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Una lettera da Luchino

2 gennaio 2014

Dopo la pubblicazione di Comandante Maino, mi scrive Luchino Dal Verme.

Caro Giovanni, non posso che ringraziarti per aver scritto le vicende da me vissute e sofferte. Spero che possano essere un’utile testimonianza per i giovani. Mi hai così aiutato a rendere un servizio per il futuro del nostro Paese per il quale sono molto preoccupato. Ti ringrazio e mi farà piacere se vorrai venire a trovarmi.

Un anno dopo (terza e ultima parte)

29 dicembre 2013

di Giovanni Giovannetti

Si conclude la pubblicazione in anteprima di La maledizione di San Siro, nuovo capitolo aggiunto alla seconda edizione di Comprati e venduti, a giorni in libreria, un anno dopo l’incendio doloso di casa mia (30 dicembre 2012). Incendio che, a quanto sembra è stato appiccato da due persone (guarda caso) in rapporti con un noto imprenditore pavese e un politico “amico degli amici”. L’incendio segue di pochi giorni l’attentato all’auto del consigliere comunale Walter Veltri e le croci a morto dipinte sull’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici, due persone (guarda caso) con cui ho condiviso alcune battaglie sulla criminalità urbanistica cittadina.

L’Università la si immaginerebbe a pietra angolare del migliore futuro. Tuttavia la “maledizione” non sembra risparmiare nemmeno gli ambienti accademici, ahinoi altrettanto permeabili al poco fiabesco «circuito della falsità, pubblicamente dichiarata ed ostentata come verità ufficiale» lamentato da Siro nel racconto di Arecchi.
Alle pp. 134-35 si è detto dello strano project financing a trentennale gestione di Unisport di Vittorio Pacchiarotti, sopra un’area che il Prg indica a “Servizi per l’Università”: «Strano poiché il costruttore si è avvalso di un finanziamento di 4.660.000 euro, fondi pubblici, in aggiunta a un “canone” annuale di 330.000 euro (in trent’anni sono altri 9.900.000 euro): un ammontare di 14.560.000 euro, per un’opera dal costo preventivato di 15.865.811 euro; è quasi l’intero importo». (more…)

Un anno dopo (seconda parte)

23 dicembre 2013

di Giovanni Giovannetti

Prosegue su direfarebaciare la pubblicazione di La maledizione di San Siro, anteprima del nuovo capitolo di Comprati e venduti, a un anno dall’incendio di casa mia. La seconda edizione sarà in libreria il 6 gennaio, Epifania. Una data simbolica: quella domenica di un anno fa la “meglio gioventù” pavese si era data appuntamento per solidarizzare e ripristinare l’agibilità dei locali bruciati dall’incendio doloso del 30 dicembre, a quanto sembra appiccato da due persone (guarda caso) in rapporti con un noto imprenditore pavese e un politico “amico degli amici”. L’incendio segue di pochi giorni l’attentato all’auto del consigliere comunale Walter Veltri e le croci a morto dipinte sull’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici, due persone (guarda caso) con cui ho condiviso alcune battaglie sulla criminalità urbanistica cittadina.

«Le mafie sono ormai radicate a Pavia e in provincia, operano negli appalti, nella ristorazione, nel piccolo e nel grande commercio». Lo ha confermato l’ex Procuratore distrettuale antimafia Ferdinando Pomarici. Come leggiamo nelle pagine dell’inchiesta Infinito, «la ’Ndrangheta in Lombardia si è diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni riproducono modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di colonizzazione, cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia». (more…)

