Posts Tagged ‘elezioni comunali 2014’

Legittimo godimento. Atto secondo…

9 giugno 2014

…per la mancata elezione di quattro su cinque pubblici amministratori coinvolti nell’indagine Infinito. La sconfitta di Pupo Cattaneo lascia fuori dal Consiglio comunale pavese gli amici degli amici Valerio Gimigliano, Luigi Greco e Dante Labate.
Detto queste righe da Racalmuto, a cento passi dall’abitazione di Leonardo Sciascia, in questa che fu la terra di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
(G.G.)

«L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. (more…)

Legittimo godimento

9 giugno 2014

di Movimento civico Insieme per Pavia

Legittimo godimento, il nostro di oggi, nel constatare che il delicato appuntamento politico per la città, il ballottaggio dell’8 giugno, ha dato una salutare scossa al quieto vivere di parecchi ingessati equilibri e conservatorismi pavesi, nel contempo dando ragione ad alcune nostre previsioni, da molti ignorate o avversate come improbabili o impossibili.
Contro il pessimismo un po’ saccente di chi dava Cattaneo per vincitore sicuro, avevamo avvertito che non era il caso di fasciarsi la testa prima di averla rotta.
Quando al primo turno Cattaneo era primo con un quasi 47%, osservammo che con le sue sei liste e con qualche voto disgiunto proveniente dal PD egli aveva toccato il massimo, da cui non sarebbe potuto che scendere: ma con sfoggio di narcisismo egli tenne a sottolineare di aver sottratto 4000 voti andati al PD nelle Europee. Dunque raddoppiò e triplicò sforzi e presenze in città nel disperato e inutile tentativo di evitare la prevedibile emorragia di consensi perseguita dai suoi sottovalutati ma tenaci avversari.
D’altro lato, non poteva che crescere l’esiguo gruzzolo del 36% di Depaoli, dietro al quale si nascondeva la dispersione degli altri oppositori di colori diversi. Questi infatti erano decisi a compensare la propria formale sconfitta con la modesta ma legittima soddisfazione di contribuire a toglier di mezzo Cattaneo e la sua cricca.
Così il voto per Cattaneo è stato ridimensionato (da 18350 a 15060) e il consenso per Depaoli si è rafforzato (da 14326 a 17068).
Tremila voti in meno hanno penalizzato l’eccesso di presenzialismo, la facilità alla chiacchiera manierata, l’acritica adesione al berlusconismo e alle sue frottole, per non dire di quell’attitudine che l’avv. Cristina Niutta ha definito arroganza. Oggi farsi appoggiare da personaggi troppo noti come Abelli, Berlusconi, Gelmini, Tremonti, Zanicchi forse non è più tanto bello. E i troppi soldi messi in campo hanno aggravato il danno. (more…)

PAVIA HA FERMATO IL BERLUSCONISMO! DEPAOLI SINDACO

9 giugno 2014

Lo vedi affaticato, con una camicia intrisa di spumante che si fa largo tra la folla di amici, ex alunni, sostenitori del pd e di altre forze politiche. In bicicletta percorre la salita che dalla strada porta in Comune. Quando i fotografi gli chiedono di tornare indietro lo fa col sorriso, non quello di mediaset, ma vero e sincero. Che qualcosa sia cambiato lo si capisce dallo stile del nuovo sindaco, che dopo aver fatto le fotografie di rito chiede: “scusate, avete ancora bisogno di me o posso parcheggiare?”.

Entra, saluta tutti. Del centrodestra già da tempo non c’è più nessuno. Sono arrivato verso le undici e mezza di sera e l’unico presente era Matteo Mognaschi che usciva dal Mezzabarba. Il passaggio di consegne. Verso mezzanotte e mezza è il turno dei “democratici”, come in un simbolico valzer di entrate e uscite: prima Brendolise, poi Porcari, poi Bosone con una impresentabile testa dipinta di blu. Arriva anche Cattaneo dopo e nella saletta del Comune cala il silenzio. Qualcuno accenna un fischio, qualcuno lo chiama “il capo dell’opposizione”. Ma sono singole voci, nulla di più. Si avvicina a Depaoli sorridendo e qualcuno si chiede cosa abbia ancora da sorridere. Si complimenta e poi lascia la scena.

