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Occhi chiusi

7 luglio 2014

Mafia e pedofilia: lettera ai politici collusi
di Marco Bonacossa

La ’ndrangheta non è soltanto l’associazione mafiosa più potente d’Europa e fra le più potenti al mondo, non è soltanto una delle “cinque entità” che hanno governato, governano e distruggono l’Italia come ha descritto il pentito di mafia Vincenzo Calcara, ma è anche il paradiso degli orchi (utilizzando il titolo di un romanzo di Daniel Pennac che narra di tutt’altro).
Gli orchi in questione sono i pedofili e l’ndrangheta, che non è soltanto un’associazione mafiosa, ma la più grande azienda economica del Paese, che si è inserita nel business del pedopornografia.
Lo rivela uno speciale dell’Ansa del 25 giugno scorso nel quale cita una serie di numeri raccapriccianti: 200 le denunce di abusi rilevati attraverso la rete nei primi 6 mesi di quest’anno, a fronte delle 344 di tutto il 2013, con 165 minori adescati e nella black list formulata dalla polizia ci sono oltre 1.700 siti dall’inizio del 2014.
Per la criminologa Roberta Bruzzone – vice presidente dell’associazione “La caramella buona” – “bisogna abbandonare l’idea del pedofilo che scambia la foto ‘fai-da-te’ per averne altre. Le mafie, come la ‘ndrangheta, hanno capito la portata dell’asset con cui fare business. Ora ai file è stato imposto un valore di mercato che va da decine fino a migliaia di dollari e che dipende da età, etnia e atto sessuale subito dalle vittime”.
La pedoconnection, che unisce con un filo immaginario pedofili di tutto il mondo che si scambiano file e informazioni grazie ad una serie di darknet, l’uso di mezzi utilizzati dai soggetti che sfruttano i minori per impedire l’identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche, ha visto purtroppo un aumento vertiginoso di persone che, da ogni zona del pianeta, sono alla quotidiana ricerca di video, fotografie e materiale pedopornografico. C’è chi è alla ricerca di bambini per poterne abusare e chi invece fa da intermediario lucrandoci sulla rivendita. Se è sconvolgente leggere tutto questo, lo sono ancora di più le parole di don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione “Telefono Arcobaleno” e oggetto di minacce ed attentati per il suo impegno antipedofilia, in un’audizione alla Commissione Infanzia della Camera dei Deputati del 28 ottobre 1999: “[…] Vi sono i pedo amanti della biancheria intima infantile, i pedo amanti delle orge tra bambini (si, proprio orge tra bambini, con ogni variante gay e lesbo), i pedo amanti delle gambe e dei piedi dei bambini (particolarmente ambite le foto di bimbe che si succhiano reciprocamente i piedi), i pedo amanti delle foto di neonati e bambini con il pannolino ( a loro volta con una frangia ulteriormente perversa di quelli che amano vedere anche i pannolini sporchi), i pedo sadici in tutte le varianti (fino ad arrivare alle foto e ai video di punizione corporale “a sangue”, fino alle richieste spasmodiche di foto di tortura) e poi i pedo estremi (come definire l’estremo in un estremo?), ossia quelli che nella differenziata gamma della perversione necrofila cercano (e purtroppo trovano) foto e video di bimbi morti, magari di morte violenta e meglio se nudi e meglio se con sequenze di dettaglio per arrivare (esiste un altro estremo dell’estremo dell’estremo, e non è affatto un gioco di parole) alle richieste di video veri che mostrino la morte vera e procurata di un bambino”.
Questo non è uno scritto rivolto ai mafiosi e a coloro che traggono profitto dal commercio ignobile di bambini e bambine, ben poco sinceramente saprei dire a costoro. Mi rivolgo ai politici, ai professionisti della politica che non esitano a stringere mani lorde di sangue e droga per avere in cambio pacchetti di voti per un seggio comunale, regionale o nazionale. Sappiate che ogni volta che vi inchinerete di fronte ad un boss, anche se costui non ha mai ucciso, sarete complici non soltanto di un reato, non soltanto della mafia, ma di un crimine contro l’umanità, forse il più riprovevole casomai esistesse una classificazione dei misfatti in tale senso. Un crimine che non vale la foto sui giornali, che non vale il potere di chi amministra la cosa pubblica, che non vale un assessorato, che non vale nulla e che vi trasforma da essere umani in niente perché complici di chi fa parte di un sistema nel quale l’onore si misura sulla potenza e sulla ricchezza illecita, ricavata dalla droga, dai rifiuti tossici smaltiti chissà dove, dal traffico di armi, uomini, donne e bambini. Può “l’abbagliante” prospettiva di essere un distributore di appalti e di favori oscurarvi la vista e farvi chiudere gli occhi di fronte alla pedofilia?