Mercoledì 21 maggio il quotidiano locale ha dato notevole rilievo a una lettera dell’architetto Lorenzo De Stefani in cui si afferma «eccessivo» il degrado della Certosa. La riproponiamo qui, seguita dalla replica dell’avvocato Franco Maurici. Replica che, ahinoi, ancora una volta non ha avuto spazio sul locale «busiardìn».
Eccessivo allarmismo e inutili polemiche sullo stato della Certosa
di Lorenzo De Stefani, architetto
Sono ormai molti mesi che si susseguono notizie allarmanti sullo stato di conservazione della Certosa di Pavia, evidenziandone il degrado materiale e denunciando l’insoddisfacente organizzazione delle modalità di visita. Promotori di questa incessante campagna è un comitato locale, che ha anche coinvolto esponenti politici (del Movimento 5 stelle) con tanto di esposti alla Procura della Repubblica. Se deve essere garantita la libertà di critica e di opinione, a maggior ragione quando si tratta di valutare l’operato delle pubbliche amministrazioni (in particolare, nel caso in questione, del Demanio e delle Soprintendenze) e quando è in causa la tutela dei nostri più importanti monumenti d’arte, deve essere però altrettanto severamente valutata la fondatezza delle critiche, soprattutto quando si tratta di questioni tecniche che richiedono competenze specifiche altamente specializzate. E soprattutto occorre che le critiche, oltre ad essere oggettivamente fondate, non siano viziate da pregiudizi e da una errata percezione dei dati di fatto. La Certosa di Pavia non si trova affatto in quello stato di degrado avanzato e catastrofico che si vuole accreditare (peraltro negato in varie occasioni dai tecnici sia del Ministero e di varie Università e non rilevato dal Vigili del Fuoco in vari sopralluoghi), magari enfatizzando aspetti di dettaglio come l’esistenza di una crepa (si badi bene, in un complesso plurisecolare), di danni puntuali dovuti a infiltrazione d’acqua dalle coperture (estese per centinaia e centinaia di metri quadrati nonché rilevati prima dei lavori del 2011) e alla presenza di umidità di risalita (in un complesso letteralmente immerso in una zona agricola ricchissima di acque e in condizioni climatiche certo non ideali). (more…)