da Pavia, Giovanni Giovannetti
Un estratto assai eloquente dai Verbali e dalle Motivazioni finali al processo milanese alla ‘Ndrangheta in Lombardia: i Filippi e quei voti chiesti – cappello in mano – al reggente carismatico della piovra lombarda. Asm Favori, azienda di controllo pubblico gestita quasi fosse loro feudo personale. “Politici” in saldo proni di fronte a mafiosi apicali, che forse ritroveremo rappresentati alle elezioni amministrative pavesi del maggio 2014. Problemi? Nessuno, poiché a Pavia la mafia «non esiste» né forse è mai esistita.
«Il dottor Ettore Filippi è venuto qui a chiederci una mano». Lo ha riferito il capo della ‘Ndrangheta lombarda Pino Neri a Francesco Rocco Del Prete, affermazione poi confermata dallo stesso Neri in una dichiarazione spontanea del 5 luglio 2012 (Milano, aula bunker 2, Verbale, p. 218): «il dottor Filippi è venuto lui da me in campagna elettorale a chiedermi di dargli una mano di aiuto». Siamo alla vigilia delle elezioni amministrative 2009, che vedranno trionfare il giovane imberbe Alessandro Cattaneo detto “Pupo”, eletto a sua insaputa anche grazie ai voti della piovra calabrese.
Con “sole” 251 preferenze Rocco Del Prete (il candidato di Neri nelle liste di Rinnovare Pavia dei Filippi) è il primo dei non eletti. Come gesto riparatore e atto di buona volontà il furibondo avvocato ’ndranghetista chiede allora a Filippi le dimissioni di uno dei due eletti, in modo da lasciare lo scranno a Del Prete. Operazione politicamente impossibile. Ettore propone infine un lavoro all’Asm, poltrona che l’uomo «nella piena disponibilità di Pino Neri» lì per lì sdegnosamente rifiuta (avrebbe volentieri accettato il posto nel Cda dell’Asm, andato poi a Luca Filippi). Dopo diversi incarichi presso i Lavori pubblici comunali, nel maggio 2010 Rocco Del Prete viene infine assunto a contratto in Asm Lavori o Favori, guarda il caso presieduta da Luca Filippi, azienda di controllo pubblico nella piena disponibilità della famiglia Filippi. (more…)