Un anno dopo

20 dicembre 2013

di Giovanni Giovannetti

C’è un momento che in qualche modo andrà ricordato: domenica 6 gennaio 2013, Epifania, la “meglio gioventù” pavese si era data appuntamento a casa mia per solidarizzare e ripristinare l’agibilità dei locali bruciati dall’incendio doloso del 30 dicembre, a quanto sembra appiccato da due persone (guarda caso) in rapporti con un noto imprenditore pavese e un politico “amico degli amici”. L’incendio segue di pochi giorni l’attentato all’auto del consigliere comunale Walter Veltri e le croci a morto dipinte sull’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici, due persone (guarda caso) con cui ho condiviso alcune battaglie sulla criminalità urbanistica cittadina.
L’incendio ha colpito anche le edizioni Effigie (il magazzino si trova nel seminterrato di casa) e lì sono bruciate alcune migliaia di libri (e molti altri volumi sono stati resi invendibili dall’intervento dei Vigili del fuoco).
Il tempo passa e tuttavia nulla sembra cambiare. Gli amici degli amici siedono ancora al loro posto e si propongono la riconferma alle prossime elezioni amministrative.
E dunque non per caso, nella prima ricorrenza dell’incendio esce la seconda edizione di
Comprati e venduti aggiornata dal nuovo “incendiario” capitolo La maledizione di San Siro, che Direfarebaciare pubblica in anteprima in più puntate da qui al 30 dicembre. Un anno dopo.

«Questa città, figlio mio – lascia che ti chiami così – è sempre stata ostile ad ogni novità e, in modo particolare, a quelle che provengono dall’esterno. Come avviene in ogni società umana, sono le donne, anzi le madri, che garantiscono e tramandano la forza della conservazione. Siro capì perfettamente ciò e inoltre, nella sua vecchiaia, ebbe una rapida visione profetica degli eventi futuri. Così, quella che la gente ricorda come una sua maledizione potrebbe piuttosto essere definita come un’intuizione, una visione, una profezia. La città nata sul pigro, ma grande ed infido fiume – egli disse – non potrà conoscere alcun vero rinnovamento, se non a prezzo di sangue e di divisione. Sarà soggetta, nella sua storia, a trenta assedi e dodici volte sarà distrutta, spesso per opera dei suoi stessi abitanti. Quando il mondo sarà operoso e industre, essa affogherà nell’ignavia, nell’ozio e nella noia. I suoi abitatori sono destinati ad invidiarsi l’uno con l’altro e le ondate di rinnovamento potranno sempre e solo provenire dall’esterno, ma sono destinate a non durare mai per più di una generazione. Ecco la profezia, in parole povere. La gente del luogo non volle tramandarla e fece l’impossibile per nasconderla, per dimenticarla».

Questo passo lo si legge nell’esoterico racconto di Alberto Arecchi La maledizione di San Siro (Liutprand 1999, pp. 60-61), e la leggenda popolare sul patrono suona quanto mai attuale, tanto da specchiarsi in questo amaro sfogo del compianto scultore pavese Carlo Mo: «I pavesi non riusciranno mai a mantenere intatto quello che hanno costruito con sacrifici, e il crollo della Torre civica ne è l’esempio lampante». (more…)

La via dell’Expo

22 ottobre 2013

Veltri e Cattaneo sul futuro di Pavia: un confronto mancato
di Marco Vigo *

 
 
 

Per il sindaco Alessandro Cattaneo solo il tempo di un breve saluto all’ex sindaco Veltri, a Giovanni Giovannetti e al numeroso pubblico («ci tenevo») prima di partire per Linate, destinazione Napoli, dove era atteso all’annuale convegno dei giovani industriali.

Cattaneo ha speso poche parole di circostanza, per dire che lui non intende sottrarsi al confronto – da riprogrammare a breve – specie con chi (velata allusione alla lista civica Insieme per Pavia) «preferisce denunciare le cose alla Procura invece che in sede politica».
Al sindaco hanno prontamente replicato Giovannetti e il consigliere comunale di Insieme per Pavia Walter Veltri, precisando che «le denunce alla Procura sono sempre state precedute da infruttuose interpellanze e interrogazioni in Consiglio comunale».
Passando al suo libro Comprati e venduti, Giovannetti ha così puntualizzato: «se dovessi scriverlo ora già andrebbero aggiunti nuovi capitoli» su questioni andate a maturazione proprio in questi giorni (Campus Aquae, Ponte della Becca, Premiopoli in Asm, ecc.): sono argomenti appena toccati nel libro, poiché solo ora disponiamo delle «carte sulla “Premiopoli” pavese che, in Asm, vedono il Cda dell’azienda sostituirsi all’Assemblea dei soci nel deliberare illecite diarie a forfait ai membri del Cda dell’azienda. Una matrioska di illeciti, un comportamento subito emulato dal consigliere d’amministrazione Luca Filippi, sorpreso a riconoscere premi per decine di migliaia di euro al presidente della controllata Asm Lavori Filippi Luca. E sono fondi pubblici». Ne consegue l’amara conclusione: «Pavia ha bisogno di molte cose ma può fare a meno dei pubblici amministratori dediti al loro tornaconto personale». (more…)

