tutto rischia di sgretolarsi come se fosse stato costruito sulla sabbia». Mons. Gianfranco Poma spiega in un’intervista a “Il Ticino” e a Radio Ticino Pavia (Fm 91.8-100.5) le ragioni che l’hanno spinto a firmare l’appello a sostegno del movimento “Insieme per Pavia”: una scelta condivisa anche da Mino Milani, Lanfranco Bolis e Giulio Guderzo. «Mi è sembrato giusto – sottolinea mons. Poma – condividere la passione di persone di valore, che si sono distinte per la loro cultura, la loro competenza e per il loro profondo amore per Pavia. La nostra città vive, da troppo tempo, una situazione pesante. Per affrontarla serve un’accettazione seria dei problemi che stiamo vivendo e una piena assunzione di responsabilità». In un recente editoriale scritto per “Il Ticino”, commentando l’ormai vicino appuntamento con le urne, mons. Poma ha invitato Pavia a svegliarsi dal torpore che troppo spesso la frena. «È una caratteristica della nostra città, che nel corso dei secoli ha dovuto sopportare lotte, invasioni, ricostruzioni, continui cambiamenti.Il risultato è che i pavesi per “sopravvivere” si sono adattati a ogni tipo di situazione. Ecco, il vero problema di Pavia è che si adatta un po’ troppo e non riesce a sviluppare le sue potenzialità che pure sarebbero enormi. Saremo anche una piccola città, ma grazie alla presenza dell’Università e di ospedali di eccellenza ospitiamo persone che arrivano da tutto il mondo. Pavia deve oggi riscoprire se stessa e le proprie vocazioni, per liberare energie fresche e iniziare un nuovo cammino». Mons. Poma infine rivolge un appello a tutti i pavesi affinché il prossimo 25 maggio non disertino l’appuntamento con le urne: «Sarebbe un grave errore astenersi dal voto. Oggi, più che mai, bisogna credere nella democrazia attraverso la partecipazione».