Posts Tagged ‘Daniele Bosone’

Togherosse

20 marzo 2014

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Ma Vittorio Poma ci è o ci fa? E se ci è, cosa aspetta a recarsi lui stesso in Procura, per denunciare denunciare ciò che sa della «causale fittizia» del versamento elettorale per 4.500 euro di Dario Maestri a lui intestato, insieme agli ignoti a se stessi che hanno provato così a chiamarlo a correo?

Giorni fa Direfarebaciare ha pubblicato un passo dell’Ordinanza di custodia cautelare per Filippi e Ciromanna relativo a un generoso presunto versamento “elettorale” per 4.500 euro di Dario Maestri (accusato di corruzione e altri reati) a Vittorio Poma, l’ex presidente provinciale centrodestra che nel 2011 – insieme a Sel, Pd, Idv, Verdi, Sdi e all’incarcerato Ettore Filippi (qui a sinistra, al computer insieme a Poma) – infine appoggiò il candidato del “centrosinistra” Daniele Bosone (nell’altra foto, giugno 2011, a cantar vittoria tra bandiere di Sel e Pd), ottenendo la Presidenza del consiglio provinciale. Ora “colombina” Poma, in vista delle Amministrative 2014 è di nuovo tornato col centrodestra, in cordata con Cattaneo, dopo aver soppesato l’ipotesi di una candidatura alle primarie Pd…
L’Ordinanza (pag. 6): «Pagamento Home Banking, a favore di “Tesoreria di Vittorio Poma Schifino Pier” del 29 aprile 2011. I fondi provengono per 4.500 euro dal c/c 370… acceso presso Crab [Cassa rurale ed artigiana di Binasco], intestato a Maestri Dario e Broglia Laura, a mezzo di assegno bancario n. 00074856… con valuta di addebito 29 aprile 2011».
Maestri finanziatore elettorale occulto non solo del Filippi ma anche di un suo sodale come Vittorio Poma? Domanda che volentieri abbiamo inoltrato ai compagni di Sel (tuttora al governo provinciale in siffatta compagnia), senza avere commenti o risposte. (more…)

Feste “eleganti”

18 marzo 2014

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Non senza elemosinar ragione, Pupo Cattaneo ha rammentato al Partito democratico che nella gara a chi sta bene, tra centrodestra e centrosinistra il più sano ci ha la rogna e che semmai un bene comune, condiviso da entrambi, l’è propij l’Ettore Filippi da Lecce: assessore tutto d’un prezzo col centrosinistra; prezzolata “testa di sfondamento” comunale per malfattori mafiosi o faccendieri col centrodestra. Del resto siamo a Pavia, la città dell’oracolare “maledizione” nonché dell’epica medievale battaglia: con la Francia o con la Spagna…
Dunque teniamoci “Pupo” Cattaneo e le complici caciotte condivise con mafiosi apicali amici degli amici; teniamoci i brindisi di ‘Ndrangheta o le generose feste “eleganti” per la vittoria elettorale 2009, guarda caso al “Soleluna” di Calvi e Marazza o – per non far torto a nessuno – intorno alla piscina di “Cascina Scova” dei Maestri. Tutto a sbafo o, meglio anzi peggio, a spese del contribuente poiché la declinazione a pubblico interesse di quella privatissima piscina e del vicino campo da tennis ha consentito ai proprietari illeciti risparmi per centinaia di migliaia di euro in oneri di urbanizzazione: soldi in meno al Comune, enormi vantaggi ai trapananti. E in aggiunta, un bel “pagherò”, ovvero l’«impegno assunto nei confronti del Maestri di ottenere la modifica della destinazione urbanistica dell’area nel nuovo Pgt da “area destinata a servizi” a “area residenziale” per conseguire una definitiva sanatoria dell’intervento» (dall’Ordinanza di custodia cautelare per Ettore Filippi, pp. 4-5), così come adombrato per la contigua lottizzazione abusiva di Punta Est. Del resto, la sanatoria postuma di un illecito è ormai consolidata consuetudine nella città dove i pistola dettano logge, e lo si è ben visto con la convenzione comunale salvagente per l’analoga lottizzazione di Green Campus o col maldestro tentativo di legittimare le illegittime diarie a forfait in Asm.
Teniamoci anche invasivi i faccendieri, aggressivi fautori di un Piano di governo del territorio devastante per il centro storico (mai così dai tempi del “Piano Dodi”), un Piano non per caso o guarda il caso scritto con la generosa penna dei Calvi, dei Marazza, dei Ciocca e dei Maestri. (more…)