Al primo posto

7 ottobre 2013

Alla libreria Feltrinelli Comprati e venduti di Giovannetti
di Marco Vigo *

Tanta gente venerdì sera alla libreria Feltrinelli di Pavia per la “prima” di Comprati e venduti, libro nel quale il giornalista e blogger pavese Giovanni Giovannetti racconta il “sistema Pavia” visto quale paradigma del “sistema Paese”. Con l’autore sono intervenuti l’avvocato Franco Maurici e Paolo Ferloni di Insieme per Pavia.

Comprati e venduti è al primo posto nelle classifiche di vendita delle librerie pavesi. Tema del libro e spunto di discussione della serata è quel misto di «criminalità urbanistica ed economia parassitaria che in città predomina su ogni altra attività produttiva o terziaria». Secondo l’autore, «una cupola massonico-affaristico-politica si mantiene monopolista, lasciando agli altri solo briciole». Un gruppo che si pone lontano da ogni «legalità costituzionale; un pericolo per la stessa coesione sociale, entro una deriva che coinvolge l’idea stessa di democrazia».
E se l’indice di fiducia dei cittadini nelle istituzioni stagna ormai fra il 3 e il 5 per cento, lo si deve anche ai partiti (poco importa se di destra o di sinistra) sempre meno cinghia di trasmissione tra le istituzioni e la società civile, sempre meno palestra virtuosa della classe dirigente, sempre più incapaci di rappresentare i bisogni e le aspirazioni popolari. Semmai, (Giovannetti fa questo esempio) «destra e sinistra politica sembrano trovarsi d’accordo nella lotta alla Costituzione, ad esempio là dove, all’articolo 9, essa dispone la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico nazionale», mentre ancora recentemente la destra al governo cittadino e la sinistra  all’opposizione «sono arrivati persino a votare una lottizzazione abusiva nel Parco della Vernavola cedendo alle pressioni del “lottizzatore”, uno di loro. (more…)

Fiore e Marziani su Comprati e venduti

2 ottobre 2013

Comprati e venduti. Vent’anni di storia giudiziaria a Pavia
di Maria Fiore *

Dalle tangenti del San Matteo alle ultime inchieste. Giovannetti “indaga” sull’altra faccia della città. Venerdì il libro sarà presentato alla Feltrinelli.

Il libro di Giovanni Giovannetti, Comprati e venduti, ladroni a casa nostra. Il sistema Pavia (edizioni Effigie), sarà presentato venerdì, 4 ottobre, alle 17.30, alla libreria Feltrinelli di via XX Settembre a Pavia. Alla presentazione ci saranno, oltre all’autore, anche l’avvocato Franco Maurici (vittima un anno fa di un episodio di intimidazione che viene raccontato nello stesso libro e che è ancora al centro di un’inchiesta della procura), il docente Paolo Ferloni e lo scrittore Mino Milani. Inoltre il 18 ottobre, alle 18, sempre alla libreria Feltrinelli, il libro sarà spunto di dibattito tra il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, e l’ex sindaco Elio Veltri. Cattaneo e Veltri si confronteranno sul tema del futuro della città e delle sue prospettive.

Al mancato rispetto delle regole si può reagire con l’indifferenza e l’assuefazione. Atteggiamento che spesso diventa complicità verso la corruzione e il malaffare. Che ruolo hanno le vicende di una città come Pavia in questa riflessione? Nel libro dell’editore e blogger Giovanni Giovannetti, Comprati e venduti, (edizioni Effigie, 204 pp, 12 euro), si indaga una possibile risposta attraverso vent’anni di storia della città. Dal caso delle mazzette per gli appalti al San Matteo, che anticipò Mani pulite rendendo palpabile «la metastasi profonda della corruzione di una classe dirigente poco incline a separare la funzione dei partiti dal ruolo di chi è chiamato a governare», fino alle più recenti inchieste sull’urbanistica di Green campus e Punta Est e l’ipotesi di speculazioni edilizie su terreni destinati a servizi per gli studenti universitari. (more…)

Il “sistema Pavia”

25 settembre 2013

Comprati e venduti, libro inchiesta di Giovanni Giovannetti sul “sistema Pavia”, sarà presentato venerdì 4 ottobre alle ore 17.30 presso la libreria Feltrinelli, in via XX Settembre 21. Con l’autore interverranno il professor Paolo Ferloni, l’avvocato Franco Maurici e lo scrittore Mino Milani. In questa intervista a Telepaviaweb, Giovannetti ne parla a Lorenzo Blone.

