Nessuno conosceva e aveva rapporti politici con Ettore e Luca Filippi.
E se i due raccontassero tutto?
di Marco Bonacossa
Ed eccoli i “partigiani della 25esima ora”. Spuntano come funghi dalle strade di Pavia e armati di tastiere e smartphone si uniscono in un sol grido: “l’avevamo detto”, seguito dal tradizionale “lo sapevano tutti”. L’arresto di Luca Filippi (nell’articolo di Giovanni Giovannetti trovate esattamente di cosa sia accusato), figlio del famigerato Ettore, ha aperto la corsa per la medaglia al merito di chi ha denunciato i misfatti del potere pavese. La verità è una sola: l’arresto di Luca Filippi è l’ennesimo risultato conseguito da chi negli anni, schifato dal marciume che stava rovinando la città, ha deciso di studiare le carte e di rivolgersi alla Procura, l’unico posto dove gli atti e le parole su probabili reati hanno un peso. Sui social network assistiamo ad un’altra corsa, parallela a quella sopracitata, dove partecipano quelli che erano alleati di papà Filippi. Tutti scattanti come centometristi olimpionici a dichiarare come con Ettore non avessero mai parlato, “forse una volta”, “si l’ho visto qualche volta, ma c’era anche altra gente”. Strano, perché Ettore Filippi, vicesindaco della giunta di centrosinistra firmata Capitelli e componente fondamentale della giunta di centrodestra, non ci risulta come un ectoplasma che si muoveva tra i banchi del consiglio comunale brandendo regolamenti urbanistici e agitando catene. Be’ forse le catene sì, ma non era ed è certo un fantasma. Lui come suo figlio Luca.
Ed infine ci sono gli altri: quelli che stanno zitti. Sono soprattutto i suoi ex compagni di merenda della giunta Cattaneo. L’ex sindaco Alessandro Cattaneo, il pupillo del partito di Berlusconi, Dell’Utri, Cosentino e Nicole Minetti, è un mitragliere continuo e spietato di critiche alla giunta Depaoli e dispensatore di “politica nazionale moderata” sulle reti televisive. Sono passate agli Annali della storia pavese la sua battaglia e le sue feroci critiche contro l’attuale maggioranza per la mancata festa di Capodanno senza la quale i cittadini si sono sentiti smarriti, persi, abbandonati. Non una parola, invece, sulle vicende di “Casa Filippi”, che poi riguardano anche lui e i suoi compagni di maggioranza che, fino ad un anno fa, stringevano le mani e ossequiavano Ettore e Luca. Prima le mani si stringono per convenienza e poi ci si volta dall’altra parte, a quanto pare. Perché sapevano, perché sanno e perché vale sempre quel famoso detto: mors tua, vita mea. Oramai, mi rivolgo a voi Ettore e Luca, siete politicamente sputtanati, perchè non parlate? Raccontateci tutti i magheggi, rapporti, intrallazzi politici ai quali avete partecipato o assistito. A questo punto muoia Sansone con tutti i filistei, che vi hanno scaricato. Tanto la prescrizione è breve e nessuno subirà un processo, tranquilli. Non siete d’accordo?
Un grazie lo voglio dire a chi, collezionando minacce, attentati e querele, ha opposto resistenza, non ha girato lo sguardo dall’altra parte e ha denunciato il malaffare e non crede a quella balla creata dalla classe politica che sui politici nulla si può dire fino al terzo grado di giudizio. La casta potrà pure aspettare, i cittadini, quelli onesti, hanno già capito. E da tempo.