Posts Tagged ‘La Piazza e il Ponte’

…anche correndo il rischio di perdere

6 marzo 2014

di Stefania Vilardo*

Cari amici de La Piazza e il Ponte,
apprezzo gli sforzi ma ribadisco che non abbiamo bisogno di facilitatori (parlo tranquillamente con i compagni di SEL, PRC, PCdI) ma del vostro coraggio: fate una scelta di campo chiara e pubblica, impegnatevi. Oltre alle carte siete capaci di mettere in gioco le vostre persone indipendentemente che si vinca o meno?
E poi che significa vincere? Governare? Caro Mimmo la sostanza è che tu mi dici: o vinco e faccio il sindaco o non metto in campo tutte quelle “intelligenze, saperi ecc…” de La Piazza e il Ponte: bene, il giocattolo nuovo non te lo regalano, te lo devi conquistare, facendo la campagna elettorale, confrontandoti con i problemi, le persone, agendo “politicamente”; la democrazia prevede la rappresentanza elettorale ecc….
Io penso che voi per primi avete fatto fallire la coalizione, lasciandoci da soli. Come lista civica abbiamo bisogno del vostro impegno per rafforzarci e riuscire ad avere più forza contrattuale nei confronti dei partiti, che ragionano in termini di interessi di parrocchia (LEGITTIMAMENTE) e non di progetto comune: la ragione del fallimento non sono problemi relazionali, egoistici ecc…, ma POLITICHE!
Noi abbiamo iniziato a parlare con il PD subito dopo la sconfitta del 2009, abbiamo continuato per quasi due anni a cadenza quindicinale: non accetto da nessuno critiche sulla nostra capacità di relazionarci! VOI SIETE IN GRADO DI SUPERARE I VOSTRI NO?
In ogni caso vi ringrazio per l’impegno, per ciò che tenete in piedi, compatibilmente con la mia vita cercherò di essere presente ai vostri lavori e di portare la mia esperienza, se sarà gradita.
Ora è il momento per me di concentrarmi sulla campagna elettorale: io e tutti i cittadini di Insieme per Pavia pensiamo che un’altra Pavia è possibile, anche correndo il rischio di perdere!

* lista civica Insieme per Pavia

Sante parole

27 febbraio 2014

 

Caro amico ti scrivo…

4 febbraio 2014

Una lettera di Paolo Ferloni a Mimmo Damiani

“La Piazza e il Ponte” con il lungo articolo di Mimmo Damiani apparso su “Il Lunedì” del 3 febbraio 2014 ha passato in rassegna l’insieme degli argomenti in discussione oggi al proprio interno e in Pavia.
Però il titolo non va. Eh no!
«Abbiamo perso»? Ma chi? Chi ha perso? Che cosa abbiamo perso? Per ora? Ma quale ora?
Non c’è stata ancora gara. Per aver perso, occorre aver partecipato.
Finora “La Piazza e il Ponte” ha partecipato soltanto al dibattito culturale cittadino.
Nel fare ciò non ha perso nulla, semmai ha guadagnato consensi e ha dato contributi. E il 25 maggio 2014 cosa mai avrà perso?
Quando i nomi dei candidati di una lista sono sostenuti dal numero giusto di firme (vere), registrati dal Tribunale, esposti al pubblico (ludibrio o ammirazione, chissà), e votati nel segreto della cabina elettorale, e infine letti nello spoglio delle schede e contati, solo al termine di questa faticosa e concreta vicenda si sa e si capisce chi ha perso e chi ha vinto. (C’è chi crede e sbandiera di aver vinto ma con firme false. Vincitori falsi: come Formigoni e Cota).
E comunque si capisce poco: perché si tratta pur sempre di statistica, la disciplina meno facile del mondo. E di comunicazione: al giorno d’oggi spesso fraintesa e fuorviante, visto che sempre meno gente sa leggere, anche se tutti credono – crediamo – di saper parlare e di saper scrivere.
In questa città è bene continuare a fare cultura (e politica). E insegnare la nobile arte della lettura.
E chi vuole si candidi. Non importa se non sarà eletto stavolta. Intanto si esercita.
Se “La Piazza e il Ponte” non parteciperà con una sua lista, pazienza. Sarà meglio però se alcuni dei suoi aderenti si candideranno in altre liste. I cittadini potranno votarli. E si vedrà quante preferenze saranno in grado di ottenere. E se saranno eletti, cosa diranno e faranno.

