Nel suo imperdibile Viaggio in Pavia, cinquant’anni fa mons. Cesare Angelini osservava che «vicino a una città di traffico violento e di crescita furiosa come Milano, Pavia è ancora una nota nostalgica, l’eco di un paese tranquillo». L’illustre studioso del Manzoni muore nel 1976, ma in questo suo breve saggio trova il tempo per lamentare «periferie dove si costruisce senza misericordia», in una città dove «smisurati palazzi hanno inghiottito ogni verde, cancellato ogni orizzonte, e tolto al visitatore il modo famigliare e campagnolo di avvicinare la città».
Per l’Angelini sembra tuttavia salvarsi il centro storico: «Nel suo centro, Pavia meno facilmente lascia crescere palazzi nuovi e insolenti, anche se il fanatismo edilizio è sempre lì in agguato. […] E gli orti, ancora numerosi tra casa e casa, ci stanno bene come orti o respiri casalinghi e non come “area edificabile” […] La modernità non si addice a Pavia, e a difenderla da ogni voglia trasmodante sono proprio le cose più sue: le basiliche, il castello ducale, le torri medievali che, dandole una unità poetica, non consentono vicinanza di modernità o dismisura. E questo suo difendersi è il suo progredire» (pp. 20-21).
Chissà cosa scriverebbe oggi il nostro sacerdote-letterato, a fronte del vero e proprio assalto al bene comune condotto da amministrazioni senza scrupoli né amore per la città: gli antichi orti? Che siano permutati in aree edificabili; le basiliche e i sagrati? Ottimi per parcheggi sotterranei, così da meglio spalmare polveri sottili e altre tossine sopra i polmoni dei pavesi e sull’arenaria o il cotto dei nostri più preziosi e delicati monumenti.
A riprova, bastino le cronache sulla discussione del Pgt pavese in Consiglio comunale, declinato a vera e propria palestra di rinegoziazione del Piano – già di suo biasimabile – adottato nel dicembre scorso: forzature che disdegnano il pubblico interesse così da esporre l’Amministrazione comunale al rischio di veder impugnare lo strumento urbanistico di fronte al Tar quando non in sede penale.
Nel rammentare che le leggi dello Stato prevalgono su ogni altra norma o deliberazione a carattere locale, di seguito riprendiamo una “lettera aperta” al sindaco a firma di numerose associazioni, missiva in cui si elencano alcuni dei rischi incombenti. (G. G.)
Signor sindaco,
in vista della discussione delle osservazioni al Piano di Governo del Territorio e dell’approvazione del Pgt in Consiglio Comunale, è il momento di dire con chiarezza ai cittadini quali effetti le norme del Pgt avranno per la città, se il Pgt sarà approvato così com’è o anzi con ulteriori varianti peggiorative introdotte all’ultimo minuto. (more…)