Dopo le interviste di rito tutti in piazza che c’è TelePavia e il nuovo sindaco deve parlare anche lì. Lo stand è davanti ad un bar, quel bar dove cinque anni prima Cattaneo festeggiava la vittoria con Pino Neri, il boss dell’ndrangheta condannato a 18 anni per associazione mafiosa: la catarsi è completa. Ha vinto il depa, contro Cattaneo e il berlusconismo, contro cinque anni di amministrazione di un sindaco che non ha servito Pavia ma si è servito di Pavia per la sua “marcia su Roma”, per ora interrotta.

Ha vinto Depaoli che all’inizio sarebbe dovuto essere il cavallo perdente, l’agnello sacrificale di quella parte del Pd locale che vuole affrancarsi da Bosone e dai bosoniani perché non accetta più certe tattiche politiche, come gli accordi col forzista Poma per le Provinciali. Ha vinto contro alcuni membri del suo stesso partito che ieri ridevano e festeggiavano, ma che, forse, non hanno ancora fatto bene i conti con il nuovo primo cittadino, ma soprattutto con i pavesi che hanno fatto radicalmente capire che vogliono onestà e sobrietà. Tanti auguri, personalmente, a Depaoli, ricordandogli che voti come quello per le villette in Vernavola, da lui annunciato per disciplina di partito, troveranno il mio personalissimo sdegno e non esiterò ad andargli contro e a ricordargli di seguire l’obbedienza agli ordini verso i cittadini e non verso chi, credeva, di mandare un dilettante allo sbaraglio. Dilettante a chi?

A ciascuno il suo abbraccio

6 giugno 2014

«Un difetto dell’avversario?» domanda Linda Lucini sul quotidiano locale ad Alessandro Cattaneo: «Ha intorno persone troppo ideologizzate. E poi l’abbraccio mortale di Giovannetti». A Depaoli l’abbraccio di chi ha avuto la casa data alle fiamme dalla mafia immobiliare; a Cattaneo quello per lui vitale del capo della ‘Ndrangheta lombarda Pino Neri. A ciascuno il suo abbraccio.

L’umanista e il burattino

6 giugno 2014

Lettera sentimentale a Massimo Depaoli
di Giovanni Giovannetti

Caro Massimo Depaoli, ti conosco, poco ma ti conosco. Al liceo Copernico sei stato il prof di uno dei miei figli, e di te lui ancora serba un bel ricordo.
Ricordo anche d’aver letto anni fa un tuo libro sulla canzone d’autore; non si tratta dei testi su lingua e poesia nella canzone italiana antologizzati in Parole in musica, uscito da Interlinea nel 1996, di cui ti vedo co-autore; quell’altro viene prima, l’avevo e non lo trovo (l’ho cercato, chissà dov’è… Ah, ecco, trovato, ovviamente fuoriposto: Massimo Depaoli, Il linguaggio del rock italiano, Longo ed. 1988, introduzione di Roberto “freak” Antoni).
In questi giorni c’è stato chi per troppo affetto ti ha attribuito nientemeno che la “svolta” post-punk di Maria Corti, di cui sei stato allievo: nel 1982 la grande filologa aveva scritto Parola di rock, un tanto famoso quanto laconico saggino sul linguaggio del rock demenziale scritto controvoglia per la rivista “Alfabeta”. “Svolta” la cui paternità a me pare da ascrivere al compianto Gianni Sassi, disco-grafico e condirettore della stessa rivista. Ma è plausibile che da te le siano arrivate buone dritte, e non per caso l’anno successivo “Alfabeta” te ne ha reso merito, pubblicando un tuo ottimo Glossario rock.
Questo tutto sommato brillante pedigree umanistico lo devo anzitutto ricordare a me stesso, a fronte di variegate ombre. Ad esempio, di certo potevi risparmiarti e risparmiarci – tu, legambientalista – l’incondizionata adesione di consigliere comunale alla lottizzazione abusiva Greenway – votata congiuntamente da Pd, Lega e Pdl – a ristoro dei privati interessi economico-immobiliari della famiglia Artuso (su pressione di Alberto Pio Artuso, l’ex presidente della Commissione comunale Territorio tuo compagno di partito, ora nel Cda di Asm, lottizzazione poi cancellata dal Tar; sentenza infine confermata dal Consiglio di Stato).
Così come non depone a tuo favore la blanda critica al Piano di governo del territorio più devastante degli ultimi sessant’anni (una vera e propria bomba ad orologeria calata sul centro storico) tale da surclassare il famigerato Piano Dodi del 1956.
Insomma, pare quanto meno biasimabile la passata inclinazione ad anteporre il presunto interesse di partito alla promozione dei beni comuni e degli interessi generali dei cittadini anche perché – a differenza di altri (penso a Davide Ottini) – non ricordo una tua pubblica ammenda per l’okkei bipartisan agli interessi più che partisan del compagno Artuso, di cui le signore Trabatti e Danelli – proprietarie di quei terreni – come ben sapevi erano parenti.
Ben di peggio c’è comunque sull’altra riva, ove siedono interessi ancora peggiori, e personaggi che le inchieste antimafia hanno colto in sodale intrallazzo con figure apicali della ‘Ndrangheta lombarda.
In una tua lettera hai invitato tutti noi a «scegliere non solo fra due candidati ma fra due visioni, due modelli e due stili di governo, come è nello spirito del doppio turno. Qualcuno dice “scegliere il meno peggio” o il “meno lontano da me”, io preferisco pensare allo “scegliere il più vicino a me”».
Di quale “visione” sei oggi latore? Quella dell’umanista e dell’ambientalista o l’altra, opposta, di cui c’è poco da gloriarsi? Domanda scolastica, poiché a fronteggiare gli aggressivi pupari che manovrano il Pupo comune rivale ormai ci sei tu. Tu, a sintesi di ogni istanza di cambiamento e perciò avversato sottotraccia da una parte del tuo stesso partito (a Pavia le larghe intese non sono politiche ma d’affari).
A fronte di tutto questo e di molto altro ancora, sarò tra chi l’8 giugno sceglierà il “meno peggio”: tu, «il più vicino a me».

