da Pavia, Giovanni Giovannetti
Peggio del sindaco bugiardo a Pavia riscontriamo solo l’Università, omertosa e silente. Tuttavia noi la preferiamo così poiché, quando parla, è anche peggio.
Arrestano un professore «corrotto»? Al numero 61 di Strada Nuova cadono dal pero, rimarcando la «piena fiducia nella magistratura». Eppure l’ex direttore del dipartimento di Ingegneria edile, il chiacchieratissimo Angelo Bugatti (a lui il Comune aveva affidato l’elaborazione del nuovo Piano di governo del territorio) era indagato dall’aprile 2012; eppure la notizia è rimasta a lungo su tutti i giornali, insieme alla prima assai meno grave accusa: un “contratto attivo” tra lui e il suo presunto corruttore – l’imprenditore edile Dario Maestri – vergognosamente spacciato per «convenzione» con l’Università (31 marzo 2011, “Convenzione tra l’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio e Punta Est srl”) e come tale strumentalizzato per favorire una «variazione della tipologia di intervento da residenza universitaria a residenza per scopi di ricerca». Un fine illecito, perseguito senza che il Cda dell’Ateneo prendesse posizione in quanto parte lesa, anche solo a tutela del suo “buon nome”.
Nulla di tutto questo poiché, hanno detto, il Cda «non è tenuto a pronunziarsi su un atto su cui non ha deliberato» (“La Provincia Pavese”, 9 febbraio 2012). Il 7 febbraio 2013 si è allora «pronunziata» la procura: manette al professor Bugatti, con buona pace del “buon nome” dell’Università. Nel frattempo, l’indagato Bugatti ha potuto mantenere la cadrèga di componente la commissione che in Università – udite udite – stava lavorando al regolamento sui “contratti attivi”, proprio la forma di contratto che lo ha portato all’arresto.
Silenzio tombale anche su quell’altra grana delle residenze universitarie Green Campus al Cravino – una lottizzazione abusiva, speculare a quella di Punta Est – come al Vallone in vendita sul libero mercato anche se edificate in zona “U1” (servizi per l’Università), altrettanto prive dell’obbligatoria convenzione e altrettanto sfacciatamente reclamizzate come residenze dall’agenzia cui è delegata la vendita.