L’impiegato

4 novembre 2013

Carlo Alberto Conti: due stupendi stipendi (incompatibili)
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Nella costellazione Asm orbita Lgh (acronimo di Linea Group Holding), società di cui la municipalizzata pavese detiene il 15,9 per cento in condivisione con Aem Cremona (30,9 per cento), Astem Lodi (13,2), Cogeme Rovato (30,9) e Scs Crema (9). In questo gioco delle scatole cinesi, Lgh controlla il 100 per cento di Linea Più, società a fine di lucro che, per intenderci, a noi eroga il gas metano.
Brutto e palloso cominciare così, ma vale a premessa per contestualizzare il seguito, a partire da quando (novembre 2012) Marco Bellaviti (Pdl) cede la presidenza di Linea Più al collega di partito Carlo Alberto Conti, impiegato presso l’Amministrazione provinciale.
Ma è forse più brutto trovarsi a riscontrare l’acclarata incompatibilità tra questo incarico (25.000 euro annuali) e lo stipendio di pubblico dipendente al settimo livello al quale Carlo Alberto Conti non ha voluto rinunciare, come invece impone lo Statuto degli impiegati civili dello Stato: «L’impiegato non può esercitare il commercio, l’industria, né alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro, tranne che si tratti di cariche in società o enti per le quali la nomina è riservata allo Stato e sia all’uopo intervenuta l’autorizzazione del Ministro competente» (art. 60, Decreto del Presidente della Repubblica, 10 gennaio 1957, n. 3).
Dalla Provincia, ne siamo certi, qualcuno lo avrà pur riferito al dipendente “incompatibile”, anche perché la normativa prevede che venga prima diffidato e infine – trascorsi 15 giorni – addirittura licenziato, come «diretta conseguenza della perdita dei requisiti di indipendenza e di totale disponibilità» (Cassazione civile, sez. lav. 21 agosto 2009, n. 18608).
Caro Daniele Bosone, questo vostro dipendente l’avete “diffidato”? E cosa vi ha indotto – trascorsi 15 giorni – a non dichiararlo “decaduto”? La consueta sciatteria o c’è dell’altro?

Borgarello nel cuore, lato portafoglio

9 Maggio 2013

di Giovanni Giovannetti

L’ex sindaco comunista di Borgarello Donato Rovelli (avvincente primo sponsor politico del mega-centro commerciale alle porte del paese, ora candidato nel centrodestra) figura quale acquirente di uno dei terreni agricoli presso Certosa sopra cui dovrebbe passare la variante alla strada provinciale 35, asfalto “di servizio” per il Centro commerciale.
Una storia a tratti odiosa. Nell’aprile 2012, Rovelli e il promotore finanziario Emanuele Forte di Certosa sottoscrivono il preliminare di compravendita a prezzo di favore per un terreno che la Ge srl di Forte gestisce per procura in nome di un inconsapevole imprenditore agricolo affetto da retinite pigmentosa, una malattia ereditaria degenerativa. L’ex sindaco sa che – una volta approvata la variante alla ex statale dei Giovi per il Centro commerciale – il valore di quel terreno è destinato a lievitare (come potesse il Rovelli manifestarsi tanto sicuro dell’approvazione provinciale rimane tuttavia un mistero).
Così la racconta Maria Fiore sul quotidiano locale il 9 maggio: «A causa del peggioramento delle condizioni di salute dell’agricoltore, la sorella dell’uomo viene a conoscenza della vendita dei terreni e dell’esistenza della procura, che sarebbe stata usata anche per portare avanti una serie di operazioni finanziarie di cui l’agricoltore non era a conoscenza. A questo punto l’agricoltore decide di revocare la procura a Forte. Ma una settimana più tardi, attraverso quella stessa procura, davanti ad un notaio il promotore finanziario sottoscrive un contratto preliminare di compravendita a favore di Donato Rovelli […] Inoltre, l’accordo prevede che il prezzo sarebbe stato pagato solo al momento del rogito, da fare nei 5 anni successivi», senza alcuna caparra e sulla buona fede, garantendosi l’acquisto futuro senza esborsi preliminari, aspettando il Centro commerciale.
Ora siamo in campagna elettorale. (more…)