Abbiamo perso (per ora)

30 gennaio 2014

Poca Piazza e ancor meno Ponte
da Pavia, Mimmo Damiani

Mimmo è per me come un fratello e con lui – a fronte dell’emorragia morale e politica causata da decenni di ruberie e malgoverno – qui a Pavia abbiamo provato a sostanziare un tanto visionario quanto consapevole, concreto, pulito governo della bellezza e dei beni comuni – tipo Cln – dal programma trasparente e contenuto: insieme per fare ordine e ridonare dignità alla politica tout court per poi, in tempi migliori, restituire la pubblica amministrazione a sguardi contrapposti e tuttavia epurati da affarismo e incrostazioni mafiose, così come nel 1945 si fece con il fascismo.
Dopo anni di malgoverno, dopo le indagini sulla criminalità urbanistica e mafiosa, illusoriamente si è creduto fosse possibile chiudere con questo presente-passato ammorbante per ripartire da un progetto condiviso di città (lavoro, beni comuni, monumenti e centro storico, ridefinizione delle periferie, welfare locale, nuovi entusiasmi e progettualità, ecc.), che il fondo lo si fosse già toccato e che dovessero prevalere il buonsenso, la consapevolezza, la ragione e il sogno (sì, il sogno!). Insomma, un’idea condivisa di comunità a partire da schieramenti rodati in battaglie vinte come, ad esempio, quella referendaria su acqua bene comune e nucleare. Invece, al solito l’hanno vinta i bottegai e gli interessi di bottega, il gioco piccolo del posizionamento individuale di piccoli politicanti intenti a librare il loro svettante nanismo entro una ancor più piccola sfera autoreferenziale, soldatini lì a coltivare nella migliore delle ipotesi i presunti interessi di partito anziché progetti condivisi. E la città va a rotoli. E pure la centralità della politica (non da oggi). E il Partito democratico autolesionista perde occasioni ed elettori, e non sa più vincere (Amministrative 1996: 14.772 voti, 36% – 2000: 13.509, 34.11% – 2005: 12.779, 31.71% – 2009: 12.305, 29.84%). E alla sua sinistra le cose vanno anche peggio! Impotenti a cento all’ora contro un muro, fregandosene. A cambiare logica e scenari ci hanno provato Piazza e il Ponte e Insieme per Pavia. Inutilmente. Di seguito riprendo il bilancio di questo mio fratello, scritto anche a nome o quasi de La Piazza e il Ponte. Concludo con una domanda: ma a Pavia, in prospettiva anche futura, servono due movimenti civici distinti eppure speculari?
(G. G.)

Nel Settembre 2012 un gruppo di cittadini pavesi, di età e storie diverse, provenienti in particolare dal mondo dell’ associazionismo, della cultura e delle professioni, decide di impegnarsi direttamente, in vista delle prossime elezioni comunali.
Una decisione presa a partire da una triplice consapevolezza: da un lato il sentirsi responsabili della drammaticità che oggi attraversa l’esistenza dell’intero pianeta non meno che le vite dei nostri figli, su cui gravano pesantissimi debiti ambientali, economici ed etici. Dall’altro il riconoscimento delle grandi potenzialità di Pavia, per i suoi caratteri storici, geografici, ambientali, per le sue eccellenze culturali, formativi, sanitarie e per il suo respiro internazionale, che le consentirebbero di diventare un “modello del buon vivere”. Infine il dato di fatto che il mondo è ormai (volenti o meno) un insieme di città, che influenzano fortemente stili di vita, comportamenti collettivi e modalità di governo della cosa pubblica: se le città cambiano anche il mondo cambierà. E molte città sono cambiate e stanno cambiando, offrendo a tutti un grande patrimonio di buone prassi e buone idee che chiedono solo di essere applicate.
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Tira aria di coalizione civica

