Posts Tagged ‘Arturo Marazza’

Taci, l’amico ti ascolta

12 luglio 2013

Green Campus. Il sindaco nasconde documenti
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Dopo aver sottoscritto una temeraria Convenzione con la società Green Campus sulla nota lottizzazione abusiva al Cravino (l’Università aveva declinato l’invito), la Giunta Cattaneo ora secreta una parte del parere legale chiesto dal Comune all’avvocato prof. Aldo Travi. Non resta che sollecitare il sindaco a divulgarla, o la Procura pavese ad acquisirla.

Tornare da Strasburgo, dopo aver incontrato il presidente del parlamento europeo Martin Schulz, e ritrovare Pavia tale e quale: sospesa tra convergenze affaristico-criminali (mafiose e no) e un sindaco ad autonomia limitata, prigioniero di chissà quali “obblighi” assunti con si sa chi: poteri forti, comitati d’affari, grandi elettori o peggio. E tanti saluti al pubblico interesse. Le mezzebarbe non provano nemmeno a salvare le apparenze e librano il loro svettante nanismo nel ratificare una Convenzione tra Comune e Green Campus, nonostante l’accusa di lottizzazione abusiva che pende su quest’ultima. Un guanto di sfida alla Procura pavese – che nei mesi scorsi aveva posto l’area sotto sequestro – proprio ora che piazza del Tribunale dichiara concluse le indagini. Sono dieci gli avvisi di garanzia inoltrati: ai dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro (a riprova del coinvolgimento di Palazzo Mezzabarba), nonché a cittadini “di rispetto” quali Gian Michele Calvi e signora, il faccendiere Arturo Marazza, i fratelli costruttori Alberto e Paolo Damiani, il notaio Antonio Trotta e altri ancora.
Non paghi, questi Robin Hood all’incontrario, spendono pubblici quattrini in consulenze presso accreditati studi legali, salvo poi secretarle qualora il parere risultasse sfavorevole per amici e sponsor economici.
Ad esempio, del parere richiesto dal Comune di Pavia all’avvocato professor Aldo Travi da Busto Arsizio conosciamo la Relazione del 21 gennaio 2013, ovvero prima del sequestro dell’area; secretata invece una sua più aggiornata “nota integrativa”. Forse non per caso, chi tra gli assessori l’ha potuta leggere – l’avvocata Cristina Niutta ad esempio, lei è del mestiere – si è poi resa irreperibile al momento del voto.
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Green Campus, il notaio Trotta e il compagno Oliva

9 marzo 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Tra i nomi che più ricorrono nelle carte di Green Campus spicca quello del notaio Antonio Trotta, marito dell’ex presidente del Tribunale pavese Maria Grazia Bernini. Suo è l’atto di compravendita dei terreni, il 30 dicembre 2009, tra Arturo Marazza (Arco srl) e Alberto Damiani (Green Campus srl), terreni venduti per l’importo assai elevato di 6.203.200 euro (solo 13 mesi prima Arco li aveva rilevati per “soli” 1.813.000 euro; una plusvalenza di oltre 4 milioni di euro).
Suo è soprattutto il parere «in ordine ai vincoli» quinquennali del Piano regolatore generale su quell’area (16 febbraio 2012): qui l’illustre notaio «afferma» che «l’unico vincolo esistente sugli immobili realizzandi» è quello «di destinazione derivante dal citato atto d’obbligo».
E che dice l’Atto dobbligo? Leggiamo che Green Campus srl «si impegna a mantenere la destinazione d’uso delle unità abitative a residenza universitaria, e pertanto ad affittare» leggiamo affittare «le unità immobiliari unicamente» a studenti, professori, visitatori e dipendenti dell’Università e dello Iuss.
Eppure «secondo tale atto – così lo “legge” il Trotta – gli immobili sono liberamente vendibili a terzi, che possono essere privati, associazioni enti privati/pubblici, società». E decreta: «Sul punto non vi è alcun dubbio».
Qualche dubbio lo ha manifestato la locale Procura il 5 marzo, ponendo l’area sotto sequestro preventivo: un atto «finalizzato alla confisca che non ha precedenti nella storia giudiziaria di Pavia», ha affermato il procuratore capo Gustavo Cioppa nel notificare gli avvisi di garanzia, fra gli altri, a Marazza e Damiani, i “clienti” del notaio.