La chiave di volta

2 giugno 2014

Considerazioni sul voto pavese
da Pavia, Luca Stefanelli

Premessa: quella che segue non è un’analisi scientifica del voto e dei flussi tra Europee e Amministrative. Si tratta solo di qualche calcolo approssimativo (e “rotondo”) incrociato a deduzioni discutibili ma non del tutto arbitrarie.
Al netto delle imprecisioni, ciò che mi interessa capire è soprattutto un dato macroscopico: il travaso di voti dal Pd alla coalizione per Cattaneo.
C’è in primo luogo un travaso interno di circa 2.400 voti (2.000 Lega, 400 Fratelli d’Italia) che si spostano su Forza Italia, Pavia per Cattaneo, e in minima parte Ncd. Ma questo interessa meno, perché non spiega i circa 4.000 voti guadagnati rispetto alle Europee; voti che ovviamente non possono provenire dall’interno. E da dove allora?
Credo si possa presumere che il travaso sia stato ancora maggiore, se calcoliamo i voti in uscita verso Niutta e Fraschini: sottratte le preferenze a Scelta europea (400), questi ammontano a circa 1.400. Quindi bisogna spiegare 5.400 preferenze.
Prima di passare al Pd, è interessante guardare cosa succede a sinistra e nel M5S. Le liste per Dagrada e Insieme per Pavia prendono assieme 1.700 voti, cioè la metà di quanto capitalizzato da Tsipras + Verdi. Il M5S passa da 5.037 a 2.110, cioè perde per strada un 40 per cento delle preferenze. Dove finiscono questi voti? Una parte, credo, in schede bianche (404) e nulle (ben 966: non credo tutte sbagliate). Mi pare abbastanza difficile che siano finiti ai liberali o a Cattaneo. Quindi mi pare sia lecito pensare che il Pd avesse in entrata almeno 1500 voti, che vanno sommati ai 2700 che Pd e liste collegate lasciano per strada (se quei voti sono entrati, altrettanti devono essere usciti oltre a quelli di cui si ha certezza): in totale 4.200.
Ossia, all’incirca, ciò che passa dalla parte della coalizione per Cattaneo. Strano? No? È sensato pensare che a Pavia ci siano circa 4.000 elettori affetti da un simile “schizoidismo” politico? Oppure è più economico ritenere che una parte del Pd ritiene di essere più vicino a Cattaneo e Poma che a Depaoli? In fondo, non è un mistero che il Depa sia stato messo lì (suo malgrado?) per prendere formalmente le distanze da una parte del partito.
Vedremo cosa succederà al ballottaggio. Nel frattempo però mi sembra interessante svolgere qualche conclusione (subordinata ovviamente al valore ipotetico delle premesse):
1) una consistente parte degli elettori di sinistra ha preferito astenersi o votare Pd piuttosto che consegnare i propri voti a Dagrada e Veltri;
2) una buona parte dei sostenitori di Grillo (40 per cento circa) ha votato M5S alle Europee, ma poi non ha voluto confermare la preferenza alla lista locale. Molti di questi voti sono andati a Depaoli, e probabilmente torneranno lì al ballottaggio. Polizzi può cercare di re-intercettarli sfidando il Pd, come mi pare abbia detto di voler fare, oppure concentrarsi sullo “zoccolo duro” e rifiutare ogni approccio;
3) ma soprattutto: c’è una parte dell’elettorato Pd, che è stata e sarà determinante, la quale si trova più a suo agio con Cattaneo e i suoi che con Depaoli. E allora mi domando: Depaoli e l’altra parte del Pd vogliono davvero vincere? E come? Con quei 4.000 voti trasversali o cercando di richiamare alle urne i cittadini estranei a quel tipo di logiche? Ce lo faccia sapere, Depaoli. Perché se vuole dar via ** c*, io di sicuro non mi scomoderò per votarlo. Facciano da soli.