Fatti e misfatti

19 settembre 2013

Comprati e venduti. Momenti di discussione e presentazioni

Pavia, 4 ottobre, ore 17:30, presso la libreria Feltrinelli in via XX Settembre 21. Con l’autore intervengono Franco Maurici e Mino Milani.

Vercelli, 11 ottobre, ore 21, presso il Chiostro di Sant’Andrea in piazza Roma 35, il Partito democratico organizza un’incontro su “Mafie e media” con la partecipazione fra gli altri di Alessandro Dal Lago (autore di Eroi di carta), di Fabrizio Filice (magistrato) e di Giovanni Giovannetti.

Pavia, 18 ottobre, ore 18, presso la libreria Feltrinelli, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo si confronta con l’ex sindaco Elio Veltri sul futuro della città, a partire dal libro di Giovannetti.

Sanremo, 22 novembre, ore 18, presso la Società operaia sanremese in via Corradi. Giovannetti ne parla con Lamberto Garzia.

“Comprati e Venduti”, una pagina

17 settembre 2013

Di seguito le righe finali di Comprati e venduti di Giovanni Giovannetti, ora in libreria: «invece di chiuderci nell’indifferenza, proviamo a dare fiato alla fantasia, all’immaginazione, alla cittadinanza attiva quale luogo di formazione della coscienza civile. Proviamo a ridare dignità alla politica e ai partiti, e credibilità alle istituzioni democratiche, riappropriandoci del sacrosanto diritto di provare indignazione».

Registriamo un potere e una politica indifferenti all’etica, rinchiusi in partiti-chiesa invasivi al punto da essersi nel tempo sostituiti alle persone – unico soggetto razionale e morale, direbbe Roberta De Monticelli – allontanandosi così dal dettato costituzionale. Sì. Perché se il bene ultimo di ogni democrazia è la libertà individuale, la necessaria disciplina dei diritti e dei doveri non può che trovare nella Costituzione le sue regole; Costituzione che va difesa applicandola, e non solo con letture alla moda sulle pubbliche piazze.
Non resta allora che tener viva la speranza accogliendo l’invito di Salvatore Settis a coltivare l’indignazione: «Dobbiamo saper leggere la profonda trasformazione dell’etica e del costume che ha travolto una parte di quella che, dalle banche alle imprese alla politica, fu la nostra classe dirigente. Dalle sue ceneri è nata una nuova casta, una rete di imprese improduttive che alimenta con risorse pubbliche la propria rendita di posizione. Che in nome del cieco profitto smantella lo stato, saccheggia il bene comune, annienta memoria storica e valori della Costituzione. Non sa e non vuole guardare lontano, non si cura delle nuove generazioni, esige guadagni immediati e crescenti, meglio se a spese dei più giovani e dei più deboli. Si arrocca sui privilegi di una rendita parassitaria, e la chiama “sviluppo”, ma mentre proclama la superiorità dell’iniziativa privata arraffa per ogni dove fondi pubblici, sottraendoli alla gestione dei servizi per i cittadini, dalla sanità alla scuola ai musei. Quasi sempre incapace di innovazione, non reinveste i profitti in nuove attività produttive, ma li indirizza sull’edilizia di consumo, sulla cementificazione del territorio, sulla dispersione dei rifiuti nell’ambiente, sapendo di poter contare su complicità, sanatorie e incentivi elargiti dalla politica. Reprime la ricerca, che potrebbe suggerire nuove linee di produzione, e non apprezza il merito, costringendo all’emigrazione decine di migliaia di giovani talenti, vanificando l’investimento pubblico nella loro formazione, anzi “regalandolo” a Paesi più lungimiranti». (more…)

Comprati e venduti

13 settembre 2013

In anteprima nelle librerie pavesi (da ottobre nel resto d’Italia) esce oggi Comprati e venduti, libro di Giovanni Giovannetti sul “sistema Pavia”, paradigma del “sistema Italia”. Riprendiamo qui le pagine finali dell’Introduzione, riepilogative dell’intero volume.