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La Procura ha sequestrato Green Campus

6 marzo 2013

Dopo la confisca, le si destinino a case popolari
da Pavia, Giovanni Giovannetti

«Un sequestro preventivo finalizzato alla confisca che non ha precedenti nella storia giudiziaria di Pavia». Il procuratore capo Gustavo Cioppa così commenta i sigilli posti alle 5 palazzine Green Campus al Cravino. Criminalità urbanistica, la vera metastasi cittadina (altro che ‘Ndrangheta!).
Lo avevamo denunciato da questo blog, dalle pagine del settimanale “Il Lunedì” e poi in Procura: come per Punta Est, anche al Cravino lorsignori hanno posto in vendita sul libero mercato appartamenti destinati in affitto a studenti, professori, dipendenti dell’Università. Nessuna convenzione con l’Ateneo, obbligatoria poiché – lo ha ribadito il colonnello Sangiuliano – «andava tutelata la natura di servizio» degli edifici. Avviso di garanzia per i costruttori Alberto e Pietro Damiani, nonché per il direttore dei lavori Roberto Turino, per il progettista Gian Michele Calvi e per Arturo Marazza, titolare della Arco Srl
insieme alla signora Casati in Calvi, società dall’esiguo capitale sociale che, nel 2008, aveva acquistato i terreni vincolati per 1.813.000 rivendendoli 13 mesi dopo alla società Green Campus per 6.203.200; in mezzo due false certificazioni comunali e la decadenza dei vincoli ben prima della concessione edilizia il 4 novembre 2009, che ha reso abusiva la lottizzazione.
Nell’atto di compravendita col quale Green Campus srl rileva da Arco srl terreni e diritti edificatori al Cravino si legge che la società acquirente si obbliga a mantenere la destinazione d’uso di quelle unità abitative «a residenza universitaria, e pertanto ad affittare unicamente alle seguenti categorie di locatari: studenti iscritti all’Università di Pavia o allo Iuss; dipendenti o assimilati dell’Università di Pavia, dello Iuss o di enti con essi convenzionati per attività di ricerca e didattica; docenti, ricercatori, specializzandi, studiosi, studenti in visita presso l’Università di Pavia, lo Iuss o enti con essi convenzionati per attività di ricerca e didattica». E invece le hanno vendute a chiunque – anziché affittarle «unicamente a…». Da Green Campus abbiamo ricevuto numerose denunce e querele “di facciata”, tutte soccombenti. Fra l’altro, proprio dalla richiesta al Tribunale affinché disponesse la cancellazione da Direfarebaciare delle nostre inchieste  (il giudice Frangipani lo ha negato, condannando Green Campus a onorare le spese processuali) è poi emersa la ben più gravosa lottizzazione abusiva. Lo raccontiamo nel testo che segue.

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A. Silente

14 febbraio 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Peggio del sindaco bugiardo a Pavia riscontriamo solo l’Università, omertosa e silente. Tuttavia noi la preferiamo così poiché, quando parla, è anche peggio.
Arrestano un professore «corrotto»? Al numero 61 di Strada Nuova cadono dal pero, rimarcando la «piena fiducia nella magistratura». Eppure l’ex direttore del dipartimento di Ingegneria edile, il chiacchieratissimo Angelo Bugatti (a lui il Comune aveva affidato l’elaborazione del nuovo Piano di governo del territorio) era indagato dall’aprile 2012; eppure la notizia è rimasta a lungo su tutti i giornali, insieme alla prima assai meno grave accusa: un “contratto attivo” tra lui e il suo presunto corruttore – l’imprenditore edile Dario Maestri – vergognosamente spacciato per «convenzione» con l’Università (31 marzo 2011, “Convenzione tra l’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio e Punta Est srl”) e come tale strumentalizzato per favorire una «variazione della tipologia di intervento da residenza universitaria a residenza per scopi di ricerca». Un fine illecito, perseguito senza che il Cda dell’Ateneo prendesse posizione in quanto parte lesa, anche solo a tutela del suo “buon nome”.
Nulla di tutto questo poiché, hanno detto, il Cda «non è tenuto a pronunziarsi su un atto su cui non ha deliberato» (“La Provincia Pavese”, 9 febbraio 2012). Il 7 febbraio 2013 si è allora «pronunziata» la procura: manette al professor Bugatti, con buona pace del “buon nome” dell’Università. Nel frattempo, l’indagato Bugatti ha potuto mantenere la cadrèga di componente la commissione che in Università – udite udite – stava lavorando al regolamento sui “contratti attivi”, proprio la forma di contratto che lo ha portato all’arresto.
Silenzio tombale anche su quell’altra grana delle residenze universitarie Green Campus al Cravino – una lottizzazione abusiva, speculare a quella di Punta Est – come al Vallone in vendita sul libero mercato anche se edificate in zona “U1” (servizi per l’Università), altrettanto prive dell’obbligatoria convenzione e altrettanto sfacciatamente reclamizzate come residenze dall’agenzia cui è delegata la vendita.

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