21 ottobre 2013

Movimenti civici uniti alle prossime amministrative?
di Marco Vigo *

Era dai tempi della Lega che a Pavia non si registrava tanta fibrillazione politica dentro e soprattutto fuori i partiti maggiori. Nei primi anni Novanta, anche nella città capoluogo la stagione di Tangentopoli aveva sospinto l’allora piccolo movimento di Bossi a conquistare il Mezzabarba con percentuali “bulgare”. La successiva restaurazione ha visto governare il centrosinistra per tre mandati (due con Albergati, e poi Capitelli) e infine il centrodestra di Cattaneo, quest’ultimo toccato duro, ma non travolto, dall’inchiesta sulla colonizzazione mafiosa della pubblica amministrazione e infine da quella che nel recente libro di Giovannetti viene chiamata la “criminalità urbanistica”.
Si avvicinano altre nubi, e lo sanno bene i pubblici amministratori che – un solo esempio, il più vicino – hanno ignorato o finto di ignorare quanto si legge su Parentopoli Clientopoli o Premiopoli in Asm, nubi che prefigurano indagini e ipotesi di reato molto gravi: peculato e favoreggiamento. Tutto questo mentre tante famiglie non sanno più come pagare le utenze e sono alla canna del gas.
E i partiti maggiori, dopo anni – quando non decenni – passati a coprire vicendevolmente le malefatte (altro che maggioranza e opposizione, mal governano sempre gli stessi), loro cosa fanno? Che s’inventano? Nulla, certificando così la disaffezione degli italiani verso la politica in generale e i partiti in particolare, col rischio che il partito del “non voto” arrivi presto a conquistare la maggioranza assoluta – a Pavia e nel Paese – e le istituzioni democratiche a perdere ogni residua credibilità: lo conferma l’indice di fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ormai sceso al sotto il 5% (!). (more…)

Mondo sii, e buono / esisti buonamente

20 ottobre 2013

Il secondo incontro de “La piazza e il Ponte”
di Marco Vigo *

Giorgio Montolivo è un giovane studente di giurisprudenza. Incallito cinefilo, ha da poco aderito al movimento civico de “La piazza e il ponte”, e ora – introducendo questo secondo incontro – invita i convenuti «a partecipare alla costruzione del programma, in vista delle elezioni 2014»: un programma e una lista di persone, lontana dai partiti.
Come è ormai consuetudine, la serata si inaugura con la lettura di poesie: «Spalanchi le finestre o scendi tu / tra la folla: vedrai che basta poco / a rallegrarti…», sono versi evocativi di Umberto Saba da Il garzone con la carriola, cui segue Al mondo, splendida preghiera laica di Andrea Zanzotto: «Mondo, sii, e buono; / esisti buonamente, / fa’ che, cerca di, / tendi a, dimmi tutto, / ed ecco che io ribaltavo eludevo / e ogni inclusione era fattiva / non meno che ogni esclusione; /su bravo, esisti, / non accartocciarti in te stesso in me stesso.»
Primo dei relatori a intervenire è Gabriele Porrati: «Abitare la città abitare il pianeta provando a rendere meno insostenibili le cose che facciamo chiamandole progresso e cultura … un comportamento mono adattativo che usa male le risorse disponibili … la rivoluzione industriale ha comportato un aumento dei consumi in contrasto con la limitata bio-capacità del pianeta … in pochissimo tempo la specie umana ha bruciato millenarie risorse non rinnovabili … che ne sarà di noi anche solo tra dieci o vent’anni?» La domanda non sembri catastrofista, poiché «altre civiltà del passato si sono estinte a causa dell’enorme complessità generata». Che fare? «O si cambia per scelta o si cambia per forza. Ma pare che nessuno voglia cambiare per scelta, provando a porsi come collettività a fronte dei problemi globali», eludendo così la messa in discussione di modelli culturali sbagliati: in conclusione, «siamo chiamati a comportamenti responsabili, pensando non solo a noi stessi ma anche ai nostri nipoti. E a crescere non tanto fuori ma dentro noi stessi». (more…)