I fatti e le parole

29 Maggio 2014

La lettera di Walter Veltri e dell’assemblea di Insieme per Pavia al candidato sindaco del Partito democratico Massimo Depaoli.

Al candidato sindaco Massimo Depaoli
Alla responsabile cittadina del Pd Angela Gregorini

Con l’approssimarsi del ballottaggio dell’8 giugno, il gruppo di Insieme per Pavia, pur consapevole di non poter aspirare ad alcun seggio comunale, si rende disponibile all’indicazione di voto per Massimo Depaoli sindaco, subordinandolo tuttavia all’accettazione dei seguenti punti programmatici:

Revoca del Piano di Governo del Territorio. Zero consumo di suolo. Acquisizione del regolamento edilizio di Legambiente cioè il meglio dei regolamenti edilizi dei Comuni italiani in termini di efficienza energetica, integrazione delle fonti rinnovabili, di risparmio idrico e qualità del costruire. Riduzione degli indici di edificabilità nelle aree dismesse.

Consolidamento della gestione dell’acqua a bene pubblico con la chiusura di Pavia Acque – società creata per privatizzarne la gestione – nel rispetto dell’esito del referendum.

Stanziamento di almeno un milione di euro (poco più dell’1 per cento del bilancio comunale) in difesa dei redditi familiari più bassi, secondo l’indice famigliare Isee. Revisione del Piano Integrato di Intervento dell’area ex-Neca, destinandone il 30 per cento a edilizia economica e popolare.

A fronte della deriva politica, affaristica e morale in cui la città stagna ormai da molto tempo, siamo chiamati a scelte consapevoli, nel segno del superiore interesse di Pavia e dei cittadini. Speriamo di poterle condividere con il candidato sindaco del Partito democratico.

Si sarà grati per un Vostro cortese cenno di riscontro.
Insieme per Pavia

Pavia, 29 maggio 2014

Imbellettaggio

26 Maggio 2014

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Il «sindaco più amato d’Italia» si ritrova costretto al ballottaggio col “soldatino” Pd Massimo Depaoli. Insomma, una vera e propria Caporetto, che non mancherà di incidere sul suo futuro politico: “solo” 18.350 voti (46,68 per cento, meno 7,7 per cento); 5.487 voti perduti rispetto al 2009 quando Alessandro Cattaneo, con 23.837 voti (54,38 per cento) asfaltò Andrea Albergati fin dal primo turno.
Presente nei Talk Show ma assente in città. E ora rischia la sconfitta. Anzi, per lui è già sconfitta: culturale, morale, civile, politica; sconfitta condivisa con i Filippi e gli Abelli. Una annotazione a parte s’imporrebbe per gli amici di Pino Neri, il capo-reggente della ‘Ndrangheta lombarda che cinque anni fa aveva contribuito a quel successo elettorale: in caso di vittoria al ballottaggio rientreranno tutti in Consiglio comunale e, andatene certi, più d’uno lo rivedremo in Giunta. Una qualche ironia può altresì destare la mancata rielezione dell’alfaniano Pietro Trivi – processato con Carlo Chiriaco per la presunta compra dei voti alle Amministrative 2009 e infine assolto «perché il fatto non sussiste» – misteriosamente sceso a soli 155 voti personali dal cospicuo bottino delle 434 preferenze di allora.
Per il sindaco uscente, accostare il suo nome a quello del noto delinquente Silvio Berlusconi (solo il 16,8 per cento alle elezioni europee) non è parsa una mossa avveduta. Senza dimenticare la Lega Nord, precipitata dal 10,35 per cento nel 2009 – 4.269 voti – all’odierno 6,65 per cento, 2.552 voti.
Ma probabilmente hanno inciso anche altri accostamenti: come i tre incontri almeno con il capo della ‘Ndrangheta lombarda Pino Neri – prima occultati, poi minimizzati, infine parzialmente ammessi in dibattimento processuale – nonché la candidatura ai primi posti nel partito di Dell’Utri e Berlusconi di tutti, proprio tutti, i politici locali citati nella indagine antindrangheta Infinito, a chiarire chi comanda davvero nel pavese centrodestra: Bobbio Pallavicini, 575 preferenze (il più votato in assoluto); Valerio Gimigliano, 286; Dante Labate, 280; Luigi Greco, 264. Per tacere dei due candidati appoggiati alla famiglia Filippi (Ettore, incarcerato per corruzione; Luca, coinvolto nella “premiopoli” Asm): Barbara Longo, 323 preferenze; Manuele Mangiarotti, 236. (more…)