Pensare globalmente, agire localmente. Queste pagine scavano tra le pieghe di una città del profondo nord, paradigma dell’Italia in cui viviamo, là dove – parola dell’ex vicesindaco amico degli amici – «la mafia non esiste» (l’inchiesta antindrangheta Infinito nel 2010 ha visto coinvolti lui e altri pubblici amministratori; e un sindaco che accettò “a sua insaputa” i voti controllati dalla ’Ndrangheta). Tanto meno esistono, a suo dire, affarismo o affaristi intenti a inoltrare illecite istanze corruttive ai più alti livelli istituzionali. Non esistono, poiché a Pavia la corruzione (e la rassegnazione, quando non l’assuefazione di fronte alla truffaldina deroga alle regole) non è mai esistita…
In Tangenti al San Matteo si racconta quella tangentopoli pavese contigua all’inchiesta “Mani pulite” che, a partire dal 1992, renderà palpabile la metastasi profonda della corruzione di una classe dirigente poco incline a separare la funzione dei partiti e della politica dal ruolo di chi è chiamato a governare; anche a Pavia partiti di destra e di sinistra in cordata sono sorpresi nello spartirsi equamente il bottino (una storia passata? No, storia di oggi).
Mutuando il titolo da un’opera di Corrado Stajano, in questo testo Un eroe in borghese è Vito Sabato, funzionario comunale paradossalmente inviso alla pubblica amministrazione proprio perché schierato senza se e senza ma in tutela del pubblico interesse. Delle ore da lui dedicate al lavoro straordinario, ore non retribuite, si è ormai perso il conto, così come la contabilità delle sue numerose denunce al sindaco e in Procura, denunce che hanno dato luogo a processi e condanne.
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Comprati e venduti

24 agosto 2013

Ladroni a casa nostra. Il “sistema Pavia”
ad ottobre in libreria

Nulla è più antipolitico della corruzione morale e materiale di quella classe dirigente locale e nazionale che, secondo la Corte dei Conti, costa al Paese non meno di 60 miliardi d’euro l’anno – una tassa occulta di 1.000 euro per ogni italiano, neonati inclusi. Una grave malattia, di cui Pavia è eloquente metastasi. Nella ridente cittadina lombarda, qui elevata a paradigma politico-morale del Paese, per anni si è assistito ad un vero e proprio assalto dei beni comuni e ad un’altrettanto sistematica e occulta irrisione delle norme civili, a partire da quelle più elementari. Tutto questo inconsapevolmente suffragato dal laissez-faire dei media e di buona parte della società civile. Scarti minimi, come il mancato rispetto delle regole, o sotterranei, come la compra del consenso di giornali radio e tivù attraverso la pubblicità hanno elevato l’arbitrio a norma, incrinando il tessuto democratico, dandogli progressivamente scacco.

«Il sottoscritto Fogazzi…» – Desolante panoramica – Tangenti al San Matteo – Un eroe in borghese – La distruzione delle città – Destra e sinistra “unti” nella lotta – «Sono Dario Maestri…» – Pubbliche sviste – Corsi e riconcorsi – Ladroni a casa nostra – Luci a San Primo – Risaie e pattume – Là dove c’era l’erba – Partiti tangenti – Tangentisti anonimi – Il commissario Pedone – Gioco ricco mi ci ficco – La via della Setola – «Protezione globale» – La cattiveria – * (Fuochi sulla città)

Giovanni Giovannetti, Comprati e venduti (Effigie 2013) pp. 204, euro 15

Plagi 3

19 agosto 2013

Creatività o saccheggio ideologico?
Quando pittori e illustratori copiano fotografie