Oltre il Ponte

28 settembre 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Solo posti in piedi al primo incontro tematico del movimento civico La piazza e il ponte: tante persone e una nota stonata in quel riferimento di Daniela Bonanni all’antipolitica – lei/loro e partiti a parte – nella città in cui la componente antipolitica affaristico-mafiosa incistata in Pds/Pd, Lega e Pdl malgoverna da vent’anni, come hanno reso evidente le recenti indagini della locale procura. Ma intendeva essere una sua personale chiosa – legittima – alle chiare parole di Mimmo Damiani: no ai partiti («non si può immaginare il cambiamento che abbiamo in mente con le stesse persone che hanno governato la nostra città negli ultimi 15 anni – dice Damiani al quotidiano locale – Per questo chiediamo ai partiti di stare fermi un giro, di tornare a lavorare»); sì a una coalizione civica e solo civica di vera svolta mutuando il modello-Borgarello.
Forse nella Piazza e il ponte qualcuno rimane convinto che il Pd attuale sia di “sinistra” e il Pdl di “destra”, che il nemico comune attuale non sia la criminalità politico-istituzionale nelle sue numerose declinazioni e nei suoi colori destri e sinistri (quella sì antipolitica), dedita ad affari o sorpresa nel privatizzare pubblico denaro. Credo sia allora più facile convincere me che i bambini li porti la cicogna che loro sul Pd, questo Pd…
Ma per molti altri no, lo scenario è ben chiaro e chiara l’incapacità attuale dei partiti maggiori a rigenerare se stessi, e a mantenere separate la funzione dei partiti da quella di chi amministra o dovrebbe amministrare i beni comuni (altrimenti perché costruire una lista civica nuova? Si potevano candidare nel Pd o provare a colonizzarlo per tempo dall’interno senza perderne altrove, di tempo) e un tale sguardo, consapevole e disincantato, credo sia un punto di forza da sommare all’ampia e più generale sintonia di intenti. Quanto a Insieme per Pavia a cui mi legano le sodali battaglie, i punti dirimenti sono cinque ed è ora di indicarli esplicitamente: 1° dimensione rigidamente civica di una lista comune, chiusa ai partiti, aperta alle persone – 2° Nessun apparentamento ad un eventuale ballottaggio – 3° Primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco – 4° Scelta condivisa dei candidati assessori, persone di provata competenza, indicati prima e non dopo le primarie di coalizione – 5° Dal giorno successivo le primarie i candidati “sconfitti” lavorano di comune accordo e pancia a terra con e per il candidato sindaco. Ci sarebbero altri appunti, più o meno dirimenti (un comitato di garanti – cittadini autorevoli di destra e di sinistra – che, dall’esterno, “ci mettono la faccia”… patto di condivisione del programma comune per i cinque anni… la suddivisione dei candidati e altri in gruppi di lavoro tematici, a dare profondità “dal basso” ai consiglieri e – si spera – sindaco e assessori…, ecc) ma per ora su questo non aggiungo altro.

La Piazza e il Ponte

26 luglio 2013

Movimento di cittadini verso le elezioni comunali 2014
Un’altra Pavia è possibile e necessaria

Chi siamo. Siamo un gruppo di cittadini di Pavia, di età e storie diverse, che da tempo promuovono occasioni di partecipazione nel campo sociale, culturale, ambientale, professionale. Molti di noi appartengono al mondo dell’associazionismo e del volontariato. A parlare per noi sono le nostre biografie.
Crediamo sia venuto il tempo di impegnarci direttamente in vista delle prossime elezioni comunali, con la passione, la determinazione e anche l’amicizia e la qualità dei rapporti umani che caratterizzano il mondo a cui apparteniamo. Perché ci stanno a cuore le sorti della nostra città, una città dal respiro internazionale, che auspichiamo fondata sulla bellezza e sulla conoscenza, sul lavoro e sulla solidarietà.
Siamo animati da un’idea di politica che sia – parafrasando Slow Food – «buona, pulita e giusta» e che sappia coltivare le ragioni – tra cittadini, partiti e movimenti – di un impegno comune per il bene comune. Diversi, sì, come è giusto, ma non frammentati e rinchiusi nei confini delle proprie bandiere. Da qui il nome La Piazza e il Ponte, il luogo dell’incontro, del dialogo, della partecipazione ed il percorso che unisce coloro che si trovano su rive diverse, ma si cercano e vogliono trovarsi.