Spiaggiati

25 Maggio 2014

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Provo a fare questa domanda molto ingenua: a chi andranno i voti del duo Albergati-Bosone – formalmente Pd – al ballottaggio col centrodestra dell’8 giugno? Al candidato realmente Pd Massimo Depaoli – come imbellettatura imporrebbe – o al duo Cattaneo/Poma, là dove li porta il cuore? (stesso lato del “portafoglio”, portafoglio politico…)
Che farà la balenina bianca spiaggiata? proporrà nuovamente quel triste giochino rodato alle “provinciali” 2011? Accordicchio che vide il Bosone eletto presidente grazie a un patto con galantuomini: l’arrestato per corruzione Ettore Filippi, il presidente di centrodestra uscente Vittorio Poma (a lui 4.500 euro dal Maestri, “corruttore” di Filippi, per quella stessa campagna elettorale) e l’Udc Italo Richichi.
Dopo la mancata investitura dell’ex presidente provinciale di centrodestra Poma a candidato sindaco per il centrosinistra (debito da onorare? la creatività al potere?) e il suo successivo accasamento col Cattaneo (ce lo dicono loro stessi: destra e sinistra pari sono…), da allora Daniele Bosone è ombrosamente aventiniano, o forse no: l’hanno visto sedere in riva al fiume in attesa di buone nuove cattive.
Ecco. Forse a Pavia serve anche altro. Ad esempio, una classe dirigente “creativa” nel governare i beni comuni, invece che nell’alambiccar giochini.