Nel 1859 Charles Baudelaire aveva definito la fotografia, o meglio l’attività fotografica, «il rifugio di tutti i pittori mancati, troppo mal dotati o troppo pigri per condurre a termine i loro studi». Era vero esattamente il contrario, ma con le sue affermazioni – ha osservato Aaron Scharf in Art and Photography (1974) – il poeta francese indirettamente sottolineava il nuovo e potente ruolo che la fotografia aveva conquistato nel mondo dell’arte. Seppur contrari alle immagini ottiche, molti affermati pittori dell’epoca usavano la fotografia per sviluppare i soggetti dei propri quadri ma, per ovvi motivi, tale impiego avveniva clandestinamente: a volte, anzi, fotografie e lastre venivano distrutte dopo essere state copiate o ricalcate sulla tela. Il fenomeno sta a indicare che la pura verosimiglianza in pittura e scultura era ormai prossima alla fine e che l’arte tradizionale era libera di seguire la propria «vocazione modernista» (Susan Sontag), cioè l’astrazione. Profeticamente, Delacroix ebbe a definire la fotografia «una benedizione per l’arte», perché essa si faceva finalmente carico della rappresentazione realistica: era finito il dominio dell’arte di pura imitazione e il ritratto fotografico si affermava ormai come status-symbol non solo borghese.

È innegabile – e oggi abbondantemente documentata quanto tristemente occultata – l’influenza che le deformazioni ottiche dei nuovi obbiettivi grandangolari o la fotografia applicata alla ricerca scientifica da talenti come Edweard Muybridge, Etienne-Jules Marey e Ernst Mach ebbero su pittura e scultura dada, futurista e in generale sugli artisti della prima avanguardia: tra gli esempi più macroscopici ricorderemo Nu desendant un escalier nn.1 e 2 di Marcel Duchamp, che riprendono un disegno di Paul Richer, riprodotto in Phisiologie Artistique del l’homme en mouvement (1895), che si ispirava a Marey; ispirata alla cronofotografia e pure la Ragazza che corre di Giacomo Balla; e ancora si nota più di un elemento in comune tra una fotografia sulle onde d’urto di Ernst Mach (1884; un proiettile di fucile, fendendo l’aria forma attorno a sé dei campi triangolari) pubblicata anche in Italia, da “Fotografia Aristica”, nel 1910 e Dinamismo di una automobile di Luigi Russolo (1912); anche la scultura Forma unica e continuità nello spazio di Umberto Boccioni (1913) pare essere la “traduzione plastica” dell’uomo che gira su se stesso di Marey.
Nonostante il “saccheggio ideologico” sulla fotografia da parte dei migliori esponenti delle arti plastiche futuriste e nonostante l’assenza di «una qualsiasi citazione delle fonti fotografiche e concettuali che nutrivano l’ispirazione di base del lavoro» (Lista), nel 1913 in Italia si annoverano una lettera di sconfessione delle “fotodinamiche” dei fratelli Bragaglia e di altri inviata da Boccioni e Giuseppe Sprovieri, direttore della Galleria permanente futurista di Roma e Napoli, e l’avviso di Boccioni, Balla, Carrà, Severini, Russolo e Soffici, pubblicato su “Lacerba” il 1 ottobre, dove si legge che «data l’ignoranza generale in materia di arte, e per evitare equivoci, noi Pittori futuristi dichiariamo che tutto ciò che si riferisce alla “fotodinamica” concerne esclusivamente delle innovazioni nel campo della fotografia. Tali ricerche puramente fotografiche non hanno assolutamente nulla a che fare col Dinamismo plastico da noi inventato, né con qualsiasi ricerca dinamica nel dominio della pittura, della scultura e dell’architettura».

Appunto, data l’ignoranza generale, sì, ma in materia di fotografia. Come documentano le immagini, il “saccheggio ideologico” prosegue ancora oggi per mano di numerosi pittori e illustratori-ritrattisti: una copiatura a volte sfacciata, nonostante alcuni doverosi distinguo. Incontriamo citazioni esplicite (Tullio Pericoli che disegna Kafka tra le sue fotografie private; o come nel ritratto di Lacan, in cui Pericoli riprende una nota fotografia di Sigmund Freud); incontriamo disegni impreziositi dal valore aggiunto della creatività dell’autore (ancora Pericoli, ad esempio nei ritratti di Einstein o Stevenson) o sorretti da una mano particolarmente felice (Dariush Radpour e, al solito, il grande Pericoli), ma è ancora più frequente l’incontro con veri e propri plagi.

[vedi Plagi 1 « e 2 «]

Plagi 2

13 agosto 2013

Creatività o saccheggio ideologico?
Quando pittori e illustratori copiano fotografie

[vedi Plagi 1 «]