Cosa immaginiamo. Crediamo sia giunto il momento di ridisegnare un’altra Pavia. Non la Pavia degli scandali della sanità, degli arresti per ‘ndrangheta, delle slot machine da primato, della chiusura di cantieri da parte della magistratura, dell’egoismo verso i profughi e gli sfrattati… Una Pavia che sia invece capace di ascoltare e dare risposte, di ritrovare un’identità, di (ri)pensare davvero, in modo collettivo, al futuro di tutti. Una nuova Pavia, che è possibile e necessaria. Anzi è già in viaggio. Una città che sa essere una comunità di cittadini che creano legami basati sul dono reciproco e la fiducia.
Una città che vuol mettere al centro la tutela del territorio e dell’ambiente, la mobilità sostenibile, la cultura, i beni comuni, la riduzione degli sprechi, la legalità.
Una città davvero amica dei bambini, dei giovani e dei vecchi. Una città solidale che considera i poveri delle persone e non degli utenti. Dove l’Università si impegna a mettere a disposizione la sua intelligenza anche a beneficio della qualità del nostro vivere ed abitare qui. Dove il nostro polo sanitario d’eccellenza opera sempre più per la salute della gente e sempre meno per il business.
Un città che sa far nascere nuovi lavori nella green economy, nell’innovazione, nel turismo, nella valorizzazione della nostra storia. E che sa anche godere del suo paesaggio urbano, del Ticino e della sua eccellenza enogastronomica.
Una città che nomina nelle Aziende partecipate non i politici trombati, i portaborse ed i parenti di…, ma giovani disoccupati con il curriculum giusto. Una città che sa far proprie le buone prassi dei “Comuni virtuosi” e che, grazie ai suoi invidiabili caratteri urbani, storici e geografici, diventi un modello europeo del “buon vivere”. Una città che è consapevole della drammaticità che oggi attraversa le nostre vite e l’intero pianeta e che quindi intende impegnarsi per il diritto al futuro dei nostri figli, su cui gravano pesantissimi debiti economici, ambientali ed etici.

Cosa abbiamo fatto e cosa faremo
. Da molti mesi ci siamo riuniti periodicamente, crescendo di numero pian piano (attualmente siamo un’ottantina di persone) per studiare, capire, immaginare. Abbiamo costituito, sulle diverse tematiche, 10 gruppi di lavoro che, con il supporto di esperti, hanno elaborato un “pre-programma” aperto al contributo di ciascuno e di tutti.
Amministrare è un’arte molto difficile. È con tale consapevolezza ed umiltà che ora iniziamo il dialogo con la città, per ascoltare, capire, conoscerci e ri-conoscerci in un percorso da sviluppare ed approfondire insieme.
Per una nuova cultura e prassi di governo, fatta di idee nuove, comportamenti coerenti e persone competenti, creative ed oneste. E che siano scelte per la loro biografia anziché per la vecchia logica delle appartenenze.
In tempi in cui la democrazia sembra ridursi sempre più al “dio morto della modernità”, con le persone relegate al ruolo di meri consumatori e spettatori, noi vogliamo tornare ad essere cittadini protagonisti.

Giovedì 26 Settembre alle h. 21 presso la Sala di San Martino in Tours, Corso Garibaldi 69, Pavia: Conversazioni con personalità pavesi su varie tematiche che riguardano la vita collettiva della città

I promotori: Mimmo Damiani, Gipo Anfosso, Fulvio Avantaggiato, Claudio Bellinzona, Daniela Bonanni, Franca Bottaro, Mauro Cecchetto, Stefano Colombu, Paolo Ferloni, Marta Ghezzi, Tino Leanti, Paola Lecardi, Eugenio Lombardi, Maurizio Mangiarotti, Giorgio Montolivo, Lorenzo Riccobono, Carmen Silva, Gavino Starone, Tito Truglia, Angelo Zorzoli.

Per contatti: lapiazzaeilponte@gmail.com