Geppetto Abelli e Pinocchio Cattaneo

24 Maggio 2014

di Giovanni Giovannetti

Che a Pavia loro comandino anziché amministrare ce lo ricordano da cinque anni con pensieri parole e soprattutto opere. E i burattinai – filomafiosi, leghisti, affaristi, fascisti – non hanno mancato altresì di rinfrescare funzioni e memoria al loro Pupo, come ben ha sintetizzato Cristina Niutta – esule da quella Giunta – citando Giampaolo Chirichelli, presidente leghista di Asm: «Controllo cinque consiglieri e tu fai quello che dico io, altrimenti vai a casa». Il giorno dopo Asm assume a tempo indeterminato il direttore generale Claudio Tedesi (affaire Sif Furfurolo di Valle lomellina, affaire bonifica ex Fibronit di Broni, affaire Montecity Rogoredo, affaire Sisas Pioltello, ecc.) ora in galera; il mese dopo lo stesso Chirichelli autoriconosce a se stesso, al Cda e a Tedesi illecite diarie a forfait in misura tale da raddoppiarsi il già cospicuo compenso (decisione che per Statuto spettava all’assemblea dei soci, di cui il Comune silentato contolla il 95,7 per cento); l’anno dopo il Cda con Luca Filippi riconosce a Filippi Luca con il Cda della controllata Asm Lavori o Favori premi di produzione per decine di migliaia di euro in pubblico denaro, a fronte di pochi spiccioli di in-utile a bilancio.
Ma già lo aveva autorevolmente affermato Geppetto Abelli detto il “faraone” poiché tra le qualità del suo burattino, in particolare il burattinaio da subito intese lodare quella sua inclinazione «a essere guidato».
Ieri è oggi, come ben possono testimoniare quattro pubblici amministratori pavesi (Greco, Labate, Gimigliano e Bobbio Pallavicini): ieri coinvolti nell’inchiesta antimafia Infinito, oggi ai primi quattro posti nella lista del partito di Berlusconi, Cattaneo, Abelli e Dell’Utri.
Ieri e oggi: altro esempio, la candidatura di Marco Mangiarotti e Barbara Longo, indicati al Cattaneo da Ettore Filippi (arrestato per corruzione il 13 marzo scorso), lui stesso chiamato e infine confermato dal burattino a rappresentare il sindaco nel Cda dell’Ospedale San Matteo.
Lega, filomafiosi, trapananti e affaristi – incistati a metastasi nella destra berlusconiana dura a morire – muovono i fili al pupo: loro comandano, lui obbedisce.
Ma a quanto pare in città la malattia sta facendo il suo decorso, con «il sindaco più amato d’Italia» ormai in brache di tela e prossimo al ballottaggio così che, sulla torre, la sera di lunedì saliranno lui e il candidato Pd “soldatino” Depaoli: uno governerà, l’altro “morrà”.
Chi “uccidi”? L’amico dei mafiosi o il “soldatino” bifronte iscritto a Legambiente che nel 2010 votò una lottizzazione abusiva? Cosa è meno peggio?
Al dunque, l’esserino telegenico in balìa di filomafiosi (e dei Borghezio) e Depaoli sono la stessa cosa? Non dite «li butto giù entrambi», troppo facile, si deve scegliere. Questione di priorità, poiché a Pavia questa volta “non scegliere” significa scegliere, “non votare” significa votare. Quanto a me, per quel che vale, turandomi il naso ho scelto.

Guerre stellari

23 Maggio 2014

«…voi date fiato alle vostre trombe e noi suoneremo le nostre campane!»

«Per la campagna elettorale spenderemo all’incirca 40mila euro». Parola di Alessandro Cattaneo il 13 maggio scorso. Assì? Dal “suo” bilancio preventivo: Forza Italia indica spese per 56.000 euro che, addizionati al budget personale di Cattaneo (17.000 euro), somma un totale di 73.000 euro (90.000 se aggiungiamo la costellazione di liste in suo sostegno), «parte dei quali offerti da imprenditori locali di cui al momento non farò i nomi», ha detto Cattaneo. Sia chiaro, nulla di illegale, sono “solo” bugie, come quelle del burattino Pinocchio.

Le lotte e le proposte

23 Maggio 2014

«Case popolari alla Neca e posteggio ai pendolari»
Marianna Bruschi intervista Walter Veltri *

Walter Veltri, 69 anni, consigliere comunale uscente, è il candidato della lista Insieme per Pavia. «Una candidatura naturale la mia – sottolinea – Abbiamo fatto battaglie per la tutela dell’ambiente e del territorio in Consiglio e denunce alla magistratura. Abbiamo avuto anche intimidazioni per questo». Veltri ricorda la sua auto bruciata nel 2012, le croci nere sulla porta dello studio dell’avvocato Maurici, e l’incendio nel deposito di libri di Giovanni Giovannetti.

Veltri, proprio l’urbanistica e la critica al Pgt Cattaneo sono elementi forti del vostro programma, cosa c’è da cambiare secondo voi?

Il Pgt è stato approvato dalla giunta Cattaneo dopo 15 anni del vecchio Prg Albergati che ha previsto la cementificazione delle aree verdi. In questi anni si è costruito tanto, si è passati da 37mila unità immobiliari a 49mila. Il Pgt di Cattaneo ha continuato nella cementificazione, e prevede interventi che cambieranno il volto del centro storico, non possiamo permetterlo.

