di Giovanni Giovannetti
Come già altre volte in passato, ancora una volta “La Provincia Pavese” evita di pubblicare questa mia lettera in risposta a Marco Bellaviti. Proviamo allora a metterne un paio delle censurate in sequenza, così da evidenziare elementi comuni e magari capire meglio cosa non piace al Busiardìn. La replica a Bellaviti:
«Brandendo l’ordinanza della Corte di Cassazione sulla convenzione postuma tra Comune e Green Campus, in una inquietante lettera alla “Provincia Pavese” l’assessore all’Urbanistica Marco Bellaviti allude a corsie per chi si ripromette il “sacco” cittadino, spacciando tutto questo per «cultura dell’impresa», a partire dal Centro storico già sotto assedio delle betoniere. Infatti il nuovo Pgt ne annuncia la sostanziale distruzione: come leggiamo, «nelle aree libere di pertinenza» e persino «all’interno dei cortili» sarà consentito costruire ben 4 metri cubi per metro quadrato. Parola di Marco Bellaviti. L’assessore si concede una «breve riflessione sul ruolo avuto dall’amministrazione comunale» nel salvaguardare con la convenzione-sanatoria Green Campus i privatissimi interessi di taluni «su imput del sindaco Cattaneo» nella certezza che «l’interesse della collettività» a Pavia risponda a quello dei Calvi, dei Marazza, dei Damiani, dei Trotta, ecc., persone attualmente indagate. E dunque che c’era di male nel favorire plusvalenze milionarie nella compravendita di quei terreni, rivenduti da Calvi e Marazza ai Damiani per 6.203.200 euro; terreni che, solo pochi mesi prima, erano costati 1.813.000! Niente male. E se una mano lava l’altra, per detersivo mettiamoci due benemerite certificazioni comunali che attestano una falsa destinazione a espansione residenziale (classificandola zona “C”) quando in realtà i terreni erano per attrezzature ed impianti di interesse generale (zona “F”). Illecito nell’illecito, la ghiotta speculazione e la successiva truffaldina messa in vendita sul libero mercato immobiliare ignorano che, nel frattempo (19 novembre 2008, dunque prima dell’autorizzazione comunale a costruire, del 4 novembre 2009), era decaduto il vincolo pre-espropriativo a Servizi universitari (U1) introdotto dal Piano regolatore generale il 19 novembre 2003, con la conseguente derubricazione dei terreni. L’illecito cede così il campo alla ben più grave lottizzazione abusiva dei fabbricati: un reato molto serio, che ha provocato il sequestro dell’area, preludio alla confisca e al passaggio dei beni al Comune (semmai qui stava l’interesse collettivo). (more…)