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Sante parole

23 Maggio 2014

Alessandro Repossi intervista mons. Gianfranco Poma

«Se davvero vogliamo bene alla nostra città dobbiamo aiutarla a rinascere partendo, prima di tutto, dal rispetto della legalità. Solo ritrovandoci attorno a un valore condiviso come l’onestà, si può pensare di realizzare davvero qualcosa di concreto e utile per la nostra comunità; se manca questo elemento tutto rischia di sgretolarsi come se fosse stato costruito sulla sabbia». Mons. Gianfranco Poma spiega in un’intervista a “Il Ticino” e a Radio Ticino Pavia (Fm 91.8-100.5) le ragioni che l’hanno spinto a firmare l’appello a sostegno del movimento “Insieme per Pavia”: una scelta condivisa anche da Mino Milani, Lanfranco Bolis e Giulio Guderzo. «Mi è sembrato giusto – sottolinea mons. Poma – condividere la passione di persone di valore, che si sono distinte per la loro cultura, la loro competenza e per il loro profondo amore per Pavia. La nostra città vive, da troppo tempo, una situazione pesante. Per affrontarla serve un’accettazione seria dei problemi che stiamo vivendo e una piena assunzione di responsabilità». In un recente editoriale scritto per “Il Ticino”, commentando l’ormai vicino appuntamento con le urne, mons. Poma ha invitato Pavia a svegliarsi dal torpore che troppo spesso la frena. «È una caratteristica della nostra città, che nel corso dei secoli ha dovuto sopportare lotte, invasioni, ricostruzioni, continui cambiamenti.Il risultato è che i pavesi per “sopravvivere” si sono adattati a ogni tipo di situazione. Ecco, il vero problema di Pavia è che si adatta un po’ troppo e non riesce a sviluppare le sue potenzialità che pure sarebbero enormi. Saremo anche una piccola città, ma grazie alla presenza dell’Università e di ospedali di eccellenza ospitiamo persone che arrivano da tutto il mondo. Pavia deve oggi riscoprire se stessa e le proprie vocazioni, per liberare energie fresche e iniziare un nuovo cammino». Mons. Poma infine rivolge un appello a tutti i pavesi affinché il prossimo 25 maggio non disertino l’appuntamento con le urne: «Sarebbe un grave errore astenersi dal voto. Oggi, più che mai, bisogna credere nella democrazia attraverso la partecipazione».

Vota bene, ma vota!

23 Maggio 2014

di Pierangelo Monni*

Questa lettera di Pierangelo Monni offre alcune piccole riflessioni su elezioni, doppio turno, voto utile, voto disgiunto.

Dato il doppio turno, l’importante è togliere voti a Cattaneo. Perciò va da sè che è assolutamente da evitare l’astensione.
Credo che siamo tutti d’accordo nel dire che Depaoli non possa vincere al primo turno, ma che possa giocare le proprie buone carte al ballottaggio, e per questo lavoriamo tutti quanti.
Il partito che, se riesce, andrà al ballottaggio contro Cattaneo, è il Pd. Ma, se ci riuscirà, sarà anche grazie ai voti per altre liste di opposizione (cioè noi): tutti i voti per Insieme per Pavia sono voti utili contro Cattaneo e aiutano Depaoli ad andare al ballottaggio.

Esempio pratico:
Cattaneo prende il 55%, Depaoli 35%, Insieme per Pavia 10% –> Cattaneo vince al primo turno;
Cattaneo prende il 55%, Depaoli 45%, Insieme per Pavia   0% –> Cattaneo vince al primo turno lo stesso;
Cattaneo prende il 45%, Depaoli 45%, Insieme per Pavia 10% –> Cattaneo e Depaoli vanno al ballottaggio, Insieme per Pavia ottiene alcuni consiglieri.

Fermo restando questo punto, coloro che si sentono pienamente rappresentati dal Pd, voteranno Pd anche al primo turno, in modo da avere Depaoli sindaco e molti consiglieri del Pd. Coloro che invece ritengono utile avere altri consiglieri che dall’esterno “aiutino” il Pd a essere più determinato e convincente di quanto non sia stato finora nel contrasto all’attuale sindaco, voteranno al primo turno altre liste di opposizione (cioè noi) senza timore di portare acqua al mulino della parte avversa.
Il voto disgiunto invece non aiuta nessuno. Perché Insieme per Pavia possa avere dei consiglieri servono anche i voti alla lista, che si danno votando il suo candidato sindaco Walter Veltri. Infatti, se la lista non ottiene consiglieri, i suoi candidati possono avere personalmente anche molti voti di preferenza ma ciò non servirà a nulla.
Questo aspetto è ancora più critico rispetto alle scorse elezioni, poiché siamo una lista piccola ed è stato diminuito il numero di consiglieri: per ogni consigliere ci vogliono più voti di prima, e voti alla lista.

Per approfondire ulteriormente:

Blog: https://sconfinamento.wordpress.com/

Libri: Comprati e venduti e Sprofondo Nord di G. Giovannetti, edizioni Effigie (alla CLU in corso carlo Alberto ed in altre librerie pavesi)

* lista civica Insieme per Pavia